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26 luglio 2015

La luce sull'orlo del buio: la testimonianza di Tonino Ciccaglione | 26 Luglio 2015 |

Potresti dire che la tua è una vita "di successo? La testimonianza che ti proponiamo oggi è quella di una persona che ha scoperto che il segreto del successo nella vita è in un rapporto personale col Signore Gesù.
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Cosa è che ti da la felicità? Quante volte ti è passata per la testa questa frase: “Se fossi (ricco, bello, famoso, con un lavoro fisso, con una bella moglie, ecc) ... allora si che sarei felice.” ? Oppure hai ripetuto questa massima popolare: “I soldi non danno la felicità, ma rendono tanto contenti”.

La realtà è che, invece, sesso, soldi, alcool, potere, successo,  non possono avvicinarti alla felicità più di un foglio di carta sotto i tuoi piedi.

Quella che voglio mostrarvi oggi è la testimonianza di un mio amico personale,  che ha cercato la felicità nei posti sbagliati, e poi l'ha trovata nel posto dove non si sarebbe mai aspettato di trovarla.



Così come nel caso della testimonianza di Gennaro che abbiamo ascoltato qualche settimana fa, anche Tonino era di una famiglia povera; ma, a differenza di Gennaro, per lui le cose girano in una maniera differente; successo, soldi, donne arrivano, ma con essi arriva anche il retrogusto amaro di tutto ciò.

Arrivano i debiti, arrivano i tradimenti, arriva la voglia di farla finita; Tonino dice:

“Così urlai 'Dio, dove sei? Se ci sei, aiutami in questo momento,non lasciarmi morire!”

Dio non abbandona mai nessuno che lo invochi: la Bibbia  dice:

“Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce.” (Giona 2:3)

“Nel giorno che ho gridato a te, tu mi hai risposto, mi hai accresciuto la forza nell’anima mia.” (Salmo 138:3)

Due applicazioni per te:

  • non pensare mai che Dio non veda la tua sofferenza
  • nella tua tua sofferenza, GRIDA! a Dio! Lui è lì, al tuo fianco.

La presenza di Dio per Tonino si materializza attraverso un telecomando che rimbalza su un angolo e fa apparire nello schermo un credente che SALVA Tonino dal suicidio... e finalmente Tonino capisce!

Capisce che il successo della vita non è nella ricchezza, nella fama, nel successo o nel sesso. Il calciatore credente Amarildo che parla nella TV dice:

“Il segreto del successo nella vita è in un rapporto personale col Signore Gesù”

Gesù stesso lo ha affermato:

“Io sono la vite, voi siete i tralci. Chi rimane unito a me, ed io a lui, produce molti frutti. Senza di me, invece, non potete far nulla.” (Giovanni 15:5 PV)

Altre due applicazioni per te:

  • se cerchi il successo nella vita, cerca prima Gesù;
  • se la tua vita sembra a un vicolo cieco, rifletti su quale rapporto hai con il Signore Gesù.

Improvvisamente a Tonino di aprono gli occhi:

“Non avevo mai visto Dio come un amico”

Come è possibile essere amici con Dio, dunque?

“Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio.” (Giovanni 15:14-15)

Quante volte hai pensato che Dio ce l'ha con te, che è un padrone bizzoso solo perché le cose non vanno come TU vorresti andassero? Gesù dice che è tuo amico... basta che tu accetti che è lui il più saggio tra i due, e accetti di fare ciò che ti chiede.

Tonino l'ha fatto: e non gli è servito né di conoscere la Bibbia a memoria, né di fare un corso di discepolato, ma semplicemente pregare una piccola preghiera di resa:

“Entra nella mia vita, prendi le redini della mia vita”

Da quanto tempo è che devi pregare questa preghiera? Da quanto tempo ti affanni per essere il “capitano della tua anima”? Per Tonino l'affanno è cessato dopo quella semplice preghiera, ed è stato sostituito da qualcosa che non provava ormai da tempo:

“Una grande pace è entrata nel mio cuore”

Quale pace stava sperimentando? Quella pace di cui Gesù stesso si è fatto garante:

“Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.” (Giovanni 14:27)

Quella pace arriva attraverso un rapporto ristabilito con il Padre, che riempie Tonino, ( lo chiama “Qualcuno, qualcosa era dentro di me”); ed  è così tanto evidente che anche la moglie lo vede:

“Mia moglie disse che avevo una luce negli occhi.”

Quel qualcuno, come lo chiama Tonino, era (ed è)  lo Spirito Santo, che non cambia solo l'animo di Tonino,  ma la sua intera vita.

“Incredibilmente si aprirono nuove opportunità”

Dio non aspettava altro da Tonino che quel grido, “Dio, aiutami” e quella semplice preghiera, “Entra nella mia vita” per poter cambiare una vita sull'orlo del buio in una vita nella luce di Dio,

Tonino ora è un servo di Dio, è un pastore, ma ha capito che, per continuare ad essere amico di Dio, deve onorare chi lo ha salvato attraverso l'obbedienza

“Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando”

Cosa fa, allora, Tonino per onorare Dio, per affidargli la sua vita?

“Prima di ogni cosa, vado nella mia camera segreta, parlo con Dio. e poi affronto la vita di tutti i giorni”.

Come è la tua vita, in questo momento? Forse non raggiunge i livelli di quella di Tonino all'epoca, ma di certo ti propone sfide, sofferenze e incertezze.

Come cerchi di affrontarla? Con quale amico affronti la tua vita ogni giorno?

Tonino ha scoperto che:

“Il segreto del successo nella vita è in un rapporto personale col Signore Gesù”

Usa la sua esperienza, e mettila a frutto.

Preghiamo.

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19 luglio 2015

Un Dio che bussa alla tua porta: la testimonianza di Gennaro Chiocca | 19 Luglio 2015 |

Spesso le vite di molti sembrano un tunnel oscuro senza nessuna via d'uscita. Ma è in quelle vite che Dio vuole portare luce e gioia, bussando alla porta di chi soffre.
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Oggi vogliamo ascoltare la testimonianza del Pastore Gennaro Chiocca, che ci racconta la storia della sua vita: una vita che è andata dal buio totale alla luce stupenda di Cristo.




(Nota: questo è il video integrale: per la predicazione è stata utilizzata solamente la prima parte)

Quale era la situazione di Gennaro? Era quella di una famiglia allo sbando,:padre alcolista, dedito al gioco, madre depressa, figli che si vergognano del proprio genitore,  liti in famiglia, mancanza di soldi.

La situazione di Gennaro (e soprattutto della mamma di Gennaro), è quella descritta nel Salmo 42:

“Le mie lacrime sono diventate il mio cibo giorno e notte, mentre mi dicono continuamente: «Dov’è il tuo Dio?» “ (Salmo 42:3)

Tutto sembrava perduto; Gennaro dice che avevano realizzato “l'assenza della felicità”, ma poi cita un versetto di Romani:

“(Abraamo), sperando contro speranza, credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». “ (Romani 4:18)

Facciamo una prima applicazione per noi: in qualsiasi stato tu ti trovi, Dio lo vede, Dio lo sa, Dio è pronto ad intervenire.

In che modo interviene nella vita di Lella (la madre di Gennaro)? Il 14 Novembre 1994 interviene attraverso Teresa, una neo credente, che bussa alla sua porta.

Teresa è credente da appena un mese, non conosce bene la Bibbia, non ha fatto corsi di evangelizzazione... ma sa che cosa è successo in lei, e lo dice a Lella. Le dice: “Gesù è meraviglioso, e ha cambiato la mia vita”.

Teresa, neo credente, non fa uno studio biblico a Lella su chi fosse Gesù ma semplicemente racconta quello che Gesù ha fatto nella sua vita.

Fermiamoci ancora per fare una applicazione per le nostre vite:  lo studio biblico più potente per portare le persone a Cristo è il racconto di ciò che Cristo ha fatto in noi. Noi non possiamo sapere quello che Cristo farà negli altri, ma sappiamo bene ciò che Cristo ha fatto in noi,
ed è per quello che saremo convincenti.

Quante volte abbiamo annunciato Cristo ai nostri amici? E quale è stata la reazione? Molte volte la stessa di Lella. Cosa fa Lella? Chiude la porta! Dice “tu non hai i problemi che c'ho io”.

Teresa invece di scoraggiarsi, da dietro la porta chiusa, invita Lella a una riunione di preghiera.

Un semplice invito, da dietro una porta chiusa, si tramuta in una possibilità di salvezza, e accade ciò che Gennaro non si aspetta: “Alle 11 di sera, stranamente mia mamma ci ha detto che sarebbe andata da Teresa”.

Ancora una applicazione alle nostre vite:  se Teresa avesse visto la porta chiusa, se l'avesse accettata,
la salvezza per Lella e la sua famiglia forse non sarebbe arrivata.

Teresa, neo credente, non ha visto la porta chiusa, ma il bisogno di Lella. Davanti a quante porte chiuse ti sei fermato, ti sei fermata? Quante volte hai rinunciato a parlare di Gesù a chi ne aveva bisogno? Una porta chiusa non significa che Gesù non voglia guarire i bisogni.

Lella scende, e il giorno dopo Gennaro la vede piangere: “Un pianto diverso”, dice., non quello disperato dove Lella piangeva tutti i giorni, senza più forze. In quello studio casalingo, che Teresa e Anna  neo credenti non avevano preparato ma dove semplicemente leggevano la Bibbia, Lella incontra Cristo.

Ora sappiamo che non erano Teresa e Anna a condurre lo studio, ma Colui che avrebbe parlato a Lella attraverso un brano dell'Apocalisse:

“Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.” (Apocalisse 3:20)

Lella non aveva probabilmente mai letto Apocalisse. Ora sappiamo che non era Teresa a bussare alla porta di Lella, ma Gesù, attraverso Teresa.

Un'atra applicazione per noi:  quando annunciamo Gesù a qualcuno, non siamo noi ad annunciarlo, noi siamo meramente il suo altoparlante.

Può avere paura Gesù di parlare a qualcuno? Può avere un altoparlante connesso direttamente alla rete WiFi di Gesù di ripetere ciò che Gesù dice? Allora, perché abbiamo paura di parlare di Gesù agli altri?

L'incontro rigenera Lella, e Gennaro lo vede, e dice : “La donna del divano non c'era più”

Gesù comincia ad agire nella famiglia di Gennaro: l'8 dicembre 1994 il padre chiama Gennaro per mostrargli le mani:  “Guarda, non tremo più”. Il tremore, il segno della dipendenza dall'alcool è svanito

Cosa aveva visto il padre per essere convinto di affidare la sua vita a Gesù? Gennaro affrma: “Mio padre aveva visto Dio all'opera nella vita di mia mamma”

Ancora una volta, non sono le parole di Lella a portare il marito a Cristo ma ciò che Cristo aveva già fatto in Lella. La nostra vita trasformata è il mezzo di evangelizzazione più potente che possa esistere.

Prima accade nel padre, poi nella sorella, alla fine in Gennaro, che dice “Io non avrei mai creduto nella potenza di un Dio così vivente”

Penso che Gennaro stia citando il Salmo 42:

“L’anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente; quando verrò e comparirò in presenza di Dio?” (Salmo 42:2)

Gennaro era assetato del Dio vivente, quel Dio che aveva visto operare trasformando il pianto di sua madre da lacrime di tristezza in lacrime di gioia, che aveva visto operare trasformando le mani tremanti del padre in mani ferme che abbracciavano Cristo.

Gennaro ha creduto nella potenza di un Dio così vivente. E tu, ci credi? Credi che Dio sappia operare miracoli guarire ferite, portare a se le persone che ami?

Se non ci credi, non aspettare di vedere nessun miracolo nella vita tua e di chi ti sta a fianco, amici, parenti, familiari,

Se ci credi, sei pronto ad essere il suo altoparlante, a non rassegnarti davanti ad una porta chiusa,  ma a vedere il bisogno del mondo oltre la porta?


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12 luglio 2015

Come comportarsi nella prova - parte 2 | 12 Luglio 2015 |

Talvolta la vita "fa male". Possiamo persino dubitare che Dio sia in controllo.  Davide Campo, leggendo Giacomo 1  ci incoraggia a cercare non la saggezza umana, ma quella divina.
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"Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono disperse nel mondo: salute. Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate,  sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.   

Beato l'uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano." (Giacomo 1:1-4, 12)




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05 luglio 2015

Come comportarsi nella prova - parte 1 | 5 Luglio 2015 |

Le prove sono una sorta di "esame di maturità" per ogni credente. Come comportarsi nella prova? Davide Campo, attraverso la lettera di Giacomo ci illustra a chi rivolgersi e come affrontarla.
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"Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono disperse nel mondo: salute. Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate,  sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.  Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,   perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie.  Il fratello di umile condizione sia fiero della sua elevazione; e il ricco, della sua umiliazione, perché passerà come il fiore dell'erba.  Infatti il sole sorge con il suo calore ardente e fa seccare l'erba, e il suo fiore cade e la sua bella apparenza svanisce; anche il ricco appassirà così nelle sue imprese.  Beato l'uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano." (Giacomo 1:1.12)




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