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13 marzo 2016

Guidare ed essere guidati | 13 Marzo 2016 |

Come credenti, come dobbiamo comportarci verso coloro che guidano la nostra chiesa? E come devono guidare le chiese coloro che Dio stabilisce? Janet Duggan ci illustra, attraverso la storia di Mosè, che è Dio a scegliere chi deve guidare, ma che chi guida deve farsi guidare da Dio.
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Tutta l'Europa sta sperimentando il problema degli sbarchi dei "migranti". La stima di quelli registrati per il solo 2015 è di oltre 1 milione 300 mila. Vediamo le immagini difficili sui nostri schermi TV, sulle pagine dei  nostri giornali, di questo viaggio lungo, difficile, stremante e qualche volta purtroppo fatale.  Ed il sollievo per chi ce la fa; inizia una nuova vita, con tanta speranza.

La Bibbia ci racconta un momento storico del popolo di Dio quando si spostava un numero ben al di sopra di questo, e per 40 anni! E oggi voglio vedere con voi alcune istanze di quel periodo, raccontato nel libro dei Numeri perché possiamo imparare anche come chiesa oggi delle lezioni importanti.

Contesto

Siamo nel deserto. E' passato il momento iniziale della novità di essere in fuga e poi salvati dagli Egiziani, con l'attraversata miracolosa del Mare Rosso.  I Dieci Comandamenti sono già stati dati, il Tabernacolo è stato costruito per la presenza di Dio fra di loro.

Ora c'è una normalità nuova –-  essere guidati e accompagnati dal Dio “io sono” con la nuvola di giorno, il fuoco di notte. Accamparsi in un posto quando si ferma la nuvola; mettersi in marcia quando la nuvola si alza.

Non è un'impresa semplice. Non per niente questo libro si chiama NUMERI – perché impariamo che ci sono oltre 600 mila uomini adulti di età militare (da 20 anni in su), senza contare i Leviti , la tribù che Dio ha scelto per fare i lavori del Tabernacolo e della Tenda di convegno. (cap 3:5-10: Dio dice di NON contarli). 

Poi dobbiamo aggiungere uomini anziani, donne e bambini e abbiamo un popolo delle dimensioni notevoli, ben oltre il numero di immigranti di cui parlavamo prima.

Ora possiamo immaginare che gestire un tal numero di persone non è una faccenda facile....

Oggi affideremmo  l'amministrazione a gente qualificata, con un masters in amministrazione pubblica, o qualcosa di simile. E poi siamo in democrazia, quindi magari si voterebbe per il partito politico dove colui con il maggior numero di voti vince...

Eppure Dio fa in un'altra maniera. 

Il suo popolo deve imparare a dipendere da Lui ed a rispettare i capi che Lui stesso ha scelto. E gli stessi capi devono imparare a seguire il capo sopra di loro – in questo caso, Mosè, non scendendo in contese o ribellione dovute all'invidia. 

Due situazioni.

1. Fra il popolo e i propri leader
2. Fra leader e altri leader: capi e responsabili

Possiamo imparare come comportarci come membri di chiesa nei confronti dei responsabili/pastori che il Signore ha messo in autorità e come comportarci fra responsabili/pastori

1. Come credente, quando parlo quale è l'obbiettivo? Mormorare o edificare?

Leggiamo Numeri 11:1-6;

"Or il popolo cominciò a mormorare in modo irriverente alle orecchie del Signore. Come il Signore li udì, la sua ira si accese, il fuoco del Signore divampò in mezzo a loro e divorò l’estremità dell’accampamento. 2 Allora il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò il Signore, e il fuoco si spense. 3 Quel luogo fu chiamato Tabera, perché il fuoco del Signore era divampato in mezzo a loro.
Mormorii a Chibrot-Attaava. Israele reclama della carne. 4 L’accozzaglia di gente raccogliticcia che era tra il popolo fu presa da concupiscenza; e anche i figli d’Israele ricominciarono a piagnucolare e a dire: «Chi ci darà da mangiare della carne? 5 Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto a volontà, dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e dell’aglio. 6 E ora siamo inariditi; non c’è più nulla! I nostri occhi non vedono altro che questa manna»." (Numeri 10:1.6)

Num 11:1 dice:  “Or il popolo comincia a mormorare in modo irriverente alle orecchie del Signore.” 
Era uno scontento generalizzato contro la vita del nomade nel deserto. Quale fu la reazione di Dio?
"Il fuoco del Signor divampò in mezzo a loro e divorò l'estremità dell'accampamento”(v1).  Dio non ha apprezzato il mormorare.

Per farlo smettere hanno chiesto a Mosè di intervenire. Lui ha pregato e il fuoco si spense. Poi di nuovo a piagnucolare, questa volta per il cibo in particolare.  Prima erano affamati e la manna, cibo miracoloso, era arrivata Ora non bastava – cominciano a parlare di cipolle, cetrioli, cocomeri e meloni!

Quante volte siamo uguale nella vita? Bramiamo qualche cosa – sembra che è l'unica cosa che desideriamo.  Poi riusciamo ad averla.... e dopo un po', cominciamo a bramare qualche altra cosa.

Per il mio diciottesimo compleanno chiesi un sassofono: era la cosa più preziosa potessi chiedere all'epoca. Ma quando mi sono trasferita in Italia, ho venduto quel sassofono: non era più importante, ormai! Era una priorità venti anni prima, non era più importante venti anni dopo; l'avevo bramato, ottenuto e usato a diciotto anni.. Non c'era più la novità, oramai.

Quando siamo scontenti, come membri della famiglia di Dio, e cominciamo a mormorare ci sono conseguenze: nel caso del popolo d'Israele c'era primo di tutto l'ira di Dio e poi l'esasperazione del conducente, Mosè. 

Leggiamo v10-15

"Mosè udì il popolo che piagnucolava in tutte le famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda; l’ira del Signore si accese gravemente e la cosa dispiacque anche a Mosè. 11 Mosè disse al Signore: «Perché hai trattato così male il tuo servo? Perché non ho trovato grazia agli occhi tuoi, e mi hai messo addosso il carico di tutto questo popolo? 12 L’ho forse concepito io tutto questo popolo? L’ho forse dato alla luce io, che tu mi dica: “Portalo sul tuo seno”, come la balia porta il bimbo lattante, fino al paese che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? 13 Dove prenderei della carne da dare a tutto questo popolo? Poiché piagnucola dietro a me, e dice: “Dacci da mangiare della carne!” 14 I o non posso, da solo, portare tutto questo popolo; è un peso troppo grave per me. 15 Se mi vuoi trattare così, uccidimi, ti prego; uccidimi, se ho trovato grazia agli occhi tuoi; che io non veda la mia sventura!»" 

Attenzione – mormorare si diffonde come un virus. E' iniziato in questo caso con i non-israeliti in mezzo al popolo d'Israele.

 Potrei fare un parallelo qui: sarebbe come dare ascolto a persone che non sono credenti che si lamentano di cose che riguardano la chiesa.   E poi ha cominciato tutto il popolo.  Voglio vigilare su quello che scelgo di “spargere”! Come membri di chiesa vogliamo portare il pastore e/o i responsabili all'esasperazione?!Spero proprio di no!

C'è una terza volta che il popolo mormora: leggiamo al capitolo 14:1-4:

"Allora tutta la comunità gridò di sgomento e alzò la voce; e il popolo pianse tutta quella notte. 2 Tutti i figli d’Israele mormorarono contro Mosè e contro Aaronne, e tutta la comunità disse loro: «Fossimo pur morti nel paese d’Egitto! O fossimo pur morti in questo deserto! 3 Perché il Signore ci conduce in quel paese dove cadremo per la spada? Là le nostre mogli e i nostri bambini diventeranno preda del nemico. Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto?» 4 E si dissero l’un l’altro: «Nominiamoci un capo, torniamo in Egitto!»" (Numeri 14:1-4)

Numeri dice: “e si dissero l'un l'altro: “nominiamoci un capo, torniamo in Egitto!”

Questo succede dopo che i 12 leader sono tornati dalla terra promessa e 10 hanno paura di entrare e fanno intimorire il popolo. I 10 leader hanno una bella responsabilità qui, perché la loro influenza negativa sul popolo ha fatto si che non sono andati subito nella terra promessa.

Addirittura le persone vogliono lapidare Giosué e Caleb, i 2 leader che sono a favore di entrare. La storia ci mostra però che questi 2 seguivano il Signore. Lezione per noi è che non sempre la maggioranza ha ragione!

Dio vuole distruggere il popolo a causa del loro disprezzo che gli mostra ma Mosè prega di nuovo: 

“perdona, ti prego, l'iniquità di  questo popolo, secondo la grandezza della tua bontà” (Numeri 14:19)

E' singolare che più volte Mosè intercede per questo popolo ingrato che è ribelle contro di lui e che non obbedisce. Dio perdona, ma ci sono delle conseguenze ancora una volta: non entrerà nella terra promessa questa generazione.

Da giovani, chi di noi non ha ignorato almeno una volta un consiglio o addirittura una proibizione dai nostri genitori perché  abbiamo creduto di sapere meglio noi? 

Nel patto di membro della nostra chiesa che firmiamo, promettiamo:
"Proteggerò la mia chiesa
  • agendo con amore verso gli altri membri
  • rifiutando di ascoltare i pettegolezzi
  • obbedendo ai miei leader
Devo riflettere: sto mormorando? Voglio scegliere di edificare!

E qual è il mio atteggiamento nei confronti del mio pastore ?Voglio mostrarlo fiducia e rispetto !

Ma se sono un pastore/responsabile, cosa devo fare?

Come responsabile/pastore, come mi devo comportare con altri leader e con i membri di chiesa?

Non è solo il popolo a creare problemi nel deserto per Mosè.

Ci sono più volte che la sua autorità viene sfidata dai propri collaboratori stretti, compreso i propri fratelli Aronne e Miriam!

Leggiamo Capitolo 12:1-8:

"1 Miriam e Aaronne parlarono contro Mosè a causa della moglie cusita che aveva presa; poiché aveva sposato una Cusita. 2 E dissero: «Il Signore ha parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?» E il Signore lo udì. 3 Or Mosè era un uomo molto umile, più di ogni altro uomo sulla faccia della terra. 4 Il Signore disse a un tratto a Mosè, ad Aaronne e a Miriam: «Uscite voi tre, e andate alla tenda di convegno». Uscirono tutti e tre. 5 Il Signore scese in una colonna di nuvola, si fermò all’ingresso della tenda, chiamò Aaronne e Miriam; tutti e due si fecero avanti. 6 Il Signore disse: «Ascoltate ora le mie parole; se vi è tra di voi qualche profeta, io, il Signore, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno. 7 Non così con il mio servo Mosè, che è fedele in tutta la mia casa. 8Con lui io parlo a tu per tu, con chiarezza, e non per via di enigmi; egli vede la sembianza del Signore. Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?»(Numeri 12:1-8)

Il pretesto è la moglie straniera, ma la realtà è l'invidia per la sua posizione e, probabilmente, la sua relazione con Dio; e tuttavia, è molto chiaro che Mosè è umile, un esempio di umiltà per eccellenza.

E' Dio che difende il suo capo scelto. 

Per applicazione: come vedi il tuo pastore? Pensi che potresti fare meglio? Pensi che lui ha delle mancanze? E' probabile! Lui non è perfetto, come nessuno di noi, ma Dio l'ha scelto è gli ha dato autorità sulla sua chiesa e Dio vuole che gli mostri rispetto e fiducia.

Se tu aspiri a un ministero, benissimo! Siamo tutti fatti per avere un ministero. Ma con la responsabilità viene anche la tentazione di paragonarci. Non cadere in tentazione. Ognuno di noi deve servire come puoi, non come possono gli altri.

E soprattutto, cerchiamo tutti a rimanere umili come Mosè.

Superate queste difficoltà con i propri fratelli, i guai per Mosè con altri leader non finiscono qui. Arriva il momento di una ribellione forte, insorse da Core , un Levite, e da Datan e Abiram della tribù di Ruben, con 250 leader;  leggiamo Numeri 16:1-3:

"1 Or Core, figlio di Isar, figlio di Cheat, figlio di Levi, insieme con Datan e Abiram, figli di Eliab, e On, figlio di Pelet, tutti e tre della tribù di Ruben, 2 insorsero contro Mosè con duecentocinquanta Israeliti autorevoli nella comunità, membri del consiglio, uomini rinomati; 3 e, radunatisi contro Mosè e contro Aaronne, dissero loro: «Basta! Tutta la comunità, tutti, dal primo all’ultimo, sono santi, e il Signore è in mezzo a loro; perché dunque vi mettete al di sopra dell’assemblea del Signore?» (Numeri 16:1-3)

Cosa vuole Core e gli altri? Uguaglianza? Parità? Democrazia?  E' vero. Come dice Paolo, davanti al Signore, 

“non  c'è qui né Giudeo né Greco, non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù.” (Galati 3:28)

Ma vediamo chiaramente che sia al tempo di Mosè che al tempo della chiesa di Cristo, ci sono capi con autorità. Come pensate che è andato a finire per Core e company? Male, si. Molto male...Sono stati inghiottiti dalla terra durante un terremoto provocato dal Signore.

Conclusione

Come credenti, membri di una chiesa locale, il Signore ci chiama ad edificare con le nostre parole, supportarci l'un l'altro, rispettare i leader che ci ha dato e, se e quando abbiamo un ministero, di rimanere umili nel servire.

Preghiamo:

Signore, grazie per la tua chiesa. Grazie che tu ci dai dei pastori per servirci. Grazie che chiami anche noi a un ministero. Vogliamo servirti meglio, per benedire la nostra famiglia in Cristo e benedire la nostra comunità locale e testimoniare del tuo amore al mondo. Perdonaci il nostro orgoglio, lo spirito critico  e l'invidia.  Aiutaci a servirti con gioia e con fiducia.


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