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27 novembre 2016

Come insegnare la via di Dio a tuo figlio | 27 Novembre 2016 |



C'è una via giusta per l'uomo,  che è quella scelta dal Signore.  Sta a te come genitore insegnarla a tuo figlio.

(Messaggio registrato il 7/12/2008)
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Questi pochi giorni che mancano al Natale sono per molti genitori un'estenuante corsa da un negozio
ad un' altro per trovare il regalo che i nostri figli hanno richiesto da tempo (a noi o a ... Babbo Natale, a secondo dell'età!), o che pensiamo sia utile o divertente per loro.

Nel mondo, in questo periodo, c'è un grande affanno e un grande dispendio di tempo e di denaro nei confronti dei figli; c'è la gioia di donare qualcosa che gli piaccia per il piacere incommensurabile di vedere i loro occhi sgranati e le loro bocche aperte per la gioia quella mattina, di ricevere gli abbracci e i baci e di condividere un poco della gioia pura che solo i bambini sanno esprimere.

Purtroppo la vita di genitori non è sempre così; ci sono anche le preoccupazioni, le frustrazioni che comporta l'essere genitori.

Non so se capita anche a voi, ma ci sono alcuni giorni in cui vorrei essere capace di riavvolgere il nastro della mia giornata con i miei figli e ricominciarla da capo, così da poter essere più amorevole, o più compassionevole, o più paziente.

Altre volte, poggiando la testa sul cuscino, parlo col mio Signore dicendogli: Padre, non ce la faccio ad essere un buon genitore, forse sarebbe stato meglio per Matteo e Benjamin che tu li avessi dati a qualcun altro invece che a me...”

Vedete, non vengo qui come un super esperto: lo sono dei miei molti errori, ma ho bisogno di apprendere tutto su come educare e comportarmi con i miei figli.

Essere genitori è difficile; il mondo è pieno di insidie, ma soprattutto è pieno di persone che vogliono dare consigli su come educare i tuoi figli. Dalle trasmissioni della mattina, agli inserti nelle riviste, per finire agli psicologi della scuola.

Sono confuso, come posso decidere quale consiglio è quello degno di fiducia? C'è un modo in questa selva di consigli contrastanti per trovare un sentiero sicuro che conduca mio figlio dall'altra parte, al sicuro?

Ricordo un episodio della mia infanzia; un pomeriggio d'agosto, la mia famiglia era assieme a quella dei miei cugini, e dopo aver pranzato i miei decisero di andare al lago a piedi...passando per i boschi.

Sapevano che un tempo esisteva un sentiero che scendeva da casa dei miei fino alla valle, e così ci incamminammo; sfortunatamente, man mano che procedevamo, il sentiero diventava sempre più intricato e nascosto dai rovi, fino a quando si interruppe.

A quel punto nessuno sapeva più dove andare e cosa fare, sino a quando, per caso, incontrammo un vecchio contadino che stava rientrando a casa.

Spiegammo che avevamo perduto il sentiero e che non sapevamo più dove andare. Anche se non si vedeva più, lui conosceva il sentiero, e con l'accetta si mise davanti a noi, ritrovando il passaggio e portandoci in breve al punto dove eravamo diretti.

Il sentiero non era scomparso; esisteva ancora, serviva solo qualcuno che sapesse trovarlo e renderlo di nuovo visibile.
Allo stesso modo, come credenti dobbiamo sapere che esiste un sentiero che Dio ha predisposto per guidare noi ad educare i nostri figli.

La Bibbia parla appunto di una via giusta da seguire, e di una via sbagliata

La via giusta

"Ammaestra il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure quando sarà vecchio." (Proverbi 22:6 ND)

"La strada maestra dell'uomo retto è evitare il male; chi bada alla sua via preserva sé stesso."(Proverbi 16:17)

Nel sentiero della giustizia sta la vita, e nella via che essa traccia non c'è morte. (Proverbi 12:28)

La via sbagliata

"Chi cammina nella rettitudine teme il SIGNORE, ma chi è traviato nelle sue vie lo disprezza."(Proverbi 14:2)

"Tutte le vie dell'uomo a lui sembrano pure, ma il SIGNORE pesa gli spiriti." (Proverbi 16:2)

Quale via vuoi insegnare?

C'è una via giusta per te e per tuo figlio, che è quella scelta dal Signore, e c'è una via sbagliata. E questo è in conflitto con quello che dice il mondo.

Il mondo, con i suoi consigli, ti dice che c'è una molteplicità di vie da seguire per ammaestrare i tuoi figli, che puoi trovare da te la TUA via che faccia felice te e lui! La scelta è ampia, le strade sono ampie, non devi fare nulla, devi solo salirci sopra e loro ti porteranno al sicuro.

Tutto questo non è vero; la Bibbia dice: c'è UNA via giusta, le altre lo SEMBRANO, ma è Dio che pesa e stabilisce.

Il vecchio agricoltore non decise di aprire un nuovo sentiero per portarci a valle; conosceva che QUELLO era IL sentiero. Era là da centinaia di anni, era il più sicuro, il più diretto, e il migliore.

Quale sentiero vogliamo per i nostri figli? Come vogliamo che crescano? Vogliamo di certo che crescano sani fisicamente, spiritualmente, emozionalmente. Vogliamo il meglio del meglio per loro, vogliamo che VIVANO realmente!!!

"Nel sentiero della giustizia sta la vita, e nella via che essa traccia non c'è morte."(Proverbi 12:28)

Come posso allora aiutare mio figlio a scegliere una via che è più difficile delle altre, che è più stretta delle altre, e che non è “alla moda”? Come posso aiutarlo a divenire non “seguace di Gesù” ma “simile a Gesù”, allora?

Ci sono quattro passi con cui posso aiutarlo. Oggi vedremo i primi due.

  • 1) Assicuragli fondamenta spirituali

In ogni famiglia che si rispetti, una di queste quattro frasi è stata pronunciata almeno una volta:

“Cara, ti sei assicurata che il bambino non abbia freddo?”
“Caro, assicurati di comperargli lo zainetto nuovo per scuola!”
“Assicurati di prendere i soldi per pagare la piscina per nostro figlio.
“Assicurati che il bambino mangi tutto, mi raccomando”

Cerchiamo di dare il meglio ai nostri figli assicurando loro una vita confortevole e dignitosa rispetto ai loro coetanei, dove crescano e crescano sani...

Ma ci assicuriamo della cosa fondamentale come credenti?
Ci assicuriamo che abbiano delle fondamenta spirituali solide?

Giosuè disse una volta al suo popolo che era necessario scegliere OGGI per il futuro:

"Scegliete oggi chi volete servire... quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE". (Giosuè 24:15)

Dobbiamo scegliere OGGI quello che saranno le fondamenta di nostro figlio nel futuro; e per fare questo, è necessario che NOI per primi scegliamo di servire il Signore, e non altri.

Sapete quanto tempo ci vuole per costruire un intero grattacielo? Ci vogliono circa 21 mesi; di questi, 18 servono per costruire le fondamenta, e soli tre per tirare su tutto il resto.

Costruire le fondamenta è un lavoro “sporco”, devi scavare, devi andare in profondità, devi rinforzare in continuazione lo scavo perché non crolli, non è gratificante, perché non vedi nulla. Ma se le fondamenta sono solide, allora il grattacelo sarà sicuro. Se le fondamenta sono solide, anche se un terremoto danneggia l'edificio, si può sempre costruirne un altro sopra.

Ma in quale modo posso contribuire ad assicurare delle fondamenta spirituali solide ai miei figli?

  • a) Costruendo la vita della tua famiglia attorno a Dio.

E' questo il primo passo.

Dobbiamo costruire e alimentare il nostro matrimonio attorno a Dio, gestire le nostre finanze secondo i principi di Dio, cercare Dio in ogni singolo problema (dal più piccolo al più grande), non cercare di fare da soli nelle prove, ma di trarre la forza da Dio...

La vita della tua famiglia diventa così un esempio vivente agli occhi di tuo figlio di cosa vuol dire “vivere per Dio”.

Quanti di voi scrivono “liste”? Liste di cosa comperare, di cosa fare, chi contattare, eccetera.

Se io vi chiedessi di farne una lista in questo momento delle cose importanti nella vostra vita, probabilmente uscirebbe fuori più o meno così:

1) Dio (è ovvio, perché siamo TANTO spirituali!)
2) la famiglia
3) le amicizie
4) il lavoro

Posso darvi un consiglio? Togliete Dio dalla cima della vostra lista; non è più al numero uno... toglietelo...

...mettetelo A FIANCO della lista! E' quello il posto che gli compete.

Dio non è il numero uno della tua lista, ma è colui che deve controllare e influenzare ogni aspetto della tua lista. Egli non deve essere la parte più importante della tua vita ma deve essere il perno attorno al quale ruota la tua vita.

Se fai questo, guarda cosa dice la Bibbia accadrà

"Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli raddrizzerà i tuoi sentieri. "(Proverbi 3:6)

Per assicurare solide fondamenta spirituali a tuo figlio il primo passo è costruire la vita della tua famiglia attorno a Dio.

Ma una volta costruita la nostra famiglia, dobbiamo anche fare in modo di svilupparla attorno a qualcosa di solido ed importante

b) Sviluppando la famiglia attorno a valori che contano.

Questo è il secondo passo.

Pur non avendo fatto una “riunione di famiglia”per decidere, da quando ci sono i figli io e mia moglie abbiamo puntato su tre valori principali.

  • Il lavoro importante di papà e di mamma è quello che fanno la domenica in chiesa.

I figli sanno che ognuno di noi due ha un lavoro secolare, più o meno remunerativo; ma il lavoro vero è quello che facciamo la domenica per Dio nella chiesa; se c'è qualcosa da cancellare come famiglia la domenica perché c'è una necessità per la chiesa, si fa; non lo si fa mai per il lavoro secolare.

Così facendo i nostri figli sanno che ai loro genitori piace il lavoro perché permette alla famiglia di vivere più che decorosamente, ma che il nostro cuore non è là, dove si guadagnano i soldi, ma qua, dove non ci sono soldi, anzi...ci sono bollette da pagare.
Le nostre vite non ruotano attorno all'avere, ma attorno al dare.

  • Il divorzio non è una opzione possibile.

Molti degli amici di Matteo e Benjamin hanno genitori separati o divorziati; abbiamo detto più volte a loro che, qualsiasi cosa accada, mamma e papà rimarranno uniti e che il divorzio non è una opzione possibile (l'omicidio potrebbe esserlo...).

Così facendo abbiamo tolto una pressione tremenda dalle loro spalle, perché sanno che, qualsiasi cosa accada, la nostra famiglia rimarrà unita e che non dovranno vedere a turno i propri genitori e dividere il loro amore in due.

  • Non esiste problema che non possa essere discusso con mamma e papà.

All'età dei nostri figli i “problemi” normalmente sono “qualche danno che ho fatto per cui temo di essere punito”.

Magari capita (soprattutto a me) di arrabbiarmi per le cose più stupide, ma quando succede qualcosa di più importante, tendiamo a discuterne con più calma, a trovare motivi e soluzioni assieme.

In questo modo imparano che l'onestà è la legge della nostra famiglia; sono sicuri che, se succede qualcosa di grave, possono rivolgersi a noi e troveranno una porta aperta e un genitore pronto ad ascoltare.

Non posso stabilire quali possano essere valori importanti per le vostre famiglie; possono essere, la stabilità, la gioia, la sicurezza, e molti altri.

Decidete quale è la priorità su cui vorreste lavorate, ed impegnatevi per i prossimi 4-6 mesi nello svilupparla all'interno della famiglia, enfatizzandola e parlandone.

E quando l'avete raggiunta, allora aggiungete un nuovo valore.

C'è una raccomandazione da fare, tuttavia; non c'è niente di peggio e di più infruttuoso che inserire valori importanti nella famiglia come fosse una sentenza di un tribunale!

Non ti aspettare che, una volta messo sul frigo l'elenco dei valori fondamentali, ognuno si adegui e “obbedisca”; devi impegnarti e lavorare tu per primo.

Guarda cosa dice a proposito la Bibbia in Deuteronomio:

Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città. (Deuteronomio 6:6-9)

C'è lavoro qua dentro, ma sii creativo! Non cercare di imporli come un obbligo, ma rendili parte della tua vita di famiglia. Parlane, enfatizzali, sii onesto valutando con i figli quello che di buono si è fatto e quello che c'è ancora da fare.

Se vuoi che tuo figlio assomigli a Gesù, il primo passo è assicurargli solide fondamenta spirituali costruendo la vita della tua famiglia attorno a Dio e sviluppando la famiglia attorno a valori che contano.

  • 2) Accettali incondizionatamente

Sino ad ora ho continuato a ripetere “i miei figli”, “i nostri figli”; in realtà questo modo di chiamarli non è propriamente corretto.

I miei figli non sono “miei”, ma sono i figli che Dio mi ha donato, con cui Dio mi ha premiato e che (soprattutto) Dio mi ha AFFIDATO.

Il Salmo 127:3 dice:

"Ecco, i figli sono un dono che viene dal SIGNORE; il frutto del grembo materno è un premio. "(Salmi 127:3)

I figli sono un dono, un premio (anche se qualche volta, quando siamo esasperati, possiamo pensare che siano una punizione!), ma anche un impegno.

Soprattutto un impegno, perché ci sono stati affidati da Dio. Egli li ha creati così come sono e tra tutti gli altri possibili genitori li ha affidati a noi.

Dobbiamo accettare ed amare i nostri figli così come Dio li ha creati, senza pensare a come vorremmo fossero.

Vi faccio un piccolo paragone: Dio è nostro padre, vero? Siamo perfetti? Assolutamente no! Ma lui ci accetta lo stesso così come siamo: questa si chiama GRAZIA!
Dio ci chiama ad estendere la grazia che è stata concessa a noi anche ai nostri figli.

E il miracolo stupendo è che Dio ha scelto proprio te per estendere quella grazia su tuo figlio; nulla è per caso, ricordalo! Hai accettato il dono di Dio?

Lessi un po' di tempo fa la storia di una famiglia di credenti a cui nacque un bimbo con gravi deficit fisici e intellettivi.

Anche se erano credenti maturi, il dolore per quel figlio tanto atteso ed ora così gravemente menomato, li portò a prendersela con Dio.

La coppia contattò una loro amica suora per occuparsi del bambino quando i genitori erano al lavoro; la madre confidò a lei tutta la sua rabbia.

La suora ascoltò in silenzio lo sfogo della madre, tenendole la mano.

Quando la donna ebbe finito, la suora sorrise e disse: “Chi poteva scegliere Dio, se non voi, per aver cura di questo piccolo? Egli conosce il vostro amore e la vostra fedeltà al Signore; nella vostra famiglia il bambino sarà accudito, rispettato ed AMATO! Dio vi ha benedetti perché così potrete dimostrare al vostro bimbo la Grazia che Egli ha avuto per voi.”

Hai accettato incondizionatamente il dono di Dio? Accettarli così come sono, non come vorremmo fossero, è il modo più potente per comunicare loro il nostro amore ai figli che ci sono stati affidati.

Se non sai come fare per dimostrarglielo, ti suggerisco i tre principali modi:


  • a) Dagli la tua Attenzione

I momenti più belli che ricordo di mio padre non sono quelli dei grandi regali (il motorino a 5 anni! – la TV portatile tutta per me a 10 - la Fiat 500 a 18), ma le sere in cui ci mettevamo attorno al fuoco assieme a mia madre, a mia nonna e a mio fratello, e lui mi raccontava della sua vita sotto i bombardamenti a Viterbo, di come riusciva a sopravvivere lui e la sua famiglia nei rifugi antiaerei... Più io gli chiedevo, più lui raccontava...

In quei momenti lui dava a me TUTTA la sua attenzione, per ore; questo mi faceva sentire amato, desiderato, prezioso, accettato nonostante io fossi io, con il caratteraccio che avevo (e che HO).

Da un paio di mesi abbiamo deciso di anticipare di mezz'ora la chiusura del negozio dove lavoro, così da poter cenare tutti quanti assieme; la TV rimane RIGOROSAMENTE spenta (salvo eventi “straordinari” – calcio o F1!).

Ed è da allora che ho riscoperto quanto sia bello sedere a tavola e ascoltare e rispondere alle domande che Matteo e Benjamin mi fanno.

E' in questo modo che gli faccio capire che li accetto per come sono; dandogli la mia attenzione.

  • b) Dagli parole di Affermazione

Noi modelliamo i nostri figli a seconda del modo in cui gli parliamo e li trattiamo.

Quale tipo di parole usiamo? Sono parole che li sostengono che li affermano, o sono parole che buttano giù? Edificano o distruggono?
Gli parliamo col rispetto dovuto ad un essere umano (anche se piccolo), o gli parliamo come a un qualcosa di nostra esclusiva proprietà?

Le parole che ci vengono più spesso alle labbra, sono “stupido” o “deficiente”, oppure “bravo” , “ben fatto” o “non ti preoccupare”?

Le parole che usiamo possono essere macigni, o possono essere medicine: Paolo dice:

"Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio." (Romani 15:7)

Siamo parte della medesima squadra, noi, i nostri figli, e Cristo. Hai detto a tuo figlio che lo ami? Forse si, forse non lo hai fatto da anni. Fallo ora.

  • c) Dagli gesti di Affetto

Uno dei miei linguaggi d'amore preferiti è il “contatto fisico”, per cui mi risulta molto semplice dare abbracci e baci ai miei figli.

Devo avere “attaccato” questa malattia anche a loro che, difatti, la mattina mi rincorrono fin nel giardino se non gli ho dato il bacetto prima di andare al lavoro.

Quando è morto mio padre, la prima cosa che mi è venuta in mente è che non avevo avuto il tempo di abbracciarlo un'ultima volta, e che non avrei avuto più la possibilità di farlo.

Paolo incoraggia i credenti a gesti “fisici” per dimostrare amore:

"Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio." (Romani 16:16a)

Anche se non è il tuo linguaggio d'amore, dovresti dimostrare a tuo figlio l'affetto anche attraverso il contatto fisico; lui lo aspetta da te.

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Siamo alla conclusione di questo primo messaggio sui figli.

Se pensi che la via giusta per la tua famiglia sia difficile da seguire perché il sentiero è nascosto dai rovi, sappi che c'è qualcuno che la conosce ed è capace di mostratela.

"Ammaestra il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure quando sarà vecchio." (Proverbi 22:6 ND)

C'è un sentiero che Dio ti esorta a mostrare ai tuoi figli; come genitore hai l'impegno di aiutarli ad
incamminarsi su di esso.

1) assicurandogli fondamenta spirituali:

  • a) costruendo la vita della tua famiglia attorno a Dio
  • b) sviluppando la famiglia attorno a valori che contano.

2) accettandoli incondizionatamente

  • a) dandogli la tua attenzione
  • b) dandogli parole di affermazione
  • c) dandogli gesti di affetto
Scrivi nel cuore di tuo figlio la mappa del sentiero che possa condurlo alla fonte della Grazia dove tu e lui, un giorno potrete vivere assieme in armonia.

Preghiamo
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20 novembre 2016

Adorare Dio col mio canto | 20 Novembre 2016 |

Simone Giannicola si racconta nella nostra chiesa, attraverso la sua musica, accompagnato dalla voce di Morgana Vassallo, sua moglie.

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"Scrivere canzoni è uno dei modi con cui esprimo la mia adorazione al Signore. Ho iniziato a scrivere per memorizzare i versetti della Bibbia..."

E' così che Simone Giannicola inizia il su racconto ed il suo messaggio di Cristo fatto della musica che Lui gli ha ispirato e che sono il tributo a colui che ha cambiato la sua vita. Ed attraverso alcune delle sue canzoni ci narra un poco del suo cammino con Cristo, e ci incoraggia ad usare la nostra voce per adorare il nostro Dio


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"Salmo 100" 

"Questa è la prima canzone che ho scritto. Il testo è un salmo, e la musica è di solo quattro accordi."



Cantate al Signore
Con forza
Abitanti di tutta
La terra

Servite il Signore
Con letizia
Presentandovi
A Lui gioiosi

Riconoscete che
Il Signore è il nostro Dio
E' Lui che ci ha fatti e siamo suoi(x2)

Noi siamo suo popolo
E gregge
Di cui Egli
Si prende cura

Entrate nella sua presenza
Ringraziando

E lodando il suo nome

Riconoscete che
Il Signore è il nostro Dio
E' Lui che ci ha fatti e siamo suoi(x2)

Poichè il Signore
E' buono
E la sua bontà
E' eterna

La sua fedeltà
Si protrae
Per ogni generazione

Riconoscete che
Il Signore è il nostro Dio

E' Lui che ci ha fatti e siamo suoi(x2)



"Ho bisogno di te"

"Come carattere sono una persona naturalmente riservata, che spesso non esprime le proprie emozioni. Nella musica riesco invece a trasmettere le mie emozione per il Signore e al Signore.


Gioie e dolori
Si alternano ogni dì
Nel corso della vita
Che è difficile accettar

Io mi guardo tutto attorno
Per cercare un sostegno
Non confido più nell'uomo oramai
E nelle sue capacità

Ho udito di un re
Che rasserena i cuori
Di tutti gli uomini che
Pentiti invocano il suo nome

Ho bisogno di te
Ho bisogno di te
Nella mia vita breve
Che depongo ai tuoi piè

Io desidero che
Appartenga a te
E ne faccia ciò che vuoi
Or non ha più importanza
Ciò che gli altri pensano
Ho trovato un vero amico
Gesù che sei il mio Dio

Ed io provo in ogni modo
A gloriarti nel mio agir
Ma il peccato vive dentro di me
E mi impedisce di riuscir

Ora guardo a te
Immolato e fedele
Su quella croce lassù
Che mi parla d'amor

Ho bisogno di te
Ho bisogno di te
Nella mia vita breve
Che depongo ai tuoi piè

Io desidero che
Appartenga a te
E ne faccia ciò che vuoi


"Luce sei"

"Ho pensato di scrivere questa canzone leggendo il capitolo 1 del Vangelo di Giovanni:

"Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta. Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni; egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce. La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.  Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto.  venuto in casa sua, e i suoi non l’hanno ricevuto;  ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome,  i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio. E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità." (Giovanni 1:1-14a)

Come credente voglio contemplare la verità, la luce di Gesù nel mondo."



Luce sei
che nel buio risplende
in questo mondo

Dove tu
camminasti umilmente
lasciando il cielo

Luce sei
che nel buio risplende
in questo mondo

Dove tu
camminasti umilmente
lasciando il cielo



Noi contempliam la tua gloria
come di unigenito dal Padre
pieno di grazia e di verità

Gesù è la via
la verità
Gesù è la vita (x4)

Noi contempliam la tua gloria
come di unigenito dal Padre
pieno di grazia e di verità

Luce sei
che nel buio risplende
in questo mondo



"Come un libro"

"Per terminare questa canzone ho impiegato quasi dieci anni; i pensieri nel frattempo sono maturati, sono cresciuto sperimentando vari momenti nella mia vita. Non posso "nascondermi" da Dio, per lui io sono un libro aperto."



Sto cercando parole
Che rivelino il mio cuor
Per portarlo davanti a te signor

Come un libro già aperto
Letto e noto oramai
Tu l'autore lo riconoscerai

Tu detieni il diritto di cambiare
Quel che non va
Ogni pagina, riga o sillaba

Attraverso la penna
Della tua volontà
Chissà cosa mi aspetterà?

Prendimi, usami
Togli via ogni paura
Per proclamare la tua verità

Riempimi, più di te
Fai di me un tuo testimone
Della via, della vita, Gesù



Sono pronto ad andare 
Dove tu mi guiderai
Niente al mondo mai più mi fermerà

Non importa di tutto 
Quel che più non avrò
La mia vita è servire te Signor

Io non voglio temere
Quel che il mondo dirà
Son rinato per la tua volontà

Ho una nuova missione 
A cui mi dedicherò
Proclamare il tuo regno
E la tua libertà

Prendimi, usami
Togli via ogni paura
Per proclamare la tua verità

Riempimi, più di te
Fai di me un tuo testimone
Della via, della vita, Gesù


"Cristo è il mio Re"

"Questa canzone è stata composta da mio fratello Samuele, ed io ne ho fatto l'arrangiamento. Qualunque cosa accada, anche nei momenti difficili, devo ricordarmi chi è il re della mia vita."


Mille difficoltà
M'affliggevano ogni dì
Io da solo mi sentivo
Ma non ne capivo il perché

Allora iniziai a cantar
Questa frase dentro me

Cristo è il mio re
Per sempre in lui confiderò (X2)


Un sollievo mi pervase
Rallegrando il mio cuor
I miei pensieri a Gesù affidai
Liberandomi così


Allora continuai a cantar
Questo canto dentro me


Cristo è il mio re
Per sempre in lui confiderò (X2)

Quelle mille difficoltà
Sono ancora con me
Ma con me c'è anche qualcuno
Che certamente mi sosterrà


Io la mia vita gli ho affidato Dichiarandomi così


Cristo è il mio re
Per sempre in lui confiderò (X2)


Cristo sei il mio re
Per sempre in te confiderò (X2)



"Per trovare me"

"Quello che mi ha colpito nel racconto evangelico della morte di Gesù è il velo che si squarcia, nel momento in cui il Figlio unigenito di Dio muore... per darmi vita."


Tu sei venuto
Per trovare me
Offrendomi la via per credere

Morendo sulla croce
Per non perdere
Alcuno di quei figli
Affidati a te

Spogliato delle tue vesti da re
Pagasti il prezzo
Di un colpevole

Promettendo
Di redimere
L'anima in catene
Che crede in te

Gesù, io voglio ringraziarti
Per ciò che hai dato a me
Vita eterna e un posto nel ciel

Gesù per sempre adorarti
Per chi tu sei
Redentore e Salvator







Quando penso
Alle tue lacrime
Simbolo del tuo amor per me

Non hai rinunciato
A prendere
Il peso del peccato
Su di te

Gesù, io voglio ringraziarti
Per ciò che hai dato a me
Vita eterna e un posto nel ciel

Gesù per sempre adorarti
Per chi tu sei
Redentore e Salvator

Poi un grido
E il velo si squarciò
Lo spavento
La terra tremò

Gesù Cristo
L'unigenito figliuol
Morì per dar vita a me
Morì per dar vita a me

Gesù, io voglio ringraziarti
Per ciò che hai dato a me
Vita eterna e un posto nel ciel

Gesù per sempre adorarti
Per chi tu sei
Redentore e Salvator


"Mio Gesù Signore e Dio"

"Anche questa canzone ha avuto un percorso lungo dieci anni, ed esprime il mio cammino negli ultimi dieci anni con Cristo."


Vengo a prostrarmi
Davanti alla tua maestà
Convinto che il mio orgoglio
Si piegherà

Lasciando tutti i dubbi
E le incertezze che
Riempiono il mio cuor

E mi vergogno un po'
Perchè non merito
Di poter stare qui
Davanti al tuo splendor

Mio Gesù, Signore e Dio
Ti amo e mi abbandono a te
Mio Re



Mostri i miei peccati
Io vorrei nascondermi
Ma ovunque possa andare
Mi troverai

Qualunque cosa occulta
Dentro l'anima
La rivelerai

Solo restando qui
Privo di ipocrisia
Ritrovo il timor
Della tua santità

Mio Gesù, Signore e Dio
Ti amo e mi abbandono a te
Mio Re
















Potrete trovare maggiori informazioni sul gruppo "Interpreti" (di cui Simone e Morgana sono  parte) nella pagina Facebook cliccando qui
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13 novembre 2016

Vedere dall'alto il piano di Dio | 13 Novembre 2016 |

Spesso ci concentriamo quasi esclusivamente sul piano di salvezza che Dio mostra nella Bibbia, dimenticando il "piano generale", che inizia con Genesi e termina con Apocalisse.

Marvin Oxenham ci guida a vedere dall'alto, come lo stessimo guardando con l'obiettivo di un drone, il piano completo che ha Dio per la nostra vita.
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"Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che deve essere manifestata a nostro riguardo.  Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l’ha sottoposta, nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio.  Sappiamo infatti che fino ad ora tutta la creazione geme ed è in travaglio;  non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo. Poiché siamo stati salvati in speranza." (Romani 8:18-24a)

" La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. " (Genesi 1:2)

"Certo, Dio è buono verso Israele, verso quelli che sono puri di cuore. Ma quasi inciamparono i miei piedi; #poco mancò che i miei passi non scivolassero. Poiché invidiavo i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi.  Poiché per loro non vi sono dolori, il loro corpo è sano e ben nutrito. Non sono tribolati come gli altri mortali, né sono colpiti come gli altri uomini.  Perciò la superbia li adorna come una collana, la violenza li avvolge come un manto.  Gli occhi escono loro fuori dalle orbite per il grasso; dal cuor loro traboccano i cattivi pensieri.  Sbeffeggiano e malvagiamente progettano di opprimere; parlano dall’alto in basso con arroganza. Alzano la loro bocca fino al cielo, e la loro lingua percorre la terra.  Perciò il popolo si volge dalla loro parte, beve abbondantemente alla loro sorgente  e dice: «Com’è possibile che Dio sappia ogni cosa, che vi sia conoscenza nell’Altissimo?» Ecco, costoro sono empi; eppure, tranquilli sempre, essi accrescono le loro ricchezze.  Invano dunque ho purificato il mio cuore e ho lavato le mie mani nell’innocenza!  Poiché sono colpito ogni giorno e il mio tormento si rinnova ogni mattina. Se avessi detto: «Parlerò come loro», ecco, avrei tradito la stirpe dei tuoi figli. Ho voluto riflettere per comprendere questo, ma la cosa mi è parsa molto ardua,  finché non sono entrato nel santuario di Dio e non ho considerato la fine di costoro.  Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli, tu li fai cadere in rovina.  Come sono distrutti in un momento, portati via, consumati in circostanze orribili!  Come avviene d’un sogno quando uno si sveglia, così tu, Signore, quando ti desterai, disprezzerai la loro vana apparenza.  Quando il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente,  ero insensato e senza intelligenza; io ero di fronte a te come una bestia. (Salmo 73:1-22)
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06 novembre 2016

Essere un credente entusiasta - seconda parte | 6 Novembre 2016 |

Cosa ti serve per essere un "credente entusiasta"? Seconda parte del messaggio.
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La settimana scorsa abbiamo iniziato a studiare assieme la parola “entusiasta” nella Bibbia, partendo da una frase di un famoso teologo inglese, John Wesley;

“Accenditi d’entusiasmo e la gente arriverà da molto lontano per vederti bruciare.”

Abbiamo visto che la parola “entusiasmo deriva dal greco enthousiasmós, deriv. di enthousi{ázein}
che significa  ‘essere posseduto dalla divinità’, deriv. di éntheos ‘divinamente ispirato’, che è una parola composta da  en ‘in’ e theós ‘dio’ che letteralmente si potrebbe tradurre con "con Dio dentro di sé",

Avevamo visto che è un concetto biblico di “avere Dio dentro di noi”

“Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno, come noi siamo uno; io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell’unità e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li hai amati come hai amato me.” (Giovanni 17:22)

Ma avevamo anche visto che nel Nuovo Testamento la parola “entusiasmo” non viene mai usata, e che solo nelle versioni italiane in lingua corrente (Parola è Vita e TILC) ricorre 17 volte  e traduce sei differenti termini usati in greco.

Avevamo visto i primi tre:

1. Essere credenti entusiasti significa avere gioia (in greco: chara = gioia), 
2. Essere credenti entusiasti significa sbalordire davanti a Cristo (in greco: ekplēssō =sbalordire) 
3. Essere credenti entusiasti significa avere ammirazione per Cristo(in greco: thaumazō = avere ammirazione).”

Oggi vedremo gli altri tre termini che vengono tradotti con “entusiasmo” nel Nuovo Testamento in lingua corrente.

4.  Essere credenti entusiasti significa essere laboriosi

“Gli Ebrei di questa città (Berea) però erano migliori di quelli di Tessalonica: infatti accolsero la loro predicazione con grande entusiasmo (in greco: prothymia = laboriosità) . Ogni giorno esaminavano le profezie della Bibbia per vedere se le cose stavano come Paolo diceva.” (Atti 17:11 TILC)

Luca (lo scrittore di Atti) sta parlando di un gruppo di credenti della città di Berea,  e li paragona ad altri credenti di una città vicina, quella di Tessalonica.

Noi conosciamo molto bene i Tessalonicesi,  in quanto Paolo ha dedicato loro ben due lettere, ma di Berea conosciamo solo quello che è scritto in questo versetto.

Cosa è successo a Berea differente da Tessalonica? Vogliamo vedere perché Luca compara Berea con Tessalonica?

Dopo essere passati per Amfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c’era una sinagoga dei Giudei;  e Paolo, com’era sua consuetudine, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle Scritture,  spiegando e dimostrando che il Cristo doveva soffrire e risuscitare dai morti. «E il Cristo», egli diceva, «è quel Gesù che io vi annuncio». Alcuni di loro furono convinti e si unirono a Paolo e Sila, e così una gran folla di Greci pii e non poche donne delle famiglie più importanti. “ (Atti 17:1-3)

A Tessalonica il Vangelo è stato predicato, alcuni hanno accettato Gesù,  Paolo dirà a loro nella prima lettera che sono “divenuti imitatori nostri e del Signore”  e che sono diventati “un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia.”

Allora, perchè i Bereani erano meglio dei Tessalonicesi?

La differenza, sostanziale per Luca, tra Tessalonica e Berea sta in quello che fai dopo aver accettato Gesù.

I Tessalonicesi lo avevano accettato, ma i Bereani lo avevano accettato e studiavano OGNI GIORNO la Parola di Dio, erano laboriosi,  non si erano fermati alla sola conoscenza della salvezza in Cristo, ma volevano andare più a fondo, usavano la propria intelligenza per confrontare ciò che Paolo diceva  con ciò che era scritto nella Bibbia (che era solo l'Antico Testamento al tempo).

Che tipo di credente sei?  Sei un “Tessalonicese”,  hai accettato Gesù, e ti sei messo seduto, oppure sei un “laborioso Bereano",  studi la Bibbia,  ti fermi a meditala,  fai paragoni con la tua vita e con ciò che ci sta scritto, vai a verificare personalmente se quello che il predicatore dice la domenica è verità?

Il Salmo 105 dice questo:

“Cantate e salmeggiate a lui (Dio), meditate su tutte le sue meraviglie.” (Salmo 105:2)

Meditare significa non solo leggere,  ma fermarsi,  pensarci su,  rallentare il pensiero, annotare. Si dice che la differenza tra il leggere e lo studiare è “una penna”. Perché “una penna”? perché se hai una penna sottolinei,   scrivi,  annoti, evidenzi, e la Parola diventa viva in te.

E' questo il tuo atteggiamento quotidiano?

Una preghiera che spesso faccio la mattina appena alzato è questa: “Signore, io ti chiedo di aiutarmi oggi a conoscere un po' di più della tua natura e della tua volontà”. Ti incoraggio a cominciare anche tu le tue giornate in questo modo, ma ciò presuppone che tu “lavori” sulla conoscenza di Dio,
e questo lo puoi fare solamente se “studi”,  se hai una penna in mano.

Dio dice che, se vuoi essere un credente “entusiasta”,  se vuoi avere “Dio dentro” allora devi essere laborioso, devi essere laboriosa,  continuare a studiare ogni giorno la Parola di Dio!

5.  Essere credenti entusiasti significa essere bollenti

“Non siate mai pigri, ma servite il Signore con entusiasmo (in greco: zeo = essere bollente).” (Romani 12:11 PV)

Zeo è la radice da cui deriva il termine “zelo”; una persona zelante è una persona che fa il suo dovere,
non importa il costo.

Paolo ci dice che l'entusiasmo è qualcosa che, come una pentola piena d'acqua sopra il fuoco, produce movimento, produce energia, ribolle

Paolo dice che, se servo il Signore, devo essere una pentola di acqua sul fuoco, devo bollire per il Signore.

In che modo devo bollire?

a) Devo bollire per la voglia di annunciare il Vangelo

“In quel periodo venne ad Èfeso un Giudeo, un certo Apollo, ottimo oratore e studioso delle scritture, nativo d'Alessandria d'Egitto. Apollo era già stato istruito nella dottrina del Signore e con grande entusiasmo (in greco: zeo = era bollente) predicava ed insegnava con cura le cose riguardanti Gesù, nonostante conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni Battista. “ (Atti 18:24-25 PV) 

Apollo aveva ricevuto l'insegnamento di Cristo, che aveva acceso il fuoco sotto la sua pentola, e non poteva non trasmettere agli altri ciò che aveva scoperto per se.

Sei così anche tu? Parli agli altri della salvezza con entusiasmo? “Bolli” letteralmente dalla voglia di dire agli altri di ciò che Gesù ha fatto nella tua vita?

b) Devo bollire per la voglia di proteggere il Vangelo

“La Pasqua dei Giudei era vicina, e Gesù salì a Gerusalemme.  Trovò nel tempio quelli che vendevano buoi, pecore, colombi, e i cambiavalute seduti. Fatta una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori dal tempio, pecore e buoi; sparpagliò il denaro dei cambiavalute, rovesciò le tavole, e a quelli che vendevano i colombi disse: «Portate via di qui queste cose; smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato».  E i suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo (in greco: zeo = è bollente) per la tua casa mi consuma»”. (Giovanni 2:13-17)

Perché Gesù  scacciava in quel modo i mercanti dal tempio? Che interesse aveva?   Sapeva che sarebbero tornati lì, non appena lui fosse scomparso in fondo alla via!

Gesù stava dando ai discepoli un esempio: stava rammentando loro che è necessario difendere il Vangelo, che devo essere “consumato” dalla fiamma che brucia in me per difenderlo.

I discepoli non avrebbero ricordato quel versetto del Salmo 69, se non ci fosse stato lo spirito in ebollizione di Gesù  che scaccia a scudisciate la gente dalla casa del Padre.

Sei così anche tu? Quando, in una discussione tra amici, si entra nel campo della fede, accetti che il Vangelo venga negato,  preso in giro,  svilito, pur di essere popolale, pur di “smussare” gli angoli, pur di non entrare in conflitto oppure  sei fermo nel difenderlo costi quel che costi?

Dio dice che, se vuoi essere un credente “entusiasta”,  se vuoi avere “Dio dentro”, allora devi essere bollente,  devi bruciare dalla voglia di annunciare il Vangelo, e devi bruciare dalla voglia di difendere il Vangelo.

6.  Essere credenti entusiasti significa essere più pronti

“Ringrazio il Signore di aver dato a Tito lo stesso zelo che provo io nei vostri confronti.  Infatti, non solo ha accettato di buon grado il mio consiglio di venirvi a trovare di nuovo, ma pieno di entusiasmo (in greco: spoudaioteros = più pronto) , è partito di sua spontanea volontà!” ( 2 Corinzi: 8:17 PV)

(In verde i viaggi di Tito - In rosso i viaggi di Paolo)

Paolo parla di un credente, Tito . Tito era un giovane probabilmente siriano  che Paolo e forse Barnaba avevano portato al Signore, che aveva deciso di seguirli a Gerusalemme.

Cinque anni dopo lo troviamo a Corinto (in Grecia) dove si occupa di raccogliere le offerte per i credenti della Giudea.

Qualche anno dopo lo troviamo a Creta, e Paolo lo lascia lì... e non è in “vacanza”, visto che Paolo parla così dei cretesi:

“I cretesi sono sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri” (Tito 1:12).

Dopo qualche anno lo troviamo in Dalmazia (l'attuale Croazia, e Serbia)...

Attualmente diremmo che Tito “nun se sta mai fermo”... che è un “globe trotter”. Forse al giorno d'oggi ci organizzerebbero su un “reality” : “I Viaggi di Tito”...

Tito aveva conosciuto Cristo da giovane, e la sua vita dopo averlo conosciuto  era stata legata a Cristo e guidata da Cristo.

Tito era stato “più pronto” di molti altri giovani della sua età a sottomettere la propria vita a Cristo,
per il bene di altri credenti senza preoccuparsi del costo.

Essere credenti significa mettere l'opera di Dio come priorità nella tua vita non senza calcolare il costo, (come credenti la Bibbia ci insegna a calcolare il “costo” della torre per non finire in bancarotta e dare cattiva testimonianza), ma senza preoccuparci del costo.

C'è chi è pronto a servire il Signore, e aspetta l'occasione “buona” per agire, e poi c'è chi è “più pronto”, e non aspetta l'occasione speciale, ma la cerca.

Tito aveva conosciuto Paolo e Barnaba, aveva visto ciò che facevano, aveva visto la necessità delle chiese, e aveva “cercato” l'occasione per servire.

Questo cosa significa? Che tutti dovremmo diventare missionari? Certo che no! Dio non cerca SOLO missionari, la sua impresa  nel mondo ha centinaia di posizioni “aperte” in centinaia di differenti settori.

Dio è alla ricerca di missionari,
ma anche di insegnanti della scuola domenicale,
di diaconi,
di uscieri,
di intercessori,
di esorcisti,
di contabili,
di amministratori,
di cuochi,
di infermieri,
di addetti alle pulizie,
di predicatori,
di musicisti,
di...

Di tutti coloro che, utilizzando i doni  e la forma con cui Lui li ha unicamente creati, li mettano a disposizione  per la Gloria Globale di Gesù, affinché tutto il mondo lo conosca... “fino alle estremità della terra”.

Dio cerca tutti, ma usa per primi coloro che sono “più pronti”, che cercano Dio e  seguono i Suoi piani nella propria vita.

Io non so a cosa Dio ti stia chiamando, tu lo sai.

Puoi attendere “l'occasione propizia”
per essere usato dal Signore. Forse arriverà, prima o poi. Mi auguro che tu la riconosca, e la prenda al volo.

Oppure puoi cercare l'occasione, puoi “chiedere” a Dio : “Signore, eccomi, sono più pronto, usami.

Questa è una preghiera “pericolosa”, perché Dio la prende sul serio, come fece con Samuele.

“Ed Eli disse a Samuele: «Va’ a coricarti; e, se sarai chiamato ancora, dirai: “Parla, Signore, poiché il tuo servo ascolta”». Samuele andò dunque a coricarsi al suo posto. 10 Il Signore venne, si fermò accanto a lui e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!» E Samuele rispose: «Parla, poiché il tuo servo ascolta». “ (1 Samulele 3:9-10)

Questa è la preghiera che feci quando avevo otto anni: “Signore, sono tuo, sono pronto, usami.”per la Gloria Globale di Gesù”. Lui ha risposto.

Dio dice che, se vuoi essere un credente “entusiasta”,  se vuoi avere “Dio dentro” allora devi essere “più pronto, più pronta”,  per l'opera che egli ha preparato per te, come afferma Paolo:

“Infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.” (Efesini 2:10)

Conclusione

Essere credenti “entusiasti”, credenti che hanno Dio dentro di se significa:                                                        

1. avere gioia 
2. sbalordire davanti a Cristo
3. avere ammirazione per Cristo
4. essere laboriosi
5. essere bollenti
6. essere più pronti

Se sei spaventato, se sei spaventata, se pensi di non potercela fare, non pensare a “cosa Gesù farà” di te... pensa piuttosto a quello che Gesù ha già ha fatto per te

“Egli (Gesù)  sacrifico sé stesso per noi, per liberarci da ogni peccato e fare di noi un popolo, il suo popolo, che si distingue per l'entusiasmo (in greco: zealot = coloro che sono bollenti) con cui fa il bene.” (Tito 2:14 PV) 

E' venuto con un unico scopo: fare di te, e di me, il suo popolo.

E il segno che ci deve distinguere dal resto dei popoli, è l'entusiasmo.

“Accenditi d’entusiasmo e la gente arriverà da molto lontano per vederti bruciare.” (John Wesley)

Preghiamo.

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