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17 febbraio 2019

Una fede che sappia attendere | 17 Febbraio 2019 |

Quale sarà il premio alla mia fede? E quando lo otterrò? Avere fede è attendere che il piano di Dio sia completo perché possa darci il premio nell'ultimo capitolo della storia.
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Sino ad ora abbiamo visto tutti gli aspetti in un certo senso “meno facili” da accettare della fede la fede non è pensare  ma fare, è vedere ciò che Dio ci rivela  non quello che vediamo realmente, è non pensare con la logica umana  ma accettare la logica di Dio, è essere pronti a pagare un prezzo, piccolo o grande,  ma sempre un prezzo per avere fede.

Tu potresti dirmi: “Che fatica avere fede, Marco! E poi, a pro di che? Perché io vedo alcuni che hanno poca fede, o anche niente fede, e ottengono, prosperano, vivono e altri che hanno molta fede  e non ottengono, stentano, muoiono!".

Chi ha scritto Ebrei, si è posto anche lui questa domanda. Sapeva di scrivere una lettera dura a persone che erano spaventate da quello che sarebbe potuto accadere loro per essere passati dall'ebraismo al cristianesimo.

Tuttavia non vuole illuderli presentandogli un Dio-ombrello che farà scivolare sopra la loro vita il male, né un Dio-sponsor che li raccomanderà per avere tutto ciò che desiderano.

Quello che presenta loro è un Dio-croce, che ha mandato Cristo a morire per renderli degni  di stare davanti al Padre che li giustifica davanti a Dio, e che li premierà.

Chi ha fede otterrà  sempre un premio

La fede ha sempre un premio... Si, ma quando lo riceveremo questo premio?

Vi ricordate? Il capitolo era iniziato con queste parole:

“Che cos'è la fede? È la completa certezza che quello che si spera si realizzerà. È la piena fiducia in cose che non si vedono.” (Ebrei 11:1 BDG)

Aveva in pratica diviso la nostra vita in due: “certezza” e “speranza” “fiducia” e “cose che non si vedono”.

Lo scrittore di Ebrei ci dice che ci sono due mondi: quello delle cose che vediamo, il mondo reale dove noi ci muoviamo, e quello delle cose che non vediamo, il mondo spirituale dove si muove Dio.

Dove avremo questo premio, allora? In quale dei due mondi? In quello reale o in quello spirituale?

Lo scrittore di Ebrei dice che inizia citando cinque personaggi famosi che hanno ricevuto un premio qua:

Abele: “Dio attestò di gradire le sue offerte” (Ebrei 11:4)
Enoc “fu rapito perché non vedesse la morte” (Ebrei 11: 5)
Noè  “un’arca per la salvezza della sua famiglia” (Ebrei 11: 7)
Abraamo: “soggiornò nella terra promessa.” (Ebrei 11:9)
Sara “”ricevette forza di concepire” (Ebrei 11: 11)

Ma, a questo punto della lettera, lo scrittore si ferma: capisce che le persone potrebbero credere  in un Dio-ombrello o in un  Dio-sponsor che ci premia qua...

Ma quando non accade? Quando non ricevi il premio di Sara, che partorisce Isacco quando è vecchia?

Quando non vedi il  Mar Rosso  che si apre davanti ai tuoi piedi? Quando le mura di Gerico non crollano  dopo aver gridato?

Quando hai fede, e preghi, e il tuo sposo, tuo figlio, tua sorella  non guariscono dal tumore? Cosa significa tutto questo? Che Dio non è in controllo, o peggio, che è un Dio che non mi gradisce?

E' Dio bugiardo? E' Dio “di parte”, Un Dio che fa chi figli chi figliastri? Che premia secondo il suo umore?

E mi ha stupito il versetto 13. Nel bel mezzo del brano  dove descrive i premi  che persone di fede hanno ottenuto scrive:

“Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra.” (Ebrei 11:13)

Come come? Hai appena elencato tutte le promesse esaudite... gradimento da Dio, vita eterna, famiglie salvate, nazioni ottenute , figli arrivati... Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse...

Per cui, non sono QUESTE le cose promesse. Non è quello che otteniamo QUA  il premio finale alla fede.

E infatti, se prima aveva elencato cinque persone che avevano ottenuto un “premio” visibile,  misurabile,  da spendere qua in terra in virtù della loro fede, adesso elenca cinque persone  che NON hanno ottenuto alcun premio visibile, misurabile, da spendere qua in terra per via della loro fede.

Per fede Abraamo “fu messo alla prova, offrì Isacco” (Eberi 11:17)

Dio lo gradì...  ma non c'era alcun premio

Per fede Isacco “benedisse Giacobbe ed Esaù” (Ebrei 11:20)

Isacco morente benedice due figli che si odiano...  dov'è il premio per la sua fede?

Per fede Giuseppe “diede disposizioni circa le sue ossa” (Ebrei 11:22)

Giuseppe muore in Egitto, perché il suo popolo non ha ancora una terra, e chiede che, quando ci sarà,  le sue ossa siano portate là... dov'è il premio?

Per fede Mosè “fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori” (Ebrei 11: 23)

I genitori salvarono il figlio... ma lo persero subito dopo, vedendolo diventare il “nipote del faraone”... mica è un gran premio!

Per fede Mosè “rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone” (Ebrei 11:24)

Divenne l'eroe del suo popolo... ma patì fame, persecuzione e percosse... bel premio alla fede!

Ebrei aggiunge:

“Per fede conquistarono regni, praticarono la giustizia, ottennero l’adempimento di promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, guarirono da infermità, divennero forti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri.” (Ebrei 11:33.34)

Ma poi aggiunge anche:

“Furono torturati... furono messi alla prova con scherni, frustate, anche catene e prigionia.Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati... erranti per deserti, monti, spelonche e per le grotte della terra.” (Ebrei 11:35-38)

Lo scrittore di Ebrei ci sta dicendo una cosa chiara: prendi le benedizioni qua come un “extra”... ma non è quello il premio per la tua fede. Potrai ricevere mentre sei in terra   perché Dio ti benedice, ma se hai fede, e non ricevi non significa  che Dio ce l'ha con te.

Questo significa  che debbo smettere di pregare con fede per la guarigione di mia cognata dal cancro?
Certo che no! Gesù mi chiede di farlo,   “Io altresì vi dico: chiedete e vi sarà dato” (Luca 11:9). Io prego ogni giorno per quell'extra... … ma non devo fondare la mia fede in Dio sull'extra.

Ebrei 11:39 dice:

“Tutti costoro, (per cui, sia quelli che hanno ricevuto un extra sia quelli che non lo hanno ricevuto) pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede, non ottennero ciò che era stato promesso” (Ebrei 11:39)

Dov'è, allora, il “premio” per la fede? Quale è la promessa di cui parla Ebrei?

Vedete, la storia ha senso solo  quando leggiamo l’ultimo capitolo; in molti casi ci soffermiamo sul penultimo capitolo, quello dove noi stiamo vivendo le nostre vite. E vorremmo che tutto funzionasse qua.

Ma questo è il penultimo capitolo, e noi viviamo ancora in un mondo caduto, imperfetto, pieno di peccato... Noi stessi, abbiamo fede si...  ma siamo imperfetti. Abbiamo fede si,  ma siamo peccatori.

Per alcuni di noi questo penultimo capitolo sarà spiacevole  per altri vittorioso e pieno di extra... per la maggior parte di noi  un mix delle due cose.

Ma se siamo in Cristo, nel suo patto,  l’ultimo capitolo è uguale per tutti... Ed è un capitolo di puro trionfo.

“Ancora breve, brevissimo tempo e il suo arrivo non tarderà. Quelli che per la fede ora sono giusti davanti a Dio vivranno per fede, fiduciosi in lui per ogni cosa.” (Ebrei 10:37-38a BDG)

Quale è il premio della fede? Saremo dichiarati “giusti” davanti a Dio. La parola greca che è tradotta con “giusti” è “dikaios”, che significa “innocente”.

Il premio della fede, è che Gesù ci rende innocenti dei nostri peccati perché lui li ha pagati per noi. Per rendere possibile tutto ciò, Dio ha un piano...

“Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro non giungessero alla perfezione senza di noi.” (Ebrei 11:40)

Noi siamo giunti a Cristo  attraverso le vite di chi ci ha preceduto; senza Noè, Abraamo, Mosè, Raab, oggi non saremmo giusti, non saremmo innocenti, non saremmo salvi...

Grazie alla loro fede, noi abbiamo conosciuto Cristo; Dio ha fatto aspettare Abraamo, Noè, Mosè Davide, affinché potessero entrare nel Regno di Dio  assieme a te.. e a me!

L' ultimo capitolo  è  stato già scritto  scritto, ma non è ancora avvenuto;  siamo ancora nel penultimo,
la “perfezione”,  Cristo che torna a regnare,  la “seconda venuta” la “Gerusalemme Celeste” tutto questo deve ancora avvenire.

Neanche noi,  come, Abraamo, Giacobbe, Mosè, Davide; abbiamo ancora ottenuto tutto quello  che Dio ha promesso... il premio della fede, la Nuova Gerusalemme, Gesù che regna in eterno...

Ma abbiamo conosciuto Gesù. ciò significa che tu, ed io, possiamo essere per le generazioni future i Noè, i Mosè, i Davide  attraverso la nostra fede,  la tua e la mia.

Cosa fai quando la paura bussa alla porta della tua vita?  Apri la porta, o apri la Bibbia?

Quando non trovi un senso al male che vedi attorno a te  o che stai vivendo?   Piangi, ti disperi, o cerchi di vedere oltre l'ombra?

In cosa hai fede? In un Dio ombrello che ti protegge da tutto, o in un Dio sponsor che ti raccomanda?

La fede  è chiudere a doppia mandata la porta alla paura che bussa, e aprire la Bibbia e pregare. E' credere in un Dio-croce,  che ha già vinto il mondo. E' vedere il piano di Dio, anche quando la vita fa male perché il premio vero non è qua. E' pregare per gli extra, ma accettare quando non arrivano. E' testimoniare Cristo anche quando è rischioso è difficile, è faticoso sapendo che altri verranno a Cristo per la tua fede.

“Ora senza fede è impossibile piacergli, poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.” (Ebrei 11:6)

Ma, soprattutto, la fede è voler piacere a Dio, accostarsi a lui,  cercarlo, e sapere che il premio  sarà stare assieme a lui per sempre

Preghiamo.

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