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11 marzo 2018

Quando sei tu ad aiutare nella tempesta - 3° parte | 11 Marzo 2018 |

Come credente Dio ti ha affida  il compito di portare persone a Lui per essere salvate, soprattutto quelle che sono lontane da Lui ... anche quelle che non piacciono a te!
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La settimana scorsa ci eravamo lasciati con Paolo che aveva affermato  di appartenere, servire e credere in Dio e che nessuno sarebbe morto.

Controlliamo se Paolo ha visto bene stavolta e se succede  quello che l'angelo ha promesso.


" 33Finché non si fece giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo, dicendo: «Oggi sono quattordici giorni che state aspettando, sempre digiuni, senza prendere nulla.  34 Perciò vi esorto a prendere cibo, perché questo contribuirà alla vostra salvezza; e neppure un capello del vostro capo perirà».  35 Detto questo, prese del pane e rese grazie a Dio in presenza di tutti; poi lo spezzò e cominciò a mangiare.  36 E tutti, incoraggiati, presero anch’essi del cibo.  37 Sulla nave eravamo duecentosettantasei persone in tutto.  38 E, dopo essersi saziati, alleggerirono la nave, gettando il frumento in mare. … 42 Il parere dei soldati era di uccidere i prigionieri perché nessuno fuggisse a nuoto.  43 Ma il centurione, volendo salvare Paolo, li distolse da quel proposito e ordinò che per primi si gettassero in mare quelli che sapevano nuotare, per giungere a terra,  44 e poi gli altri, chi sopra tavole e chi su rottami della nave. E così avvenne che tutti giunsero salvi a terra. "(Atti 27:33-38, 42-44)

Questa settimana vedremo le ultime quattro fasi di questa tempesta e cercheremo spunti per le nostre vite di credenti.

Fase 5: “Esortava tutti”

“Finché non si fece giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo, dicendo: «Oggi sono quattordici giorni che state aspettando, sempre digiuni, senza prendere nulla. Perciò vi esorto a prendere cibo, perché questo contribuirà alla vostra salvezza; e neppure un capello del vostro capo perirà».”( v. 33-34)

A questo punto della tempesta, Paolo sembra essere diventato  il vero comandante della barca.

Se leggete qualche versetto prima vedrete che ha sventato la fuga di tutti i marinai che volevano abbandonare la nave  su una scialuppa di salvataggio. I soldati si sono fidati delle parole Paolo, sono andati a controllare, e hanno tagliato la fune della scialuppa, così che nessuno potesse più abbandonare la nave.

Come era successo tutto questo? Come era diventato Paolo così autorevole, degno di fiducia?

Semplicemente, attraverso la sua testimonianza. Paolo non si era preso da solo il comando, (e come avrebbe fatto? Lui era un prigioniero!) Paolo si era”meritato sul campo” la fiducia che ora tutti gli davano.

Riflettete: aveva annunciato la tempesta  quando ancora non c'era una nuvola... e la tempesta era arrivata.

Aveva affermato che non sarebbe morto nessuno, e, nonostante tutto,  nessuno dopo due settimane era morto.

Non aveva preso a male parole nessuno, neppure il centurione o il padrone della nave, perché non avevano creduto che arrivava una tempesta, anzi aveva incoraggiato tutti dicendo : “state tranquilli”.

Paolo aveva testimoniato che era di Dio, non solo perché aveva detto  che  apparteneva a Dio,
che serviva Dio e che credeva in Dio, ma, soprattutto,  attraverso il suo comportamento da uomo di Dio.

Molte volte   persone che hanno avuto  una vita “turbolenta” e che poi sono state salvate dal Signore  e lo hanno accettato vengono da me e mi dicono:  “Marco, io vorrei parlare agli altri di Gesù, ma quando ci provo, mi ridono in faccia, non mi credono;non riesco a far vedere che sono diverso, cambiato.”

Io rispondo : ” Le persone VEDONO il tuo cambiamento?”

Come ti comporti? Continui a  parlare e a fare le stesse cose che facevi prima, oppure le persone VEDONO che sei cambiato?

Sapete, spesso siamo bravissimi a dividere la nostra vita  in “compartimenti stagni”.

Abbiamo accettato Gesù, lo conosciamo, studiamo la Bibbia, andiamo in chiesa... abbiamo un comportamento da credente... ma solo tra credenti.

Già, perché al posto di lavoro, o tra gli amici, continuiamo a dire e fare le medesime cose che facevamo prima della conversione.

Continuiamo a fare le stesse battute sul sesso, o ad alimentare i pettegolezzi.

Se siamo dipendenti  continuiamo a fare il minimo sindacale, o a buttarci malati il fine settimana  per avere il week end libero.

Se abbiamo un'attività continuiamo a fare una dichiarazione dei redditi “di fantasia” non certo quello che realmente  guadagniamo... e ce ne vantiamo con gli altri, perché vogliamo apparire “furbi” e scaltri!

E qualche volta  giustifichiamo il nostro comportamento dicendo che lo facciamo per non sembrare troppo “strani” troppo “estremisti troppo “integralisti”.

Paolo aveva raggiunto la fiducia degli altri non perché aveva detto che credeva in Dio, ma perché gli altri vedevano in lui, qualcosa di diverso... vedevano l'amore di Dio... e amare non è un sentimento, ma una azione!

Il testo non lo dice,  ma possiamo facilmente immaginare che tutti nella nave fossero disperati, urlassero, piangessero. Paolo, invece, era l'unico calmo,  quasi rilassato.

Aveva fronteggiato minacce più grandi, (due volte era stato lapidato,  era stato inseguito per essere messo a morte prima dai cristiani poi dai farisei e dai Romani) e, soprattutto, aveva ricevuto la visione da Dio  di come le cose si sarebbero concluse.

Due insegnamenti per me e per te:

1. Quello che faccio rivela agli altri quello che sono

Se dico di appartenere a  Gesù e gli altri non vedono la differenza, difficilmente crederanno a Gesù attraverso di me.

Se voglio che altri accettino Gesù gli altri devono vedere  la differenza che ha fatto nella mia vita, specialmente se sono persone che mi conoscono. Devono vedere il cambiamento!

2. Come reagisco nella tempesta rivela in chi ripongo la tua fiducia.

Se mi dispero nella tempesta, gli altri non sapranno  che ripongo la mie fiducia in Dio.

Se voglio che gli altri affidino la loro vita a Gesù gli altri devono vedere che io ho affidato la mia vita a Gesù. Solo così sarò capace di affrontare la fase successiva.

Fase 6: “Prese il pane e rese grazie”

 “Detto questo, prese del pane e rese grazie a Dio in presenza di tutti; poi lo spezzò e cominciò a mangiare.” (v. 35)

Paolo, in mezzo a una tempesta, tra prigionieri, marinai e soldati, spezza il pane e rende grazie... Fa quello che noi chiamiamo “santa cena”.

Non so se sia stata una vera e propria celebrazione, il testo non lo dice, ma mi sembrerebbe strano  che Paolo si sia lasciato sfuggire l'occasione per pregare Gesù...

Mi sembra strano che Luca  usi le stesse parole  che ha usato nel suo vangelo

“Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». (Luca 22: 19)

Non so se fosse una vera e propria “santa cena” ma sicuramente era qualcosa che gli rassomigliava, il cui effetto è questo:

 “E tutti, incoraggiati, presero anch’essi del cibo.” (v. 36)

Provate voi a convincere  276 tra prigionieri, marinai e soldati, su una nave senza più controllo, nel bel mezzo di una tempesta  che dura da due settimane a guardare al “lato positivo” della situazione, e a banchettare fino a saziarsi, e poi a buttare allegramente il resto del cibo in mare!

Qui c'è un intervento divino, qualcosa che va oltre la normalità! Paolo spezza il pane,  lo benedice, lo distribuisce... e la speranza riaffiora! Pietro dice:

“Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni.  Ma fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo una buona coscienza.” (1 Pietro 3:15b-16a)

Paolo era pronto a rendere conto della sua speranza, con mansuetudine,  con rispetto,  con buona coscienza, ma senza arretrare un passo  dalla sua fede in Cristo.

Quando hai ospiti non credenti in casa, preghi prima di spezzare il pane con loro? Dovresti!  Non puoi immaginare  quante discussioni profonde sulla fede  ho iniziato con amici a casa  proprio a motivo di quella preghiera fatta prima di mangiare.

Quando tu chiedi a Dio di benedire il cibo, non stai chiedendo di benedire le fette di pane, o il coscio d'abbacchio... ma le persone che sono lì, il tempo insieme che tu passi con loro... E Dio prende sempre molto sul serio quando tu preghi col cuore.

Fase 7: “Volendo salvare Paolo”

“Il parere dei soldati era di uccidere i prigionieri perché nessuno fuggisse a nuoto.   Ma il centurione, volendo salvare Paolo, li distolse da quel proposito.” (v. 42-43a)

Mi sono chiesto: “Perché salvare Paolo?” In fondo non era un prigioniero “speciale”, qualcuno da portare a tutti i costi a Roma. Era stato Paolo a voler essere processato da Nerone.

Qualcosa deve essere accaduto nel centurione, tanto da proteggere Paolo a tutti i costi. Avrà creduto?  Non lo sappiamo, ma sta di fatto  che il comportamento è singolare. Paolo ha fatto un “buco” nel cuore del centurione... e attraverso quel buco, non solo Paolo,  ma tutti i prigionieri trovano salvezza!

In una delle precedenti predicazioni avevamo visto che il miracolo di Gesù che calmava la tempesta per i discepoli aveva una efficacia anche sulle barche  che erano assieme ai discepoli sul mar di Galilea.

Qui vediamo la stessa cosa: non è un miracolo quello che riceve Paolo, ma una “grazia”. E la grazia che salva Paolo è efficace anche per i suoi compagni di prigionia.

Pensate che Dio non lo sapesse? Pensate che si sia stupito ed abbia detto: “ Tò, che fortuna! Ho messo in cuore al centurione di salvare Paolo  e quello mi salva anche tutti gli altri!”.

Dio non era stupito. Dio sapeva esattamente cosa sarebbe successo. Dio stava utilizzando la benevolenza che Paolo si era guadagnata sul campo, col suo dare consigli saggi, col suo non essere aspro  ma anzi di conforto ed esortazione, col suo essere affidabile, affinché altri fossero salvati!

Non credere che, se tu hai un cattivo rapporto con Dio e per questo non ricevi benedizioni questo riguardi solo te.

Più volte ho detto  che il posto più vicino tra un non credente e Dio sei tu. Tu sei un canale attraverso cui  Dio vuole benedire gli altri.

Più tu sei in comunione con Dio, più Dio ti benedice, più le tue benedizioni  possono estendersi ad altri oltre te

Infatti...

Fase 8: “Tutti giunsero salvi”

 “ordinò che per primi si gettassero in mare quelli che sapevano nuotare, per giungere a terra, e poi gli altri, chi sopra tavole e chi su rottami della nave. E così avvenne che tutti giunsero salvi a terra.” (v. 43b-44)

Nonostante la imperizia del centurione e del padrone della nave nonostante la tempesta, nonostante i marinai che volevano scappare, nonostante 14 giorni di mare senza controllo, nonostante l'aver buttato a mare tutto il cibo,  nonostante i soldati che volevano uccidere tutti i prigionieri nonostante il naufragio, nonostante tutto... ciò che Dio aveva detto a Paolo si è avverato!

Dio è fedele. Dio mantiene sempre ciò che ha detto. Dio aveva promesso “nessuna morte”, e così è stato.

Però, non vi siete fatti una domanda? Io si: “Perché Dio salva “tutti”? Nella barca c'erano brave persone da salvare (Paolo, forse i prigionieri, il centurione), ma c'erano anche tante persone “fetenti” che se fossero morte tra le onde nessuno avrebbe pianto più di tanto (i marinai che volevano scappare con la scialuppa, i soldati che volevano ammazzare tutti i prigionieri).

Non poteva Dio estendere la benedizione di Paolo solamente alle persone “per bene”? Io l'avrei fatto... perché non sono Dio.

Dio è un dio giusto, ma soprattutto è un Dio d'amore:

“Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.” (2 Pietro 3:9)

Il giudizio ci sarà, alla fine, ma Dio le proverà tutte  pur di salvarne uno di più.

E la cosa più stupefacente di tutto questo, lo sai quale è? E' il chi si occuperà di portarne uno di più a lui!

Versetti 23 e 24 (li abbiamo visti la settimana scorsa:

“Poiché un angelo del Dio al quale appartengo, e che io servo, mi è apparso questa notte,  dicendo: “Paolo, non temere; bisogna che tu compaia davanti a Cesare, ed ecco, Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te”. 

Dio affida a Paolo TUTTI quelli nella nave, non solo i buoni, i bravi, i giusti, quello che piacciono anche a noi, ma anche quelli brutti, sporchi e cattivi, quello che vogliono farci del male, abbandonarci, ucciderci. Anche, anzi, SOPRATTUTTO quelli... perché quelli mancano tra le schiere del popolo di Dio!

Sono io, sei tu, siamo noi le persone a cui Dio ha affidato di portare alla terra promessa sani e salvi tutti gli occupanti  di questa nave che si chiama terra.

Spetta a me e a te affermare che appartieni, servi e hai fede in Dio, nutrire il tuo rapporto con lui, affinché possa parlarti, farti vedere il futuro un po' per volta, parlare con rispetto e senza risentimento, incoraggiare gli altri  TUTTI gli altri spezzare il pane  e benedire chi mangia assieme a te.

Spetta a me e a te costruire il regno di Dio perché Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te, affinché tu li ami così come lui ha amato ed ama te!

Preghiamo.
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