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29 maggio 2016

Un Dio che premia il tuo prossimo passo | 29 Maggio 2016 |

L'incontro con Gesù può trasformare anche il più convinto "non credente" in uno "strumento potente" nelle mani di Dio. Attraverso la storia di Giacomo, fratello di Gesù,  Michele Carlson ci mostra che questo è possibile.

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  • Molti avevano dubbi su chi fosse Gesù.
    "Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?»  (Marco 6:3)
    • Persino le persone più intime con Gesù avevano pensato che "fosse un pazzo" e avevano tentato di "trascinarlo via a forza".
    "Poi entrò in una casa e la folla si radunò di nuovo, così che egli e i suoi non potevano neppure mangiare. I suoi parenti, udito ciò, vennero per prenderlo, perché dicevano: «È fuori di sé»." (Marco 3:20-21)
    • Anche Giacomo, suo "fratellastro", quello più vicino a lui per età dei sei tra i figli e le figlie di Maria, non credeva in Gesù!
    "Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui." (Giovanni 7:5)

    Tre lezioni da imparare per noi


    1. Non perdere la speranza nella conversione dei tuoi familiari.
    • Il fratellastro che voleva trascinare via Gesù perché si vergognava di lui, di quello che diceva e di quello che faceva, diviene qualcuno così autorevole nella fede da essere chiamato a dirimere un importante dubbio della prima chiesa.
    "Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati». E siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivacemente con loro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni altri fratelli salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per trattare la questione. Essi dunque, accompagnati per un tratto dalla chiesa, attraversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando la conversione degli stranieri e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. Poi, giunti a Gerusalemme, furono accolti dalla chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono le grandi cose che Dio aveva fatte per mezzo di loro. 5 Ma alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, si alzarono dicendo: «Bisogna circonciderli, e comandar loro di osservare la legge di Mosè». Allora gli apostoli e gli anziani si riunirono per esaminare la questione. Ed essendone nata una vivace discussione, Pietro si alzò in piedi e disse: «Fratelli, voi sapete che dall'inizio Dio scelse tra voi me, affinché dalla mia bocca gli stranieri udissero la Parola del vangelo e credessero. E Dio, che conosce i cuori, rese testimonianza in loro favore, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna discriminazione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede. Or dunque perché tentate Dio mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i padri nostri né noi siamo stati in grado di portare? Ma noi crediamo che siamo salvati mediante la grazia del Signore Gesù allo stesso modo di loro». Tutta l'assemblea tacque e stava ad ascoltare Barnaba e Paolo, che raccontavano quali segni e prodigi Dio aveva fatti per mezzo di loro tra i pagani. Quando ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi: Simone ha riferito come Dio all'inizio ha voluto scegliersi tra gli stranieri un popolo consacrato al suo nome. E con ciò si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: "Dopo queste cose ritornerò e ricostruirò la tenda di Davide, che è caduta; e restaurerò le sue rovine, e la rimetterò in piedi, affinché il rimanente degli uomini e tutte le nazioni, su cui è invocato il mio nome, cerchino il Signore, dice il Signore che fa queste cose, a lui note fin dall'eternità". Perciò io ritengo che non si debba turbare gli stranieri che si convertono a Dio." (Atti 15:1-18)

    2. Non perdere la speranza negli altri credenti
    • Giacomo dice di rispettare le abitudini e le maniere di pensare di altri che condividano la fede in Gesù, anche se non collimano con le tue.
     "Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati, purché lo riteniate quale ve l'ho annunciato; a meno che non abbiate creduto invano. Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici. Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; e, ultimo di tutti, apparve anche a me, come all'aborto." (1 Corinzi 15:1-8)

    3. Non perdere la speranza nella potenza di Gesù risorto
    • Giacomo ha visto Gesù risorto, ha parlato con lui!
    • Lo storico Giuseppe Flavio (non credente) afferma che: "Giacomo fu messo a morte poiché credeva nella divinità del suo fratellastro Gesù".

    "noi, che crediamo, l'immensità della sua potenza." (Efesini 1:19b)

    • Chi può accedere a questa potenza? Tutti coloro che Gesù chiama fratelli.

     "Giunsero sua madre e i suoi fratelli; e, fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare.  Una folla gli stava seduta intorno, quando gli fu detto: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano».  Egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?»  Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre».(Marco 3:31-35)

    • Tutti coloro che fanno la volontà di Dio sono eredi di quella potenza
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    22 maggio 2016

    Cosa c'è nel tuo cuore? | 22 Maggio 2016 |

    Le parole, esse sono il termometro del tuo cuore. Per sapere come stai spiritualmente, basta ascoltare cosa dici durante un giorno. E quel che esce dalla tua bocca è un indice di cosa c'è nel tuo cuore.

    Simone Giannicola, partendo Matteo 34 e Luca 6 ci mostra che il nostro cuore deve essere pieno delle parole di Cristo per poter scegliere le parole con cui parlare al mondo.
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    "Razza di vipere, come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché dall'abbondanza del cuore la bocca parla. L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone; e l'uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie. Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato»." (Matteo 12:34-37)

    "Non c’è infatti albero buono che faccia frutto cattivo, né vi è albero cattivo che faccia frutto buono;  perché ogni albero si riconosce dal proprio frutto. Infatti non si colgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva dai rovi. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene, e l’uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore tira fuori il male; perché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca." (Luca 6:43-45)

    "Chiamata a sé la folla, disse loro: «Ascoltate e intendete: 11 non quello che entra nella bocca contamina l’uomo; ma è quello che esce dalla bocca che contamina l’uomo!» Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Sai che i farisei, quando hanno udito questo discorso, ne sono rimasti scandalizzati?» Egli rispose: «Ogni pianta che il Padre mio celeste non ha piantata, sarà sradicata. Lasciateli; sono guide cieche {di ciechi}; ora se un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso».  Pietro allora gli disse: «Spiegaci {questa} parabola». E Gesù disse: «Anche voi siete ancora incapaci di comprendere?  Non capite che tutto quello che entra nella bocca va nel ventre ed è poi espulso nella latrina? Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l’uomo. Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni.  Queste sono le cose che contaminano l’uomo; ma il mangiare con le mani non lavate non contamina l’uomo»." (Matteo 15:10-20)

    "Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio. Se dunque il tuo occhio è limpido, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se il tuo occhio è malvagio3, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno le tenebre! Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona." (Matteo 6:19-24)

    "Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita. " (Proverbi 4:23)

    "E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre." (Giovanni 1:14)


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    15 maggio 2016

    Godere la famiglia di Cristo | 15 Maggio 2016 |

    Se siamo credenti abbiamo il privilegio di far parte di una famiglia speciale in cui il nostro fratello maggiore è Gesù.

    Michele Carlson ci guida, attraverso il vangelo di Marco, a scoprire di quale meravigliosa famiglia facciamo parte; quella famiglia in cui un giorno in cui abbiamo creduto, Gesù ci ha presi per mano e ci ha condotti, alla presenza del Padre e dicendo: "Guarda! Ne ho portato ancora uno!"

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    "Poi entrò in una casa e la folla si radunò di nuovo, così che egli e i suoi non potevano neppure mangiare.  I suoi parenti, udito ciò, vennero per prenderlo, perché dicevano: «È fuori di sé»." (Marco 3:20-21)

    "Giunsero sua madre e i suoi fratelli; e, fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare. Una folla gli stava seduta intorno e gli dissero: «Ecco tua madre e i tuoi fratelli {e le tue sorelle} là fuori che ti cercano».  Egli rispose loro: «Chi sono mia madre e i miei fratelli?»  Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre»." (Marco 3:31-35)


    "Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno»." (Genesi 3:15)

    "Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio2, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna." (Giovanni 3:16)

    "Poiché chiunque fa la volontà di Dio, questi è mio fratello, mia sorella e madre" (Marco 3:35 Nuova Diodati - ND)




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    08 maggio 2016

    Aiutarsi a crescere gli uni gli altri - 2° parte | 8 Maggio 2016 |

    Aiutarsi l'un l'altro per crescere assieme significa ache pregare, essere veri ed incoraggiare nell'impegno l'altro.
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    La settimana scorsa avevamo iniziato a vedere come potevamo aiutarci a crescere gli uni gli altri: avevamo visto che il primo modo era quello di affermare che l'altro vale, e avevamo elencato quattro modi per farlo,  accettando l'altro, dimostrando attenzione per l'altro, dimostrando affetto all'altro, dimostrando di apprezzare l'altro sia quando non vede (di fronte agli altri)
    sia quando vede (di fronte a lui/lei).

    Ma quello di affermare l'altro è solo uno dei modi che abbiamo  per farci crescere a vicenda.

    Ne esistono molti altri, ed oggi vorrei vedere assieme a voi altri tre modi presenti nella Bibbia.

    Il secondo modo per aiutare l'altro a crescere è questo:

    2. Prega per la crescita dell'altro

    Paolo dice questo in Colossesi:

    “Un saluto anche da Èpafra, vostro concittadino, servo del Signore Gesù Cristo, che non cessa di pregare per voi, chiedendo a Dio di rendervi forti e perfetti, e di aiutarvi a sapere quale è la sua volontà in tutto ciò che fate.” (Colossesi 4:12 PV)

    Ti voglio fare una domanda: quando è che preghi per un tuo amico o una tua amica? Preghi quando è ammalato, è in pericolo, ha un grave problema?

    Voglio solo mostrarti “alcuni” esempi di preghiere di Paolo.

    “Per questo motivo  piego le ginocchia davanti al Padre … affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati.” (Efesini 3:14-16)

    “Io prego per voi il Signore che dà la pace.... che vi renda perfettamente capaci di fare il bene, in modo che possiate fare la sua volontà e, per mezzo della forza di Cristo, compia in voi tutto ciò che gli è gradito. A lui sia la gloria per sempre, in eterno! Amen.” (Ebrei 13:20-21 PV)

    “Per questo io prego per voi, stranieri, perché il Signore, che dà speranza, vi riempia della gioia e della pace, che vengono dalla fede e, per mezzo della potenza dello Spirito Santo, accresca la vostra speranza.” (Romani 15:13 PV)


    “Prego per voi continuamente, chiedendo a Dio, il Padre glorioso del nostro Signore Gesù Cristo, di darvi la saggezza di vedere chiaramente e di conoscere fino in fondo Cristo e tutto quello che ha fatto per voi.”( Efesini 1:17 PV)

    “Che il Signore vi dia una conoscenza sempre più profonda dell’amore di Dio e vi dia quella pazienza che è un dono di Cristo.” (2 Tessalonicesi 3:5 PV)

    “Prego che, per mezzo della sua immensa e gloriosa potenza, vi dia la straordinaria forza interiore dello Spirito Santo” (Efesini 3:16 PV)

    Per cosa stavano pregando Paolo e lo scrittore di Ebrei? Pregavano affinché altri fossero “fortificati”,  di “essere capaci di fare la volontà del Signore”, di essere riempiti dalla gioia che proviene dalla fede, pregava per la saggezza e per la conoscenza dell'amore di Dio, pregava per la forza interiore...

    Il problema è che, di solito  noi preghiamo per i bisogni degli altri: una malattia, una situazione grave,
    ma non preghiamo quasi mai per la crescita degli altri!

    Vi devo dare una notizia: nel Nuovo testamento ci sono più preghiere per la crescita dell'altro  che per la guarigione dell'altro! Come credenti siamo chiamati a pregare DI PIU' per la crescita  che per la guarigione.

    Ed è abbastanza chiaro il perché: la malattia è una eventualità nella nostra vita, la crescita è una necessità nella nostra vita di credenti!

    Due consigli per pregare per la crescita degli altri:

    I. Fanne una priorità

    Come finite i vostri incontri nei piccoli gruppi? Novanta volte su cento.... con una preghiera! Non è che sia sbagliato, ma la preghiera,  specialmente quella per lo sviluppo dell'altro è una priorità,
    non una chiusura, un “titolo di coda” del gruppo!

    II. Prega come normalmente parli

    Mi verrebbe da dire “prega come magni” (visto che dalle nostre parti c'è il detto “parla come magni”).

    La preghiera è un discorso che noi facciamo con nostro Padre. Immaginate per un attimo se parlassimo agli altri come preghiamo.

    “Deh, illustre amico, piacciati accondiscendere ad accompagnarmi in ora antelucana per degustare un estratto di nettare di frutta su base di acqua allo stato solido!”
    “Oh, mio carissimo, rivolgerò il mio pensiero teco e verrò affinché la tua gioa sia piena”

    Ragazzi, noi preghiamo così, eh! uno per volta, a turno, con voce da recita! Se per dire ad un amico “Andiamo oggi pomeriggio a prendere un gelato?” “Si va bene!” non usiamo quel tipo di voce e di linguaggio,  perché allora lo usiamo per parlare al nostro Padre?

    Il terzo modo per aiutare l'altro a crescere è questo:

    3. Ammetti i  tuoi errori

    Paolo dice così:

    “Perciò, basta con le bugie! Diciamoci invece la verità altrimenti, siccome siamo parte gli uni degli altri, quando mentiamo ai nostri fratelli, facciamo del male a noi stessi.” (Efesini 4:25 PV)

    Sapete una cosa? Quando penso a come ci comportiamo spesso noi credenti mi viene quasi sempre in mente una sigla di un programma TV di tanti anni fa...

    (video di "Johnny il Bassotto)

    Quante volte diciamo  “Io non sono non son stato non son mai venuto lì, a quell'ora faccio sempre la pipì."?

    Tentare di nascondere i nostri errori non fa crescere né noi né gli altri. Essere autentici, dire la verità, ammettere i propri errori; fa crescere te e  chi ti sta a fianco.

    Non deve essere la pubblica confessione di tutti i tuoi peccati segreti, ma semplicemente ammettere che “oggi è una giornataccia”, che hai una tentazione particolare per cui vuoi essere aiutato o aiutata.

    Smetti di far finta di essere Superman o Wonder Woman...  Non lo sei.

    Ammettere gli errori aiuta noi e gli altri a crescere in  cinque modi:

    a) Guarisce le emozioni

    “Confessatevi a vicenda i vostri peccati e pregate gli uni per gli altri, perché siate guariti. La preghiera sincera del giusto, fatta con fervore, è molto potente e dà risultati meravigliosi.” (Giacomo 5:16 PV)

    Due cose che voglio farvi notare in questo versetto.

    La prima: a chi devo confessare i miei peccati? A Marco? A don Mario? Al pastore? Al prete? Paolo dice: “confessate gli uni gli altri”.

    La seconda: devo confessare per essere perdonato? Paolo dice che devo confessare per essere guarito!
    Per essere perdonato da Dio, ti basta chiedergli scusa, ma per essere guarito dai tuoi errori,  dalle tue debolezze,  dai tuoi peccati,  devi confessarlo assieme ad altri!  Non a tutti, non sulla pubblica piazza, ma a qualcuno!

    b) Assicura un nuovo inizio

    “Chi nasconde i suoi sbagli non avrà successo; chi li confessa e li abbandona  sarà perdonato” (Proverbi 28:13 TILC)

    Non sarai mai realmente libero dai tuoi sbagli e dai tuoi peccati fino a quando non li avrai confessati.

    Se vuoi continuare ad essere schiavo o schiava di essi, devi solo fare finta che non sono un problema.

    Che cosa è che stai “facendo finta” che non sia un problema? Un'abitudine sbagliata,  una dipendenza,  un ricordo doloroso,  un risentimento verso qualcuno o qualcuna?

    C'è una strada che porta alla tua guarigione: e il sentiero è indicato nel versetto di proverbi: Confessione > Abbandono > Perdono.

    c) Ti fa ottenere la forza da Dio per cambiare

    “Allora, quando capirete di non essere niente davanti al Signore, sarà proprio lui che vi rialzerà e v’aiuterà.” (Giacomo 4:13 PV)

    Fino a quando sarai tu a reggerti alla fune, rischierai di precipitare; quando deciderai di mollarla troverai le braccia del Padre a prenderti.

    d) Accresce la fratellanza

    “Se, invece, come Gesù Cristo, viviamo nella luce della presenza di Dio, abbiamo una comunione reciproca fra noi cristiani e il sangue di Gesù, Figlio di Dio, ci purifica da tutti i peccati.” (1 Giovanni 1: 7 PV)

    Sapete perché molti di noi sono scettici nel confessare i propri sbagli agli altri? Perché pensiamo: “Se solo sapessero quello che faccio...”.

    Sapete invece cosa succede, se tu stai in un piccolo gruppo in cui sei amato? Tutti quanti scopriranno che “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23). Ti dimostrerai “vero”, autentico con gli altri, e gli altri possono apprezzarci per questa onestà.

    e) Da la possibilità a Gesù di agire in me

    “Se sei pieno di luce dentro, senza zone d'ombra, allora tutto in te risplenderà, proprio come se una lampada ti illuminasse col suo splendore". (Luca 11:36 PV)

    Gesù, che è pure onnipotente,  non può guarire il nostro male  se continuiamo a nasconderlo nel buio. Non può, fino a quando non lo portiamo dinanzi alla sua luce.

    Il quarto modo per aiutare l'altro a crescere è questo:

    4). Incoraggia l'impegno dell'altro

    Paolo ce lo chiede esplicitamente:

    “Siate felici, crescete in Cristo, incoraggiatevi a vicenda, andate d’accordo e vivete in pace e armonia. Il Signore che dà amore e pace sarà con voi.” ( 2 Corinzi 13:11b)

    E' un dato di fatto che lavorare in due è sempre più facile di lavorare da soli; Salomone la mette in questo modo in Ecclesiaste:

    “Una corda a tre capi non si rompe così presto.” (Ecclesiaste 4:12b)

    Un attimo, però: qui stiamo parlando di lavorare in due... e invece Salomone parla di tre capi...

    Avete presente come è fatta una corda?


    Chi è la “terza corda”?  Gesù! Per rendere forte la corda tua e quella dell'altro, le vostre vite debbono essere intrecciate assieme a Gesù.

    Quali impegni dobbiamo incoraggiare nell'altro?

    a) L'impegno ad amare Gesù Cristo

    Questo si chiama “adorazione”

    Fa parte del Gran Comandamento di Matteo 22:37:

    "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Matteo 22:37)

    perché tu sei stato creato per dar piacere a Dio.

    b) L'impegno ad amare gli altri credenti

    Questo si chiama “comunione fraterna”;  con loro hai in comune la salvezza: ti pare poco?

    “Amatevi a vicenda con tutto il cuore, perché, ubbidendo alla verità, la vostra anima è stata purificata dall’egoismo e dall’odio, e così ora potete amarvi sinceramente come fratelli.” (1 Pietro 1:2 PV)

    c) L'impegno a crescere nella Parola di Dio

    Questo si chiama “discepolato”:  Dio vuole che ciascuno di noi diventi simile a suo figlio Gesù.  Tu aiuti i tuoi fratelli e le tue sorelle  quando racconti ciò che hai imparato tramite la sua Parola.

    d) L'impegno a servire nei ministeri della chiesa

    Questo si chiama “ministero”:  Dio ti ha dato doni e talenti e vuole che tu li condivida con gli altri.  E questo lo puoi fare solo se sei coinvolto in un ministero  (ricorda che “un servo che non serve non
    serve”).

    e) L'impegno a condividere la buona notizia

    Questo si chiama “evangelizzazione”:  una volta che hai capito l'importanza di Gesù nella tua vita,
    la condividi con gli altri.

    Conclusione

    Dio ci ha messo in questa chiesa perché insieme possiamo cresciamo più rapidamente, ma tu devi decidere intenzionalmente di aiutare gli altri  e di essere aiutato dagli altri.


    Cosa farai?

    Farai come in un reality, cercando di dimostrare che sei “il migliore” per vincere il premio della giuria... o accetterai la realtà di Dio, aiutando e ricevendo aiuto per crescere in Cristo?

    Preghiamo.



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    01 maggio 2016

    Aiutarsi a crescere gli uni gli altri | 1 Maggio 2016 |

    Il compito della chiesa locale non è solo di crescere, ma di far crescere le persone che la formano. E la maniera migliore per crescere è di aiutarsi gli uni gli altri a crescere.
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    Nel precedente messaggio avevamo visto che il fine di ciascun credente è quello di portare frutto a Dio. Per fare questo, come un buon seme, devo essere “piantato”; e il campo fertile dove posso  crescere,  portare frutti  e produrre nuovi “semi” è la chiesa. Non la chiesa in generale ma la chiesa locale.

    Avevamo detto che non è importante la mia “forma” come seme, (se piccolo o grande) non importano che doni Dio mi ha dato, (tutti i doni sono funzionali alla crescita della chiesa, non ci sono doni piccolo o doni grandi, ma ci sono doni “differenti”).

    Le tre cose che sono importanti, avevamo detto sono scoprire i miei doni e i miei talenti (che sono nelle cose che “mi vengono facili”, quelle dove metto il mio cuore) permettere ai leader della chiesa di equipaggiarmi per il servizio (non partire con un proprio “piano”,  ma imparare da altri che già fanno quelle cose). avere un cuore disposto a servire ( mettendo a disposizione il mio tempo e il mio impegno anche nelle piccole cose); in breve “un servo che non serve non serve”.

    Lo scopo della chiesa locale è la crescita: vogliamo far crescere la chiesa, è vero, ma non è certo l'unico tipo di crescita che vogliamo.

    Infatti, per poter far crescere la chiesa, la prima cosa che dobbiamo fare è crescere noi stessi come credenti.

    Cosa ci fa crescere? La fede,  la preghiera, la lettura della Bibbia... ma c'è una cosa che ci fa crescere ancora di più, e che rende più efficaci tutte le cose che ho elencato.

    Questa cosa è contenuta in una frase che è ripetuta per 58 volte nel Nuovo Testamento (è la terza frase più presente dopo “amore” e “peccato” e viene prima di “salvezza”). Sapete quale é? “L'uno l'altro”!

    Dio non ci ha creati per essere delle isole, ma per avere rapporto con altri. Ricordate le parole di Dio in Genesi?

    “Non è bene che l'uomo sia solo...” (Genesi 2:18)

    Se Dio ha creato  l'uomo  per avere rapporti con gli altri sulla terra, in quel campo speciale dove le vite delle persone vengono piantate per produrre  frutto, la chiesa  Dio vuole non solo che abbiano rapporto, ma che imparino a crescere assieme.

    Uno dei maggiori obiettivi della chiesa  è proprio imparare ad aiutarci a crescere “gli uni gli altri”.

    “Perciò, incoraggiatevi ed edificatevi a vicenda, come infatti state già facendo.” (1 Tessalonicesi 5:11 PV)

    La cosa realmente affascinate della Bibbia è che,  quando apprendiamo un principio e lo mettiamo in pratica,  esso non rimane confinato nell'ambito “ecclesiastico”, ma lo possiamo applicare con successo a qualsiasi altro campo della nostra vita.

    Possiamo così aiutare a crescere i nostri amici, i nostri colleghi di lavoro, i nostri parenti, i nostri figli, il nostro sposo o sposa.

    Perché?  Perché i principi nella Bibbia non sono il “regolamento per gli iscritti al club”,  ma il “manuale d'uso e manutenzione” scritto da colui che ci ha creati.

    Come fare per aiutare l'altro a crescere?

    Ci sono quattro modi per aiutare l'altro (o l'altra) a crescere. Oggi vedremo il primo (domenica prossima vedremo gli altri tre).

    Voglio spendere più tempo sul primo modo per aiutare l'altro nella crescita perché è quello che è maggiormente enfatizzato nella società dove viviamo, ma che paradossalmente è più in conflitto con essa.

    1. Afferma che l'altro vale

    Proverbi dice:

    “La sofferenza del cuore abbatte l'uomo, ma la parola buona lo rallegra” (Proverbi 12:25)

    Avete fatto caso al titolo di MOLTE trasmissioni televisive attuali? “Italia's got Talent” ( = l'Italia ha talento), “Tu si que vales” ( = tu si che vali), "X Factor" ( = il fattore X per il successo)

    Ognuno dei partecipanti è lì per dimostrare che “vale”, che quello che sa fare con le mani, con la voce o con il corpo lo rende “speciale”.

    Vorrei vedere assieme a voi un breve filmato tratto da “X Factor Australia" del 2011:



    Emmanuel non sarebbe arrivato ad essere quello che è, se non ci fosse stata la sua madre adottiva Moira Kelly.

    Moira è credente, ha fondato una organizzazione che si chiama “Children First” ha lavorato in molte parti del mondo con i bambini bisognosi, e SA, come credente,  che la vita di un bambino può cambiare in maniera radicale, se quel bambino è “affermato”, se c'è qualcuno che gli dice : “Tu vali”. E' quello che ha fatto con Emmanuel.

    Ognuno di noi cerca affermazione, cerca di far vedere che lui (o lei) “vale”; ma i parametri di valore che vogliamo usare  sono completamente differenti da quelli dei reality.

    In un reality la cosa fondamentale è dominare sugli altri; nella “realtà” di Dio invece...

    Per affermare che l'altro vale io devo...

    a) Accettare l'altro

    “Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio.” (Romani 15:7)

    Avete presente un altro programma TV che si chiama “Uomini e donne”? Non l'ho mai visto per davvero,  ho visto qualche scena facendo zapping,   ma mi dicono che la “logica” sia quella di “formare” delle coppie e i vari “concorrenti” per “accaparrasi” il o la “tronista” devono “buttare giù” l'altro o l'altra, devono fare del tutto per sminuire, mettere in ridicolo, abbattere...

    E' per questo che vi dicevo che c'è un paradosso nella società moderna tra la voglia di avere valore, di valere, e la necessità di farlo a discapito di qualcun altro.

    Quale logica sta dietro a questo comportamento? Che per poter valere più di te, non mi serve di aumentare il mio valore, ma mi basta diminuire il tuo, così che io sarò più in alto rispetto a te: questa è la logica!

    Noi viviamo in una società che butta giù l'altro per avere più valore noi stessi.

    Ma facciamo anche di peggio (soprattutto noi credenti);  facciamo paragoni con gli altri  sulla base delle cose che a noi riescono meglio: “Senti che preghiera senza senso dice Tizio!” “Ah, vedi che Caio è sempre l'ultimo che arriva la domenica!” Questo ci fa sentire “superiori”! Paolo ci ammonisce così:

    “Ma tu, perché critichi tuo fratello? E tu, perché lo disprezzi? Ricordatevi che tutti dovremo comparire davanti al tribunale di Dio, per essere giudicati.” (Romani 14:14 PV)

    Dio non fa come noi facciamo: non butta mai giù,  non ti accusa mai. Qualcun altro è “l'accusatore dei fratelli”... Satana! E quando noi accusiamo o giudichiamo un nostro fratello o una nostra sorella, stiamo facendo il mestiere di satana!

    Come posso accettare l'altro? Smettendola di insistere che deve essere esattamente come sono io!

    Per affermare che l'altro vale io devo...

    b) Dimostrare attenzione per l'altro

    “Così dunque, finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma specialmente ai fratelli in fede.” (Galati 6:10)

    Il problema di molti di noi è che è vero, non facciamo il male... ma non facciamo neppure il bene! In pratica, non facciamo NIENTE per l'altro, e ci sentiamo soddisfatti.

    Paolo invece ci dice che  dobbiamo intenzionalmente fare il  bene per gli altri. Devi “cogliere l'opportunità”.

    Paolo ci dice di farlo a tutti, ad iniziare dai nostri fratelli e sorelle nella fede. E qui ci sono spesso due problemi.

    Spesso il bene lo facciamo “al di fuori” della chiesa, e lo giustifichiamo con la “testimonianza”.
    Quelli della chiesa... beh, tanto hanno il Signore che li aiuta...

    Altre volte cerchiamo di farlo a quelli della chiesa, che, cortesemente lo rifiutano,  dicendo : “Ma no, non mi serve nulla, tanto ho il Signore che mi aiuta!”

    Nel primo caso siamo mancanti noi, di fronte al comandamento di Paolo, nel secondo è mancante il nostro fratello o la nostra sorella in Cristo, perché ci impedisce di adempiere a un comandamento.

    Paolo ci dice che dobbiamo “cogliere l'attimo: questo significa che dobbiamo essere attenti. utto quello a cui presto attenzione cresce: il mio orto, i miei figli, il mio matrimonio … tutto tranne i miei capelli!

    Sapete quale sia il dono più grande che possa fare a chi amo? Il mio TEMPO! Si scrive Amore, si pronuncia TEMPO! E sapete quale è il ladro maggiore del nostro tempo. Vorrei vedere assieme a voi un altro video:



    Che cosa stava togliendo l'amore nelle persone del video? La Tecnologia! La TV e il PC /tablet/smartphone!

    L'ISTAT stima che in media, un italiano dagli 11 ai 75 anni passi davanti alla tv 3 ore e 50 minuti. A questo c'è da aggiungere 2 ore davanti al pc/tablet/smartphone. Trascorriamo quasi il 40% della nostra giornata davanti a uno schermo di qualche tipo. Solo 15 minuti vengono dati al gioco coi propri figli...

    I compiti per questa settimana

    Ecco cosa voglio che facciate questa settimana:

    I. Cerca opportunità per dimostrare attenzione alle persone che normalmente attraversi con lo sguardo:i tuoi vicini, le persone al lavoro, la commessa al supermercato dove vai sempre. Non aspettare che capitino...cercale!

    II. Fissate un tempo con il vostro piccolo gruppo per per uscire assieme. Non deve essere nulla di elaborato, anche un gelato assieme va bene.

    III. Per le coppie: fate un appuntamento con vostro marito o vostra moglie.  Invitatevi a vicenda una sera fuori. Se avete bisogno di baby sitter chiedete al vostro piccolo gruppo o a qualcuno nella chiesa.

    Per affermare che l'altro vale io devo...

    c) Dimostrare affetto all'altro

    Dio ci ha creati con un intelletto, la capacità di pensare e di provare sentimenti, ma ci ha creato anche con un fisico: e fisico e mente sono collegati, per cui se sta bene il fisico sta bene anche la mente e viceversa. Il fisico  spesso traduce in forma breve i nostri sentimenti.

    Quale è secondo voi l'azione “fisica” che traduce il pensiero “ti voglio bene”? E' l'abbraccio!

    E' scientificamente dimostrato che i bambini che subiscono l'assenza di contatto fisico nei primi anni di vita  presentano uno sviluppo più lento di quelli che vengono regolarmente abbracciati e cullati.

    Una università americana ha effettuato vari studi giungendo alla conclusione che per avere una vita più sana ed equilibrata dal punto di vista emotivo ogni adulto necessita tra gli otto e i 10 contatti significativi con altri ogni giorno: strette di mano, abbracci, pacche sulle spalle.

    Cominciamo da subito... alzatevi, e ognuno abbracci qualcuno NON della propria famiglia né del proprio piccolo gruppo.

    Lo ammetto, uno dei miei linguaggi di amore è il contatto fisico, chiedete a mia moglie se riesco ad addormentarmi senza toccarle almeno con un dito la sua spalla.

    A me piace il contatto fisico, e nel tempo ho individuato tre tipi di contatto: (e qui mi serve un volontario):
    • il “contatto alla Carla Fracci - riluttante” (stretta di mano “molle”, guancia che si sfiora mentre guardi da un'altra parte);
    • il “contatto alla Bud Spencer- energico” (stretta di mano a morsa, pacche violente sulle spalle);
    • il “contatto  avvolgente” (le braccia abbracciano veramente l'altro, il bacio è vero sulla guancia).
    Indovinate quale mi piace? Paolo afferma questo:

    “Amatevi a vicenda come fratelli e siate rispettosi gli uni verso gli altri.” (Romani 12:10 PV)

    Per affermare che l'altro vale io devo...

    d) Dimostrare di apprezzare l'altro.

    Il verbo “apprezzare” è un verbo latino composto da: “pretium”, ovvero “costo, prezzo ” più il suffisso rafforzativo “ad”, ovvero “più, maggiore”; quando tu apprezzi i tuoi fratelli e le tue sorelle in Cristo,  i tuoi figli,  la tua sposa o il tuo sposo, stai facendo crescere il suo valore.

    Paolo dice:

    “Sono così contento che Stefana, Fortunato e Acaico siano venuti qui a trovarmi: hanno riempito il vuoto che sentivo per la vostra assenza. Essi mi sono stati di grande incoraggiamento e di aiuto spirituale, come lo sono stati per voi. Sappiate, quindi, apprezzare le persone di questo stampo.” (1 Corinzi 16:18 PV)

    Come faccio ad “aumentare il valore” di una persona? Ci sono due modi: uno riguarda il valore della persona per gli altri (quello che gli altri pensano di lui) e uno riguarda il valore che quella persona pensa di avere per gli altri (quello che lui pensa che gli altri pensino di lui).

    1. Di fronte agli altri

    Un proverbio di Salomone dice:

    “Il vento del nord porta la pioggia,e la lingua che sparla di nascosto, fa oscurare il viso.” (Proverbi 25:23)

    Gran parte dei proverbi ci mettono in guardia dai nostri atteggiamenti “negativi” (come in questo caso). Proviamo allora a fare una “parafrasi”,  ovvero a dire lo stesso concetto con parole differenti, e stavolta mettiamo il proverbio al “positivo”

    “Il vento dell'est porta il sereno e la lingua che loda di nascosto fa illuminare il viso”

    Se tu lodi in segreto qualcuno di fronte ad altri,  quando lui non vede e non sa, tu stai incrementando il valore di quella persona, stai facendo crescere la stima che gli altri hanno di lui o di lei.

    2. Di fronte a lui/lei

    “Perciò, incoraggiatevi ed edificatevi a vicenda, come state già facendo.” (1 Tessalonicesi 5:11 PV)

    C'è una sola maniera... DIGLIELO!  Con quali parole? Con un GRAZIE! Da quanto tempo non ringrazi coloro che stanno lavorando nei vari ministeri di questa chiesa? Da quanto non stai ringraziando il tuo sposo o la tua sposa per quello che sta facendo per te?

    Conclusione

    La società in cui viviamo afferma che io valgo di più se tu vali di meno. Dio afferma che io valgo di più quando aiuto te a valere di più.

    C'è una bella storia nel vangelo di Marco (Marco 10:32-44) dove due apostoli, fratelli tra loro, Giacomo e Giovanni, chiedono a Gesù di sedere uno a destra e l'atro a sinistra del suo trono in Cielo. Gesù non li tratta male, ma gli dice semplicemente “voi non sapete quello che state chiedendo”. Gli altri apostoli, quando sanno di questa richiesta si arrabbiano molto con Giacomo e con Giovanni. Gesù, con immenso amore, li mette tutti assieme, li fa sedere attorno a lui, e gli dice queste parole:



    "Fra di voi deve essere diverso. Anzi, chi vuole essere grande fra voi, deve essere il servo degli altri.  E se uno vuole essere il primo, deve servire come uno schiavo, perché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita in riscatto per molti!" (Marco 10:42b-44)

    “Servire per servire”. Se vuoi essere utile nella tua vita, se vuoi che la tua vita serva a uno scopo, allora devi servire l'altro, anche affermando che l'atro, che l'altra vale, e che vale più di te.

    Preghiamo.

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