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25 febbraio 2018

Quando sei tu ad aiutare nella tempesta - 1° parte | 25 Febbraio 2018 |

Come posso essere di aiuto quando vivo una tempesta assieme agli altri?
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Nelle ultime tre settimane abbiamo visto cosa succede quando Gesù interviene in una tempesta della vita, sia che sia già nella nostra barca o che arrivi in seguito. Ora dovremmo essere in grado di sapere cosa fare con le nostre tempeste, quando arrivano.

Ma cosa accadrebbe se dovessimo essere NOI a dover intervenire nella tempesta  che si scatena su altri oltre noi? In che modo interverremmo? Saremmo capaci di dare aiuto agli altri, così come ha fatto Gesù per noi?

Nel Libro di Atti c'è il racconto di una tempesta dove Paolo è coinvolto assieme ad altri. Vedremo alcuni passi del Capitolo 27 per  vedere come si è comportato Paolo  in quella situazione,  trarne insegnamenti per la nostra vita  e per la nostra testimonianza.

Contesto

Paolo era prigioniero assieme ad altri, e lo stavano conducendo a Roma per essere giudicati dall'imperatore che, all'epoca, era Nerone.

“9 Intanto era trascorso molto tempo e la navigazione si era fatta pericolosa, poiché anche il giorno del digiuno era passato. Paolo allora li ammonì dicendo: 10 «Uomini, vedo che la navigazione si farà pericolosa con grave danno, non solo del carico e della nave, ma anche delle nostre persone». 11 Il centurione però aveva più fiducia nel pilota e nel padrone della nave che non nelle parole di Paolo. (Atti 27: 9-11)

Anche stavolta vedremo le varie “fasi” del naufragio; ce ne saranno otto... ma tranquilli, oggi ne vedremo due sole!

Fase 1: “Vedo grave danno”

«Uomini, vedo che la navigazione si farà pericolosa con grave danno, non solo del carico e della nave, ma anche delle nostre persone» (v.10)

Mettetevi nella situazione di Paolo: sta viaggiando verso Roma, e sa che quelle persone  lo stanno portando a morire. Il fine di Paolo è proprio quello: arrivare fino all''Imperatore... ma certo, non è una situazione rassicurante!

Nonostante non sia la comitiva  che vorresti avere con te il sabato sera Paolo ha premura per tutti: sia per i prigionieri come lui, sia per i soldati, sia per i marinai.

Avrebbe potuto avvisare solo alcuni, i prigionieri, dirgli “scappate!”... E, invece, lui dice a tutti che c'è un pericolo!

Spesso, quando vediamo che arriva una tempesta  nella vita di qualcuno che “non ci piace”… beh, intimamente non ne soffriamo più di tanto. Non dico che facciamo festa... ma quasi, e diciamo spesso: “Se la merita tutta!”

Paolo invece ha compassione per tutti: compagni di sventura,  nemici romani, semplici marinai pagati per fare il loro lavoro.

Essere credenti non significa avere compassione, cura,  e aiutare solo altri credenti, ma tutti, anche i tuoi nemici.

Paolo avrebbe potuto tenersi tutto per se, non cercare di aiutare nessuno, magari, che so, cercare di scappare, buttarsi in acqua e tornare a nuoto!

E invece parla a voce alta; parla ai credenti, ai compagni di prigionia ai nemici soldati, ai marinai lavoratori. A TUTTI!

Paolo sta, semplicemente, applicando ciò che Gesù gli ha comandato di fare:

Gesù l'ha detto:

“Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano!  In questo modo agirete da veri figli del Padre vostro che è in cielo. Perché egli fa sorgere il sole sia sui buoni che sui cattivi, e manda la pioggia sia per i giusti che per gli ingiusti.” (Matteo 5:44-45)

Come credente, ricordati che sei vivo, sei viva per essere il “sale della terra”,  la “luce del mondo” una “città su un monte”, una “fiaccola su un candeliere”. Sei qui per rendere questo mondo migliore per TUTTI, non solo per chi crede!

Paolo dice che “vede grave danno” se salpano ora. Secondo voi, come fa Paolo a sapere  che ci sarà una tempesta? Se fosse stato Pietro, che era pescatore, che andava per mare, avrei capito... Ma lui...

Non sappiamo cosa facesse a Gerusalemme, sappiamo che per un periodo aveva fatto tende a Corinto … chi gli ha detto che arrivava una tempesta.

Vi faccio rivedere i versetto 9 e 10:

 “Intanto era trascorso molto tempo e la navigazione si era fatta pericolosa, poiché anche il giorno del digiuno era passato. Paolo allora li ammonì dicendo: «Uomini, vedo che la navigazione si farà pericolosa. (Atti 27: 9-10)”

Luca (lo scrittore di Atti,  che non sappiamo se fosse realmente presente assieme a Paolo) ci fa sapere che Paolo  aveva un “giorno di digiuno”: questo era relativo forse ad una festività, ma da altre fonti sappiamo che Paolo aveva un “digiuno settimanale”.

Paolo, deportato, prigioniero,  consapevole del fatto che a Roma sarebbe stato ucciso continuava ad avere una sua vita spirituale nella quale aveva posto  una pratica importantissima che era quella del digiuno.

E se digiunava,allora sappiamo anche che pregava,perché digiuno e preghiera vanno sempre assieme E Paolo stava digiunando e pregando mentre veniva deportato a Roma per essere processato davanti a Nerone. Non è la migliore situazione che possa pensare!

La domanda, ve la ripeto, è: “Come fa Paolo a sapere che arriva una tempesta?

Sapete, sono innumerevoli le volte che dei credenti (e delle credenti) sono venuti da me confessandomi di passare un momento difficile nella vita, che avrebbero voluto che Dio gli parlasse per sapere quando sarebbe passato, cosa sarebbe accaduto, cosa avrebbero dovuto fare; e al mio suggerimento:“Prega e digiuna!” mi hanno risposto : ”Ehhhh! Sto così inguaiato/inguaiata che non ce la faccio neppure a pregare, figuriamoci a digiunare!"

E certo! E' bello pregare quando il cielo è azzurro il vento e leggero, la temperatura piacevole! E' bello digiunare quando abbiamo la pancia piena dal giorno prima quando abbiamo un lavoro,  una famiglia felice!

E allora lo lodiamo in preghiera,  offriamo il nostro “sacrificio” del digiuno, abbiamo voglia di “celebrare e ringraziare” Dio per il tempo propizio!

Ma pregarlo quando sei in catene, digiunare quando hai già fame perché la vita è dura per te, beh... è tutta un'altra storia.

E' per quello che dobbiamo sviluppare abitudini sane quando il mare è calmo e il cielo azzurro. Si chiamano “discipline spirituali”  (preghiera, digiuno, studio, memorizzazione, silenzio, solitudine, servizio, ecc.); sono i nostri “attrezzi”  con cui cresciamo i nostri “muscoli” spirituali perché siano pronti e allenati quando ce ne sarà bisogno.

Paolo stava digiunando e pregando... e a un certo momento “vede”  che sta per arrivare una tempesta! Strano, vero?

Allora la risposta alla domanda  “Come faceva Paolo a sapere che c'era una tempesta in arrivo?” è che, semplicemente,   “Dio glie lo aveva  fatto vedere.” (il versetto dice “vedo”).

E perché glie lo aveva fatto vedere? Perché Paolo nella situazione difficile non aveva smesso di coltivare  le buone abitudini cristiane, le discipline spirituali.

E, attenzione, Dio gli stava facendo vedere che le cose NON sarebbero andate meglio, anzi, tutt'altro!
Nel versetto Paolo dice  che ci sarà “Grave danno...anche per le persone” il che significa che ci scapperà il morto.

Ma Dio stava dando a Paolo  e agli altri attraverso Paolo la possibilità di cambiare il corso della storia del loro viaggio.

Se stai in un periodo complicato nella tua vita e stai cercando di sapere “cosa accadrà dopo”, l'ultima cosa che devi fare è di smettere di parlare con Dio .

Se rimani connesso, se rimani connessa a Dio  nei periodi bui della tua vita allora è possibile che lui ti faccia vedere il futuro anche quando non è positivo.

Non sempre accadrà così, ma talvolta ti darà la possibilità  di cercare di modificare le situazioni per evitare la tempesta.

Però, ricorda sempre, che vivi in un mondo imperfetto, e pieno di persone imperfette che non ascoltano la voce di Dio: infatti...

Fase 2: “Il centurione aveva più fiducia nel pilota”

 Il centurione però aveva più fiducia nel pilota e nel padrone della nave che non nelle parole di Paolo.  (v. 11)

E come dargli torto! Mettevi nei suoi panni! Arriva uno, già strano di suo  perché segue questo bizzarro profeta giudeo  che fino a un anno fa cuciva tende, e ti dice che arriva una tempesta!

Non è credibile! Meglio fidarsi del pilota! E poi anche padrone della barca  dice che non c'è problema!

Una lezione per tutti noi: non stupirti se altri non credono a quello che dici anche quando sei certo, sei certa al 99.9%  che è il Signore che ti ha parlato. Ma, per essere sicuro al 99.9%, non basta che lo hai sognato, o che hai avuto una visione: potrebbero essere i peperoni della sera prima! Devi fare quello che aveva fatto Paolo: aveva digiunato, aveva pregato...

E siccome nessuno di noi è Paolo che ha visto di persona Gesù, è meglio metterci qualche altro “filtro”: chiedi conferme al Signore, parlane con un credente maturo, rifletti se quello che vuoi dire è in accordo con la Scrittura.

Come si è comportato Paolo quando nessuno se lo è filato di pezzo? Molti di noi avrebbero colto l'occasione per una bella invettiva: “Oh, voi scettici e senza Dio, il giorno del giudizio viene su di voi!!! Pentitevi peccatori!!!”

Paolo non lo fa: è saggio, sa che la sua era una visione poco credibile se non sei credente. Semplicemente, attende che i piani di Dio facciano il proprio corso, anche se questo avrebbe messo in pericolo la sua stessa vita.

E allora, il piano di Dio arriva, sotto forma di tempesta:

“Ma poco dopo si scatenò giù dall’isola un vento impetuoso, chiamato Euroaquilone;  la nave fu trascinata via e, non potendo resistere al vento, la lasciammo andare ed eravamo portati alla deriva.” (v. 14-15)

La prossima settimana  vedremo che la tempesta sarà l'occasione per Paolo di spiegare a tutti perché lui sapeva della tempesta, e di testimoniare di Dio.

Fermiamoci qui oggi, perché voglio darvi due compiti a casa: il primo, è leggere il capitolo 27 di Atti.

Il secondo è più personale: ripensa a un periodo brutto  che hai passato nella tua vita. Cerca di ricordare a come ai reagito mente eri nella tempesta. Hai pregato? Hai digiunato? Oppure hai fuggito ogni contatto con Dio e con Gesù?

Cosa ti ha detto Dio se ti ha parlato? Come hai visto la sua mano agire? C'erano altri coinvolti assieme a te? Quali erano i tuoi sentimenti? Rabbia, disperazione, speranza?

Ti consiglio di scrivere, anche poche frasi su un foglio , perché voglio che rimangano nella tua Bibbia. Voglio che tu le tenga lì in attesa della prossima tempesta.

Perché se sei oggi qui,  o se mi ascolti sul podcast, o mi vedi sul video, significa che in qualche modo  la tempesta è passata.

Ci saranno altre tempeste nella tua vita, e voglio che tu tenga quel foglio con te, per ricordare.

Se hai fuggito Dio e Gesù in quel periodo, per ricordare che, nonostante tutto, Dio è fedele, nonostante la nostra debolezza, e interviene, nonostante la nostra poca fede.

Se hai cercato Dio e Gesù, per glorificare il miracolo che ti ha portato ad attraversare la tempesta e ad uscire dall'altra parte, attraverso la via più dolorosa, ma la più breve. Attraverso.

Forse in questo momento sai che la tempesta sta arrivando, oppure sei nel mezzo di essa. Leggi il tuo foglio, e scopri che Dio è stato presente anche quando sembrava tutto perduto.

Personalmente ho pregato oltre sette anni  durante una tempesta, dove non vedevo nulla all'orizzonte, tranne un versetto che tornava regolarmente: questo.

“Nella mia angoscia invocai il Signore, gridai al mio Dio. #Egli udì la mia voce dal suo tempio, il mio grido giunse a lui, ai suoi orecchi.” (Salmo 18:6)

Dio è fedele, sta a te, e a me, rimanere vicini a lui nella tempesta.

Preghiamo.


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18 febbraio 2018

Quando Gesù arriva nella tempesta – 2° parte | 18 Febbraio 2018 |

Gesù è presente nelle tempeste della tua vita non solo per aiutarti a camminare sull'acqua, ma anche per attirare altri a riconoscerlo come il Figlio di Dio.
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La settimana scorsa abbiamo iniziato a parlare della seconda tempesta presente nei Vangeli, e
avevamo iniziato con le prime quattro fasi contenute nel racconto che ne fa Marco.

Questa seconda tempesta avviene quando Gesù non è nella barca ma è a pregare su un monte. Gesù si accorge della difficoltà dei discepoli, scende, e camminando sull'acqua li raggiunge. E i discepoli si spaventano a morte

Questa settimana vediamo le rimanenti quattro fasi contenute nel Vangelo di Matteo.

“28 Allora Pietro lo chiamò: "Signore, se sei davvero tu, dimmi di venire da te, camminando sull'acqua!" 29 "Vieni!" disse il Signore. Pietro allora scese dalla barca e cominciò a camminare sull'acqua, dirigendosi verso Gesù. 30 Ma, vedendo la tempesta, ebbe paura e cominciò ad affondare. "Salvami Signore!" gridò. 31 Gesù stese una mano e lo afferrò. "O uomo di poca fede", gli disse, "perché hai dubitato?" 32 Appena furono risaliti in barca, il vento cessò. 33 A quel punto gli altri che erano nella barca s'inginocchiarono davanti a Gesù, esclamando: "Tu sei davvero il Figlio di Dio!"  “ (Matteo 14:28-33 PV)

Fase 5: “dimmi di venire da te”

“Allora Pietro lo chiamò: "Signore, se sei davvero tu, dimmi di venire da te, camminando sull'acqua!" "Vieni!" disse il Signore” (v. 28-29a)

Il Signore ha visto il nostro sforzo e la nostra preoccupazione, si è mosso verso di noi, è arrivato così vicino tanto da poterci parlare e confortare... ma non è ancora nella barca assieme a noi, e il vento e le onde non possono ancora cessare.

Per quanto Gesù possa amarci, per quanto il suo desiderio sia quello di aiutarci in tutte le nostre battaglie quotidiane, la decisione di seguirlo spetta solo a noi.

Il desiderio di Pietro è sincero, vuole davvero raggiungere Gesù, vuole davvero sconfiggere la paura delle onde. La sua è una fede reale e viva, che crede di poter camminare sull'acqua! In molti dicono che Pietro  abbia accettato Gesù in questa occasione: il Matteo 16 lo affermerà in modo diretto dicendo “ «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Matteo 16:16)

La prima cosa che avviene in chi crede è avere fiducia in Gesù, credere che l'impossibile sia possibile attraverso lui: essere guarito da un male,  essere confortato in un dolore, avere la vita eterna. Gesù risponde alla nostra fede: dice “Vieni”!

Attenzione a quel verbo: vieni. E' un imperativo: è un ordine. Che cosa accade quando Gesù dà un ordine? Vi propongo solo due esempi:

“Gesù si svegliò, rimproverò il vento e disse al lago: "Silenzio! Calmati!" Il vento cessò, e subito ci fu una gran calma.” (Marco 4:39)

“Gesù, tesa la mano, lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato». E in quell’istante egli fu purificato dalla lebbra.” (Matteo 8:3)

Quando Gesù da un ordine, quello che ordina avviene! Cosa significa questo per te? Significa che se tu decidi di seguire Gesù sull'acqua non dovrai badare a tenerti a galla da solo, perché sarà il suo ordine che prevarrà sulle onde: “Vieni”!

Significa che non dovrai fare tutto da solo, anzi dovrai fare poco da solo, accettarlo, perché al resto ci penserà lui!

Fase 6: “ebbe paura”

“Pietro allora scese dalla barca e cominciò a camminare sull'acqua, dirigendosi verso Gesù.  Ma, vedendo la tempesta, ebbe paura e cominciò ad affondare. "Salvami Signore!" gridò.” (v. 29b-30a)

Cosa è che spaventa Pietro? La tempesta? Come fai a vedere la tempesta? Non puoi vedere il vento, ma vedi il suo effetto: le onde!

A dire il vero, le onde erano state il primo motivo di spavento il secondo era stato l'apparizione di Gesù,  credendo fosse un fantasma.

Poi, a un certo punto, quando Pietro aveva capito che era Gesù e non un fantasma, la paura era andata via, sostituita dalla fiducia in Gesù. Perché, allora, Pietro ritorna all'origine delle sue paure (il vento)?

Tutto sta in un verbo: “vedendo”. Pietro non sente neppure  le onde che gli si infrangono addosso (ricordate che è Gesù che lo sta sorreggendo a galla,  ovvero lo sta proteggendo); le “vede”.

Sapete, spesso la cosa che ci spaventa di più non è quello che ci sta accadendo, ma quello che potrebbe accaderci nel futuro.

Gesù lo sa. Gesù ci conosce! Lui stesso dice in Matteo 6 questo:

“Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete {o di che cosa berrete}; né per il vostro corpo, di che vi vestirete... Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?” Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; il Padre vostro celeste, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose.” (Matteo 6:25, 31-32)

Noi siamo una fabbrica  a ciclo continuo di preoccupazioni, per molti di noi la storia della nostra vita  si può  descrivere attraverso il ciclo delle nostre preoccupazioni: “Ecco questo è il periodo in cui mi preoccupavo per la fidanzata, poi c'è stato il periodo in cui mi preoccupavo per il lavoro, poi è venuto il periodo in cui mi preoccupavo della salute...”

Pietro in mezz'ora è passato  dall'essere preoccupato per il vento, all'essere preoccupato per il fantasma, all'essere preoccupato di affogare!

Quando accade questo? Semplicemente, quando guardiamo il problema invece di guardare Gesù. Siamo lì, testimoni di un miracolo ENORME (stiamo camminando sull'acqua, mica fischi eh!) ma ci guardiamo intorno e cominciamo a dire: “Eh, non è possibile, devo essere matto, gli uomini non camminano sull'acqua, e poi ci sono le onde, e c'è la tempesta,  e c'è il terremoto, e c'è la bomba termonucleare... e come farò...” … e affondiamo! Gesù dice: Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose.

Quando ci preoccupiamo affermiamo due cose: a) Gesù non si cura di me  e b) Dio non è in controllo. Questo si chiama “ateismo”. La preoccupazione è la forma più comune dell'ateismo.

Qual'è l'effetto della preoccupazione? La paura!

 “ebbe paura … "Salvami Signore!" gridò.”

La preoccupazione è la madre della paura: abbiamo già detto che la paura, non è di per se una cosa negativa: é un sentimento che Dio ha previsto  per proteggerci, per renderci attenti.

Tutto sta a cosa facciamo quando abbiamo paura. Molti di noi fanno la cosa sbagliata: fuggono. Non vogliono più nessuno attorno, neppure Gesù.

Pietro invece fa la cosa giusta:  GRIDA! La Bibbia è ricchissima di persone che GRIDANO, forse il libro più ricco di grida verso il Signore  è il Libro dei Salmi, L'urlatore più famoso? Davide! Questo è solo qualce accenno alle sue grida:

“Con la mia voce io grido al Signore” (Salmo 3:4) 
“Quando io grido, rispondimi, o Dio” (Salmo 4:1)
“sii attento al mio grido; porgi orecchio alla mia preghiera” (Salmo 17:1)
“Nella mia angoscia invocai il Signore, gridai al mio Dio.”(Salmo 18:6)

Se cercate la parola grido/grida/gridare sui salmi, questo è quello che ottenete:



Nei soli Salmi per 67 volte Davide ed altri GRIDANO al Signore … esattamente quello che ha fatto Pietro.

Cosa significa questo per me e per te? Significa: piuttosto che fuggire dal Signore, GRIDA al Signore (in alcuni casi è proprio necessario GRIDARE con la voce,perché quello che facciamo con il corpo ha spesso ricadute spirituali – es: pregare inginocchiati, con le mani aperte, ecc.).

Fase 7: “perché hai dubitato?”

“Gesù stese una mano e lo afferrò. "O uomo di poca fede", gli disse, "perché hai dubitato?" (v. 31)

Perché Gesù stende la mano? Gesù è onnipotente, avrebbe potuto semplicemente far sputare un monte sotto i piedi di Pietro.

E invece no: stende la mano. Voglio farvi vedere di nuovo  il versetto dal vangelo di Matteo 8:3

“Gesù, tesa la mano, lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato». E in quell’istante egli fu purificato dalla lebbra.” (Matteo 8:3)

Aveva bisogno Gesù di toccare il lebbroso? Certamente no! Ma Gesù vuole toccarlo!

Questo significa due cose: a) Gesù vuole essere coinvolto con la tua vita fisica e b) Se tu tendi la mano a Gesù, Gesù tende la mano a te... e le sue braccia sono molto più lunghe.

Se tu gridi a Gesù e tendi la mano verso di lui, è lui stesso che penserà ad afferrarla, sarà lui a fare più strada, sarà lui a metterci i muscoli  per ritirarti su dalle onde.

Gesù avrebbe potuto a ragione essere arrabbiato con Pietro per la sua mancanza di fede. Potrebbe averlo sgridato dicendo: “Ma non lo sai che io posso tutto?, Che sono il Figlio di Dio?”

E invece no,  gli allarga un bel sorriso, e gli fa semplicemente una domanda: “Perché?” E Pietro non risponde!

Gesù non ti condanna perché hai avuto paura, e neppure perché hai dubitato. E' pronto ad afferrarti anche se hai “poca” fede, anche perché sa che anche con una fede grande quanto un granello di senape, puoi spostare le montagne  e dirgli di gettarsi nel mare. Ma non vuole che tu dubiti mai del suo amore, e della sua presenza al tuo fianco!

Fase 8: “il vento cessò”

“Appena furono risaliti in barca, il vento cessò. A quel punto gli altri che erano nella barca s'inginocchiarono davanti a Gesù, esclamando: "Tu sei davvero il Figlio di Dio!"  “ (v. 32-33)

Guardate cosa fa Gesù. Lui era in piedi sull'acqua, e aveva afferrato la mano di Pietro... Avrebbe potuto stare lì, riaccompagnarlo “a piedi” alla riva..

E invece no. Sa che Pietro ora ha paura... Lo porta nella barca, lo porta in un luogo sicuro, lo porta in un luogo che Pietro conosce fin da bambino... perché è un pescatore! E quando Gesù entra nella barca assieme a Pietro, il vento cessa.

Gesù ti conosce, conosce ciò che ti spaventa e ciò che ti conforta. E se tu hai gettato a lui la mano, ti condurrà sempre lontano da ciò che temi,  e in un posto che è rassicurante per te! E fa cessare il vento.

Questo significa che se abbiamo Gesù non affronteremo mai tempeste? Assolutamente no!

Il Salmo 23 dice:

“Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome. Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me.” (Salmo 23:2-4)

Quando Gesù è nella tua barca, qualsiasi sia la tempesta che affronti, fosse pure la tempesta della morte, non temere, sei al sicuro.

Ma la cosa che mi colpisce di più di tutta questa storia, è il versetto finale:

 A quel punto gli altri che erano nella barca s'inginocchiarono davanti a Gesù, esclamando: "Tu sei davvero il Figlio di Dio!" (v. 33)

MI stupisce,  perché sarebbe stato Pietro  a doversi prostrare ai piedi di Gesù, era lui che era stato salvato dall'affogare, nonostante la sua poca fede, era lui il terminale del miracolo. E invece, chi si inginocchia, chi riconosce che Gesù è il Figlio di Dio sono i testimoni del miracolo.

Se pensi che gli altri non guardino in te, se pensi di essere “trasparente” nella società ti stai sbagliando! Gi altri ti guardano, valutano i tuoi comportamenti, guardano la tua fede, ma soprattutto notano i miracoli  che avvengono in essa attraverso colui che dici di seguire... attraverso Gesù.

La tua POCA fede, può portare altri ad inginocchiarsi e riconoscere Gesù come il Figlio di Dio, e come il Salvatore.

Gli altri devono VEDERE  la mano di Gesù che ti ha raggiunto, devono sapere che non ci sarebbe stato scampo, e che solo il miracolo ha potuto salvarti. E per far questo tu devi aver GRIDATO “Salvami Signore”, devi aver affidato la tua vita a lui che signoreggia le acque della vita.

Conclusione

In che fase sei della tua vita?

Sei nella fase “dimmi di venire da te”? Hai accettato Gesù,  e stai uscendo dalla barca  per camminare sulle acque?

Questo è buono, ma attento, attenta  perché potrebbe arrivare la fase “ebbe paura”. Fissa lo sguardo su Gesù, non guadare le onde, non ti preoccupare di cosa potrebbe accadere.

E se hai paura GRIDA a Gesù, GRIDA “Salvami”. Sappi che Gesù è lì, pronto per la fase “perché hai dubitato”, pronto a stendere un braccio e ad afferrarti, senza giudicarti, senza rimproverarti la tua poca fede, ma intervenendo nella tua vita, facendo giungere la fase seguente.

Il vento cessò” Il vento cesserà, non so dirti quando, forse sarà solo alla fine, ma tu sarai al sicuro.

E ricorda, il tuo gridare a Gesù il tuo affidare la tua vita a lui farà si che altri pieghino le ginocchia e confessino che Gesù è il figlio di Dio.

Preghiamo.
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11 febbraio 2018

Quando Gesù arriva nella tempesta - 1° parte | 11 Febbraio 2018 |

Ci sono  tempeste che  non riguardano solo la nostra vita spirituale,  ma anche il nostro lavoro, la nostra famiglia. Gesù vuole essere presente anche in quelle, per portarci a camminare sull'acqua.
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Stiamo affrontando una serie di messaggi che parla di tempeste.

Nella vita di ciascun uomo e di ciascuna donna, sia che siano credenti, sia che non lo siano, talvolta arrivano “tempeste”,  periodi lunghi o brevi dove ci sentiamo sopraffatti da eventi che sono al disopra delle nostre forze, e che non possiamo controllare o allontanare.

La settimana scorsa abbiamo visto una tempesta, dove Gesù era direttamente presente nella barca, e avevamo detto che se hai Gesù nella tua barca, la tua barca non potrà affondare.

Ma c'è un'altra tempesta descritta nei Vangeli. La troviamo sia in Matteo che in Marco,  e noi salteremo un po' tra l'uno e l'altro racconto per avere un quadro completo di ciò che è accaduto.

Leggiamo assieme Matteo:

 “46 Dopo aver salutato la gente, Gesù salì sulla collina a pregare 47 Quando scese la notte, i discepoli si trovavano in mezzo al lago, mentre Gesù era rimasto a terra. 48 Egli s'accorse che i discepoli erano in difficoltà; infatti, remavano a fatica, per il vento contrario. Verso le quattro di mattina, Gesù avanzò verso di loro, camminando sull'acqua. Stava per oltrepassarli 49 quando, scorgendolo, i discepoli cominciarono a urlare di paura, perché lo avevano scambiato per un fantasma. 50 Infatti, tutti quanti lo avevano visto e si erano spaventati, ma Gesù si fece subito riconoscere, dicendo: "Coraggio, sono io. Non abbiate paura!"  “(Marco 6:46-50 PV)

“28 Allora Pietro lo chiamò: "Signore, se sei davvero tu, dimmi di venire da te, camminando sull'acqua!" 29 "Vieni!" disse il Signore. Pietro allora scese dalla barca e cominciò a camminare sull'acqua, dirigendosi verso Gesù. 30 Ma, vedendo la tempesta, ebbe paura e cominciò ad affondare. "Salvami Signore!" gridò. 31 Gesù stese una mano e lo afferrò. "O uomo di poca fede", gli disse, "perché hai dubitato?" 32 Appena furono risaliti in barca, il vento cessò. 33 A quel punto gli altri che erano nella barca s'inginocchiarono davanti a Gesù, esclamando: "Tu sei davvero il Figlio di Dio!"  “ (Matteo 14:28-33 PV)

Anche questa volta cercheremo di scoprire come può aiutarci questo racconto ad affrontare le nostre tempeste. Questa volta vedremo otto fasi diverse. Questa settimana vedremo  le prime 4, affrontando il solo brano dal Vangelo di Marco.

Fase 1: “vento contrario”

“Egli s'accorse che i discepoli erano in difficoltà; infatti, remavano a fatica, per il vento contrario.” (v. 48a)

Non avete notato una differenza sostanziale rispetto alla tempesta della scorsa settimana?

Gesù stavolta non è nella barca. Il vento e le onde sono le stesse, la paura anche, ma stavolta i discepoli sono soli soletti. (E' anche per questo che ci sono due fasi in più  in quanto Gesù dovrà arrivare dentro la barca per far cessare la tempesta.)

La volta scorsa abbiamo visto un episodio dove i discepoli stavano accompagnando Gesù  durante una “evangelizzazione”, e avevano incontrato una tempesta. Questa volta i discepoli probabilmente non erano lì per divertimento.

Che ci facevano in mezzo al lago di notte? Non stavano facendo una “gita in barca”, e neppure una evangelizzazione.

Andare per mare di notte era il LORO lavoro, non avevano “opzioni”; pescare o morire di fame.

Certo, seguendo Gesù  avevano quasi tutti abbandonato i loro lavori, ma qualcosa nella pancia dovevano pur mettere.

Stavano facendo quello che, sbagliando, chiamiamo “lavoro secolare”, come se la vita di un credente  funzionasse a compartimenti stagni: questa è la mia famiglia,  questo è il mio lavoro secolare queste sono le mie amicizie, questa è la mia fede...

L'ho detto altre volte, la vita di un credente non è “... e Gesù”: la mia famiglia... e Gesù, il mio lavoro... e Gesù, i miei amici... e Gesù. Ma la vita di un credente deve essere “Gesù e...”: Gesù e la mia famiglia, Gesù e i miei amici, Gesù e il mio lavoro.

Gesù deve essere al centro di ogni nostra attività; tutto quello che faccio come credente deve iniziare con Gesù, essere basato su Gesù, ruotare attorno a Gesù, e avere come fine la testimonianza di Gesù e la gloria di Dio.

Perché vi dico questo: perché spesso pensiamo  che quando “lavoriamo per Gesù, allora è ovvio che avremo il “vento contro”.

Ce lo aspettiamo un po' meno  quando stiamo facendo il nostro lavoro “secolare”.

Sapete, l'ambizione più grande di satana, è quella di “friggere” in olio bollente i credenti, non solo quando stanno parlando di Gesù, non solo quando stanno lavorando per Gesù,  ma sempre.

Io penso che quando Gesù diceva  “nel mondo avrete tribolazioni” (Giovanni 16:33a) non stesse pensando  solo a quando saremmo stati impegnati  a evangelizzare, pregare, adorare... ma alla vita di tutti i giorni.

Ti sei mai sentito solo, o sola, davanti a un problema al lavoro, quando pensi :”E mò... dove metto le mani?”

Ti do una buona notizia: non sei solo, non sei sola. Guarda la prima parte di questo versetto. “Egli s'accorse che i discepoli erano in difficoltà”

Gesù non ti guarda solo quando stai facendo il suo lavoro, quando preghi, vieni in chiesa o evangelizzi... ma sempre!

Vi ricordate che cosa aveva fatto fino a quel momento Gesù?

“Dopo aver salutato la gente, Gesù salì sulla collina a pregare” (v. 46)

Secondo voi, per cosa, o per chi avrà pregato? Paolo afferma che Gesù  “è alla destra di Dio e anche intercede per noi.” (Romani 8:34b)

E Gesù stesso dice: “Io prego per loro (i discepoli) non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi.” (Giovanni 17:9)

Gesù può sembrare che  sia disinteressato a quello che ti accade nella vita di tutti i giorni. Non lo è: non lo è mai. E' probabile che Gesù stesse pregando  proprio per i suoi discepoli, in pericolo in quel momento.

Ma Gesù non solo prega per te. Ricorda che Gesù non ha amore, Gesù è amore, e amore non è un sentimento, ma un'azione.

Fase 2: “Gesù avanzò”

“Verso le quattro di mattina, Gesù avanzò verso di loro, camminando sull'acqua.(v. 48b)

Gesù vede la difficoltà dei suoi discepoli, e decide di intervenire. Ma non lo fa  come la volta precedente  (Dio on fa mai due cose uguali... mai! E Gesù nemmeno!).

Vi ricordate cosa aveva fatto  per far cessare la tempesta la volta scorsa? Aveva “sgridato” il vento. Avrebbe potuto benissimo farlo anche stavolta... ma non lo fa! Perché? Dove sta la differenza? Che stavolta non era ancora nella barca.

Gesù può intervenire nella tua vita “a distanza”, ne ha tutte le capacità (è Dio!), ma preferisce agire in un altro modo.

Gesù preferisce “arrivarti vicino abbastanza”, affinché tu possa vederlo, toccarlo, parlare con lui. Gesù non vuole solo risolvere i tuoi problemi, vuole essere coinvolto con la tua vita, toccarla, trasformarla... In una parola, entrare nella tua barca!

Qual'era la cosa  che spaventava in quel momento i discepoli? Non era il vento (il vento, di per se, non si vede), ma quello che il vento provocava: le onde.

Spesso ciò che ci spaventa non sono i problemi, ma gli effetti che essi hanno sulla nostra vita.

Non mi spaventa perdere il lavoro, ma mi spaventa il suo effetto:  non avrò di che far vivere i miei figli.

Non mi spaventa il tumore, ma il suo effetto: la sofferenza delle persone care che mi vederanno malato.

Non mi spaventa la morte di un amico credente, ma il suo l'effetto: sarò diviso da lui per un tempo.

Gesù decide di intervenire “a modo suo”  si occupa prima delle paure dei discepoli. E lo fa in una maniera che non servirà solo per quella volta, ma che rimarrà come esempio. Gesù dice: “Guardate! la fonte della vostra paura, le onde, diventa un posto dove passeggiare, se ci sono io con voi!”

Gesù ha detto più di una volta che tutto ciò che stava facendo su questa terra erano esempi per chi avrebbe creduto in lui, e che le stesse cose che faceva lui sarebbero state possibili a chiunque avesse fede in lui.

 “Io vi ho dato un esempio da seguire: fate come me..” (Giovanni 13:15 PV)

“In tutta sincerità, vi dico che chi crede in me farà le stesse opere che faccio io, anzi ne farà di più grandi ancora.” (Giovanni 14:12 PV)

Sei spaventato, sei spaventata  dall'effetto che qualche tempesta  provoca nella tua vita? Quello di cui hai bisogno di più è seguire Gesù in questo preciso momento. Fare quello che lui ha fatto, riprodurre le cose che lui ha insegnato.

Dove trovi gli esempi di Gesù? Nella Bibbia. Se sei spaventato, se sei spaventata  dagli effetti che la tempesta potrebbe avere sulla tua vita, leggi la Bibbia, nutriti di lei,  rendila una parte indispensabile  della tua vita quotidiana.

Fase 3: “urlare di paura”

“Stava per oltrepassarli quando, scorgendolo, i discepoli cominciarono a urlare di paura, perché lo avevano scambiato per un fantasma” (v.48b-49)

Strano come effetto, vero? Invece di essere confortati dalla presenza di Gesù, invece di dire  “meno male, adesso ci pensa lui come l'altra volta”, i discepoli URLANO!

Eppure, credetemi, questo effetto  non è poi così infrequente tra i credenti. Invochiamo Gesù nella nostra vita, e quando arriva  e ci da l'esempio di cosa fare, quando la Parola ci convince  che dobbiamo fare o smettere di fare qualcosa perché cessi il vento contrario, siamo ancora più spaventati, perché pensiamo  che non sia possibile farlo.

La prossima settimana ritorneremo su questo, ma per il momento vi basti sapere una cosa: Gesù non vuole spaventarci, ma cambiarci. Gesù conosce i nostri limiti, e non ci chiederà mai qualcosa che lui sa  che non possiamo raggiungere. Paolo dice:

“So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza. Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica.” (Filippesi 4:12-13)

Paolo non stava parlando di eventi di chiesa, ma della sua vita reale. Diceva che la forza di stare a pancia piena o a pancia vuota era data da Gesù, e che quella forza non era la sua ma quella di Gesù.

Se Gesù ti sta chiedendo  di fare, io di smettere di fare qualcosa e tu hai paura... sappi che sei in buona compagnia:  gli Apostoli erano così: URLAVANO! Sappi che Lui ti darà la forza  di portare a termine ciò che ti chiede, perché non lo farai tramite la tua debolezza, ma tramite la Sua potenza.

Fase 4: “Coraggio, sono io”

“Infatti, tutti quanti lo avevano visto e si erano spaventati, ma Gesù si fece subito riconoscere, dicendo: "Coraggio, sono io. Non abbiate paura!" (v. 50)

Vi ricordate durante la precedente tempesta  cosa aveva fatto Gesù come prima cosa? Aveva rimosso il motivo della paura,aveva “sgridato il vento e le onde” il mare era tornato calmo, e solo dopo aveva confortato i discepoli. Questa volta invece conforta i discepoli  quando il mare è ancora grosso.

Perché? La volta scorsa ho detto che,  quando Gesù interviene non lo “senti”, ma lo “vedi”.

Secondo me c'è una differenza sostanziale rispetto all'altra tempesta: Gesù non è ancora nella barca.

Gesù sa che la cosa importante, non è far cessare lil vento, ma darti la vita eterna.

Gesù sa che la tua paura potrebbe impedirgli di salire sulla tua barca. Sa che fintanto che avrai paura
sarai paralizzato,  e non sceglierai di farlo salire. Gesù sa che, per poterti venire vicino deve prima cacciare la paura. Gesù sa che, per poterti dare la sua potenza, deve essere assieme a te nella barca.

C.S Lewis ha detto: “Dio sussurra nei nostri piaceri, parla nella nostra coscienza, ma urla nelle nostre pene: è il suo megafono per risvegliare un mondo sordo.” Un altro modo di dire è che “Dio sussurra nel vento ma urla nella tempesta”. Gesù sa che per arrivare a te, deve cancellare il rumore assordante della tempesta, per far cessare le tue paure.

Giovanni dice: “Nell'amore non c'è posto per la paura; anzi l'amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo e non è perfetto nell'amore di Dio. “ (1 Giovanni 4:18 PV)

Conclusione

Se hai una tempesta nella tua vita, in che fase sei?

Sei nella fase “vento contrario”? Ciò che fai nella tua vita, non solo quella della fede, è rallentata, impedita, e tu remi contro vento, ma con nessuna speranza di risalire la corrente?

Sappi che Gesù ti guarda, è attento, e vede il tuo sforzo disperato. Non credere per un solo istante  che Gesù si sia voltato dall'altra parte. Gesù è sul monte,  dall'alto vede i tuoi problemi, e sta pregando per te.

Se sei già nella fase “Gesù avanzò”? Lui è già sceso in campo, si sta muovendo verso la tua vita. E' tempo di reagire alle onde, di conoscere la sua volontà. Leggi la Bibbia, prega, chiedi.

Forse ti ha già detto cosa devi fare o cosa devi smettere di fare, lui sa cosa è il meglio per te.

Mi auguro tu possa evitare la fase “urlare di paura”. Abbi fiducia, con lui tutto è possibile.

Arriverà, forse è già arrivata, la fase “Coraggio sono io”. Se Gesù è già nella tua barca, il mare è ormai calmo.

Ma se così non fosse, ti chiedo di agire oggi, adesso.

Devi forse invitarlo per la prima volta a salire a bordo, oppure devi invitarlo di nuovo, perché lungo il viaggio della tua vita, lo hai fatto scendere in qualche porto lungo la rotta.

Sia nell'uno che nell'alto caso, a te voglio lasciare un ultimo versetto, e sarà da lì che continueremo la prossima settimana:

“Allora Pietro lo chiamò: "Signore, se sei davvero tu, dimmi di venire da te, camminando sull'acqua!" "Vieni!" disse il Signore.” (Matteo 14:28-29a PV)

Il Signore vuole vederti camminare sull'acqua, perché assieme a lui le onde non fanno più paura.

Preghiamo.
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04 febbraio 2018

Affrontare la tempesta | 4 Febbraio 2018 |

Come affronti le tempeste nella tua vita? E, soprattutto, con chi le affronti?
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Nelle ultime quattro settimane  abbiamo parlato di gioia e di felicità e abbiamo detto che chi crede deve vivere nella gioia, ma che non sempre vive nella felicità.

La realtà è che molto spesso nelle nostre vite attraversiamo dei periodi veramente difficili, delle vere e proprie “tempeste” dove non sappiamo come  e se riusciremo a sopravvivere.

Siamo salvati,  siamo parte della famiglia di Dio,  abbiamo una casa in cielo... ma qua in terra le cose buttano decisamente al brutto. E essere discepolo di Gesù  non mi mette SEMPRE al riparo  dalle tempeste della vita

Cosa fai in queste situazioni? Come affronti le tempeste nella tua vita? E, soprattutto, con chi le affronti?

Sapete, nel Nuovo Testamento sono riportate due tempeste che hanno coinvolto i discepoli di Gesù. In entrambe le tempeste Gesù è presente: una volta è assieme ai discepoli, l'altra volta no. Oggi vedremo la prima tempesta.

“35 Quella sera, Gesù disse ai suoi discepoli: "Passiamo all'altra riva del lago".  36 Quelli allora, lasciata la folla, lo fecero salire in barca così com'era, e partirono insieme ad altre barche.  37 Ben presto si levò una terribile burrasca. Grosse onde cominciarono ad infrangersi nella barca, che in breve si riempì d'acqua, e stava per affondare.  38 Nel frattempo, Gesù stava dormendo a poppa su un cuscino. I discepoli lo svegliarono, gridando: "Maestro, non t'importa che stiamo tutti per affogare?" 39 Gesù si svegliò, rimproverò il vento e disse al lago: "Silenzio! Calmati!" Il vento cessò, e subito ci fu una gran calma.  40 Poi disse ai discepoli: "Perché eravate così spaventati? Non avete ancora fiducia in me?"  41 I discepoli furono presi da una gran paura, e si dicevano l'un l'altro: "Chi sarà mai quest'uomo? Perfino il vento e il mare gli ubbidiscono!"(Marco 4:35-41 PV)

Voglio scoprire assieme a voi  cosa e come può aiutarci questo racconto ad affrontare le nostre tempeste. E vedremo che ci sono sei fasi distinte

Fase 1: “Così come era”

“Quelli allora, lasciata la folla, lo fecero salire in barca così com'era, e partirono insieme ad altre barche” (v. 36)

I discepoli fanno salire Gesù “così come era”  Che cosa significa?

Immaginatevi di chiedere ad un vostro amico  di fare un viaggio assieme nella sua macchina. e che lui risponda di si. E' probabile che gli chiederete:”Serve che porti qualcosa?” “No, vieni come sei”. Cosa state dicendo all'amico? “Non m'importa COME sei, ma m'importa chi sei.”

Che tipo di Salvatore ti aspetti?  Quali sono le caratteristiche che vorresti avesse,  per accettarlo nella tua barca.

Se accogli Gesù nella barca della tua vita, non importa cosa porti con se: non importa che si porti dietro delle “cose” (i riti, i pellegrinaggi, le statue, i santini) ma importa che LUI sia nella tua barca, non i santini o i rosari!

Notate bene: i discepoli hanno accolto Gesù nella barca quando il mare era calmo e il cielo azzurro.
Devi far entrare Gesù nella tua barca PRIMA che inizi la tempesta!

Fase 2: “Grosse onde”

"Ben presto si levò una terribile burrasca. Grosse onde cominciarono ad infrangersi nella barca, che in breve si riempì d'acqua, e stava per affondare."(v. 37)

I discepoli conoscevano da tempo Gesù, e avevano imparato che il fatto di stare con lui non li metteva al riparo da OGNI inconveniente delle loro vite.

Nei Vangeli non c'è traccia del fatto  che quando a pietro sfuggiva il martello  inchiodando le tavole della barca non provasse dolore se finiva sul dito! Però, c'è traccia di una febbre della suocera di Pietro sparita non appena Gesù era arrivato a casa.

Cosa significa questo? Avere Gesù nella barca  non è un'assicurazione totale che non ci accadrà nulla di male nella nostra vita.

Come uomini saremo soggetti alle  medesime leggi della fisica, per cui se cadiamo dalla bicicletta ci sbucceremo le ginocchia, se gira l'influenza è probabile che la prenderemo.

Cosa fai, quando nella tua vita vedi arrivare onde grosse? Ti occupi di chiedere aiuto a Gesù  e di  trovare una rotta con meno onde, se possibile, o ti preoccupi che le onde facciano affondare la tua barca?

Fase 3: “Maestro, non t'importa?”

“Nel frattempo, Gesù stava dormendo a poppa su un cuscino. I discepoli lo svegliarono, gridando: "Maestro, non t'importa che stiamo tutti per affogare?" (v. 38)

Gesù dorme a poppa su un cuscino.  I discepoli si “arrabbiano”  perché non fa nulla.

I discepoli conoscevano la potenza di Gesù:  la tempesta avviene molto dopo che i discepoli avevano visto persone guarite  demòni scacciati, morti risuscitati. Ma non avevano mai visto calmare una tempesta.

Sinceramente, mi sono domandato: “Stanno chiedendo a Gesù perché hanno davvero  fiducia che sappia farlo,  o è pura disperazione?” La risposta la vediamo tra un po'

Cosa fai, quando le onde  cominciano a riempire la barca della tua vita, quando preghi, e le tue preghiere  sembrano rimbalzare sul soffitto
e ricadere giù?

Gesù spesso sembra dormire, non fare nulla.  E noi ci arrabbiamo,  perché pensiamo che non veda e senta  quello che stiamo attraversando.

Gesù sapeva quello che sarebbe successo.  E sapeva anche quello che avrebbe fatto.  Lui non era preoccupato per i discepoli,  perché sapeva che loro avevano lui nella sua barca.

Se nella tua barca c'è Gesù,  la tua barca non può affondare.

Posso assicurarti, che se nella tua barca c'è Gesù, non affonderà.

Magari la soluzione  non sarà quella che tu hai in mente, ma la tua barca non affonderà.

Fase 4: "Silenzio! Calmati!"

"Gesù si svegliò, rimproverò il vento e disse al lago: "Silenzio! Calmati!" Il vento cessò, e subito ci fu una gran calma." ( v. 39  ).

Gesù si sveglia e rimprovera il vento e le onde. E questo, secondo me,  è una indicazione chiara di come lui agisce.

Se fossi stato io, se qualcuno mi avesse svegliato nel bel mezzo di un pisolino, la mia prima reazione sarebbe stata quella  di mandare a quel paese chi mi aveva svegliato!

Gesù non lo fa! Non  sgrida i discepoli perché lo hanno svegliato.

Potremmo pensare:  “Beh, lui è Gesù, è morto per noi, la prima cosa che farà  sarà quella di confortare i discepoli, di dirgli :”Non vi preoccupate che ci penso io!”.

E invece no.  La prima cosa che fa  è quella di far cessare il motivo dello spavento:  un'azione piuttosto che parole di conforto.

Quando Gesù interviene nella tua vita  “lo vedi”, non “lo senti”:  i sentimenti potrebbero ingannarti,  potresti “non sentire” di essere salvato,  quando invece lo sei!

Fase 5: "Perché eravate così spaventati?"

“Poi disse ai discepoli: "Perché eravate così spaventati? Non avete ancora fiducia in me?" (v. 40 )

Gesù si gira, sorride, e gli dice: “Ragazzi, e che è? Ma che davvero eravate spaventati? Era solo vento! Vi pare che non sia capace di fermare il vento,  io che resuscito i morti?”

Attenzione però a una differenza sostanziale: Gesù “rimprovera” il vento, ma “dice” ai discepoli.
Ed è un bel po' è stupito  che non abbiano ancora capito chi lui sia e la sua potenza.

Gesù non li rimprovera per aver avuto paura,  ma gli chiede come mai avessero avuto paura  quando lui era nella barca con loro.

La paura, è un sentimento legittimo,  che Dio ha messo in noi per il nostro bene.  Per renderci prudenti in situazioni pericolose. Ma spesso usiamo la paura a sproposito,  invece di usare un altro sentimento che Dio ha messo in noi:  la fiducia in Gesù.

Avere fede non è aspettarsi una vita rose e fiori  (quella è superstizione, è cabala),  ma aspettarsi di ricevere l'aiuto  nelle tempeste che arriveranno nelle nostre vite.

Eravamo rimasti con una domanda in sospeso poco fa:  era vera fede che Gesù potesse calmare la tempesta,  o solamente “disperazione”? Vediamo la sesta fase per scoprirlo.

Fase 6: “Perfino il vento e il mare gli ubbidiscono!"

I discepoli furono presi da una gran paura, e si dicevano l'un l'altro: "Chi sarà mai quest'uomo? Perfino il vento e il mare gli ubbidiscono!"(v. 41 )

I discepoli si interrogano su chi sia  questo strano individuo  a cui obbediscono persino i venti e le onde.

Non era fede: era fifa!  Non era fede: era disperazione!  Ma la cosa straordinaria è che,  nonostante la fede fosse scadente,  l'essersi affidati a Gesù  ha provocato ugualmente il miracolo  nelle vite dei discepoli.

Gesù ci conosce,  sa i nostri limiti,  e sa che qualche volta la nostra fede è “corta”.   Come nel caso raccontato in Marco 9:14-29

Un uomo fra la folla rispose: "Maestro, ti ho portato mio figlio, perché è posseduto da un demònio che non gli permette di parlare. ... "Da quanto tempo è in queste condizioni?" chiese Gesù al padre. "Fin da quando era molto piccolo", rispose l'uomo. ...Ti prego, abbi pietà di noi e fa qualcosa, se puoi!" "Se posso?" disse Gesù. "Tutto è possibile per chi ha fede!"  Il padre esclamò subito: "Io ho fede, ma aiutami a superare i miei dubbi!" Quando Gesù vide che la folla aumentava, sgridò il dèmone, dicendogli: "Spirito sordo e muto, ti ordino di uscire da questo ragazzo e di non tornare mai più!"  (Marco 9:17-21 PV)

Gesù non agisce mai  in base alla quantità di fede che abbiamo,  ma in base alla presenza o meno della fede in lui.  Difatti, leggiamo in Matteo 17:20  il commento che egli fa ai discepoli  dopo questo miracolo,  quando gli viene chiesto  perché loro non erano riusciti  a scacciare il dèmone:

"Per la vostra poca fede", spiego loro Gesù. "Basterebbe una fede piccola come un granello di senape, e potreste dire a quella montagna: "Spostati!" E si sposterebbe. Niente vi sarebbe impossibile” (Matteo 14:20 PV)

La frase “poca fede” in greco è “apistia”,  che non significa “poca fede”,  ma “mancanza di fiducia”
 (pistis = fiducia + a = senza , si chiama “alfa privativo” :  tipo :a-morale = senza morale).

L'aiuto nelle tempeste della nostra vita  ci arriva non per la quantità di fede che abbiamo,  ma per la consapevolezza che Gesù è capace di agire.  Certo è che più abbiamo fede,  meno avremo paura,  perché sapremo affidare  tutte le nostre tempeste a Gesù  e attendere che Lui agisca.

Ma la frase che mi ha colpito di più,  è quella del versetto 36b.

C'erano altre barche

“partirono insieme ad altre barche”. (v. 36b)

Spesso tendiamo a concentrarci sulle nostre tempeste,  dimenticando che altri oltre noi  stanno attraversando la nostra medesima tempesta,  che sono anche loro in una barca  distante qualche metro dalla nostra,  che hanno le nostre medesime paure...  e che molti non hanno Gesù nella propria barca.

In quella notte, la “poca fede” in Gesù dei discepoli nella barca  provocò il miracolo della salvezza  anche per quelle barche che stavano là a fianco,  immerse nella medesima tempesta,  che videro dissolversi in un attimo

“e subito ci fu una gran calma”  (v. 38b)

Chissà quanti delle barche a fianco  avranno chiesto ai discepoli cosa fosse accaduto,  dando modo di testimoniare CHI aveva fatto tutto quello!

Conclusione

In che fase sei della tua vita?


1) Sei nella fase “così come era?” hai necessità di far salire Gesù anche se non sei pronto, anche se Gesù non porta le cose scintillanti  che altre religioni ti portano in dono? Sappi che non ti serve null'altro  se non la presenza di Gesù nella barca della tua vita.

2) Oppure sei nella fase “grosse onde”? Vedi avvicinarsi la burrasca,  l'acqua cominci a entrare, la barca ad affondare? Sappi che devi occuparti  non preoccuparti della tua vita.

3) O sei nella fase “Maestro, non t'importa”? Nella fase dove preghi  e nulla sembra succedere, Dio è silenzioso, Gesù addormentato?

Sappi che se Gesù sta dormendo nella tua barca, la tua barca non potrà affondare.

4) Forse sei già nella fase “Silenzio, Calmati”, e il mare che voleva inghiottirti è diventato una tavola? E' ora di cominciare a testimoniare, perché altri che sono nelle onde possano provare quello che ora tu godi.

5) Stai sperimentando la fase “perché eravate così spaventati”? Gesù non giudica la tua paura, ma  vorrebbe che tu provasti fiducia invece di paura.

6) E non ti preoccupare se sei nella fase: “Perfino il vento e il mare gli ubbidiscono” Gesù non agisce  in base alla quantità di fede che hai, ma in base alla consapevolezza  che Gesù è capace di agire.

Essere credenti non è un'assicurazione sulla vita:  avremo tempeste.  Giovanni 16:33 “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”

Essere credenti significa  che affronteremo le tempeste con Gesù nella nostra barca,  e la nostra barca non potrà affondare.  Ricordiamo che LA cosa più importante  per il credente non è QUESTA vita,  ma la prossima.

Paolo la mette così :

”Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. “ (2 Timoteo 4:7)

E non dimenticare: la nostra fede ha un effetto sulla vita degli altri a) direttamente: la tempesta è placata per noi,  ma altri ne godono il frutto b) tramite la nostra testimonianza:  altri arrivano a Gesù perché vedono  come noi abbiamo affrontato la tempesta vincendola,  dandoci la possibilità di testimoniare  il PERCHE' e tramite CHI l'abbiamo vinta.

Preghiamo.
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