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29 luglio 2018

Per cosa stai vivendo? Il libro di Ecclesiaste | 29 Luglio 2018 |

Per cosa stai vivendo? Per la fama, per il danaro, per il desiderio di apprendere, per il sesso... o per cosa altro?  E, soprattutto, quale è il fine di tutto questo affaticarsi? E' la nostra vita una barca spiaggiata? Un uomo, e un libro nella Bibbia, parla di tutto ciò: l'uomo è Salomone, e il libro Ecclesiaste.
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I filosofi di ogni epoca si sono affaticati su queste semplici ma terribili domande, senza sapere (o facendo finta di non sapere) che esse erano state scritte da Dio sulla Bibbia per mezzo di un uomo al cui confronto le ricchezze dei più ricchi attuali sembrerebbero pochi, insignificanti spiccioli.

Un uomo al cui confronto la saggezza di Ghandi sembra il ragionamento d'un folle; e al cui cospetto Don Giovanni, Casanova e Rodolfo Valentino sembrano imbranati in materia di conquiste femminili.

Un multimiliardario, un saggio, un grande seduttore, un uomo di legge, un ingegnere civile, un amante dell'arte, un poeta, ma soprattutto un uomo di Dio.

L'uomo di cui parliamo è Salomone, ed il libro in cui ha scritto quelle domande è il libro di Ecclesiaste.

Ma lungi dallo scoprire il grande uomo di Dio o del mondo, quello che Ecclesiaste disegna è un Salomone vecchio, stanco, piegato e quasi vinto dalla vita che dice:

"Vanità delle vanità; tutto è vanità. Io applicai il mio cuore a trovare un senso alla vita dell'uomo, e questo o scoperto; ogni cosa è vana, è un correre dietro al vento. Il saggio è pari allo stolto, ed il ricco accumula ricchezze che altri godranno; fama, potere e dominio passano; persino l'amore di una donna, ed il sesso col tempo sbiadiscono lasciandoci soli." (Parafrasi)

E' come se Salomone, distrutto ogni mito che nel mondo è simbolo di durata, chiudesse il cancello del suo palazzo ormai deserto, ritrovandosi solo, disperato e vecchio.

La vita l'ha vinto.

Ma proprio alla fine, proprio negli ultimo due versetti egli scopre l'unica cosa che non sia vana o un correre dietro al vento:

"Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l'uomo"
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22 luglio 2018

Affidarmi a chi si cura di me | 22 Luglio 2018 |

Riesci a credere solo a ciò che vedi, oppure sai affidare i tuoi muscoli e il tuo cuore a chi  veramente
si cura di te?
[Messaggio registrato il 16/06/2013]
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Come definiresti la parola “fede”?
  • Definizione Vocabolario Garzanti: “il credere come veri determinati assunti o concetti, basandosi sull'altrui autorità o su una personale convinzione”.
  • Definizione Zanichelli: “adesione incondizionata a un fatto, a un'idea”.
  • Definizione Treccani:“credenza piena e fiduciosa che procede da intima convinzione o si fonda sull’autorità altrui più che su prove positive”
Possiamo essere più o meno d'accordo con una di queste definizioni...  ma, in sostanza, come credenti, nessuna dovrebbe calzarci a pennello. Perché? Perché in un altro libro c'è la definizione esatta di cosa è fede: nella Bibbia!
  • Definizione Bibbia:  È la completa certezza che quello che si spera si realizzerà.  È la piena fiducia in cose che non si vedono
Dove troviamo questa definizione? In Ebrei 11:1:

“Che cos’è la fede? È la completa certezza che quello che si spera si realizzerà. È la piena fiducia in cose che non si vedono” (Ebrei 11:1 PV)

E aggiunge al versetto 2:

“Gli uomini di Dio del passato erano famosi per la loro fede” (Ebrei 11:2 PV)

E, da qui in poi, lo scrittore elenca una serie di 15 e più supereroi della Bibbia: da Abele (il primo che offriva sacrifici che gli costavano) a Noè (l'arca) ad Abraamo (il padre del popolo di Dio), a Sara (sua moglie), a Isacco, a Giacobbe, a Giuseppe (il re dei sogni), a Mosè (il liberatore dalla schiavitù,. a Raab (che nascose le spie israelite a Gerico), a Gedeone (che con 300 uomini sconfise un esercito di migliaia), a Sansone (che uccise centinaia di Filistei), a Davide (il re), a Samuele (che scelse i primi re Saul e Davide), a tutti i profeti...

Enoc, il mio supereroe

Sapete... quest'elenco mi spaventa... tutti supereoi spirituali...che hanno fatto delle imprese strabilianti, di portata storica... Ebrei insiste che “per fede” hanno fatto tutto questo...

Per cui, se non faccio imprese simili (non divido le acque del mare, non  salvo l'umanità con l'arca)... allora significa che la mia fede “non va bene”; non ho abbastanza fede, perché se avessi fede farei imprese simili... Infatti, dice che “Gli uomini di Dio del passato erano famosi per la loro fede”
“ma che ora non ci sono più uomini simili”, verrebbe da aggiungere!



Sapete, di tutti questi supereroi che lo scrittore di Ebrei cita, ce n'è uno che il MIO supereroe; si chiama “Enoc”, ed è il mio supereroe  perché, secondo me, Dio l'ha messo lì affinché non ci scoraggiassimo di fronte a tutti gli altri supereroi

“Anche Enoc ebbe fede in Dio, e per questo Dio lo trasportò in cielo senza che morisse. Infatti di lui le Scritture dicono:  « Nessuno lo trovò più, perché Dio l’aveva preso ».  Prima che ciò accadesse, Dio aveva detto che Enoc  « era vissuto come piaceva al Signore ».” (Ebrei 11:5 PV)
Chi è Enoc? Enoc è il bisnonno di Noè e nella Bibbia lo troviamo solo tre volte.  Andando a ritroso lo troviamo: una in Ebrei (questa) e una in Luca.

“Gesù, quando cominciò a insegnare, aveva circa trent'anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, di Eli...di Matusala, di Enoc, di Iaret, di Maleleel, di Cainam, di Enos, di Set, di Adamo, di Dio.(Luca 3:23, 37-38)

Che cosa ha fatto di così importante,  quale azione eroica o quale miracolo per essere citato come esempio di fede e per essere citato nella genealogia di Gesù?

Vediamo il terzo riferimento:

“Enoc visse sessantacinque anni e generò Metusela. Enoc, dopo aver generato Metusela, camminò con Dio trecento anni e generò figli e figlie. Tutto il tempo che Enoc visse fu di trecento sessantacinque anni .Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese. (Genesi 5:21-24)

Tutto qua? Dove sono le gesta eroiche, i mari che si aprono, le navi che galleggiano, le mura che cadono al suono della tromba?

Tutto qua! L'impresa più grande può non essere costruire una nave, o liberare un popolo, o vincere un esercito di cinquantamila con trecento... l'impresa più grande, spesso, è quella che pare in realtà più facile: Enoc camminò con Dio. Enoc  « era vissuto come piaceva al Signore.

Enoc è il mio supereroe...perché è “normale”! Non divide acque come fece Mosè, non sconfigge eserciti con una mascella d'asina come fece Sansone.

E' qualcuno con cui mi posso identificare, che fa qualcosa a cui posso arrivare: camminare con Dio, vivere come piace a Dio ... se po' ffà!

Mi piace perché mi dice che Dio non calcola il premio in base all'utile che produci per la sua azienda: non ci sono incentivi, o premi di produzione; non puoi “ingraziarti” il capoufficio per la mole di lavoro che fai o per la resa di quello che produci. Non c'è altra maniera di piacere a Dio se non avere “la piena fiducia in cose che tu non vedi... ma Dio si!”

Avete mai visto le Paralimpiadi? Vorrei vedere assieme a voi un filmato...

 

Annalisa Minetti è una delle nostre atlete più affermate nel mezzofondo dedicato ai non vedenti, ed ha vinto alle ultime Paralimpiadi di Londra la medaglia di bronzo nei 1500 metri.

I 1500 sono una gara da pazzi: è uno sprint che dura tre giri di pista dove dai tutto quello che hai,  ma devi dosare le forze, controllando te stesso e gli avversari attorno. 

Annalisa corre in pista, e come tutte la altre atlete non vedenti corre.. con il suo braccio destro legato con una striscia di stoffa al braccio sinistro della sua guida, che è un atleta vedente. Annalisa deve ascoltare la voce della sua guida, per sapere quello che gli sta succedendo attorno, quando attaccare, quando rallentare. La vittoria di Annalisa dipende da quanto riesce ad affidare i suoi muscoli, il suo cuore, la sua voglia di vincere a qualcuno che vede per lei... Annalisa deve avere “piena fiducia” nella sua guida.

Hai tu questo tipo di rapporto con Dio? Sai affidargli i tuo muscoli, il tuo cuore, la tua voglia di vincere le sfide che quotidianamente ti propone la vita? Sei legato indissolubilmente al suo braccio e ascolti la sua sola voce mentre corri?

Camminare con Dio, vivere come piace a Dio, significa; fare il suo volere ogni giorno rispettare le sue regole ogni giorno cercare la sua presenza ogni giorno avere pazienza ogni giorno ascoltare la sua voce ogni giorno.

Camminare con Dio, vivere come piace a Dio, significa; fare il suo volere ogni giorno ...anche quando le benedizioni stentano ad arrivare; rispettare le sue regole ogni giorno...anche quando tutti gli altri intorno ti prendono per pazzo; cercare la sua presenza ogni giorno… anche quando ti senti con le spalle al muro, alla fine della corda, chiuso in una gabbia; avere pazienza ogni giorno ...anche quando non sembra accadere nulla; ascoltare la sua voce ogni giorno… anche quando non capisci il perché Dio ti sta portando lungo quel percorso.

C'è un premio a tutto questo?

Ebrei afferma che sì, c' è un premio:

“Ora, senza fede, è impossibile piacere a Dio. Chi vuole avvicinarsi a Dio, deve credere che Dio esiste e che ricompensa quelli che sinceramente lo cercano.” (Ebrei 11:6 PV)

Ma, come è successo per Enoc, per Mosè, per gli altri, il premio potrebbe non essere immediato; ma potresti, come Annalisa, stringere con le mani la medaglia... ma non vederla ancora.

“Questi uomini di fede, di cui ho parlato, morirono tutti senza aver ottenuto le cose che Dio aveva loro promesso; ma le videro soltanto da lontano e ne furono felici, perché dichiaravano che questo mondo non era la loro vera casa: erano soltanto di passaggio sulla terra, come forestieri in esilio.” (Ebrei 11: 13)

La mia vita è fatta di benedizioni su benedizioni, ma so che le benedizioni più grandi, quelle che Dio mi ha promesso, debbono ancora venire. E la promessa è questa, rinnovata di anno in anno, di stagione in stagione da otto anni:

“Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente” (Ebrei 6:14)
Io voglio essere come Enoc; non mi importa di vedere il mare aprirsi davanti a me  (se succedesse ne sarei felice, ma non è su questo che si fonda la mia fede), ma voglio come Enoc “camminare con Dio”, lasciare che sia lui a guidare la mia corsa; voglio “vivere come piace a Dio”, sapendo che sono di passaggio e in esilio su questa terra, ma che la mia vera dimora è nei cieli.

E' semplice tutto questo?

Se vi dicessi di si sarei il più grande bugiardo del mondo!

Io mi sono da sempre definito un “leader riluttante”, uno di quelli difficili, su cui il Signore deve lavorare per persuaderli, uno di quelli per i quali la “obbedienza al primo comando” non esiste.

Ma sono certo di una cosa: il motivo perché il Signore continua a benedire ciò che faccio per lui, e a benedirmi in generale è che Dio SA che, alla fine, faccio quello che Lui mi chiede. Sa che di me si può fidare!

Non avrei mai voluto fare il pastore dei giovani a 29 anni...  ma Dio lo ha chiesto, ed io ho obbedito. Non avrei mai voluto diventare un predicatore, non avrei voluto mai diventare un Anziano di chiesa, non avrei mai voluto piantare una nuova chiesa, non avrei mai voluto andare negli Stati Uniti per completate gli studi, non avrei mai voluto organizzare una serie di conferenze internazionali ad Ostia, non averi mai voluto dare il 25% del mio reddito alla Sua opera... ma Dio lo ha chiesto, ed io ho obbedito

… non avrei voluto mai andare in Zimbabwe... ma Dio lo ha chiesto, ed io obbedisco... perché io ho una “piena fiducia in cose che io non vedo, ma che Dio vede” ; perché io ho piena fiducia della guida di Dio. Perché io non so perché vuole che io vada in Africa ma lui me lo ha chiesto, ed io lo faccio

Come fare?

Come posso dunque camminare assieme Dio? Come posso imitare Enoc ed essere elencato nella “Hall of Fame” di quelli che sono esempi di fede in Dio?

“Anche noi, dunque, davanti a questa grande folla di uomini di fede, dobbiamo sbarazzarci di tutto ciò che ci ostacola o ci trattiene, specialmente di quei peccati che ci imprigionano così facilmente; e dobbiamo correre con decisione la corsa che Dio ci ha proposto.    Teniamo lo sguardo fisso su Gesù, nostra guida ed esempio perfetto di fede. (Ebrei 12:1-2a)

1. Sbarazzati dei peccati

“Dobbiamo sbarazzarci di tutto ciò che ci ostacola o ci trattiene, specialmente di quei peccati che ci imprigionano così facilmente”

Cominciamo dalle cose “ovvie”. Il peccato è una “prigione” in cui è facile entrare e difficile uscire: stanne alla larga. E più cammino con Dio, più ascolti la sua sola voce, più facile sarà uscire o non entrare affatto in quella prigione.

2. Corri con decisione

“dobbiamo correre con decisione”

Non passeggiare Annalisa per vincere ha dato tutto, si è allenata, non si è risparmiata. Paolo racconta così il suo “allenamento” per Cristo:

“Perciò, io corro dritto al traguardo, mettendocela tutta; lotto come un pugile che vuol vincere e non tira colpi a vuoto;  mi sottopongo a dei sacrifici come un atleta e tengo il mio corpo a disciplina, per paura di essere squalificato e messo da parte, proprio io che ho iscritto gli altri alla gara!” (1 Corinzi 9:26-27 PV)


3. Corri la tua corsa, non quella di altri

“la corsa che Dio ci ha proposto.”

Dio ti ha formato con una forma unica che solo tu hai; ti ha dato dei doni spirituali, un cuore, delle abilità, una personalità e delle  esperienze uniche, che nessuno altro ha. Nessun altro può correre la tua corsa: ma devi correre la tua, non quella che decidono altri per te,  fossero anche i tuoi genitori, il tuo sposo o la tua sposa, il tuo capo, il tuo pastore. Puoi ricevere buoni consigli, ma se questi cozzano con la tua SHAPE, stai per correre una corsa sbagliata.

4. Tieni lo sguardo fisso su Gesù

"Teniamo lo sguardo fisso su Gesù, nostra guida ed esempio perfetto di fede."

La guida, colui che deve dire, a te cieco, cosa fare, quando scattare, quando riposarti, cosa fanno gli avversari attorno, è solo Gesù. Vedi di connettere costantemente il tuo braccio destro al suo braccio sinistro,  di tenere aperte le orecchie, anche se lo stadio urla impazzito, concentrandoti sulla sua sola voce.

E, soprattutto, abbi la completa certezza che quello che speri in Cristo si realizzerà; abbi la piena fiducia che Cristo vede per te, e ti guida.

Conclusione

“Che cos’è la fede? È la completa certezza che quello che si spera si realizzerà. È la piena fiducia in cose che non si vedono.”

Che tu non vedi, ma che Gesù vede per te.
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15 luglio 2018

Muovere il tempio di Dio | 15 Luglio 2018 |

Cosa devo fare nella mia vita oltre a costruire sulla pietra angolare di Gesù, consacrarmi a Dio ed offrimi ogni giorno a Lui? Sarò realmente il tempio di Dio se cederò al Signore il mio privilegio di decidere nella mia vita se muovermi o aspettare.
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Nelle ultime tre settimane ci siamo mossi alla ricerca del tempio di Dio partendo dal versetto di Esodo 25:

“Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro.” (Esodo 25: 8)

E ci siamo chiesti se fosse ancora necessario un tempio, e se si dove fosse; Paolo lo aveva chiaramente indicato:

“Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?  (1 Corinzi 3:16)

Noi ora siamo il Tempio di Dio! Noi siamo diventati il posto dove posso incontrarlo, e dove anche gli altri possono vederlo...

Ma abbiamo anche visto che  questo non è “automatico”: non basta sapere che Dio esiste, e che Gesù è suo figlio.

Io Sarò il tempio di Dio se...

1. Se sono costruito/costruita secondo il progetto di Dio.
2. Se sono consacrato/consacrata a Dio.
3. Se offro me stesso/me stessa ogni giorno a Dio.

C'è un ultimo passo per essere veramente il Tempio di Dio. Io sono il tempio di Dio se:

4. Se mi muovo secondo il volere di Dio

Sapete, in Esodo Dio aveva disposto di costruire un Tempio perché lui sarebbe stato là dentro e là avrebbe incontrato il suo popolo, anche se poi avrebbe incontrato  solo il Sommo sacerdote una volta all'anno.

Il Signore aveva ordinato per filo e per segno come sarebbe stato costruito il Tabernacolo (il nome designato per indicare il tempio).

Probabilmente durante il prossimo anno  faremo una serie di messaggi su come era costruito ed il significato simbolico e di ogni sua parte, ma oggi voglio anticipare una di queste caratteristiche; la troviamo in Numeri 9:

“E tutte le volte che la nuvola si alzava dalla tenda, i figli d'Israele si mettevano in cammino e si accampavano dove si fermava la nuvola. I figli d'Israele si mettevano in cammino all'ordine del SIGNORE e si accampavano all'ordine del SIGNORE. Rimanevano accampati tutto il tempo che la nuvola restava ferma sul tabernacolo. Quando la nuvola rimaneva per molti giorni sul tabernacolo, i figli d'Israele osservavano la prescrizione del SIGNORE e non si movevano. Se avveniva che la nuvola rimanesse pochi giorni sul tabernacolo, all'ordine del SIGNORE rimanevano accampati e all'ordine del SIGNORE si mettevano in cammino. Se la nuvola si fermava dalla sera alla mattina e si alzava la mattina, si mettevano in cammino; o se dopo un giorno e una notte la nuvola si alzava, si mettevano in cammino.  Se la nuvola rimaneva ferma sul tabernacolo due giorni o un mese o un anno, i figli d'Israele rimanevano accampati e non si movevano; ma, quando si alzava, si mettevano in cammino. All'ordine del SIGNORE si accampavano e all'ordine del SIGNORE si mettevano in cammino; osservavano la prescrizione del SIGNORE, secondo l'ordine trasmesso dal SIGNORE per mezzo di Mosè” (Numeri 9:17-23)

Il Tabernacolo non era stato costruito per essere un “tempio fisso, ma un tempio mobile.

Chi decideva di “muovere il tempio”? Era forse Mosè, il leader che li aveva slavati dalla schiavitù?
 Oppure era Aaronne, il Sommo Sacerdote, colui che, una volta all'anno si incontrava fisicamente con Dio?

Nè l'uno né l'altro; non era una decisione umana ma divina.

E notate una cosa: quando Dio decideva di muovere il Tabernacolo, non si muoveva esclusivamente il Tabernacolo, ma l'intero accampamento.

Tutto veniva smontato, tutto si muoveva, tutto il popolo seguiva.

Perché, vedete, la parte importante dell'accampamento non erano le tende dove si dormiva, o quelle dove si cucinava, o quelle dove si mangiava o quelle dove ci si lavava...

La parte importante dell'accampamento era quella dove Dio era presente.

Avete mai riflettuto sul perché Dio abbia tenuto quaranta anni il suo popolo a girare a vuoto nel deserto del Sinai?

Uno dei motivi lo troviamo in Numeri al capitolo 13, ed era che, arrivati alla terra di Canaan, dopo averla esplorata per quaranta giorni, gli esploratori tornarono dicendo che non era possibile prenderla, che quella non era la terra promessa, che c'erano i “giganti”.

Dio si arrabbiò con loro perché non si fidavano di lui, e attese che tutti gli esploratori fossero morti
prima di farli entrare. Tutti, tranne Caleb e Giosuè che avevano detto: “Se Dio è con noi, ce la potremo fare”.

L'altro motivo lo troviamo in Deuteronomio:

“Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del Signore.” (Deuteronomio 8:3)

Dio doveva insegnare al suo popolo ad essere completamente dipendente dal suo volere, ad obbedire completamente ai suoi comandi, anche quando non capivano il perché. Anche quando la decisione di Dio  sembrava avere poco senso o nessun senso.

Anche quando ciò che Dio chiedeva sembrava impossibile, come conquistare città fortificate ed eserciti, sconfiggere giganti con un popolo di profughi  che fuggiva dall'Egitto attraverso il deserto.

In quel deserto Dio era la sola guida: di giorno con una nuvola, di notte con una colonna di fuoco.

E non è un caso che la nuvola stazionasse sul tempio, e che il tabernacolo fosse mosso  a seconda di dove si muoveva la nuvola.

Il messaggio era chiaro: “Se volete che io sia fra voi, dovrete muovervi dove io sarò.”

Questo valeva  per il tempio fisico nel deserto; e ora? E' ancora applicabile il concetto, visto che il tempio di Dio sono io e non è più un luogo fisico ma spirituale? Certamente si: Gesù lo dice:

“Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. ...Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando.” (Giovanni 15:10, 14)

Abbiamo detto che ora io sono il tempio, e che lo Spirito di Dio abita in me attraverso lo Spirito Santo... E Dio è lo stesso dell'Antico Testamento, lo stesso che muoveva l'accampamento nel deserto secondo il suo volere.

Dio vuole ancora che il suo tempio sia un tempio mobile, che si muova secondo il suo volere, non il mio.

Che si muova spesso  contro la mia logica umana, che mi dice di restare, ma sia mosso da una logica superiore, quella di Dio, che tutto conosce, tutto vede, tutto domina.

Per essere il Tempio di Dio devo accettare che ci saranno...

a) momenti per muoversi

Nel Vangelo di Luca troviamo un episodio dove Gesù incontra tre persone che hanno reazioni differenti  circa il fatto di seguirlo.

Il primo è un discepolo che sembra rispondere bene, ma....

“Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: «Io ti seguirò dovunque andrai». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».” (Luca 9:57)

Ma Gesù, ricordate,  legge nei cuori; e quello che leggeva nel cuore del discepolo era la voglia di un “posto fisico” dove poter stare con Gesù: una casa, un tempio forse.

Gesù afferma invece che per seguirlo bisogna essere degli eterni pellegrini, degli eterni “migranti”, perché lui non ha un posto fisico, ma abita nel cuore delle persone  che gli obbediscono.

Sei pronto, sei pronta a vivere una vita eternamente “in bilico”? Ad avere le valige sempre pronte, a decidere di abbandonare le belle cose che hai costruito attorno e a cui sei legato, a cui sei legata,  e che ti piacciono, per onorare Gesù e portare il tempio  dove Dio lo vuole portare?

Attenzione, non sto dicendo che TUTTI debbono essere “missionari” in Africa, o in India, o in Sudamerica.

Solo alcuni lo sono, come i nostri missionari Giuseppe ed Annarita in Zimbabwe, come Stefania Lazzarin in Togo, o come lo è stata per dodici anni la nostra Amy qui in Italia.

E' Dio che chiama ad essere missionari, ma è Gesù che legge il tuo cuore; e quello che vuole leggere in te è la tua disponibilità a muoverti  secondo il suo volere, non secondo il tuo.

A muovere le tende della tua vita contro i giganti che popolano la terra promessa armato di poco o nulla. Non spade, non lance, né carri armati o caccia bombardieri o sommergibili,  ma della sua sola benedizione e del suo favore.

A muovere contro le tue più grandi paure, perché sai che non sei capace di fare  quello che Dio ti chiede di fare così che, quando lo avrai fatto il merito, la gloria non andrà a te ma a lui, a Dio, che l''ha reso possibile.

Il secondo sembra rispondere con un buon motivo ma...

“A un altro disse: «Seguimi». Ed egli rispose: «{Signore,} permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma egli gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio». “ (Luca 9:59-60)

Cosa c'è di più giusto  di assistere al funerale di tuo padre?

Ma Gesù afferma che anche quello messo dinanzi all'annunzio del Regno di Dio diventa poca e insignificante cosa.

Quali cose “giuste” stai facendo che ti frenano dal muovere il tempio di Dio che è il tuo corpo, ed annunciare il Regno di Dio?

La famiglia, il lavoro, la tua stessa chiesa... cose onorevoli e giuste... ma che quando e se il Signore dice “seguimi” diventano cose morte che altri possono seppellire, non tu!  Il tuo tempo, la tua vita, appartiene a colui che ne ha fatto il suo tempio.

Attenzione, non sto dicendo che devi vendere tutto e vivere di elemosina come Francesco di Assisi.

Ma Gesù vuole sapere che tu sarai disposto a farlo, se serve, se lui te lo chiede.

Il terzo sembra fare una richiesta semplice, ma...

“Un altro ancora gli disse: «Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia». Ma Gesù {gli disse}: «Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi volga lo sguardo indietro è adatto per il regno di Dio».” (Luca 9:61-62)

In fondo, cosa c'è di male nel salutare coloro con cui sei vissuto per tanto, sapendo che per altrettanto non li vedrai più? Ma Gesù dice che se in te vivrà la nostalgia e il rimpianto per i giorni passati non sarai adatto  ad essere il suo tempio.

Attenzione, non sto dicendo che dovrai odiare la tua famiglia ma che per essere efficace come tempio di Dio non dovrai avere rimpianti,  sentire come fosse una punizione quando e se il Signore ti ti porterà a servirlo lontano da quegli affetti.

Gesù sceglie i suoi servitori in base a questo: alla tua disponibilità a muovere il tuo tempio, alla tua disponibilità ad abbandonare ciò che hai, alla tua disponibilità a non rimpiangere la scelta di seguirlo.

E infatti, appena dopo questi versetti di Luca, Gesù “sceglie” e “manda”.

“Il Signore designò altri settanta discepoli e li mandò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dov'egli stesso stava per andare. (Luca 10:1)

Tu potresti dirmi:  “Ok, Marco, ho capito, per essere il tempio di Dio dovrò muovermi in continuazione.”

Assolutamente no; così come il Tabernacolo non era sempre in movimento, ma talvolta si fermava per un giorno, talvolta per un mese, talvolta per un anno, per essere il Tempio di Dio devo accettare che ci saranno...

b) momenti per aspettare

Personalmente ODIO questi momenti: mi conoscete, sono un “ipercinetico”, un iperattivo, e per sentirmi vivo devo “lavorare”; sia che si tratti del mio lavoro secolare, sia che si tratti del lavoro del Signore.

Ma i periodi dove aspettare non sono meno “biblici”  di quelli dove muoversi:

“E (Gesù) disse loro: "Venitevene ora in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco". Difatti, era tanta la gente che andava e veniva, che essi non avevano neppure il tempo di mangiare.”(Marco 6:31)

Talvolta Dio ci mette in “stand by”. Perché?

Ci sono una quantità di motivi: per permetterci di “ricaricarci”,  (come nel caso degli apostoli) per studiare meglio la sua parola  ed essere più preparati a servirlo per attendere che ritorniamo a lui dopo una caduta...

E poi, ci sono quelle volte  che il motivo è, molto semplicemente, “perché io sono Dio e ho deciso così”.

Sono quelle le volte che temo di più, perché non trovo un senso, una risposta.

Personalmente posso dirti che ho imparato di più nei momenti in cui il Signore mi ha messo a sedere in panchina di quelli in cui il Signore  mi aveva schierato al centro dell'attacco.

Ma sono quelle le volte dove ho imparato di più: sono quelle le volte dove sono cresciuto di più, quelle dove ho dovuto accettare che Dio è Sovrano, che io sono suo servo, e che lui sa molto meglio di me  cosa mi serve.

E' la volontà di Gesù di andare?  Allora vado,  e faccio il mio meglio. E' la volontà di Gesù di rimanere?  Allora rimango,  obbedisco, accetto che lui sa cosa è il meglio per me.

Proverbi dice:

“Il cuore dell'uomo medita la sua via, ma il SIGNORE dirige i suoi passi.”  (Proverbi 16:9)

Conclusione

Siamo partiti alla ricerca del Tempio di Dio...  ed abbiamo scoperto  che non dovevamo far altro che fermarci  per trovare il tempio che cercavamo.  Per scoprire che ora il tempio di Dio  siamo noi stessi.

Ma, ciascuno di noi deve scegliere di diventarlo.  E'  una via da seguire,  una via in salita, ma alla cui sommità ti aspetta questo:

'Io faro dei vincitori le colonne del tempio del mio Dio e non ne usciranno più. Scriverò su di loro il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme, che sta per scendere dal cielo dal mio Dio. Su di loro scriverò anche il mio nuovo nome'. (Apocalisse 3: 12 PV)

Preghiamo.


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08 luglio 2018

Riaccendere il fuoco nel Tempio di Dio | 8 Luglio 2018 |

Immagine: dghdelgado.com
E' impossibile continuare ad essere bollente per Gesù senza immettere la sua energia nella mia vita. Come posso allora ricevere quella energia da lui?
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Siamo alla terza parte  della nostra personale ricerca del Tempio di Dio, e avevamo visto che il Tempio esiste ancora, non è più un luogo fisico, ma un luogo spirituale:

“Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?  (1 Corinzi 3:16)

Nelle due precedenti puntate avevamo visto che sarò il Tempio di Dio se:

1. Se sono costruito secondo il progetto di Dio

Dove la pietra angolare è Gesù, il terreno su cui costruisco è la Parola di Dio  (se la leggo, la studio e la metto in pratica), controllando lo stato d'avanzamento del mio Tempio (se ho come frutto dello Spirito più gioia, più pace, più amore ecc.), e badando alla solidità dell'edificio
(frequentando una chiesa locale dove posso essere rafforzato.

2. Se sono consacrato/consacrata a Dio

Dove innalzo sul tetto del mio tempio la bandiera di Gesù (non basta possederla ma si deve vedere sventolare su di me), devo essere differente dal mondo (il mio comportamento deve dimostrare che sono di Gesù), e devo testimoniare Gesù agli altri (spiegando che il mio comportamento differente è frutto della mia fede in Gesù).

C'è un terzo passo che devo fare per essere realmente il tempio di Dio: ed è forse il più importante.

Perché, vedete, la vita cristiana non è uno sprint, dove mi basta fare i primi cento metri, ma piuttosto una maratona, dove devo fare tutti i 42 chilometri e 195 metri per vincere. Paolo lo sapeva bene:

“Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno.” (2 Timoteo 4:7-8a) 

Non importa come iniziamo, se lentamente o velocemente, ognuno ha il proprio passo. Ma nella maratona cristiana è importante come finiamo.

Nella prima predicazione avevamo parlato di chimica, quando avevamo visto l'effetto di un “catalizzatore” (una sostanza che accelera un processo, e avevamo visto che la chiesa locale è il catalizzatore per il credente, in quanto accelera la crescita spirituale).

Questa volta voglio parlare di fisica, e precisamente del 1° e del 2° principio della Termodinamica
che affermano che  “Se cessiamo di immettere energia  in un sistema esso tenderà a tornare allo stato con minor contenuto di energia. La maniera per misurare l'energia di un sistema è detta entropia”.

Concetto difficile, che cercherò di spiegarvi attraverso un breve filmato di solo un minuto.



Avete capito tutto vero? Se si, siete laureati in fisica, se no, siete normali... come me...  Forse serve un secondo filmato di un minuto e mezzo...





Tu ti starai chiedendo adesso: “Marco, cosa c'entra l'acqua che bolle con la mia fede?” “E che cosa è l'entropia?”

Sapete, nessuna cosa sulla terra è capace di auto sostenersi, di creare energia dal nulla. Vorrei rivedere con voi il filmato, e commentarlo assieme questa volta.


Immagina che l'acqua sia la tua vita: prima che arrivasse la fiamma di Gesù: era abbastanza piatta, calma, statica.

Poi hai conosciuto Gesù... gli ci è voluto un pochino per “scaldare” la tua vita... ma poi hai cominciato a essere caldo (o calda)  per lui.

La tua vita ha cominciato a muoversi, a ribollire... sei diventato il tempio di Dio, hai esposto la sua bandiera, lo hai testimoniato...

Ma, dice la Termodinamica, se togli la Sua energia, tornerai ”allo stato con minor contenuto di energia”.

La tua vita tornerà ad essere null'altro che una pentola d'acqua fredda.

Per continuare ad essere il Tempio di Dio, devi continuare a immettere energia nella tua vita.

Come fare?

3) Se offro me stesso/ me stessa ogni giorno a Dio

Dio aveva dato istruzioni  affinché nel suo Tempio  vi fosse sempre un fuoco acceso:

“Il fuoco dev’essere mantenuto sempre acceso sull’altare, e non lo si lascerà spegnere.” (Levitico 6:6)

E su quel fuoco, ogni mattina, il sacerdote avrebbe dovuto fare questo:

“Collocherai l'altare davanti al velo che è davanti all'arca della testimonianza, ... Aaronne vi brucerà sopra dell'incenso aromatico; lo brucerà ogni mattina” (Esodo 30:6-7)
Nell'Antico Testamento  l'incenso si offriva a Dio  invece delle preghiere.

L'incenso è una resina che se bruciata produce due cose: a) un fumo denso e leggero che sale velocemente; b) un profumo stupendo che riempie il luogo.

Allora, se io sono il tempio di Dio, devo avere un fornello acceso in camera, e bruciare incenso la mattina? Assolutamente no! C'è un altro tipo di incenso  che Dio vuole da me nel suo tempio:

Come posso offrire me stesso ogni giorno a Dio?

a) Pregando ogni giorno 

Davide dice questo circa la preghiera:

“La mia preghiera sia in tua presenza come l'incenso, l'elevazione delle mie mani come il sacrificio della sera”. (Salmo 141:2)

Le mie preghiere producono un fumo leggero che raggiunge rapidamente il mio Signore, producono un profumo intenso che riempie il tempio, riempie me, che Dio può sentire, e che arriva anche alle persone che mi circondano.

Una persona che prega costantemente profuma di preghiera, e gli altri se ne accorgono, anche se non sanno  da cosa provenga il profumo.

Ritaglia un tempo  (o più tempi) quotidiani  per parlare con Dio; profumerai di più.

Secondo modo per offrire me stesso a Dio ogni giorno:

b) Leggendo la Bibbia ogni giorno 

Paolo afferma:

“Tutto ciò che è stato scritto in passato [nella Bibbia] ci serve come insegnamento, perché quando leggiamo le Scritture, crescono in noi la pazienza e il conforto, che ci danno speranza.” (Romani 15:4 PV)

In sole due righe Paolo crea una intera predicazione sul perché leggere la Bibbia: egli afferma che, se leggo la Bibbia: a) avrò insegnamento, b) avrò più pazienza c) sarò confortato, d) e avrò speranza.

Non sai cosa fare nella tua vita? Leggi la Bibbia: lì ci sono gli insegnamenti su cosa fare!

La tua pazienza è sempre più scarsa (in famiglia, al lavoro, tra gli amici)? Leggi la Bibbia: lì c'è la  trasfusione di pazienza che ti serve.

Sei sconfortato? Leggi la Bibbia! Lì si trova il conforto che cerchi.

Ti senti senza speranza? Leggi la Bibbia! In essa c'è la speranza che ti serve.

Più leggi,  più ottieni... ma non servono “maratone” di lettura: serve costanza. dedica almeno 10 minuti al giorno  alla lettura della Bibbia.

Terzo modo per offrire me stesso ogni giorno:

c) Frequentando le attività della chiesa assiduamente

La prima chiesa lo faceva:

“E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore”  (Atti 2:46)

Sai cosa accade, quando vieni al culto, quando vai al piccolo gruppo, quando vieni alle riunioni di preghiera, quando rimani per l'agape, quando partecipi alla vita della tua chiesa locale? Davide ha scritto un intero salmo (il 133) per descrivere quello che accade:

“Ecco quant'è buono e quant'è piacevole che i fratelli vivano insieme! È come olio profumato che, sparso sul capo, scende sulla barba, sulla barba d'Aaronne, che scende fino all'orlo dei suoi vestiti; è come la rugiada dell'Ermon, che scende sui monti di Sion; là infatti il SIGNORE ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno.” (Salmo 133:1-3)

Come padre, quando i miei figli erano piccoli,   la cosa più bella era vederli quando giocavano assieme  e ridevano;  questo sentimento lo provo perché il Signore  mi ha dato lo stesso sentimento  che lui prova per me e per te!

Dove c'è comunione fraterna,  c'è gioia;  dove c'è gioia,  c'è la benedizione del Signore.

Conclusione

Siamo partiti dai principi della Termodinamica e dall'acqua che bolle. Come è la tua vita di credente?
Bolle ancora, oppure si è fermata? Ricorda il secondo principio della termodinamica:

Se cessiamo di immettere energia  in un sistema esso tenderà a tornare allo stato con minor contenuto di energia”.

Se cessi di immettere energia  sotto forma di preghiera, di lettura della Bibbia, di partecipazione costante alla vita della tua chiesa locale la tua vita spirituale tornerà  allo stato in cui era  prima di conoscere Gesù...

Ma sai una cosa? Per il “sistema pentola” non è un gran problema; l'acqua torna ad essere acqua calda, poi tiepida.

Per il “sistema tempio di Dio” quale tu sei il problema c'è: tu sei rinato, tu sei rinata in Cristo, e lui non accetta  che tu ritorni ad essere tiepida.

Non ci credi? Leggi quello che Gesù dice ad una chiesa in Apocalisse:

“Per la chiesa che è nella città di Laodicèa, scrivi questo: Così dice il Signore, l'Amen, il vero e fedele Testimone, il Capo delle creature di Dio: Io so tutto di voi. So che non siete né freddi né ardenti. Magari foste freddi o ardenti! 16Invece, non siete né freddi né ardenti, e mi disgustate fino alla nausea.” (Apocalisse 3:14-16 TILC)

Gesù ti ha accettato quando eri freddo, quando eri fredda, e di ha dato l'energia per bollire d'amore per lui. E vuole che tu sia ancora bollente di amore, che tu continui ad immettere  la sua energia nella tua vita di credente, ad avere quel fuoco perennemente acceso nel suo tempio che è il tuo corpo.

Ma non può accettare che tu sia tiepido, sia tiepida; quello no! Perché quello lo disgusta fino alla nausea; e non perché ti odia, ma perché ti ama:

“Io tratto severamente quelli che amo; cambiate vita, dunque, e impegnatevi con tutte le forze.” (Apocalisse 3:19 TILC)

Accendi di nuovo la fiamma sotto la pentola della tua vita, accendi di nuovo il fuoco nel tempio di Dio. E questo che si aspetta da te... E' questo quello che desidera  più di ogni altra cosa:

“Ascoltate, io sto alla porta e busso. Se uno mi sente e mi apre, io entrerò e ceneremo insieme, io con lui e lui con me.” (Apocalisse 3:20 TILC)

Preghiamo.
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01 luglio 2018

Cosa sventola sul tuo Tempio? | 1 Luglio 2018 |

Come credente sono il tempio di Dio... ma quale bandiera sventola sul tetto? Le persone passando possono riconoscere a chi appartengo? Possono vedere che è differente da tutti gli altri?
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La scorsa settimana abbiamo iniziato la ricerca del nuovo Tempio di Dio, visto che quello originale, a Gerusalemme, era stato distrutto nel 70 DC.

Perché è necessario un tempio per incontrare Dio? Perché lui stesso lo ha detto:

“Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro.” (Esodo 25: 8)

E avevamo anche visto che il Tempio attuale non è fatto di pietre e colonne, ma di carne e sangue:

“Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?  (1 Corinzi 3:16)

 Ogni uomo e ogni donna   PUO' divenire il Tempio di Dio.. se la costruzione nasce, si sviluppa e si consolida sulla pietra angolare che è Gesù.

“Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore”.  (Efesini 2:20-21)

Ora siamo il nuovo tempio, uomini e donne, edificati su Cristo...

E ora? Cosa succede al mio tempio? Basta averlo edificato su Gesù,  ovvero aver ascoltato la sua Parola leggendo la Bibbia, messo in pratica i suoi insegnamenti  fatto crescere il frutto dello spirito e frequentato una chiesa locale?

Se ho fatto tutto ciò... bene!  Sono all'inizio! E' come se fossi arrivato a mettere il tetto  della mia costruzione.

Ora tutto è pronto  per essere utilizzato: e sarò realmente il tempio di Dio se...

Se sono consacrato/consacrata a Dio

Un tempo, quando si finiva  una costruzione qui in Italia e si arrivava a mettere il tetto, era usanza esporre  sulla parte più alta del tetto il tricolore, la bandiera italiana.

Era un'usanza  che stava a significare due cose: la prima che in quella casa  avrebbero abitato degli italiani.

C'era un tempo dove noi eravamo fieri delle nostre origini, del nostro essere una nazione unita. Migliaia di persone erano morte per rendere unita una nazione che era stata terra di conquista da parte di francesi, spagnoli, arabi, tedeschi. Ora lo siamo un po' meno...

Il secondo significato era che quella casa sarebbe stata protetta  dallo Stato Italiano. Le persone avrebbero obbedito alle sue leggi e per questo lo Stato si sarebbe preso cura di proteggere e aiutare chi la abitava. Ora fa un po' tenerezza...

Nelle regioni del sud invece, era usanza esporre una “frasca” un ramo di un albero tagliato di fresco.

La si metteva (e la si mette ancora talvolta) per simboleggiare che la costruzione era stata piantata, radicata in terra come l'albero, e che era viva e dava il suo frutto.

Entrambi questi “riti”, un po' “pagani” in verità, servivano a “dedicare” a “consacrare” la casa,  ad affermare la sua funzione sia come protezione (la bandiera) sia la crescita (la frasca).

Erano fatti su una costruzione, su un “luogo”, ma erano destinati a favore di chi avrebbe abitato quel luogo.

Anche per i templi esisteva qualcosa di simile. Nell'Antico Testamento esisteva un rito per “consacrare”,  ovvero rendere sacri, puri, coloro che servivano presso il tempio:

“Prenderai del sangue che è sull'altare, dell'olio dell'unzione e ne spruzzerai su Aaronne e sui suoi paramenti, sui suoi figli e sui paramenti dei suoi figli con lui. Così saranno consacrati lui, i suoi paramenti e insieme a lui i suoi figli e i loro paramenti. (Esodo 29:21)

E ora? Come posso consacrarmi al Dio? Quale bandiera,  quale frasca debbo issare sulla parte più alta del tempio  che è la mia persona? Ci sono tre azioni che devo fare:

a) Devo innalzare la bandiera di Gesù

Devo continuare a spruzzarmi di sangue e di olio per essere accettato da Dio? Ebrei dice che non non serve più:

“Così, fratelli, ora abbiamo piena libertà di entrare nella presenza di Dio per mezzo del sangue di Gesù, una via nuova e vivente che il Signore ha aperto per noi attraverso la cortina, cioè il suo corpo” (Ebrei 10:19-20 PV)

Eccola la bandiera giusta, il sangue di Gesù  che ha sostituito,  una volta e per sempre,  quello dei sacrifici di animali  sull'altare del Tempio.

Gesù è stato l'ultimo sacrificio necessario.  Lui ha squarciato la cortina  che ci divideva dalla presenza del Padre.  Lui ha detto sulla croce “epho telèo”  che è tradotto nelle bibbie come “è compiuto,  ma in realtà significa “è pagato!”

La bandiera che mettevamo sul tetto di casa significava che avrebbero abitato degli italiani, che avrebbero obbedito alle leggi dello Stato, e che per questo lo Stato li avrebbe protetti.

La bandiera di Gesù, il suo sangue, significa che nel mio tempio abiterà Lui, attraverso lo Spirito Santo, che obbedirò alle sue leggi, i comandamenti, e per questo io sarà protetto, sarò protetta da lui. E' Dio che afferma attraverso Isaia:

“Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà, perché io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo Salvatore.” (Isaia 43:1-3)

Vi siete mai chiesti a che cosa serva una bandiera? Perché sono state inventate?

Tanto tempo fa, quando gli uomini facevano le guerre “a piedi” e le uniche  armi per uccidere a distanza, erano le frecce e i sassi, dopo che erano state tirate tutte verso l'avversario la battaglia finiva per svolgersi a “mazzate e male parole”.

E, nel trambusto che si creava poteva capitare di non sapere più  da che parte  si doveva tirare mazzate: la bandiera serviva a capire con un'occhiata quale era il nostro esercito e la parte con cui stavamo combattendo.

Non bastava possederla, bisognava che “sventolasse” per assolvere al suo compito. Era (ed è) un simbolo di appartenenza: “Io sto da QUESTA parte”.

Allo stesso modo la bandiera di Gesù non mi basta averla dentro di me, le persone la debbono “vedere”, deve sventolare sul mio tempio, la gente deve capire “da che parte sto”, a chi appartiene il mio tempio.

Se metto un tricolore sul tetto, sto affermando che per me, l'essere italiano ha un valore, e voglio che si veda da distante... è per quello che la metto in cima.

Se metto Cristo come bandiera sul mio tempio, sto affermando che io voglio essere suo.

Seconda azione: per essere consacrato a Dio:

b) Devo essere differente dal mondo

San Pietro, oppure la moschea di Gerusalemme, o la Sinagoga di Roma, non sono edifici che passano inosservati: li riconosci da lontano!

Se io sono il tempio di Dio, non posso essere confuso con tutto il resto del paesaggio: le persone debbono vedere da distante che sono il “tempio di Dio”, Pietro dice:

“Siate santi, invece, in tutto ciò che fate, proprio come è santo il Signore che vi ha chiamati.” (1 Pietro 1:15 PV)

Vi ricordo che “santo” non significa andare in giro con un cerchio dorato  che levita sopra la nostra testa e si illumina di notte, ma  “distinto, differente, separato”.

Tu potresti dirmi: “OK Marco, ho capito, devo andare in monastero.” Certamente no! Paolo lo dice chiaramente:

 “Infatti, non potete vivere in questo mondo senza venire a contatto con gente del genere.” (1 Cor. 5:9 PV)

Significa invece che, in tutto ciò che faccio, (e qui quando dico “tutto” intendo “tutto”, non solo le cose private, di chiesa, o di fede, ma ogni attività che svolgo quando sono sveglio), in tutto ciò che faccio SI DEVE VEDERE che Gesù è la pietra angolare.

Paolo lo dice chiaramente:

“Infatti, anche se una volta eravate nel buio, ora invece siete pieni della luce del Signore, ed il vostro comportamento lo deve dimostrare.” (Efesini 5:8 PV)

Terza azione per essere consacrati a Dio :

c) Devo testimoniare Gesù

Se qualcuno chiedesse al padrone di una casa  dove il tetto è stato finito da poco perché ha messo la bandiera, o la “frasca”, saprebbe rispondere?

Probabilmente no! Io stesso ignoravo il motivo di questa usanza fino a prima di scrivere questo messaggio. Sapete, qualche volta,  anche a noi credenti capita qualcosa di simile.

Abbiamo messo sul tempio del nostro corpo la bandiera di Gesù, facciamo si che “si veda da lontano” che siamo “santi”, distinti, differenti, separati", ...ma poi non sappiamo spiegare  perché lo facciamo!

Se qualcuno ti chiedesse  quale è il fine di tutto quello che fai come credente, cosa risponderesti?

Per ottenere il Paradiso? Quello già lo hai, se credi, sei salvato/salvata per Grazia, attraverso la fede, non per opere.

Per rendere il mondo un posto migliore? Ottimo, ma ci sono centinaia di associazioni che perseguono la stessa cosa.

Perché Gesù ti dice di amare gli altri? Vero, ma anche Ghandi lo diceva.

Vi faccio un esempio: conosciamo bene Compassion, e sappiamo bene quello che fanno: salvano, nutrono ed educano bambini.

Ma ci sono tante altre organizzazioni che lo fanno, Save the children, Oxfam, Amref... Ma, nel logo, Compasssion spiega perché lo fanno... “Liberare i bambini dalla povertà...  nel nome di Gesù”!

Rendono il mondo un migliore? Certamente! Amano gli altri? Assolutamente si...

Ma hanno voluto sottolineare che il fine di tutto questo, non è una gloria terrena, ma la gloria del nome di Gesù.

Gesù stesso lo ha affermato:

“Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può essere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa.  Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli..” (Matteo 5:14-16)

La bandiera che sventola sul mio tempio, il mio tempio che si vede da lontano  perché è differente, ha come fine la Gloria di Dio.

Conclusione

C'è una bandiera che sventola  sul tuo tempio? C'è la bandiera di Gesù? Sappi che per essere il tempio di Dio  non basta tenerla ripiegata in un angolo della tua vita.

Per essere realmente il tempio edificato sulla pietra angolare di Gesù devi esporla, renderla visibile, rendere la tua vita un tempio  che nessuno può scambiare con un altro, e il cui fine è la gloria di Cristo.

Preghiamo.


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