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26 marzo 2017

Prepararsi su ciò che è più difficile | 26 Marzo 2017 |

I preparatori atletici dicono che "se non fa male non fa bene"; i nostri muscoli crescono, le nostre capacità aumentano in funzione del lavoro che facciamo sulle parti di noi che sono più deboli. Allo stesso modo, per essere pronti al dono di Cristo come credenti, dobbiamo prepararci sulle discipline spirituali dove siamo più deboli.

Janet parte dal brano di 1° Corinzi per invitarci a praticare le discipline che troviamo più difficili da praticare in questo periodo di preparazione alla Pasqua, per essere efficaci come testimoni di Gesù
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"Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo.  Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria;  anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato." (1 Corinzi 9:24-27)
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19 marzo 2017

Prepàrati a combattere! | 19 Marzo 2017 |


Per poter essere un credente efficace devo allenarmi e preparami per proclamare Cristo risorto.
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Per chi, come me, proviene dal cattolicesimo, la memoria di come era quaranta anni fa questo Paese è ancora impressa nella mente. Come era l'Italia quaranta anni fa. In questi periodi era “quaresima”! Si mangiava “di magro”,in TV non c'erano programmi comici, le persone facevano i “fioretti” (privazioni temporanee e volontarie da qualcosa cioccolata, alcoolici).

Le persone vestivano “di scuro”... era iniziata la “quaresima”.

Cinquanta anni dopo,  tutto questo è scomparso; la TV manda donne nude e programmi comici, le persone mangiano quello che vogliono.

A meno di non essere un cattolico praticante, nessuna delle regole della quaresima viene più neppure ricordata, figuriamoci seguita.

E' un male o un bene tutto questo? La “dissoluzione” delle abitudini legate alla Quaresima cattolica
è qualcosa che dovremmo “festeggiare” come evangelici, che non ci tocca come credenti, oppure su cui dovremmo meditare?

Potrà sembrarvi strano, ma la quaresima ha poco a che fare con la chiesa cattolica e moltissimo a che fare con la chiesa primitiva.

Come credenti evangelici,  siamo portati a pensare la chiesa primitiva  un po' come le nostre chiese:
incontri molto “liberi”, nessuna “liturgia” , (ovvero culti fatti sempre nello stesso modo) né “calendario liturgico”(ovvero date importanti da festeggiare in modo particolare, e un ciclo di letture bibliche ricorrenti durante l'anno).

Non so da dove abbiamo preso questa idea; forse come reazione estrema al cattolicesimo  e a tutte le sue contraddizioni e aggiunte. Perché, vedete, quello che emerge dalla storia della chiesa  del primo, secondo e terzo secolo (dall'anno 50 alla fine del 200) è qualcosa di completamente differente.

Le chiese primitive erano formate da credenti nati e vissuti in mezzo ad “altri” culti; molti all'inizio erano ebrei,  ed erano abituati alla “liturgia” del tempio.

Quelli che man mano si avvicinarono in seguito (i “Gentili”) anche loro erano abituati alla “liturgia” dei loro dei pagani.

Le chiese primitive utilizzarono spessissimo la “liturgia”, che erano i “modi e i tempi “provenienti dalla loro vita precedente, svuotando gli aspetti pagani, o incompleti (nel caso degli ebrei), e riempiendola con il messaggio di Cristo.

Allo stesso modo fu anche per l'abitudine di avere dei giorni o dei periodi speciali nell'anno, delle ricorrenze che segnassero date importanti per i credenti, e rammentassero realtà spirituali con gesti e azioni reali. Questo veniva chiamato “l'anno liturgico”.

Tra le varie ricorrenze di cui abbiamo nota nei primissimi anni della chiesa,
ci sono il battesimo di Gesù (6 gennaio),  il Natale (variabile a seconda della zona del mondo - tra maggio e dicembre) la Pentecoste, la Pasqua,  ma ce ne erano anche molte altre.

Tutte queste date che ora ci sembrano tanto “cattoliche”, in realtà erano festeggiate con gioia dai nostri progenitori nella fede.

Perché parliamo di questo, oggi? Perché la chiesa non nasce qua, a Montefiascone, ma ha una lunga storia, quasi sempre travagliata, talvolta contraddittoria,  piena di sbagli e di abusi (anche se siamo “santi” rimaniamo comunque umani e peccatori).

E, per capire dove dobbiamo andare come chiesa nel ventunesimo secolo, è importante capire da dove siamo venuti, guardando alle chiese più vicine a Gesù, quelle dal primo al terzo secolo.


Potrà sembrarvi strano, ma la chiesa tra il primo e il terzo secolo osservava la quaresima, ed ha a che fare con il processo di “catecumenato”.  Altra parola che ci ricorda la chiesa cattolica,  la “catechesi”, il “catechismo”, ma che in realtà è una parola greca  che significa null'altro che “colui che è stato istruito”.

Perché si decise di osservare la Quaresima?

Se guardate alla storia della chiesa in Atti, vedrete che il battesimo veniva impartito immediatamente dopo aver accettato Gesù.

Questo perché le persone erano quasi tutte ebree, o erano state comunque esposte alla cultura ebraica. Conoscevano i Comandamenti, avevano il concetto di peccato, di espiazione, ecc. Come in un puzzle, mancava solo il “tassello Gesù”, e il quadro era completato.

Man mano che ci si allontanava dall'anno zero (la nascita di Cristo) e man mano che si entrava in contatto con altre popolazioni  che non avevano mai sentito parlare del Dio di Israele,le cose cambiarono.

C'erano persone che credevano nell'esistenza di più dei, (ricordate che a Roma c'era il Pantheon - tutti gli dei), che credevano che le sacerdotesse del tempio di Venere rendessero un culto appropriato prostituendosi. Che per conoscere il futuro bisognava guardare nel fegato di bestie sacrificate, e così via.

Le chiese trovarono quindi nel tempo che c'era bisogno di una “catechesi” di un periodo in cui coloro che erano interessati alla fede in Cristo, fossero istruiti circa quello che era accaduto, sulla Bibbia, su Gesù, e dimostrassero un reale interesse nel far parte della chiesa, e non fossero esclusivamente “infiltrati”  che poi avrebbero denunciato i credenti all'imperatore  per farli sbranare dai leoni negli anfiteatri.

C'è evidenza negli scritti della fine del  secondo secolo (dall'anno 100)(perché del primo sappiamo nulla o quasi) che le chiese non impartissero il battesimo molto facilmente, ma le persone dovevano percorrere un cammino molto lungo.

Si iniziava con un primo periodo  n cui chi era interessato doveva dimostrare agli anziani e ai vescovi,
di essere realmente interessato alla fede che andava ad abbracciare.

Erano chiamati “audientes”, ovvero coloro che ascoltano.

Nella chiesa primitiva la riunione era sommariamente divisa in due parti: il “Culto della Parola”dove si leggeva la Bibbia, e il “Culto della Tavola”, dove si distribuiva il pane e il vino.

Gli “audientes” potevano partecipare al culto della Parola, ma non a quello della Tavola.

Dopo un po' di tempo,  quando decidevano gli anziani della comunità, gli “audientes” diventavano “catecumenos”, periodo nel quale dovevano dimostrare non solo di essere interessati, ma dovevano dimostrarsi pii,  praticare le discipline spirituali della preghiera, del silenzio e del digiuno, dimostrarsi   presenti costantemente nella comunità, essere caritatevoli e altruisti, e così via.

C'era proprio un rito speciale  con il quale i vescovi e la chiesa designavano i catecumenos, sui quali venivano imposte le mani, e talvolta venivano “segnati” con una “croce” sulla fronte, fatta tramite l'olio con il quale gli anziani ungevano gli ammalati cosi come aveva stabilito Giacomo nella sua lettera.

Era questo un segno che diceva due cose: stai per morire al mondo, e stai per essere guarito da Cristo.

I catecumenos rimanevano tali per almeno due anni, e in questo periodo potevano partecipare al Culto della Parola, ma non al Culto della Tavola.

Prima di essere mandati via, tutta la chiesa pregava per i catecumenos  affinché fossero protetti e guidati dallo Spirito Santo.

Alla fine di questi due anni i catecumenos diventavano “competentes” ovvero “coloro che conoscono”, ed iniziava un periodo intenso e concentrato  che li avrebbe portati ad essere battezzati, tutti quanti in un unico giorno, e precisamente il giorno di Pasqua (difatti la chiesa primitiva battezzava SOLO a Pasqua).

In questo periodo i competentes dovevano: digiunare, astenersi dal sesso, astenersi dall'alcool,  praticare il silenzio, studiare la Bibbia, e pregare ogni giorno più volte al giorno.

Questo periodo era di quaranta giorni, in memoria dei quaranta giorni passati da Gesù nel deserto  per essere tentato.

E spessissimo all'inizio dei quaranta giorni  gli anziani ponevano sul capo dei competentes un pugno di terra, più spesso di cenere perché era più facilmente reperibile nelle case dove si riunivano, per ricordare a chi si battezzava Genesi 3:19:

“Mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai.” (Genesi 3:19)

Legavano a un gesto fisico  (la terra o la cenere sparsa sul capo) una realtà spirituale (senza Cristo sei destinato a tornare polvere).

E così come la chiesa intera pregava per i catecumenos, la chiesa intera si affiancava alla preparazione dei competentes verso il battesimo, agendo nello stesso modo  (tranne la domenica, che era un giorno “franco” in quanto ogni domenica si festeggiava la resurrezione).

Quanto dura la Quaresima? Quaranta giorni.

Quando inizia la Quaresima? Quaranta giorni prima della Pasqua, un mercoledì, il “mercoledì delle Ceneri”. (quest'anno era il 1 marzo). 

Questa è la storia di come è nata la Quaresima, di come non fosse un culto prettamente cattolico, ma di una caratteristica delle primissime chiese  un periodo riservato ai battezzandi  per concentrasi su quello che stavano promettendo a Cristo nel giorno in cui  tutte le chiese del mondo unite  ricordavano che Cristo era morto e risorto per darci la vita.

Qualcuno potrebbe pensare: “Eccola là. Marco vuole reintrodurre la catechesi, la Quaresima, le Ceneri, ecc.” Non vi preoccupate, non è questo.

La domanda che mi pongo io, che porgo a voi, e che lascio aperta, e la seguente: la nostra libertà di culto, il nostro aver “destrutturato” la chiesa, abbandonando quasi tutte le consuetudini,  e qualsiasi “liturgia” della chiesa primitiva,  ci ha reso più efficaci per la testimonianza nel mondo, oppure ci ha reso più vulnerabili nei confronti del mondo?

Se i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo dell'anno 100, quelli che avevano creduto alla Resurrezione
 avvenuta appena sessanta anni prima, trovavano utile avere dei periodi di preghiera digiuno e meditazione, per prepararsi alla Pasqua, dovremmo farlo anche noi del 2017?

La crescita esplosiva della chiesa avveniva nonostante la  presenza di tali usanze, la Quaresima, le Ceneri, l'unzione della fronte, la liturgia della Parola e della Tavola, oppure avveniva a motivo di tali usi, che preparavano spiritualmente alla battaglia con il mondo ciascun credente?

Sono consapevole come pastore, che spingermi su questi temi è un po' come entrare in un campo “minato”.

Proveniamo da diverse culture,  da chiese diverse, abbiamo spesso sensibilità differenti su cosa sia meglio fare in chiesa.

Per questo vi dico che qualsiasi opinione abbiate  qua sarà ben accetta. (E' possibile pure che non abbiate nessuna opinione, che mi diciate “quale è il problema?”).

Per onestà voglio dirvi come vostro pastore, dopo aver studiato, confrontato, e ascoltato, sono arrivato alla conclusione che uno dei problemi principali  della NON crescita della chiesa nell'ultimo secolo in occidente, è l'aver abbandonato tutte quelle pratiche spirituali  che facevano di un credente un soldato per Cristo.

Abbiamo fede, si, e vogliamo testimoniare Cristo,  ma ci comportiamo come la mia squadra di rugby, che ieri ha disputato un torneo.

La mia squadra è stata vincente, un tempo, perché eravamo un gruppo compatto  che si allenava due volte a settimana, che passava tempo assieme, che studiava tempi di entrata e tattiche di gioco.

Poi, col tempo, ci siamo un po' “annoiati” di tanto impegno, e abbiamo cominciato a calare il numero degli allenamenti da due volte a settimana ad una. e poi, piano piano, da una ventina che si allenavano regolarmente, ormai non siamo più di sette/otto.

Sapete che il rugby è uno sport di contatto, dove devi essere abituato a “sbattere” contro l'avversario. E sbattere addosso a qualcuno, alla nostra età (ma a qualsiasi età) fa ogni volta “male”.

Ma sta nelle regole del gioco;  per giocare bene, per vincere, devi essere disposto a provare un po' di dolore e devi “abituarti” in allenamento, andando a “sbattere” contro un tuo compagno di squadra, per poi saperlo fare quando sari contro l'avversario per davvero.

E noi, con la scusa che ormai siamo “vecchietti”, abbiamo smesso di allenarci anche su questo fondamentale, ci alleniamo facendo il “touch rugby”, dove devi solo “toccare” l'avversario,  e quello si ferma come se fosse stato placcato.

E poi, quando come ieri devi fare un vero torneo, dopo cinque minuti non ce la fai più,
ti gira la testa, manca l'ossigeno, non vuoi provare dolore nel placcaggio, e lasci passare l'avversario.

Nella vita delle chiese è avvenuto un po' la stessa cosa. Abbiamo pian piano rinunciato agli “allenamenti ferrei”, perché abbiamo detto che non erano necessari, si perdeva un bel po' di tempo,  e non piacevano a tutti.

Abbiamo smesso di allenarci come squadra, di andare a “sbattere” contro il nostro fratello e la nostra sorella, per abituarci al dolore necessario  per poi andare a sbattere contro il mondo dei non credenti, e fermarli, placcarli, vincerli a Cristo.

La chiesa primitiva aveva scoperto  che era fondamentale essere costantemente pronti alla  gara,
e aveva stabilito una serie di “allenamenti” per i credenti, gli aveva dato un nome, “Discipline Spirituali” digiuno, silenzio, solitudine, castità, studio, preghiera ecc. gli aveva dato un luogo durante l'anno, le Ceneri, la Quaresima, la Pasqua, la Pentecoste, ecc., affinché nella partita di rugby contro il mondo ciascun credente fosse allenato, sapesse gli “schemi di gioco” e non avesse paura di farsi male andando a sbattere contro il mondo.

Paolo ha sintetizzato tutto questo mio lunghissimo discorso in una coppia di brani:

“Non che io abbia già ottenuto il premio, o abbia raggiunto la perfezione, ma continuo la mia corsa per afferrarlo, perché anch'io sono stato afferrato da Cristo.  No, cari fratelli, non credo d'averlo già conquistato, ma due cose faccio: dimentico il passato e mi lancio verso cio che mi aspetta, correndo verso il traguardo per ricevere il premio celeste a cui Dio ci ha chiamati per mezzo di Gesù Cristo.” (Filippesi 3:12-14 PV)

“Sapete, quando si fa una corsa, molti corrono, ma soltanto uno vince il premio. Perciò, correte anche voi per vincere!  E sapete bene che gli atleti si sottopongono ad una rigida disciplina: lo fanno soltanto per ottenere in premio una corona che presto appassisce! Noi, invece, lo facciamo per una corona che non appassirà mai.  Perciò, io corro dritto al traguardo, mettendocela tutta; lotto come un pugile che vuol vincere, e non tiro colpi a vuoto. Mi sottopongo a dei sacrifici, come un atleta, e tengo il mio corpo a disciplina, per paura di essere squalificato e ripreso, proprio io che ho predicato agli altri!” (1 Corinzi 9:24-27 PV)

Come ci stiamo preparando  per la gara col mondo? Come ti stai, come mi sto preparando
per proclamare a Pasqua che “Cristo è veramente Risorto”.

Come avete visto, non avete “appunti” per questa predicazione, ma una serie di versetti, che vi prego di leggere, di studiare, e di meditare durante le prossime due settimane.

Poi, il 2 Aprile, vedremo assieme come Gesù si è preparato per affrontare il mondo.



Durante queste due settimane,  mentre leggerai i versetti, prega che il Signore ti mostri in quale modo vuole prepararti, quali passi ti sta chiedendo di fare, quali “discipline” vuole tu pratichi,
a cosa devi rinunciare e cosa devi aggiungere, per essere efficace per lui, contro quali avversari devi sbattere per abituarti a quel poco di male che è necessario per vincere gli altri a Cristo.

Che il Signore benedica la preparazione di ciascuno di noi per testimoniare e festeggiare la sua resurrezione a Pasqua.

Preghiamo.




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12 marzo 2017

Reset 7: rinunciare per guadagnare | 12 Marzo 2017 |

Fare un "reset" in un PC ci fa perdere spesso tutti i dati che non avevamo salvato. Ma fare un "reset"per Gesù  ci mette nelle condizioni di rinunciare  ai noi a favore di ciò che è meglio in Cristo.

Simone Giannicola ci guida a riflettere se, come credenti, vogliamo scegliere ciò che è più vantaggioso a breve per noi, o ciò che reca gloria a Cristo e, un guadagno per noi nella nuova vita.
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"Or tutti i pubblicani e i peccatori, si accostavano a lui per udirlo.  E i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».  Allora egli disse loro questa parabola: «Qual uomo fra voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro alla perduta finché non la ritrova?  E quando la ritrova, se la mette sulle spalle tutto contento;  e, giunto a casa, convoca gli amici e i vicini e dice loro: "Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta". Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento." (Luca 15:1-7)

"Poi chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: «Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua,  perché chiunque vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e dell'evangelo, la salverà. Che gioverà infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l'anima sua? O che cosa potrebbe dare l'uomo in cambio dell'anima sua? Perché chi si vergognerà di me e delle mie parole, in mezzo a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo, con i santi angeli». (Marco 8:34-38)

"Voi avete udito che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico: Non resistere al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra,  e se uno vuol farti causa per toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello. E se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. Da' a chi ti chiede, e non rifiutarti di dare a chi desidera qualcosa in prestito da te.  Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti." (Matteo 5:38-45)

"Allora Pietro gli rispose, dicendo: «Ecco, noi abbiamo abbandonato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque?».  Gesù disse loro: «In verità vi dico che nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, anche voi che mi avete seguito sederete su dodici troni, per giudicare le dodici tribù d'Israele. E chiunque ha lasciato casa, fratelli, sorelle, padre, madre, moglie, figli o campi per amore del mio nome, ne riceverà il centuplo ed erediterà la vita eterna.  Ma molti primi saranno ultimi e molti ultimi saranno primi»." (Matteo 19:27-30)

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05 marzo 2017

Reset 6: resettare su Cristo la mia vita | 5 Marzo 2017 |

Il vero reset per la tua vita è affidare a Cristo le tue sofferenze perché lui trasformi un cadavere in una resurrezione.

Siamo al sesto messaggio della nostra serie, e vorrei partire ancora una volta dalla definizione  di “reset” Treccani:

Reset . [dall’ingl. (to) reset «riportare allo stato iniziale, azzerare»] – 1. Riportare un sistema di elaborazione allo stato iniziale, riavviare: 2. per estensione: Riportare alla condizione di partenza, annullare completamente. 3: Ristabilire le impostazioni di fabbrica.

Le impostazioni del “costruttore" Dio,   che avevamo visto assieme commentando Genesi 1 erano all'inizio queste:

1. Dio è onnipotente
2. Dio mi benedice
3. Dio mi parla
4. Dio mi da autorità
5. Dio provvede per me

Siamo partiti con Janet che ci ha parlato di Mosè in Esodo, e dal suo “reset” difronte a un Dio così grande da liberare un popolo  per mezzo di un ebreo fuggiasco e balbuziente.

Poi è stata la volta di Elia e della vedova in 1 Re, dove il reset per la donna avveniva attraverso un figlio risorto.

Abbiamo poi ascoltato direttamente dalla voce di Paul, come per lui il reset era avvenuto attraverso un versetto di Matteo, abbandonando la rabbia contro i genitori e perdonandoli.

E la settimana scorsa Janet ci ha illustrato un reset che ciascuno di noi deve fare, capire cosa significa “benedizione”, e che Dio ci benedice ANCHE quando stiamo passando attraverso la sofferenza
e nonostante la sofferenza.

Immaginate per un momento di avere un amico: un amico speciale, che dal quando lo avete conosciuto ha guarito: 6 indemoniati, 4 ciechi, 3 paralitici, 2 muti, 1 sordo, 1 epilettico, 1 paralisi alla mano, 1 emorragia genitale, 3 altre malattie di cui non sapete neppure il nome.

Fanno 22 persone guarite... e in realtà sono molte di più perché voi avete sentito solo quelle, ma lui ogni giorno è per le strade a guarire.

Ma c'è di più: ha anche resuscitato due morti: e quella persona, che è amico vostro, che pranza e cena assieme a voi, dice di essere il Figlio del Dio in cui già credete...

Secondo voi, vi servirebbe un “reset”? Secondo voi vi servirebbe  di riconoscere quanto è grande il vostro re?

La risposta, incredibilmente...  è : SI!

Incredibilmente,  anche chi mangia e beve con il Re dei re, può trovarsi a dire queste parole:

“Il Signore, di giorno, concedeva la sua grazia, e io, la notte, innalzavo cantici per lui come preghiera al Dio che mi dà vita.  Dirò a Dio, mio difensore: «Perché mi hai dimenticato? Perché devo andare vestito a lutto per l’oppressione del nemico?»” (Salmo 42:8-9)

Questo è uno degli “effetti collaterali” della caduta. Abbiamo un Dio che ci ama, che si cura di noi,  ma noi non ci “fidiamo”, dubitiamo che effettivamente si curi di noi.

Il peccato originale è si un peccato di disobbedienza, ma anche, se non soprattutto, di mancanza di fiducia.

“La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare;  ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”».  Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».” (Genesi 3:2-5)

Adamo ed Eva avevano avuto  “tutto” da Dio, Dio gli aveva dato il compito di guardiani della Creazione, Dio aveva promesso di pensare alle loro necessità...

Ma Eva, e Adamo ugualmente, non si erano “fidati”. “Ma sarà vero quello che mi dice? E se mi dice una bugia su questo albero, allora, mi starà mentendo anche sul fatto che mi ama, che provvederà per me, che non mi abbandonerà.” E avevano ascoltato il serpente:  “Non è vero quello che dice Dio!

Il Salmo 42 dice questo:

  “Le mie ossa sono trafitte dagli insulti dei miei nemici, che mi dicono continuamente: «Dov’è il tuo Dio?»” (Salmo 42:10)

Per ogni credente che attraversa la sofferenza, ci sono mille “serpenti” che sibilano: “Dov'è il tuo Dio? Dio non ti vuole bene! Dio ti ha abbandonato! Dio se ne infischia di te!”

L'ultimo reset che voglio vedere assieme a voi, è quello di due donne, due grandi amiche di Gesù, che, mentre attraversano la sofferenza, dubitano!

Leggiamo assieme Giovanni 11:

“C’era un ammalato, un certo Lazzaro di Betania, del villaggio di Maria e di Marta, sua sorella. 2 Maria era quella che unse il Signore di olio profumato e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; Lazzaro, suo fratello, era malato. 3 Le sorelle dunque mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».4 Gesù, udito ciò, disse: «Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato». (…) 17 Gesù dunque, arrivato, trovò che Lazzaro era già da quattro giorni nel sepolcro. (...) 20 Come Marta ebbe udito che Gesù veniva, gli andò incontro; ma Maria stava seduta in casa.  21 Marta dunque disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto; 22 {ma} anche adesso so che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te lo darà». 23 Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 24 Marta gli disse: «Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell’ultimo giorno». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, 26 e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?» 27 Ella gli disse: «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo». 28 Detto questo, se ne andò e chiamò di nascosto Maria, sua sorella, dicendole: «Il Maestro è qui, e ti chiama».  29 Ed ella, udito questo, si alzò in fretta e andò da lui. (...) 32 Appena Maria fu giunta dov’era Gesù e lo ebbe visto, gli si gettò ai piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto».(...) 35 Gesù pianse. 36 Perciò i Giudei dicevano: «Guarda come lo amava!» 37 Ma alcuni di loro dicevano: «Non poteva, lui che ha aperto gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?»  38 Gesù dunque, fremendo di nuovo in se stesso, andò al sepolcro. Era una grotta, e una pietra era posta all’apertura. 39 Gesù disse: «Togliete la pietra!» Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno».  40 Gesù le disse: «Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?» 41 Tolsero dunque la pietra. Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito. 42 Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato». 43 Detto questo, gridò ad alta voce: «Lazzaro, vieni fuori!» 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». 45 Perciò molti dei Giudei che erano venuti da Maria, e che avevano visto ciò che egli aveva fatto, credettero in lui. 46 Ma alcuni di loro andarono dai farisei e raccontarono loro quello che Gesù aveva fatto.

1° Fase: la rabbia

21 Marta dunque disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto; 
32 Appena Maria fu giunta dov’era Gesù e lo ebbe visto, gli si gettò ai piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto»

Marta e Maria danno la colpa a Gesù della morte del fratello. Una colpa “indiretta”,  ma sempre una colpa. Salmo 42:

Dirò a Dio, mio difensore: «Perché mi hai dimenticato? (v. 8)

Quante volte hai incolpato Gesù di non essere arrivato in tempo?
Quante volte hai pensato che Gesù stesse dormendo nella barca mentre c'era la tempesta tutto intorno?
Quante volte hai pensato che non sarebbe arrivata la mano di Gesù, mentre stavi camminando sulle onde?
Quante volte hai ascoltato la stessa folla che parla nel versetto 37:

 37 Ma alcuni di loro dicevano: «Non poteva, lui che ha aperto gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?»

Quante volte hai scritto mentalmente il versetto 9 di Salmo 42? Quante volte hai ascoltato il serpente?  “Dove è il tuo Dio?”

Io l'ho fatto, e purtroppo,  quando scordo le impostazioni di fabbrica … lo faccio ancora. Se sei stato come me almeno una volta, ti dico: Gesù aveva un piano.

4 Gesù, udito ciò, disse: «Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato».

Gesù ha sempre un piano: un piano che noi non conosciamo,  che neppure immaginiamo, che sovente è tutt'altro di quello che desideriamo.

Gesù aveva un piano mette dormiva a poppa nella barca tra le onde, Gesù aveva un piano mentre Pietro affondava tra le onde, Gesù aveva un piano sul Golgota mentre lo stavano inchiodando alla croce...

“Molti sono i progetti dell'uomo,  ma solo i piani del Signore si realizzano.” (Proverbi 19:21 TILC)

2° Fase: la fuga

28 Detto questo, se ne andò e chiamò di nascosto Maria, sua sorella, dicendole: «Il Maestro è qui, e ti chiama».

Marta ha appena affermato di credere che Gesù è il Cristo, Il figlio di Dio, colui che doveva venire nel mondo... e fugge (di nascosto) dal figlio di Dio.

Marta era solita fuggire da Gesù:

“Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ospitò in casa sua. Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola.  Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: «Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta».” (Luca 10:38-42)

Ti è mai capitato di “fuggire” da Gesù, di sapere qui, nella testa, che lui è il Cristo, che lui ha il potere di cambiare la tua vita e le circostanze di essa... ma di non sentirlo qui, nel cuore?

Marta era andata dalla sorella. Dove vai, tu?

Vai dall'amico o dall'amica del cuore, da dal cibo, o dall'alcool, o dalla droga, o dal sesso, o dalla pornografia...  Vai da tutto ciò che non ti può dare soluzione, ma può darti solamente “distrazione”.

Voglio che tu sappia una cosa: Gesù, non se ne va. Avrebbe il diritto di andarsene... ma non lo fa.

35 Gesù pianse.

(Il versetto più facile da memorizzare della Bibbia)

Gesù rimane. Gesù piange assiema a te. Gesù piange al posto tuo.

Gesù non piange per la tua situazione; lui conosce già il piano di salvezza per te. Ma piange per che sa che tu stai fuggendo, che stai male lontano da lui.

3° Fase l'incredulità

39 Gesù disse: «Togliete la pietra!» Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno». 

Ancora una volta Marta contraddice la sua professione di fede. “Il morto è morto: puzza”

Quanti sepolcri non hai voluto aprire a Gesù, perché eri più preoccupato della puzza che emanavano, che della guarigione?

Quali cadaveri ci sono dentro i tuoi sepolcri? Il tuo matrimonio, la tua situazione finanziaria,
la tua salute... o altro? Tu, come Marta, dici “Il morto è morto, è putrefatto, nessuna possibilità di vita ormai... puzza.”

Gesù ti dice così:

40 «Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?» 

La parola “credi” che Giovanni usa per descrivere ciò che dice Gesù a Marta è pisteuō; che significa non una generica fede, ma la convinzione completa e profonda in qualcosa.

Se tu hai fede, il cadavere ritornerà a vivere. Questo non significa che accadrà quello che tu ti aspetti; Marta e Maria si aspettavano che Lazzaro sarebbe risorto alla fine dei tempi,  ma non si aspettavano di vederlo uscire saltando nella sua mummia di bende.

4° Fase: il reset

Non sappiamo cosa sia successo a Marta, se abbia davvero “resettato” le impostazioni di fabbrica. Nella Bibbia non c'è più traccia di lei dopo questo episodio.

Ma Maria, di lei si! Giovanni apre il brano con queste parole:

 2 Maria era quella che unse il Signore di olio profumato e gli asciugò i piedi con i suoi capelli;

E' evidente che Maria era diventata “famosa” in Israele per quel gesto, se Giovanni per far capire di chi si trattasse lo citi.

Quando era accaduto? Prima della risurrezione di Lazzaro o dopo? Se guardate nelle vostre Bibbie,
vedrete che nella colonnina a fronte, il capitolo 12 inizia con un titoletto: “Maria di Betania unge i
piedi di Gesù”.

Allora Maria, presa una libbra d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu piena del profumo dell’olio. Ma Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto quest’olio per trecento denari e non si sono dati ai poveri?» Diceva così non perché si curasse dei poveri, ma perché era ladro, e tenendo la borsa ne portava via quello che vi si metteva dentro. Gesù dunque disse: «Lasciala stare; ella lo ha conservato per il giorno della mia sepoltura. (Giovanni 12:3-7)

Una libbra di nardo (poco meno di mezzo chilo) sapete quando valeva? L'equivalente di circa 28.000 Euro. Maria non era ricca. Maria aveva capito che da lì a poco Gesù sarebbe morto, Gesù stesso lo spiega, forse lo aveva detto a Maria lui stesso.

Maria stava, semplicemente,  dando tutto ciò che aveva a colui che aveva cambiato la sua vita, a colui a cui avrebbe legato la sua vita da allora in avanti, a colui che avrebbe guidato, vegliato e guidato la sua vita.

Questo è “reset”. Questo è ritornare alle impostazioni di fabbrica. Questo è capire che:

1. Gesù è onnipotente
2. Gesù mi benedice
3. Gesù mi parla
4. Gesù mi da autorità
5. Gesù provvede per me

Preghiamo.
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