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08 gennaio 2006

Comincia con un sogno! | 8 Gennaio 2006 |

Comincia con un sogno!



"Scena dal Film "Il Principe d'Egitto")

Contesto scena film.

Mosè sta per vedere adempiersi il sogno di liberare il popolo di Dio.

Oggi voglio, appunto, parlarvi di sogni.

L’ultimo sogno che mio figlio Matteo mi ha confidato è quello di costruire una centrale elettrica solare (assieme con Ben) nel deserto così che l’elettricità potrà costare 2 centesimi al giorno!

Anche Bill, aveva un sogno; erano un giovane ventitreenne, appena uscito dall’Università; aveva avuto precedenti esperienze di computer, ed ora il suo sogno era quello di mettere su una piccola azienda di computers che usasse gli stessi processori Intel di un costruttore famosissimo a quell’epoca, costruendone di veloci e più facili da usare.

Cosa accomuna questi due sogni?

Sia Matteo sia Bill “vedono” nella loro mente il loro sogno; Matteo vede l’intreccio di tubi e di pannelli solari allineati in una distesa a perdita d’occhio tra le dune del deserto; Bill vede un computer di piccole dimensioni che si può trasportare come una valigetta 24 ore e si comanda attraverso una specie di “saponetta” di plastica con una pallina al centro.

In cosa differiscono? Che Matteo ha sei anni, fa la seconda elementare e non sa neppure che cosa significhi elettricità, e che Bill ha 54 anni, vive in America ed è il presidente della Microsoft!

Le grandi imprese, prima di divenire tali, iniziano con un sogno: ma è difficile, se non impossibile, sognare senza “visualizzare” il sogno che stiamo facendo.

Alcuni sognano di costruire una la casa “dei loro sogni”, dentro di loro la “vedono”, sanno quali caratteristiche ha: la dimensione, i materiali, i colori… e sulla base di questo “sogno” creano un piano per come costruirla; quali riviste di architettura comperare, quali negozi visitare, e così via. E non si scoraggiano se non trovano i materiali giusti al primo negozio… se il sogno è abbastanza grande e importante, il tempo non è un fattore importante. Sanno aspettare senza scoraggiarsi, mantenendo il loro impegno costante, sino alla realizzazione del sogno.

Il sogno di Matteo è forse migliore di quello di Bill Gates, come Bill Matteo lo ha visualizzato nella sua mente; ma perché il suo sogno divenga realtà, Matteo, al pari di Bill, dovrà avere un piano da seguire, e dovrà essere persistente nel metterlo in pratica.

Se vi piacciono i giochi di parole, potrete memorizzare questa definizione:

il sogno è un Proposito che ha bisogno di un Piano Persistente

Le grandi imprese iniziano con un sogno; anche nella Bibbia

Per Mosè il sogno era: liberare il popolo di Dio.

All’inizio, a dire il vero, Mosè era stato ben più che recalcitrante ad accettare l’incarico che Dio gli aveva assegnato. Ma poi… poi diviene MOSE’, il promo padre del popolo eletto.

Quante volte Mosè, nato e vissuto da sempre in Egitto, avrà “visto” con gli occhi della sua mente Canaan? Quante volte avrà dipinto nella sua immaginazione la lunga carovana del popolo di Dio che si allontanava dalla terra dei Faraoni verso la Terra Promessa? E nonostante il Faraone continuasse ad opporsi, Mosè ha chiesto fino ad ottenere la liberazione del popolo.

Il sogno, il proposito era la liberazione, il piano era il ritorno a Canaan, la persistenza nel chiedere era il mezzo per ottenerlo.

Le grandi imprese iniziano sempre con un sogno.

Per Neemia il sogno era: ricostruire la città di Gerusalemme

(Contesto)

da 140 anni deportati in Assiria
Neemia (coppiere del Re)
Un giorno chiede ad alcuni che ne fosse di Gerusalemme, ed ottiene questa risposta:

Anani, un mio fratello, e alcuni altri uomini arrivarono da Giuda. Io li interrogai riguardo ai Giudei scampati, superstiti della deportazione, e riguardo a Gerusalemme.
E quelli mi risposero: “I superstiti della deportazione sono là, nella provincia, in gran miseria e nell'umiliazione; le mura di Gerusalemme restano in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco”.
Quando udii queste parole, mi misi seduto, piansi, e per molti giorni fui in grande tristezza. Digiunai e pregai davanti al Dio del cielo. (Neemia 1:2-4)

Neemia, nato e vissuto da sempre in Assiria, “vede” le rovine di una Gerusalemme dove non è mai stato…e nasce un sogno!

Il re mi disse: “Perché hai l'aspetto triste? Eppure non sei malato; non può essere altro che per una preoccupazione”. Allora fui colto da grande paura,
e dissi al re: “Viva il re per sempre! Come potrei non essere triste quando la città dove sono le tombe dei miei padri è distrutta e le sue porte sono consumate dal fuoco?”
E il re mi disse: “Che cosa domandi?” Allora io pregai il Dio del cielo; poi risposi al re: “Se ti sembra giusto e il tuo servo ha incontrato il tuo favore, mandami in Giudea, nella città dove sono le tombe dei miei padri, perché io la ricostruisca”.

Quante volte Neemia, nato e vissuto da sempre in Assiria, avrà “visto” con gli occhi della sua mente le mura infrante del Tempio? Quante volte avrà dipinto nella sua immaginazione Le mura di Gerusalemme ricostruite, il Tempio riedificato, la sua gente che riempie le sue navate tra le colonne, e si inginocchia a Dio nelle Sua casa?

Il sogno, il proposito era la ricostruzione, il piano era il ritorno a Gerusalemme, la persistenza nel sopportare tutte le avversità (e ne ebbe tante; dai popoli vicini alle lotte scoppiate all’interno del suo popolo) era il mezzo per ottenerlo.

Le grandi imprese iniziano sempre con un sogno.

Per Paolo il sogno era proclamare l’evangelo a Roma, il centro del mondo antico.

Quante volte Paolo, nato e vissuto da sempre in Israele, avrà “visto” con gli occhi della sua mente Roma? Quante volte avrà dipinto nella sua immaginazione se stesso di fronte all’uomo più potente della terra, a Cesare, proclamare Cristo risorto?

Il sogno, il proposito era raggiungere il centro del mondo antico, Roma, il piano era ti conferire con Cesare, la persistenza nel sopportare le catene era il mezzo per ottenerlo.

Le grandi imprese iniziano sempre con un sogno.

Ma, vedete, anche se accomunati ai sogni di Matteo o di Bill Gates da un proposito, da un piano e dalla persistenza nell’attuarlo, i sogni degli uomini di Dio sono assolutamente differenti da tutti gli altri;

Mosè

(Il Signore disse a Mosè:)“Or dunque và; io ti mando dal Faraone perché tu faccia uscire dall’Egitto il mio popolo, i figli d’Israele, ".” (Esodo 3:10 NR)

Il sogno di Mosè, era fare la volontà di Dio, e credere che Dio era capace di adempierla.

Neemia

(Neemia pregò a Dio): Ricordati della parola che ordinasti al tuo servo Mosè di pronunziare: "Se sarete infedeli, io vi disperderò fra i popoli;ma se tornerete a me e osserverete i miei comandamenti e li metterete in pratica, anche se sarete dispersi negli estremi confini del mondo, io di là vi raccoglierò e vi ricondurrò al luogo che ho scelto per farne la dimora del mio nome".

Come risponde Dio alla preghiera di Neemia?

”. Il re mi diede le lettere, perché la benefica mano del mio Dio era su di me.

Il sogno di Neemia era la volontà di Dio, e Neemia crede che Dio la adempierà.

Paolo

“Dopo questi fatti Paolo si mise in animo di andare a Gerusalemme…’Dopo essere stato là – diceva – bisogna che io veda anche Roma’”

E la notte seguente il Signore si presentò a Paolo, e gli disse: Sta' di buon cuore; perché come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma.

IL sogno di Paolo era la volontà del Signore, e Paolo non aveva dubbi che Dio l’avrebbe adempiuta.

… la canzone del film dice: “Vedrai miracoli se crederai, la fede non si può fermare!”

Le grandi imprese iniziano sempre con un sogno; le grandi imprese per il Signore iniziano, prosperano e si adempiono sempre secondo la Sua volontà.

Quattordici anni fa, una ragazza inglese pregò una preghiera simile a questa: “Signore, se tu vuoi che io abbandoni la mia chiesa qui per trasferirmi in Italia, so che tu provvederai a nutrirmi anche là, assieme a Marco.”

Nel 1992 Janet ed io rappresentavamo gli unici credenti di Montefiascone (almeno per quanto ne sapevamo), con nessuna chiesa tra Montefiascone e Roma; ma avevamo un sogno: una chiesa che proclamasse il Vangelo di Cristo nella nostra città.

Dodici anni fa conoscemmo un gruppo di credenti che aveva piantato una nuova chiesa a Monterosi; non era ideale, erano pur sempre un’ora di macchina per una strada tutta curve, ma era la chiesa più vicina… e poi, questo gruppo di persone aveva un sogno; veder nascere una chiesa in ogni comune della provincia di Viterbo.

Lì conoscemmo Claudio e Lucia, e nel 97 (nove anni fa) iniziammo a fare degli studi nelle nostre rispettive case; eravamo in quattro.

Nel 2001, 5 anni fa, Michele e Sherri, che già collaboravano con noi da tempo, focalizzarono la loro attività principalmente su Montefiascone; eravamo in sei, più cinque figli chi più chi meno piccolo; iniziarono i culti due volte al mese nelle case.

Nel 2004, due anni fa, la nostra chiesa si distaccò da quella di Monterosi per formare una “nuova chiesa”; i culti divennero tre al mese nelle nostre case.

Il resto è storia recente; da luglio 2005 Montefiascone ha una chiesa evangelica…questa!

Il sogno, il proposito mio e di Janet di quattordici anni fa era vedere una chiesa nascere nel nostro paese, il piano era di equipaggiare gli altri che il Signore avrebbe aggiunto, la persistenza nel sopravvivere ai molti inciampi e tranelli che avevano disseminato la via era stato il mezzo per ottenerlo.

Il sogno di Janet e mio, quattordici anni dopo, era divenuto realtà… Dio, non noi, aveva reso possibile che ciò accadesse, secondo la Sua volontà!

Ed ora? Abbiamo raggiunto la meta, no! Possiamo sederci e rilassarci, finalmente! Possiamo prendere una lunga vacanza e crogiolarci nella certezza che il nostro sogno è divenuto realtà!

Se così fosse, non avremmo comperato altre trentasei sedie oltre quelle venticinque (scomode) che avevamo! Magari ne avremmo comperate altre quindici, forse venti…

Colui che vede avverarsi il proprio sogno nel Signore, non può essere mai pago! Non deve essere mai pago! Questo non è l’arrivo, non era questa la meta, lo scopo della chiesa che avevamo sognato assieme!

Questa è una tappa, null’altro che una tappa sulla via che porta a servire il Signore.

Siamo così convinti di questo che l’abbiamo persino scritto sulla nostra dichiarazione di fede:
(Leggi)

Ed ora? Quale è il prossimo sogno?

Non posso sapere quale sia il tuo sogno, ma posso raccontarti il mio.

Io vedo le trentasei sedie di questa sala completamente occupate, e quella parete di gas beton costruita per dividere l’atro locale, abbattuta per far posto ad altre sedie, a una stanza per una scuola domenicale che non entra più nel ripostiglio…

Io vedo il cammino dello Spirito che ha animato i fondatori della chiesa di Monterosi da cui proveniamo continuare nel cammino lungo la via Cassia… Monterosi, Viterbo, Montefiascone… le prossime tappe potrebbero essere Bolsena, Marta, Bagnoregio…

Io vedo alcuni di voi abbandonare questo luogo per entrare in uno differente, nella vostra città, là dove avete sempre vissuto o dove vivete da poco, o dove andrete a vivere, là dove il Signore vi chiamerà, così come aveva fatto per Janet; Blera, Viterbo, Tuscanica, Civitella…

Quale è il tuo sogno, in questo anno che inizia? Quale centrale nel deserto vuoi costruire? Forse non hai mai sognato “in grande” come Matteo o Bill Gates, ma sappi che se sognerai “in grande” per il Signore come Mosè, come Neemia, come Paolo, come Janet e me, vedrai il tuo sogno divenire realtà, presto o tardi, ma lo vedrai.

Quale è il tuo sogno? Pregaci sopra, e affidalo al Signore!

Vedrai miracoli, se crederai!
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01 gennaio 2006

Atleti per Cristo | 1 Gennaio 2006 |

Atleti per Cristo
1 Pietro 2:9 “ Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce”
Ogni credente è un sacerdote ed un ministro che Dio si è acquistato per uno scopo preciso. Dio è un po’ come un presidente di una squadra di calcio che durante la campagna acquisti “compera” i pezzi più pregiati sul mercato, le pedine chiave nei vari ruoli, spendendo cifre enormi.
Tutto questo, però, non lo fa per proprio diletto, ma per uno scopo ben preciso; vincere il campionato, o la Champions League.
Ogni credente è un atleta per il Signore; e le nostre vite di fede sono come una maratona; non è importante come partiamo, ma come terminiamo. Paolo in 2 Corinzi 4:1-18 ci da sette suggerimenti su come arrivare alla fine della nostra gara.
“1 Perciò, avendo questo ministero per la misericordia che ci è stata fatta, non ci perdiamo d’animo. 2 Anzi abbiamo rinunziato ai sotterfugi della vergogna, non camminando con astuzia, né falsificando la parola di Dio, ma mediante la manifestazione della verità, raccomandando noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio. 3 Ma se il nostro evangelo è ancora velato, esso lo è per quelli che periscono, 4 nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio. 5 Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù, il Signore, e siamo vostri servi per amore di Gesù 6 perché il Dio che disse: "Splenda la luce fra le tenebre", è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo. 7 Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi. 8 Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi;
perplessi, ma non disperati; 9 perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti, 10 portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. 11 Noi che viviamo, infatti siamo del continuo esposti alla morte per Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. 12 Cosicché in noi opera la morte, ma in voi la vita. 13 Ma pure, avendo noi lo stesso spirito di fede, come sta scritto: "Io ho creduto, perciò ho parlato", anche noi crediamo e perciò parliamo, 14 sapendo che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi per mezzo di Gesù e ci farà comparire con voi. 15 Tutte queste cose infatti sono per voi, affinché la grazia, raggiungendo un numero sempre maggiore di persone, produca ringraziamento per abbondare alla gloria di Dio. 16 Perciò noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno. 17 Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria; 18 mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (2 Corinzi 4:1-18 LND)
1. (v. 1) Perciò, avendo questo ministero per la misericordia che ci è stata fatta, non ci perdiamo d’animo
La prima cosa che dobbiamo rammentare è che è per la misericordia che Dio ha avuto verso di noi che abbiamo quello che in termine “tecnico” definiamo “ministeri”, ovvero attività a cui siamo chiamati per adempiere quello che abbiamo letto in 1° Pietro. Non dobbiamo affannarci a dimostrare “quanto siamo bravi”, perché Dio ci ha scelto non in base alla nostra bravura, ma per dimostrare la Sua Gloria. D’altro canto non dobbiamo nemmeno crogiolarci nei nostri difetti per e dire che “non siamo capaci”: noi non siamo capaciDio si!
2. (v. 2) Anzi abbiamo rinunziato ai sotterfugi della vergogna, non camminando con astuzia, né falsificando la parola di Dio, ma mediante la manifestazione della verità, raccomandando noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio.
Dobbiamo essere onesti e autentici in tutto ciò che facciamo. Manteniamoci integri, perché l’integrità dà potere alle nostre vite, mentre la falsità e la disonestà le sottrae. E nell’integrità è compreso anche il fatto di non distorcere o addolcire il messaggio del Vangelo, perché pensiamo che “così sarà più facile per le persone a capire”. Lasciamo allo Spirito Santo il compito di spiegare a chi non crede le parti più difficili di esso.
3. (v. 5) Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù, il Signore, e siamo vostri servi per amore di Gesù
Dobbiamo trovare la giusta motivazione per i nostri ministeri; e l’unica motivazione giusta è che tutto ciò che facciamo lo facciamo per amore di Gesù, non per la la nostra vanità o il nostro egoismo. Il nostro scopo non è quello di diventare popolari all’interno della nostra chiesa o all’esterno di essa.
4.(v. 7) Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi.
Dobbiamo capire che i credenti sono solo uomini, e per questo dobbiamo accettare I nostri limiti, senza tentare di diventare dei Superman e senza attendersi di diventarlo col tempo. Essere umili significa anche essere onesti circa le nostre debolezze.
5.(v. 15) Tutte queste cose infatti sono per voi, affinché la grazia, raggiungendo un numero sempre maggiore di persone, produca ringraziamento per abbondare alla gloria di Dio.
Dobbiamo sviluppare un vero amore per gli altri, sia all’interno che al di fuori della chiesa. Se non amiamo i nostri fratelli in Cristo e se disprezziamo coloro che non credono in lui, il nostro ministero non andrà molto lontano.
6. (v. 16) Perciò noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno.
Dobbiamo trovare tempo per il rinnovamento interiore. Questo può significare che dobbiamo rivedere i nostri stili di vita, i nostri impegni, o le nostre abitudini. Se non diamo tempo allo Spirito per rinnovare ll nostro io interiore, saremo come un aeroplano senza carburante, e dovremo atterrare per il rifornimento. Attualmente invece il rifornimento degli aerei da caccia avviene in volo: si risparmia tempo e si può continuare a volare verso l’obiettivo mentre si fa il pieno.
7.(v. 17-18) Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria; mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.”
Dobbiamo focalizzarci sulle cose importanti, senza farci distrarre dai problemi momentanei. Per fare questo dobbiamo tenere il nostro sguardo fisso sull’obiettivo, non sui problemi che sorgono lungo il cammino. Talvolta sembrerà che l’obiettivo è irraggiungibile… ma solo Dio che può vedere l’invisibile può anche compiere l’impossibile.
Per essere dei vincitori nella maratona del nostro ministero di credenti, e portare vittorie al presidente della squadra che ci ha a caro prezzo comperati, dobbiamo capire che grandi personalità sono solo persone ordinarie ma con una straordinaria determinazione. Se fuggiamo i problemi, non diventeremo mai ciò che Dio vuole farci divenire.
Per onorare il contratto che ci lega alla squadra di Dio dobbiamo rammentare questi sette suggerimenti che Paolo ci dà:
  1. Siamo credenti e siamo chiamati a testimoniare per la misericordia di Dio, non per la nostra bravura;
  2. Sforziamoci di essere onesti e autentici, anche se questo comporta di diventare meno popolari
  3. Ricordiamoci per chi stiamo facendo tutto questo – Gesù!
  4. Non aspettiamoci di diventare dei Superman
  5. Coltiviamo l’amore per le persone, sia dentro che fuori la nostra chiesa
  6. Diamo tempo allo Spirito per rinnovarci di giorno in giorno
  7. Focalizziamoci sul traguardo, non sui problemi per raggiungerlo.
Ma, soprattutto, diamo gloria a Dio perché ci ha acquistati a caro prezzo, dando la vita del suo figlio Gesù per portarci nella squadra che ha già vinto.
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