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30 novembre 2014

Sette passi per parlare con Dio - 5: Lasciati rendere libero dal Padre | 30 Novembre 2014 |

Come posso guarire le ferite che altri mi hanno causato? Come trattare quelle che mi verrano fatte? Gesù ci indica il modo: lascia che sia il Padre a liberarti.
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Non so a voi, ma a me la sera piace addormentami poggiando una “testa leggera” sul cuscino  e alzarmi con delle “gambe leggere” pronte a correre con felicità un nuovo giorno. L'ambizione di ognuno di noi è quella di vivere una vita “in pace”, senza rimorsi e senza tensioni.

Spesso però non ci riusciamo a causa di due sentimenti devastanti:

1. Sentirsi colpevoli: quando ferisci qualcuno.
2. Risentimento: quando qualcuno ti ferisce.

Gesù conosce questi due sentimenti,  è per questo che nella preghiera perfetta ci dice di pregare così:

Matteo 6:12b:

“come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori”

 una traduzione differente dice

“come noi abbiamo perdonato quelli che ci hanno offeso” (PV)

Ammettiamolo: è uno di quei brani che non ci piace leggere, che vorremmo “modificare”, perché ci va bene quando chiediamo a Dio di perdonare noi (Rimetti a noi i nostri debiti, la prima parte del versetto 12, ma noi perdonare chi ha peccato contro di noi... beh, diciamo che non ci viene proprio proprio naturale, eh?

Noi siamo di quelli che si stampano in mente il nome e il cognome, l'indirizzo e la foto segnaletica di chi ci ha offeso, per  “fargliela pagare” in qualche modo più o meno lecito alla prima occasione...

Gesù dice : “No, questo non è buono per te! Quello che devi fare non è tenere, ma 'liberarti' dalla ferita”.  Gesù dice “lasciati rendere libero dal Padre”

Siamo stati feriti in passato,  lo saremo in futuro.  Non possiamo passare la vita ad accumularne ferite su ferite! Come per la busta dell'immondizia dell'ultimo messaggio, la nostra vita comincerà a puzzare, avvelenando il nostro spirito.

Tu puoi rispondermi: “Ok, Marco, io perdono chi mi ha ferito...una volta, forse due... ma a chi continua a ferirmi, eh no! A quello no!” Sapete, Pietro aveva lo stesso problema! E chiedeva consigli a Gesù!

“Allora Pietro si avvicinò e gli disse: "Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?” (Matteo 18:21)

Chissà, forse Pietro non stava parlando di Andrea, suo fratello e discepolo di Gesù assieme a lui, ma l'illustrazione cade “a fagiolo”,  perché il 90% di tutti i risentimenti comincia proprio in famiglia,
a causa delle persone che hai più di frequente accanto.

Se c'è da perdonare una offesa “a spot”, anche grande, può essere ok, ma cosa faccio se mio fratello, mio marito, mia madre, continua a farlo ogni giorno?

Che sia una ferita lieve, come l'indifferenza uno sposo o una sposa, oppure qualcosa di più grave, l'abuso verbale, o fisico, o psicologico.  è amplificata dalla quotidianità e da chi è che ci ferisce.

Il buon Pietro cerca di fare “bella figura” con Gesù: “Quante volte Signore debbo perdonare? Sette volte?”,  perché la legge ebraica imponeva di perdonare una persona almeno tre volte,
dopo di che, vai a quel paese, non ti devo più nulla!

Vediamo, raddoppiamo il numero, e aggiungiamo uno; così stupirò Gesù per la mia magnanimità! - Ehi, Gesù, che ne dici di 'sette volte'?- Questo dovrebbe fare colpo su di lui!” Gesù conosce il cuore di Pietro e il suo calcolo... e lo gela:

“E Gesù a lui: Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.”Matteo 18:22 

Facciamo due conti: sette per sette fa quarantanove, lo moltiplico per dieci.... 490 volte! Se perdono un'offesa al giorno fanno un anno tre mesi e cinque giorni di perdono incondizionato!

Il concetto di Gesù non è matematico, ma di principio: “Vuoi sapere quante volte devi perdonare? Figlio mio, tu dovrai perdonare fino a che avrai questa vita sulla terra!”

E. per chiarire meglio il principio,  Gesù racconta una storia:

“Perciò il regno de' cieli è simile ad un re che volle fare i conti coi suoi servitori.  E avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno, che era debitore di diecimila talenti.” (Matteo 18:23-24)

Diecimila talenti fanno circa 8.600.000 Euro!  Allo stipendio medio di un servo in Israele ci sarebbero volute più vite per ripagare il debito, se fosse stato capace di pagare anche 100 Euro al giorno avrebbe impiegato 236 anni per saldare il debito. Equitalia deve aver preso spunto dal sistema di riscossione di quei tempi:

“E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato.” (Matteo 18:25 )

La situazione è disperata... Ma lui cosa fa?

“Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: "Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto". (Matteo 18:26)

8.600.000 Euro! Suona un po' come i filmi di mafia, quando il tizio che ha preso i soldi a strozzo viene messo a testa in giù fuori dalla finestra del 257 piano del grattacielo dal “picciotto” e grida: “Datemi 24 ore, e vi restituisco tutto”.

E' quasi comico: ma il re si commuove, e gli cancella il debito.

“Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. (Matteo 18:27)

Qualcuno di enormemente più grande del servo è intervenuto per cacellare un debito che non avrebbe mai potuto essere estinto. Gesù ti sta dicendo che, qualsiasi sia l'entità del debito che hai verso qualcuno, devi liberartene. E questo per tre motivi fondamentali.

1. Perché Dio ti perdona

Gesù usa la parola “re”, ma sta significando Dio;  è Dio che si muove a compassione, che lascia andare il servitore, che condona il debito.

Dio ha mandato Gesù a pagare per il tuo debito;  sta scritto che il salario del peccato è la morte,  e Gesù ha riscosso quel salario per te, al tuo posto.  E' morto per i TUOI peccati!

La Bibbia afferma questo:

“Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio – (vi autorizzo a girarvi verso il vostro vicino di sedia e a dirgli “compreso te”!)  ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.” (Romani 3:23)

Dio mi ha perdonato tramite Gesù.

Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all'ira e di gran bontà, e non li hai abbandonati.” (Neemia 9:17b) 

Abbiamo detto la volta scorsa che abbiamo bisogno di due cose nelle nostre vite: misericordia e grazia: misericordia per i nostri peccati passati, e grazia per quelli futuri.

SE sono capace di ammettere i miei peccati troverò entrambi e copriranno qualsiasi debito ho con Dio. Dio unilateralmente decide di perdonare.

Una domanda: come ti saresti sentito se tu fossi stato il servitore della storia?  Se avesti avuto un debito di 8.600.000 Euro cancellati così, con uno schiocco di dita?

Avresti provato gioia, riconoscenza, avresti voluto offrire da bere a tutti... Non è esattamente lo stato d'animo del servo:

“Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: "Paga quello che devi!"   Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me, e ti pagherò".  Ma l'altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito.”  (Matteo 18:28-30)

Sapete quanto erano cento denari? Più o meno 12 Euro! Lui stava facendo storie per 12 sporchi Euro quando glie ne erano statati abbonati 8.600.000!

C'era una legge romana che autorizzava lo “strangolamento del debitore”,  il servitore era nel suo pieno diritto.  Ma perché agiva così?

La ragione è semplice: non aveva capito sino in fondo che il suo debito gli era stato condonato dal re:
pensava ancora di dover accumulare soldi per ripagarlo. In una parola: si sentiva ancora “colpevole”.

Più le persone si sentono colpevoli, più tendono a non far cadere mai nulla a terra

Le persone che sanno perdonare di più al mondo sono le persone a cui di più è stato perdonato;  le persone che dispensano grazia agli altri sono le persone a cui la grazia è stata dispensata in maniera abbondante.

Stai cercando di ripagare Dio per le tue trasgressioni?  Forse credi in Gesù, ed hai accettato la sua salvezza, ma dentro di te c'è qualcosa che ti dice che “non basta” che “devo fare di più”, che “gli devo questo a Dio”?

Non puoi! Sei indebitato di brutto... anzi, lo eri! Ora sei libero grazie a Cristo!

“Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.” (Efesini 4:32)

Se sei “in Cristo”; puoi  rilassarti ma ricordati che colui a cui più è perdonato, più deve perdonare!

Devo perdonare quindi perché Dio mi perdona.

2. Perché il risentimento è una auto-tortura

Ogni qualvolta provi rancore e risentimento verso qualcuno, sappi che quel qualcuno:

a) non ne subisce alcuna conseguenza,
b) probabilmente neppure si ricorda del motivo del tuo rancore,
c) l'unico che ne paga le spese sei te.

Giobbe la mette in questi termini:

“No, il cruccio non uccide che l'insensato e l'irritazione fa morire lo stolto.” (Giobbe 5:2)

Se ti aggrappi al risentimento, sei insensato e stolto...e in più muori tu (non l'altro):  vedi un po' se ti conviene!

Continuiamo con al storia che Gesù ci racconta: quando il re viene a sapere che quel servitore a cui erano stati condonati 8.600.000 Euro aveva fatto imprigionare un suo collega per soli 12 Euro, diventa furioso, lo fa richiamare e gli dice queste parole:

“Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti;  non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?"  E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva.” (Matteo 18:34)

E' chiaro che era una condanna all'ergastolo,  essendo un debito impossibile, da ripagare.

La parola “aguzzini” in greco è “basanistace” che significa “torturatori”.  Gesù è arrivato al punto:
se colui a cui Dio ha perdonato gli 8.600.000 Euro strozza un suo collega per 12, allora lo si dia ai torturatori.

Se a te che ti è stato perdonato  moltissimo non perdoni  l'altro che ti deve poco, allora devi essere dato al torturatore.  E sai chi sarà il torturatore? Te stesso!

Il risentimento è una tortura; se porti amarezza nel tuo cuore, il tuo cuore diventerà il peggior posto dove vorresti essere; diventerà una camera di tortura che porterai con te dentro. Non sono gli altri a farti star male, ma te stesso, perché non vuoi lasciar andare, perché continui a ripetere “non lo perdonerò mai”.

E' qualcosa dentro di te che ti divora come un cancro; ed in realtà il risentimento è peggiore del cancro, poiché puoi curare un cancro, ma non puoi curare il risentimento sino a che chi lo porta non decide li lasciarlo andare, di liberarsene.

Lo sai, il risentimento può persino farti ammalare!  Non scherzo! Ci sono fior di ricerche mediche dove viene detto che le persone che portano per molto tempo il risentimento verso qualcun altro hanno il doppio delle possibilità di avere un ictus, tre volte quella di avere un infarto e quattro volte la possibilità di avere una ipercolesterolemia. Il rancore protratto nel tempo innalza la possibilità di sviluppare il diabete o il cancro.

Fratelli, sorelle, noi non siamo stati progettati per portare con noi il risentimento!

E poi, quale effettivo bene trovo nel risentimento? Giobbe afferma questo:

“L'uno muore in mezzo al suo benessere, quand'è pienamente tranquillo e felice, ha i secchi pieni di latte, e fresco il midollo delle ossa.  L'altro muore con l'amarezza nel cuore, senz'aver mai gustato il bene.  Entrambi giacciono ugualmente nella polvere, e i vermi li ricoprono. (Giobbe 21:23-26)

Quale memoria dolorosa stai conservando?  Quale cosa ti tortura tutte le volte che ci pensi?
Forse è un singolo evento, forse è un comportamento protratto nel tempo di una persona specifica.

Lascialo andare! Liberatene! E' per il tuo bene, non per quello dell'altro!

Debbo dunque imparare a perdonare perché Dio mi perdona e perché il risentimento è una auto-tortura. Ma c'è anche un'altra ragione-

3. Perché hai bisogno di essere perdonato quotidianamente

Non possiamo ricevere ciò che non vogliamo dare. Matteo 6:12: “rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori;” ovvero “perdona le nostre offese come noi abbiamo perdonato quelli che ci hanno offeso” Quante volte hai pregato il “Padre Nostro”? Hai mai riflettuto su quello che stavi pregando?

Perdonare è uno “stile di vita”;  devi ricevere  il perdono da Dio e dagli altri,  ma allo stesso tempo devi offrire il perdono.  Il perdono deve essere costante e continuo, deve essere goduto e applicato.,
perché  saremo perdonati nella misura in cui perdoniamo.. E se non perdoniamo, significa che non abbiamo ricevuto il perdono. Infatti Gesù stesso afferma questo come chiusura della sua storia:

“Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello". (Matteo 18:35)

Sottolineate la frase “di cuore”;  il perdono che Gesù richiede non è solo quello che proviene dalla testa - io so che ti debbo perdonare-,  ma anche quello che viene dal cuore -io sento il bisogno di perdonarti-:   lo so, lo sento, lo faccio, sono libero!

Assieme alle note avete ricevuto anche un piccolo foglietto vuoto: questo vi servirà  per un piccolo “esercizio” che, spero, vi aiuti a liberavi completamente delle cose che hanno controllato sino ad oggi la vostra vita.

Nessuno deve vedere il foglietto: è privato, tra te e Dio.  Vi chiedo, da qui alla fine del messaggio, di scrivere le persone che vi è difficile perdonare, o le persone che non volete perdonare, oppure le persone pensando alle quali sentite un crampo nello stomaco.

Vi do qualche spunto se non vi venisse in mente nessuno...

1° C'è qualcuno (o qualcuna) il cui comportamento ti ha reso o ti rende infelice? 

Pensi mai: “Se solo lui (o lei) facesse questo, allora sarei felice” “se avessi avuto genitori differenti”, “se il mio fidanzato, mio marito, la mia ex, il mio datore di lavoro”... Se si scrivilo sul foglietto (lo sto facendo per voi! Non voglio abbiate un ictus né un colesterolo alto!).

2° Se pensi a un episodio che ti ha ferito profondamente, ti viene in mente una persona?

Scrivila nel foglietto.

3° C'è qualcuno con cui tendi a tenere aggiornato il punteggio dei falli?

Mi spiego: ti capita mai di dire, quando qualcuno fa una certa cosa, “ Vedi! L'ha fatto un'altra volta!”?. E così tu tieni aggiornato il tabellone segnapunti nella tua mente, così che quando lui (o lei) ti dice :”hai fatto questo”, tu prontamente gli dici :”si, ma tu hai fatto quest'altro”. Scrivilo nel foglietto.

4° Ti sei mai trovato a reagire negativamente verso qualcuno solo per il fatto che rassomigliava a qualcun altro?

Qualcuno che rassomigliava a un familiare o a un amici, o a un conoscente che ti ha ferito? Questo è uno dei maggiori problemi nel matrimonio, dove la moglie reagisce al marito come se stesse  eagendo a suo padre, o il marito reagisce alla moglie come stesse reagendo a sua madre.
Scrivilo nel foglietto

Cosa devi fare con questi nomi che rappresentano altrettante ferite?

1. Le lascio a Dio

“Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: "A me la vendetta; io darò la retribuzione", dice il Signore. “ (Romani 12:19)

E' meglio che il segnapunti lo tenga Dio A lui la vendetta, a te il perdono.  Attenzione quando parliamo di perdono, però!

Tuttavia, quando si parla di perdono;  il perdono è istantaneo,  avere di nuovo fiducia no, va riconquistata nel tempo.

 Se una donna è stata picchiata dal marito, e lei se ne è andata da casa e il marito va da lei e gli dice ”sono profondamente dispiaciuto delle mie azioni. Mi puoi perdonare?” la moglie deve perdonarlo.
Non c'è scelta.  Ma questo non significa che avrà di nuovi immediata fiducia in lui,  che tutto tornerà come prima.

Per liberarmi dalle mie ferite, le lascio a Dio.

2. Le curo con la grazia di Dio

Fintanto che non sarai curato dalla Grazia di Dio quelle ferite continueranno a controllarti. Quando dici a qualcuno “tu mi fai diventare matto” stai dicendo che quella persona, tramite il suo comportamento verso di te, può controllare le tue emozioni.

Ebrei 12 dice questo:

“Badate che nessuno resti privo della grazia di Dio. Fate attenzione che non spuntino germogli di odio e amarezza a darvi fastidio e a contaminare molti di voi.” (Ebrei 12: 15 PV)

Senza il “diserbo” della grazia, si possono sviluppare “piante infestanti”  soffocano il prodotto buono.
Attenti, perché l'amarezza è ereditaria: genitori amari producono figli amari che saranno genitori amari che produrranno figli amari...

Vivi una situazione simile? Vuoi interrompere il ciclo perverso? Riempiti della grazia di Dio.

Senza la grazia diventerai amaro.  Perché? Perché la vita è ingiusta, perché viviamo in un mondo caduto dove il peccato è la legge del mondo. Dove i malvagi prosperano e i giusti vengono oppressi (leggete Ecclesiaste per saperne di più).

Pensate al nome del vostro foglietto. E' giusto che, dopo avermi rovinato la vita, io lo o la perdoni? Che se ne vada, senza nemmeno una giorno di prigione, una multa, una reprimenda? La risposta è NO! Non è giusto!

Il perdono E' ingiusto e scorretto. Perché non punisce, non sanziona, non ristabilisce ciò che è stato tolto. Ma qui non stiamo parlando di giustizia, o di correttezza, ma di grazia. Non era giusto che Dio mi perdonasse. Non era giusto che Gesù morisse per i miei peccati.  Ma è per grazia che siamo stati salvati!

Il perdono è gratuito, ma non è senza un costo:  è costato la vita di Gesù. Perdonarci a Dio è costato Suo Figlio.  Mentre lo stavano inchiodando alla croce Gesù gridava “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!”  Stava dicendoti : “Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo...”Stava dicendo: “Non lo meritano, non sanno neppure ciò che stanno facendo, ma Padre, perdona loro!”

Le mie ferite le lascio a Dio,e le curo con la Grazia di Dio; ma c'è un'ultima cosa che devo fare per essere libero.

3. Le inchiodo alla croce di Gesù.

La croce era  un simbolo di umiliazione,  ma tramite Gesù è divenuta il simbolo più grande della potenza di Dio.

Gesù sulla croce ha spezzato le catene del peccato e della morte, delle cattive abitudini e delle dipendenze.  Ed ha il potere di liberare anche te.

Liberarti da cosa, o da chi?  Liberarti dal sentirti colpevole, dal rancore, dal dolore.  Liberarti dai rimorsi e dal risentimento.  Non esiste alcun' altra  cura potente come la croce.

Guardate questo versetto:

“Di questo siamo certi: le nostre vecchie persone sono state inchiodate alla croce con Cristo, distrutti, così che non siamo più schiavi del peccato.” (Romani 6:6 PV)

La mia naturale inclinazione è che se mi fai male, io te ne faccio di più.  La mia naturale inclinazione è che se tu dici qualcosa contro di me io dico due cose contro di te. Tutto ciò che viene dalla mia “ naturale inclinazione” è di fare il male, non il bene.

Noi possiamo spezzare i lacci dell'amarezza, del sentirsi colpevoli, del risentimento, della preoccupazione.

Quanto vuoi guarire dalle tue ferite?  In che misura vuoi lasciare andare? Oppure vuoi continuare a stringere le tue ferite e il tuo risentimento?

Voglio pregare assieme a voi:

Padre, solo tu sai quanto sono stato ferito (ferita) da quella persona. Non voglio più portare con me quel dolore ì: Non voglio essere una persona amara. Ma ho bisogno della tua Grazia e della potenza della Croce per liberarmi dalle mie ferite e per perdonare coloro che mi hanno ferito. D questo istante in poi voglio che la mia vita cambi. Voglio sperimentare il tuo perdono;  Tu conosci tutto quello che ho commesso verso gli altri, e mi pento dei miei peccati. Grazie Gesù di essere morto per me; io accetto la Tua Grazia e il Tuo perdono. Ne avrò bisogno ogni giorno, per cui, stammi a fianco mio Maestro. Torno oggi a te, e scelgo di perdonare gli altri così come tu hai perdonato me; ed ogni volta che tornerà il ricordo della ferita ricevuta, io perdonerò ancora chi l'ha provocata, fino a quando non ne avrò più memoria. Guarisci il mio cuore con la tua Grazia e con la tua Croce. Tutto questo lo prego nel Tuo santo Nome. Amen
...                                                                                                SCARICA APPUNTI IN PDF

Questa settimana voglio che facciate un “atto fisico” che segni quello che spiritualmente è accaduto
in voi, così che non ve lo possiate mai più dimenticare.

Voglio che inchiodiate fisicamente i nomi alla croce come promemoria fisico di una verità spirituale espressa in Colossesi:

“Egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce” (Colossesi 2:14)

La Bibbia ci dice che Gesù ha preso i nostri peccati e li ha inchiodati alla croce. Quello che farai oggi è un promemoria fisico del fatto che hai deciso di lasciar andare, di far cadere, di liberarti delle tue ferite.
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23 novembre 2014

Sette passi per parlare con Dio - 4: Lasciati rendere puro dal Padre | 23 Novembre 2014 |


Cosa è che rallenta la tua vita di credente? Forse è il senso di colpa di non esserlo sino in fondo per via dei peccati passati o presenti. Gesù risolve il tuo problema e ti dice: "Chiedi al Padre di renderti puro."
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Avete presente quelle volte che inizi un lavoro, e costantemente ci si mette di mezzo qualcosa che lo impedisce, lo rallenta, o lo ferma? Partiamo con tanto entusiasmo,  e ci ritroviamo frustrati dal non riuscire ad arrivare,  a fare in tempo,  a completare quello che ci eravamo prefissi.

La stessa cosa succede nella nostra vita come credenti: siamo stati progettati per essere delle “Ferrari” della fede, vorremmo pure esserlo, viviamo nella consapevolezza che “Dio, che ha cominciato in voi la sua opera, la porterà a termine fino al giorno in cui Gesù Cristo tornerà." (Filippesi 1:6 PV) come dice Paolo, ma che fatica!

Cos'è che ostacola il progresso della tua vita?  Cosa ti impedisce di essere più vicino a Dio e di essere da lui usato?  Cosa ostacola i tuoi sogni? Cosa ti trattiene? Cosa rallenta il tuo progresso?

Molto spesso ce la prendiamo con cause esterne:

  • l'economia, il “capo” le mie relazioni, ecc.
  • ma quelle che ci frenano maggiormente sono cause “interne”.

Le nostre abitudini,  le nostre decisioni, ma ancor di più, il nostro senso di inadeguatezza, il sentirsi inadatti a causa di peccati passati o presenti,  talvolta neppure confessati.

Dio ci conosce, sa che non siamo adatti a portare un peso simile: in Ebrei è detto:

“Anche noi, dunque, circondati da questa grande folla di testimoni, dobbiamo sbarazzarci di tutto ciò che ci ostacola, specialmente del peccato che ostacola il nostro progresso e correre con decisione la corsa che ci è stata messa davanti. ” (Ebrei 12:1 PV)

Siamo stati creati creati con il proposito di  "fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo." (Efesini 2:10);  ognuno di noi ha una propria gara, differente da quella de ciascun altro;  è la TUA gara, e solo TU la puoi correre.

Il problema è che altri,  tua madre, o tuo padre, o tuo fratello o sorella, o il tuo capo al lavoro, o tua moglie o marito, hanno in mente una “gara” diversa per te: Dio dice: “Aspetta un attimo. Io non ti ho creato per adempiere i piani di qualcun altro, ma perché tu adempia i MIEI, la gara che ho già disegnato per te!".

Molti di quelli che vogliono farci correre la loro gara è perché la vogliono vincere attraverso di noi quella che non hanno vinto nella loro vita.

Molti credenti NON sanno neppure che stanno correndo quella gara:  sono lì, ai blocchi di partenza, avvolti dal peccato che li blocca,  e che non li farà mai correre!

Dio dice che dobbiamo sbarazzarci delle cose che ci ostacolano;  sta parlando del peccato,  di quei peccati non confessati che creano rimorsi e rimpianti, e molto spesso vergogna.

Accade allora che reprimiamo il sentimento di colpevolezza,  lo scusiamo, lo “razionalizziamo” trovandogli un motivo (io sono fatto così). Diciamo a noi stessi “va tutto bene”  quando ogni parte del nostro corpo lotta e dice “No, non va affatto bene!

Altre volte pensiamo “se solo gli altri sapessero come sono realmente, se conoscessero il mio peccato, allora non mi amerebbero”. Non è un sentimento “cristiano”;  Dio NON vuole assolutamente che lo proviamo. E' un'emozione inutile e distruttiva che ci porta a fuggire le persone, a diventare iper critici verso tutto e tutti, a reagire sopra le righe verso gli stessi peccati che affliggono noi,  oppure a diventare iper indulgenti con le persone con il nostro stesso peccato.

I medici dicono che oltre il 60% delle persone con malattie potrebbero guarire se guarissero dal senso di colpa per quello che hanno fatto e dal risentimento per quello che altri hanno fatto loro. La Bibbia lo aveva detto molto prima dei medici:

“Chi copre le sue colpe non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia.” (Proverbi 28:13)

Gesù ci conosce: è per questo che ci ha comandato di pregare:

Matteo 6:12 : “Rimettici i nostri debiti

In altre versioni sta scritto più chiaramente:

“Perdona i nostri peccati” (PV)

E' una preghiera semplice,  ma se la pratichi, si aprono per te le porte di una vita di libertà, di coscienza pulita, una vita senza sentirsi colpevoli, di gioia, benedetta. Una vita che Dio può usare.

Questa preghiera ha cambiato la storia della mia vita. Ha cambiato la MIA vita, è può cambiare anche la tua!
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(Racconto esperienza personale: a quell'epoca ero solo un membro di chiesa)

Studio di Efesini 5: “Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi;   né, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti;..”
Dei 18 peccati elencati c'erano 11 “si”, 1 “Forse” e SOLI 6 no.
“Signore” non posso servirti sapendo che sono impuro ai tuoi occhi”
“Infatti!- rispose Dio- quando è che ti metti al lavoro?”
“Lo farò” risposi. E ancora Dio mi chiese: “Quando?” “Lo farò” 
“Quando? Sai perché ti dico quando? Perché io ti voglio usare: io ho “investito” su di te. Ti ho dato dei doni e delle abilità e una gara che solo tu puoi correre. Io ti voglio benedire, ma finché tu non ti impegni a risolvere quei problemi, io non posso benedirti così come ho deciso  di fare!”
Giorni, mesi, passati a lottare per NON fare quello che sapevo avrei dovuto fare; c'erano anche un paio di cose per cui avrei dovuto chiedere perdono ad altri.
Dio continuava a dirmi “Quando, Marco?” Io facevo del tutto per fare “altre cose” ma non risolvere quelle specifiche, chiedendo perdono a Dio e agli altri. E le benedizioni tardavano ad arrivare.
Sino a quando, ripreso il foglio, ho chiesto perdono, a Dio e agli altri, promettendo di impegnarmi su quei peccati, a tenere i conti “corti” se fossi caduto di nuovo.
Se io oggi sono quello che sono, lo devo a quel foglio.

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Dio brama di poterti usare per il suo lavoro, per il suo regno, per i suoi propositi!  Ma tu devi essere puro, lavato, santificato, lasciandoti rendere puro dal Padre.

Qualsiasi cosa tu abbia commesso, non c'è ragione al mondo perché tu oggi debba tornare a casa con  un senso di colpa.

Se vuoi realmente che Dio benedica la tua vita, c'è un percorso da seguire fatto di 6 passi

1. Analizza ogni aspetto della tua vita

fai quello che feci io all'epoca: prendi una Bibbia, un pezzo di carta e una penna e chiedi a Dio cosa vuole che tu cambi.

“Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola.” (Lamentazioni 3:40a)

Non avere fretta, ma sii paziente e scrivi ciascuna cosa ti venga in mente.  Fai un “inventario morale” dei tuoi peccati.

“Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri.  Vedi se c'è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna.” (Salmo 139:23-24)

Scrivili! Ti servirà ad essere più specifico e a “scaricarli” fuori da te! Usa la lista che è allegata agli appunti come una base, ma aggiungi tutto quello che c'è da aggiungere..  ANCHE e soprattutto le “piccole” cose”. Ricordati che nessuno ti vede; è fra te e Dio!

Ti faccio una domanda: quanto ti interessa da 1 a 10 che Dio benedica la tua vita?  Se vuoi che Dio la benedica, devi essere onesto e non cercare di nascondere quello che è evidente  a tutti e due: a te  e a Dio. Non procrastinare! Fallo oggi stesso!

Una volta fatto questo, passa al punto 2.

2. Pentiti per ogni peccato singolarmente

La Bibbia dice questo:

“Torniamo al SIGNORE!   Eleviamo le mani e i nostri cuori a Dio nei cieli!  "Noi abbiamo peccato, siamo stati ribelli. ”(Lamentazioni 3:40b-42a)

Ammetti le tue responsabilità per ogni peccato che hai scritto;  non cercare di giustificarli: “non è stata solo colpa mia”; assumiti la responsabilità per quello che ti compete, e non cercare nemmeno di minimizzarli: “lo fanno tutti”.

Nel liberarti dei tuoi peccati... tu sei il più grande nemico sei te stesso! Giovanni dice questo:

“Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.” (1 Giovanni 1:8)

Cosa stai tentando di far passare per una cosa “normale” o un “piccolo difetto” ciò che sai perfettamente essere un peccato?   Il vero pentimento non è scusarsi dei propri peccati, ma, ammetterli, e  allontanarsi da essi.

3. Decidi di sanare i danni provocati da te

Alcuni peccati riguardano solamente te e il Padre, altri coinvolgono anche altre persone: forse hai offeso qualcuno o hai trattato male qualcun altro.  Fai del tutto, nel limite del possibile, per chiedigli perdono, e fallo il più presto possibile!  Se hai provocato un danno (economico o di reputazione) fa in modo che quel danno venga sanato.

Qualche volta non sarà possibile perché le persone potrebbero non esserci più,  ma laddove è possibile, fai del tutto per chiedere il perdono e per cancellare il danno.

C'é una bella storia storia nel vangelo di Luca che parla di peccato, pentimento e salvezza: è quella di Zaccheo l'esattore delle tasse:

"Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo".  Gesù gli disse: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa.” (Luca 19:9)

Devo decidere di sanare i danni che ho provocato.

4. Ricevi il perdono da Dio

Se hai fatto tutto questo, non c'è alcun motivo di pensare che Dio sia ancora arrabbiato con te; quello che devi fare è semplicemente ricevere il perdono.

La Bibbia dice questo:

“Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno” (Ebrei 4:16)

Qui si parla “misericordia” e “grazia”; qual'è la differenza tra le due?  Misericordia è il perdono per tutto ciò che abbiamo commesso nel passato. Grazia è il potere di cambiare nel futuro ... e a te servono entrambi!

Due cose da non fare

  • Non mendicare: “ti supplico, per favore..
  • Non cercare di corrompere “non lo farò mai più”

Una sola cosa da fare

  • Credere. 

“Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. “(1 Giovanni 1:9 )

Il perdono non dipende dalla nostra capacità contrattuale ma da che è il nostro datore di vita e di salvezza:  Dio è “fedele”, Egli dice : “sarò io a renderti di nuovo PURO dinanzi a me!

La parola “confessare” in greco è “homologeo” che significa “la stessa parola”.  Quando tu confessi stai dicendo le stesse parole di Dio dinanzi al peccato,  e questo lo possiamo solamente tramite Gesù.

“Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 5:1)

Forse pensi “Marco, tu non sai quello che ho fatto. Dio non può perdonarmi”.  Ti sbagli di grosso!
Dio non solo può, ma VUOLE perdonarti; qualsiasi cosa tu abbia fatto;  adulterio, aborto, omosessualità, furto, dipendenze da alcool, droga, pornografia... Essere perdonati non significa cancellare le  conseguenze nel mondo per quello che hai fatto, ma Dio può, e vuole perdonare ogni tuo peccato; infatti in Isaia Dio dice:

"Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve” (Isaia 1:18)

In altre traduzioni è scritto "rossi come il sangue". Vorresti avere un cuore bianco come la neve appena caduta?  Recati quotidianamente alla fonte del perdono per riceverlo.

5. Rivela il tuo peccato a qualcuno fidato.

Un amico VERO,

  •  uomo se sei uomo, 
  • donna se sei donna, 

mai fare “coppie miste”.

Confessare a qualcuno FIDATO il tuo peccato non ha a che fare con il tuo essere perdonato,  ma con la tua guarigione spirituale. Ti serve qualcuno FIDATO che ti dica “è tutto ok, sei perdonato” perché spesso non ci crediamo se non ce lo sentiamo dire da altri. Giacomo afferma così:

“Confessate a vicenda i vostri peccati e pregate gli uni per gli altri, così sarete guariti. ”. (Giacomo5:16a PV)

Se cerchi il perdono basta confessare a Dio. Se cerchi guarigione, devi confessare a un altro FIDATO;
non pensare “non può comprendermi”,  è un peccatore a sua volta, per cui può comprenderti. Fallo il più rapidamente possibile!  Perché, guarda che cosa ti aspetta dall'altra parte del fossato che stenti a valicare:

“Beato l'uomo a cui la trasgressione è perdonata, e il cui peccato è coperto!” (Salmo 32:1)

Beato significa “felice” Se vuoi  vivere nella felicità, fallo prima piuttosto che poi.

6. Ripeti questi cinque passi con regolarità

Chi ha avuto dei figli lo sa: mai rimandare di cambiare un pannolino.  Prima o poi qualcosa esce fuori.  E più a lungo aspetti a cambiarlo, più diventa un disastro quando lo cambi.

Un altro consiglio:  una “doccia spirituale” ogni tanto vi farà piacere di più alla gente intorno.

Un altro ancora:  svuotate l'umido dalla cucina dell'anima ogni giorno.  La vostra casa sarà più accogliente che se lo svuotate una volta all'anno.

Da quanto devi cambiare il pannolino, i fare una doccia, svuotare l'immondizia nella tua vita di credente?  Un mese? Un anno? Mai?  Non voglio offenderti, ma la tua vita di credente potrebbe non avere il migliore odore.

Tenere conti brevi in famiglia è una regola d'oro,  tenere conti brevi con Dio è una necessità,
perché io pecco, ogni giorno!  Ma ogni giorno posso andare dal mio Signore,  compiere i cinque passi che abbiamo visto,  e ricominciare da zero per il giorno successivo.

Misericordia e grazia sono l'ossigeno spirituale che Dio provvede alla nostra vita di credenti. Senza di essi moriremmo ben presto per il monossido di carbonio prodotto dai nostri stessi peccati.

Dio vuole benedire la tua vita,  Dio vuole usarti come suo strumento potente,  Dio non usa un solo tipo di strumento, ma usa qualsiasi tipo di strumento:  strumenti piccoli, strumenti grandi, strumenti lisci, o strumenti intarsiati, Strumenti costosi o strumenti economici.  Tu sei un suo strumento,
non importa tu creda in lui da un giorno, un anno o cinquanta.

“Lui usare me?”  Si, esattamente!  Sarai capace di essere onesto con te stesso e con Dio?  Se lo farai, allora lui potrà usarti in un modo che neppure tu puoi immaginare!

Conclusione

In Ebrei sta scritto questo:

  • Avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede,
  • Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare....  
  • Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all'amore e alle buone opere, 
  • Non abbandoniamo la nostra comune adunanza  
  • Esortiamoci a vicenda

(Ebrei 10:22-25)

In questi versetti ci sono cinque verbi, tutti al modo “imperativo” come si usa negli ordini dati da un capo supremo ad un esercito.

Non abbiamo scelta, dobbiamo obbedire.  Ma non siamo, non sei da solo!
Se qui, in mezzo a noi, in mezzo ai tuoi fratelli e sorelle!  Se mi ascolti dal tuo PC o dal tuo tablet o dal tuo smartphone, e non hai ancora una comunità con cui condividere i sei passi della preghiera di purificazione, sappi che Dio ti sprona a connetterti ad altri come te, e non ad essere.

Avviciniamoci, facciamo attenzione, non abbandoniamo, esortiamoci.



Preghiamo:

Se il Signore ha parlato al tuo cuore tramite la mia voce, allora prega questo nel tuo cuore:

“Caro Gesù, sono stanco/stanca di continuare a portare questa sensazione segreta di colpevolezza e i rimorsi e la vergogna. Ho bisogno di gettarli via da me. Ho bisogno di ricevere da te il dono della misericordia per il mio passato e quello della grazia per il futuro. Per questo io ti prometto di seguire questi sei passi.  Mi impegno a confessare tutti i peccati che tu mi farai ricordare. Io voglio purificarmi dentro così che tu possa benedire me e tramite me benedire altri. Voglio cominciare da capo con una coscienza pulita. Vieni, Gesù, purifica ogni angolo della mia vita. Amen.”

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16 novembre 2014

Sette passi per parlare con Dio - 3: "Dipendi dal Padre" | 16 Novembre 2014 |

Come posso smettere di preoccuparmi per il mio futuro? Gesù afferma che c'è un solo modo: dipendere dal Padre. 

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Ammettiamolo, il mondo non è messo bene negli ultimi anni: in Italia c'è recessione, difficoltà di trovare lavoro, nel mondo ci sono guerre, attentati...
Più o meno come è da qualche miliardo di anni a questa parte! Più o meno come Israele al tempo in cui Gesù vi viveva!

Non c'è mai stato un momento nella vita di questo pianeta dopo la cacciata dall'Eden dove i suoi abitanti si sono potuti “rilassare” e dire “Ah, le cose vanno bene, sotto ogni punto di vista”!

E' logico che le persone siano preoccupate! SE non conosci Dio, hai tutte le ragioni di essere preoccupato! E' proprio per questo che Gesù ci ha dato la preghiera perfetta da pregare.

Abbiamo analizzato nei due precedenti messaggi le frasi:
  • "Padre Nostro che sei nei Cieli, sia santificato il tuo nome"
Chiamalo Padre. Capisci chi è Dio: Dio è un Padre amorevole.
  • Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà in terra così come è fatta in Cielo.
Arrenditi al Padre: capisci quale è lo scopo della tua vita per eliminare lo stress .

Oggi vediamo come Gesù risolve completamente le nostre preoccupazioni circa la nostra vita su questo pianeta.

“Dacci oggi il nostro pane quotidiano.” (Matteo 6:11)

Gesù ci sta dicendo: “C'è una maniera per essere salvo dalla preoccupazione per il tuo futuro: dipendi dal Padre.”

E non sta parlando SOLO di pane: infatti nella Bibbia il pane rappresenta  quattro differenti necessità per la nostra vita.

1. Rappresenta le necessità della vita

“Ecco il mare, grande e immenso, dove si muovono creature innumerevoli, animali piccoli e grandi. ... Tutti quanti sperano in te perché tu dia loro il cibo a suo tempo. “(Salmo 104:25, 28)

Allora dobbiamo sederci e rimanere a bocca spalancata ed attendere  che Dio provveda senza fare nulla? No!

“In ogni fatica c'è profitto, ma il chiacchierare procura la miseria.” (Proverbi 14:23 )

2. Rappresenta la Parola di Dio

Gesù ha affermato che “non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio”: stava citando Deuteronomio 8:3

“Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provar la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l'uomo non vive  soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del SIGNORE. “(Deuteronomio 8:3)

Dio dice che oltre a mangiare pane, dobbiamo mangiare la sua Parola questo significa leggere la Bibbia costantemente.

3. Rappresenta la famiglia di Dio e la comunione fraterna

Dio ci ha creati come esseri relazionali. In Genesi dice “non è bene che l'uomo sia solo”. Per i suoi figli Dio ha creato una famiglia speciale, la “sua” famiglia, la chiesa. E' il luogo dove poi trovare comunione fraterna. Il pane è simbolo attorno al quale si riunisce questa famiglia in Cristo

“Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo?  Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell'unico pane.” (1 Corinzi 10:16b-17)

4. Rappresenta la salvezza

Lo dico ogni volta: Gesù ha scelto due elementi che erano presenti su tutte le tavole, almeno due volte al giorno, affinché, tutte le volte che mangiamo pane o beviamo vino assieme, ci ricordassimo che Egli era venuto a morire per  la nostra salvezza Sono dei “simboli” non il vero corpo e sangue quando li ha istituiti non era difatti ancora morto in croce

Dio vuole darci tutto questo; lui me lo vuole dare, ma sono io che devo decidere di prenderlo.

Come? “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”; devo DIPENDERE da Dio Cosa significa? Significa soprattutto tre cose:

1. Devo riconoscere che Dio è mia fonte

La parola “fonte” ha come sinonimo “sorgente”.  E' da Dio che tutto è sorto e tutto sorge! Lui ha creato atomi e molecole, acqua e terra, aria e sole.

I. Tutto è un dono, un dono da Dio

Non ce lo siamo “meritato” non ce lo siamo guadagnato. Non posso “guadagnami” l'aria che respiro, o il sole, o la stessa vita! Giacomo dice che:

“ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre” (Giacomo 1:17)

II. Non c'è nulla che mi necessiti che Dio non possa darmi.

La Bibbia dice in Filippesi 4:19:

“Il mio Dio provvederà splendidamente a ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze, in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:19)

Ce ne è per tutti, basta dividerlo equamente... Il problema è che noi viviamo con la mentalità del “non è abbastanza”, e ci “accaparriamo” di più del dovuto a scapito di altri.

III. Dio vuole dare

“Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Matteo 7:1)

Anche un padre imperfetto sa “dare” ai propri figli... Dio è un padre PERFETTO!

IV. Dio si aspetta che io chieda

“Voi...non avete, perché non domandate (a Dio)” (Giacomo 4:3b)

E' tanto bello quando uno dei miei figli mi chiede qualcosa che io so di potergli dare. Per più di venti volte nel Nuovo Testamento Dio dice “chiedimi!” Gesù ha detto specificatamente che SE chiediamo nel SUO nome, Dio ci esaudirà.

Quale è la tua fonte per la stabilità fisica, spirituale, emotiva, di relazione, economica... Lo Stato? La borsa? Il tuo lavoro? La tua famiglia? A chi ti rivolgi? Pietro affermò questo:

“ Simon Pietro gli rispose: "Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna”  (Giovanni 6:68)

Pietro affermava una verità: la mia sicurezza è in colui che mi ha creato. La mia sicurezza è in colui che ha parole di vita eterna. Mio padre diceva “se si chiude una porta si apre un portone”. Questo è possibile solo a Dio.

Dipendere da Dio significa vedere Dio come la fonte di tutto. Ma significa anche che ...

2. Devo avere fiducia in Dio giorno per giorno

La Bibbia dice “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.  Non il nostro pane settimanale. Non il nostro pane annuale. Ma un giorno dopo l'altro.

Dio ci dice: “Fidati di me per la tua vita, e fallo un giorno dopo l'altro, perché so che tu ti preoccupi del futuro, di ciò che ti accadrà tra una settimana, tra un mese o tra un anno. Per cui, FIDATI di me giorno per giorno.”

Come posso avere fiducia in Dio giorno per giorno? Ce lo spiega Paolo nella lettera ai Filippesi:

“Non state in ansia per alcuna cosa, rivolgetevi invece al Signore, chiedendogli tutto ciò di cui avete bisogno, e non dimenticate di ringraziarlo...Inoltre, fratelli, soffermatevi sulle cose che sono oneste, nobili, giuste e onorate” (Filippese 4:6,8 PV)

Primo passo: non stare in ansia per alcuna cosa

Facile a dire, difficile a fare! E' più facile obbedire a “non uccidere”, o “non commettere adulterio”.

Sapete quando mi capita più spesso di infrangerlo? Quando provo a risolvere i miei problemi da solo, quando non cedo a Dio il controllo della mia vita!

Gesù dice questo:

“Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.” (Matteo 6:34)

Attenzione, questo è un comandamento di Gesù! Infrangerlo è un peccato bello e buono. Perché sto dicendo  a Dio! “Dio, non mi fido di te! Dici che provvederai per me, ma io non ne sono convinto”.  Se i miei figli mi dicessero che sono preoccupati per quello che mangeranno o per la casa, mi sentirei insultato.

Quando ci preoccupiamo, agiamo non come se fossimo figli ma orfani! Senza un Padre spirituale in Cielo che ci ama e provvede per noi. Lo sapete cosa è la preoccupazione? E' l'espressione pratica dell'ateismo. Non credo alle promesse di Dio, non credo mi ami, non credo esita.

Ma, ogni volta che Dio ci dà un “negativo” (Non fare questo) immediatamente dopo aggiunge un “positivo” (Fai questo, invece):

Secondo passo: rivolgiti al Signore chiedendogli tutto

Paolo dice: “hai due possibilità: puoi preoccuparti, oppure puoi pregare!

Vuoi sapere quando è che sono più preoccupato? Quando non sto pregando!

E Paolo mi dice anche che posso pregare su “tutto”: dal raffreddore al tumore, dall'interrogazione a scuola alla perdita del mio lavoro.

La preoccupazione è come la sedia a dondolo: molto movimento, ma non ti sposti di un millimetro.

Paolo dice:

“Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?” (Romani 8:32)

Dio ha risolto il problema più grande: farci accedere Cielo Tutto il resto sono bazzecole.

Terzo passo: non dimenticare di ringraziarlo.

Come ti senti quando tuo figlio ti dice “grazie”? Dio ti ama, non ha necessità del tuo “grazie”,
ma lo rende tanto felice! Ringrazialo “in tutto” non “per tutto” (Cfr: Paolo in Filippesi 4:11)

Quarto passo: soffermati sulle cose oneste

Questo si chiama “sostituzione”: il verbo usato da Paolo è “logizomai” = fare un inventario, fare una lista invece di preoccuparti (che ti fa sentire male), fai una lista di tutte le cose belle che conosci. Se ti trovi a corto di idee o di tempo, ti consiglio un posto dove trovare un elenco giù fatto: si chiama BIBBIA!

La Bibbia dice questo in Isaia:

“Alla mente che riposa in te (Dio) tu conservi una pace perfetta, perché confida in te.” (Isaia 26:3)

(Etim. riposa= si sdraia sopra, si abbandona)

Quanto spesso la tua mente riposa in Dio? Forse solo la domenica mattina? Dove riposa più spesso? Sul lavoro, sul sesso, sui soldi? A cosa pensi di più?

Dio dice che per avere pace perfetta devi pensare a lui, tramite la Sua Parola.

3. Devo  condividere tutto quello che Egli mi provvede.

Quello che ho , tutto quello che ho non è mio, è un dono del Signore che va condiviso con gli altri. La frase del Padre Nostro infatti non dice “dammi oggi il mio pane quotidiano” ma “dacci oggi il nostro pane quotidiano”: lo dobbiamo condividere.

Dio è generoso, e vuole avere dei figli generosi. Giovanni 3:16 dice che “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unico figlio”. Puoi dare senza amare, ma non puoi amare senza dare. Dio ama, Dio dà. Dio vuole che tu gli assomigli. Si legge AMORE, ma si scrive DARE ; “Ho bisogno di te” non è una frase d'amore, ma una frase di libidine.

C'è un aspetto della vita di noi tutti dove il dare è più difficile: sono i soldi; ed è lì che  Dio mette alla prova la tua fede

Dio dice: “Cosa farai? Ti preoccuperai per i tuoi soldi, o ti fiderai di me?

Il problema è che più soldi abbiamo, meno sentiamo di dipendere da Dio Ci  fidiamo più dei nostri soldi che di Dio E' per questo che Gesù ha detto che “è più facile per un cammello passare attraverso la cruna d'un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio” (Matteo 19:24)

Il denaro è un male dunque? No, tutto dipende da dove è il tuo cuore: se è con i soldi o con chi i soldi li ha provveduti, se è con l'effetto o con la causa della benedizione. Gesù lo dice: "è più facile avere vede quando sei povero perché quando non hai nulla, sai di dipendere da Dio per il tuo pane quotidiano, e lo ammetti!"

3 REGOLE PER CONDIVIDERE

Queste regole sono valide non solo per il danaro, ma anche per tutte le altre benedizioni concesse da Dio.

I. Dio vuole che ciò che da a me venga dato attraverso di me

Il progetto di Dio è di benedire il numero massimo di persone; per questo è alla ricerca di “cannucce” e non di “tazze”, persone che siano un canale dove le benedizioni possano essere condotte ad altri, piuttosto che un recipiente che accumuli le benedizioni.

Sarai una “tazza” o una “cannuccia”? Verrai riempito dalla grazia di Dio, e la terrai per te, oppure sarai il mezzo tramite cui la Grazia di Dio raggiungerà altri? Dio riempie le tazze, ma ama e benedice le cannucce!

Leggete quello che dice Paolo:

“Colui che fornisce al seminatore la semenza e il pane da mangiare, fornirà e moltiplicherà la semenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia.   Così, arricchiti in ogni cosa, potrete esercitare una larga generosità, la quale produrrà rendimento di grazie a Dio per mezzo di noi.  Perché l'adempimento di questo servizio sacro non solo supplisce ai bisogni dei santi ma più ancora produce abbondanza di ringraziamenti a Dio” (Corinzi 9:10-12)

Dio non dà solo il “pane quotidiano”, ma anche i “semi quotidiani”, in maniera abbondante così da poterla dar via ad altri. Tutto questo NON per il proprio utile, ma per la gloria di Dio.

Non pensare “io non ho abbastanza” (soldi, doni, talenti). Ricordati l'offerta della vedova.

"In verità io vi dico che questa povera vedova ha messo nella cassa delle offerte più di tutti gli altri:  poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, ma lei, nella sua povertà, vi ha messo tutto ciò che possedeva, tutto quanto aveva per vivere". (Marco 12:44)

Se stai in una crisi finanziari, se i tuoi soldi non bastano, è questo il momento di dare a Dio Perché? Perché...

2. Quando mi occupo dei bisogni di altri, Dio si occupa dei miei

“Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché ci sia cibo nella mia casa; poi mettetemi alla prova in questo», dice il Signore degli eserciti; «vedrete se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla. (Malachia 3:10)

Sapete quando Dio prova la nostra fiducia in lui? Quando aiutiamo gli altri nel suo nome!

Guarda quello che avviene quando condividi con altri  ciò che hai ricevuto da Dio!

“Non è forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne?”  (Isaia 58:7)

"Non è forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame,

OK, Si può fare.

che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo,

Si può fare anche questo.

che quando vedi uno nudo tu lo copra

Anche questo posso farlo.

e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne?

Eh, no! Non ci siamo più! Fino ad ora mi hai chiesto di aiutare persone veramente bisognose... ma quelli della mia famiglia! Quelli che mi prendono in giro!

Dio ti sprona a non nascondere in chi credi, e ad aiutare nel suo nome! Che lo meritino o meno! Ti ho detto che è una prova! SE lo farai, allora guarda cosa accadrà!

"Allora la tua luce spunterà come l'aurora, la tua guarigione germoglierà prontamente;  la tua giustizia ti precederà,  la gloria del SIGNORE sarà la tua retroguardia.  Allora chiamerai e il SIGNORE ti risponderà; griderai, ed egli dirà: Eccomi!” (Isaia 58:8-9)

Ma c'è di più! C'è un terzo effetto

3. Qualsiasi cosa io affido a Dio, Egli la moltiplica

Vi ricordate la moltiplicazione dei cinque pani e dei due pesci? Un ragazzo aveva affidato a Gesù la sua merenda, e invece di sfamare uno, vengono sfamati 5000... e ne rimangono 12 ceste!

Se affido a Dio i miei talenti, la mia energia, il mio tempo, i miei soldi, le mie amicizie, lui le moltiplicherà. Ci vuole vede a dare il proprio cibo, l'unico che ho, ma il risultato è la sovrabbondanza!

“C'è chi offre liberalmente e diventa più ricco, e c'è chi risparmia più del giusto e non fa che impoverire.” (Proverbi 11:24)

Se offri, avrai indietro, se trattieni, non avrai neppure ciò che hai trattenuto.

Conclusione

Se voglio essere salvo dalle preoccupazioni che reca il domani, devo pregare ogni giorno “dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Devo imparare a dipendere dal mio Abba, babbo, papà Dio. Da dove iniziare, dunque?

Comincia da dove sei nel tuo cammino di fede, comincia da oggi.

  • accettando Gesù nella tua vita
  • ritornando a lui se ti sei allontanato
  • accettando la sfida di pregare e mettere in pratica la preghiera di dipendenza ogni giorno se stai camminando assieme a lui.

Gesù ha detto:

“Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo".  Essi quindi gli dissero: "Signore, dacci sempre di codesto pane".  Gesù disse loro: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete.” (Giovanni 6:33-35)

Non importa quanto o cosa mangi, se non è di Gesù che ti nutri, avrai fame di nuovo.

Ti sfido ad aprire il tuo cuore a Cristo e ad accettare questi tre passi guardando a Dio come tua fonte; non il governo, non il tuo lavoro, non la tua famiglia, non il tuo conto in banca, ma Dio, tuo Padre;
avendo fiducia in Lui giorno per giorno; non per il tuo pane mensile, o per il tuo pane annuale, ma per il tuo pane quotidiano; condividendo con gli altri tutto ciò che ti concede.
SE il tuo cuore è stato toccato oggi, prega con me queste parole:



Gesù, ho bisogno che tu sazi la fame del mio cuore vuoto. Io ho bisogno di te, ho bisogno che il pane della vita sfami il mio cuore, così da non avere mai più fame. Signore, io accetto la sfida, e voglio vederti come mia fonte, avendo fiducia in te giorno per giorno. Ti chiedo di aiutarmi a non preoccuparmi di nulla ma a pregare su tutto. Aiutami a ringraziarti in tutto e a riempire la mia mente della tua Parola, Aiutami a condividere con gli altri tutto ciò che tu mi concedi, affinché gli altri possano avere quelle tua benedizioni attraverso me. Fammi essere non una coppa, ma una cannuccia. Ed aiutami ad imparare che tutto ciò che io ti affido, tu lo moltiplicherai. Ti prego questo nel tuo santo nome. Amen

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09 novembre 2014

Sette passi per parlare con Dio - 2: ”Arrenditi al Padre” | 9 Novembre 2014 |


Esiste una risposta allo stress che la vita ci provoca? Posso vivere senza la pressione o la preoccupazione per il domani? Gesù afferma di si: basta arrendersi al Padre.
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Quali sono le cose che ti stressano nella vita? Alcune possibilità:
  • i soldi
  • la salute,
  • il lavoro,
  • le altre persone.
Che cosa accomuna i nostri stress? Che non riusciamo a controllarli da soli,
non sono sotto il nostro diretto controllo; non ho alcuna possibilità di cambiare il corso degli eventi (sono la maggior parte).  Vi faccio tre esempi.

I) Il primo sono le circostanze incontrollabili.

Esempi:

lievi
  • Rimanere bloccati nel traffico:
  • il ritardo di un volo aereo.
serie
  • Una malattia grave:
  • problemi economici:
  • la perdita di una persona cara.
II) La seconda categoria di quella che io chiamo persone non collaborative

Esempi:
  • Persone ingrate: 
  • persone troppo esigenti.
III) Una terza categoria  è rappresentata dal male inesplicabile.

E' più facile accettare di soffrire quando c'è un senso alla nostra sofferenza:
  • cedo il mio posto sull'autobus a una donna incinta,
  • cedo il mio pasto a mio figlio che ha fame,
  • prendo il posto davanti al plotone d'esecuzione invece di cinquanta innocenti.
Ma cosa faccio quando non  sembra esserci una ragione o un senso al male?  È il tipo di male dove ci domandiamo:  perché a me?  Perché questo?  Perché adesso?

Circostanze incontrollabili,  persone non collaborative mali inesplicabili. Come posso attraversarli indenne?

L'unica soluzione è “arrendersi”. Attenzione, sto per parlare di arrendersi a “chi” piuttosto che a “cosa”. Non arrendersi a “cosa ci stressa”, ma a “chi è in controllo di tutto”.

L'antidoto allo stress della vita moderna è la seconda frase che Gesù ci chiede di pregare

“Venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra”. (Matteo 6:10)

Cos'è il regno di Dio sulla terra? 

Gli ebrei si aspettavano un re che regnasse come Davide, come Salomone, Gesù li delude, dicendo in  Giovanni 18: “il mio regno non è di questo mondo.”  Non riguarda la politica, o il governo di una nazione.

Gesù dice: "Il mio piano è molto più grande;  per il regno c'è da aspettare..."

Ma nel frattempo la volontà di Dio può essere fatta in terra come è fatta in cielo: un'anticipazione del regno allora la possiamo avere! Come?

“Perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza.” (1 Corinzi  4:20)

Così come l'amore non è un sentimento, ma un'azione, allo stesso modo il regno non è parole ma potenza: non si tratta di parlarne, ma di agire per esso.

Questo significa che il Regno di Dio non è qualcosa di cui parlare solamente;  non è qualcosa attorno al quale sedersi e discutere.   È qualcosa che devi fare; non sono le parole che importano , ma quello che Dio sta facendo nel mondo.

Domanda: pensate che Dio sia più felice nel vedere un simposio teologico sulla Trinità, oppure nel vedere qualcuno che dà da mangiare a un senza tetto?

Riflettere sulla Parola di Dio è buono, applicare la parola di Dio è meglio; è quello il fine per cui è stata creata!

La Bibbia dice anche una terza cosa sul regno di Dio:

“Perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.” (Romani 14:17)

Fermi un attimo! Abbiamo detto fino ad adesso che il Regno di Dio non è fatto di parole, ma di azioni, di cose pratiche e ora mi dice che cibo e  acqua (che sono cose pratiche) non vanno bene!

Paolo non si sta contraddicendo, ma sta spiegando una cosa molto semplice: il Regno di Dio è azione strategica.

Mi spiego meglio: ci sono tanti che sfamano i senza tetto nel mondo c'è chi lo fa in nome di una organizzazione (Amnesty International, Emergency, Medicine Sans Frontiere), e dà sollievo al corpo, c'è chi lo fa in nome di Cristo, e dà sollievo al corpo ma soprattutto allo Spirito; l'atto d'amore è una azione strategica affinché Dio venga conosciuto per quello che è,  un Dio d'amore infinito.

Gesù dice così:

“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” (Matteo 5:16)

Dire “venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà” è la medesima cosa.  Il regno di Dio è in ogni luogo dove la sua volontà è fatta.  E' in ogni luogo dove Gesù è re e dove le sue regole regnano.

L'anticipo del Regno è quando le persone fanno la volontà di Dio,  ma è solo un “anticipo”, raramente Gesù regna e le sue regole regnano nel mondo.

Viene spesso abusata la frase “è  stata la volontà di Dio" quando accade qualcosa di drammatico. No, che non lo è. In Geremia è detto :

” Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il Signore, “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.” (Geremia 9:11)

In Cielo il volere di Dio è fatto in modo perfetto,  ma raramente lo è in terra. Il progetto era quello di farci vivere nell'Eden, ma ora ci troviamo sulla Terra,  e questo crea stress nella nostra vita.

Gesù ci dice di pregare ““Venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo anche in terra”.
Perché sa che per vivere fuori dallo stress di una vita che è diventata difficile dobbiamo fare quattro cose:

1) Cedi a Dio il controllo

Devi decidere ogni giorno chi sarà in controllo della tua vita: te o Dio. Noi cerchiamo la felicità cercando in controllo di tutto, ma solo Dio può essere  in controllo delle cose che io stesso non posso controllare nella mia vita

La Bibbia dice questo:

"Fermatevi", dice, "e riconoscete che io sono Dio. Io sarò glorificato fra le nazioni, sarò glorificato sulla terra" (Salmo 46:10)

La parola fermatevi in ebraico significa letteralmente “lascia andare”, rilassati”. Devi lasciare il controllo della tua vita e riconoscere che Dio è in controllo.

Ci sono due reazioni tipiche allo stress da controllo:
  • quelli che cercano di vincere raddoppiando gli sforzi per controllare tutto,
oppure
  • quelli che si fanno vincere, accendono la TV e tirano  fuori la Nutella.
C'è una terza via, afferma Gesù: cedi a Dio il controllo.

Cedere o “arrendersi” è quasi sempre associato mentalmente ad una bandiera bianca;  ho fallito, ho perso, cedo, mi arrendo. Mai nulla di più inesatto, se stai cedendo a Dio il controllo!

La Bibbia dice questo:

“L'ubbidienza allo Spirito Santo porta alla vita e alla pace, mentre seguire la propria vecchia natura conduce alla morte” (Romani 8:6 PV)

Perderai se stai cercando di controllare da solo il tuo matrimonio, la tua famiglia, il tuo lavoro ma se cedi a a Dio avrai “vita e pace”, dice Paolo.

Il primo passo è cedere il controllo a Dio.

2) Impara ad essere contento/a

“Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza. Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica.” (Filippesi 4:11-13)

Paolo non era in albergo quando scriveva questo era in prigione, legato a un soldato. Poteva controllare la sua situazione? Avrebbe fatto alcuna differenza preoccuparsi per la sua situazione? La differenza la faceva la sua volontà di essere contento nella situazione in cui stava.

Paolo dice “ho imparato” significa che prima non lo faceva.

1) E' un segno di maturità: le persone immature sono sempre scontente, irritate.

2) E' una scelta: posso scegliere di essere contento tramite la forza di Gesù.

PROBLEMA

Vogliamo “spiegazioni da Dio per quello che ci capita. Dio non ci dice il perché di gran parte delle cose che ci accadono. Perché? Perché Dio vuole vedere se sappiamo “cedere il controllo” e se abbiamo imparato ad essere contenti:

a) Dio non ci “deve” alcuna spiegazione;
b) anche se ci spiega non capiremmo (es. un evento del 1894 si  collega ad uno del 2052). Fa parte dei suoi piani;
c) anche se ci spiegasse e capissimo, il dolore rimarrebbe (es. dottore che spiega la malattia, ma il dolore rimane);
d) molte volte quando Dio è silente nella tua vita, stai attraversando un test (es. a scuola: silenzio durante i “test”. Persino il maestro rimaneva zitto.)

La tua fede è messa alla prova: lascerai andare il controllo a Dio, o ti aggrapperai più forte? Imparerai ad essere contento, o recriminerai sul tuo destino con Dio?

Quando stai attraversando un dolore, o un problema, non ti servono le spiegazioni di Dio, ma ti serve la presenza di Dio e l'amore di Dio nella tua vita.

La Bibbia dice questo:

“Sta' in silenzio davanti al SIGNORE, e aspettalo”  (Salmo 37:7)

Questo è ciò che devi fare; questo è imparare ad essere contento.

Domanda: qual'è la cosa per cui sei arrabbiato/a con Dio che non vuoi ammettere?
  • Per come sei (la tua forma fisica)?
  • Per il tuo lavoro?
  • Per i genitori che ti ha dato?
  • Per il tuo matrimonio?
  • Per i tuoi figli?
  • Perché il campo del vicino è più verde?
  • Perché non si è realizzato ancora il sogno della tua vita?
Essere scontenti non ha mai curato nessun male, e non ha mai realizzato nessun sogno.

Cedere a Dio il controllo, ed essere contenti si!

3) Cerca i piani di Dio, non i tuoi

I miei piani cambiano spesso, i problemi li sabotano o li deviano.

Il fattore CSQ è una realtà biblica e una realtà della nostra vita. Cos'è il fattore CSQ?  E' il fattore “C'è Sempre Qualcosa”!

Non c'è mai una cosa che va come l'avevo immaginata! I problemi sono come gli anni: non fa in tempo a finire uno che subito un altro. ("E' già Natale!" "Di nuovo?")

I miei piani non funzionano per svariati motivi:
  •  per le mie scelte sbagliate;
  • per l'intervento di Satana;
  • perché viviamo in un mondo caduto.
Qualsiasi sia il motivo, l'esito non cambia. Dovrei saperlo, perché la Bibbia me lo ha detto!

“Molti sono i progetti dell'uomo, ma solo i piani del Signore si realizzano” (Proverbi 19:21 TILC)

Quali sono allora i piani che devo cercare?

Gesù ce lo dice:

Chi terrà stretta la propria vita la perderà; ma chi l'avrà data a me, la ritroverà...E chiunque avrà dato anche soltanto un bicchiere d'acqua fresca ad uno di questi piccoli, perché è un mio discepolo, vi assicuro che non potrà perdere la sua ricompensa” (Matteo 10:39, 42 PV)

I piani che si realizzano sono quelli che comportano il mettere l'atro prima di me, quelli dove obbedisco al grande comandamento di Matteo 22:39 “Ama il tuo prossimo come te stesso”.

Cosa significa “dare la propria vita”? Significa cercare i piani di Dio, non i miei piani, e affidarli a lui per rendere servizio agli altri!

1 Giovanni 3:16 dice:

“Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.” (1 Giovanni  3:16)

Stai dando la tua vita per qualcuno? Questo significa arrendersi:
  • io depongo i miei piani,
  • io depongo la mia vita,
  • io cerco i piani di Dio, 
  • io offro me stesso per gli scopi di Dio.
Paolo ci incoraggia in questo, dicendo:

“Offritevi invece a Dio...come strumenti della giustizia di Dio” (Romani 6:13 PV)

Sai cosa accade a chi cerca i piani di Dio e non i suoi?

“Voi invece cercate prima il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più.” (Matteo 6:33 TILC)

E' per quello che Gesù ci dice di pregare “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà” perché vuole che Dio mi dia di più nella ma vita.

Per arrendermi a Dio a devo cedere il controllo, devo essere contento, devo cercare i piani di Dio non i miei , ma devo fare anche altro.

4) Lascia il futuro a Dio

L'uomo ha avuto da sempre una voglia matta di sapere cosa accadrà domani: Ogni inizio d'anno abbiamo centinaia di oroscopi e previsioni: ce ne fosse uno che c'azzecca... manco per sbaglio!

Dio dice: non cercare di conoscere il futuro: cerca me ogni giorno!

“Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento.  Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri.” (Proverbi 3:5-6)

Cosa significa cercare Dio ogni giorno? Significa non pensare a ciò che è  meglio per me ma pensare a cosa il Signore pensi sia meglio per me... nella famiglia, nel lavoro, nello svago, in tutto.

Questo elimina COMPLETAMENTE lo stress della vita::

“Il SIGNORE conosce i giorni degli uomini integri; la loro eredità durerà in eterno. Non saranno confusi in tempo di sventura, ma saranno saziati in tempo di fame.” (Salmo 37:18 -19)

Dio dice: “Lo sai, se tu ti affidi a me avrai una ricompensa eterna. Ma non solo questo; in questa vita, quando avrai momenti duri, sopravviverai perché io sarò al tuo fianco. Arrenditi, e tutto questo sarà tuo. Te lo prometto io, il tuo Abba!

Conclusione

Quale area della tua vita devi arrendere a Gesù, cedendo il controllo a Dio, essendo contento o contenta di quello che hai e che sei, cercando i piani di Dio noi i tuoi, e lasciando il futuro a Dio?

Quale area della tua vita non hai sottomesso a Dio? Quali stanze della tua dimora terrena hai tenuto per te? Forse gli hai sottomesso quelle “belle”, il salotto, o la camera da pranzo, ma cosa ne è di quelle che non vogliamo mostrare a nessuno? Cosa ne è del bagno, del garage, dello stanzino delle scope?

Cosa non hai sottomesso a Dio? Sesso, finanze, relazioni? Forse c'è un peccato ricorrente, o un'abitudine errata, o una dipendenza tutte cose che aspettano ancora di essere sottomesse a lui?

Cosa non gli hai sottomesso? Cosa non hai ancora arreso al tuo Abba, al tuo papà, al tuo babbo?

“Allo stesso modo, nessuno può diventare mio discepolo se non rinuncia a tutto ciò che ha” (Luca 14:33 PV)

Pensi sia troppo? Se pensi così si vede che non conosci il risultato!

“Gesù rispose: "In verità vi dico che non vi è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, per amor mio e per amor del vangelo,  il quale ora, in questo tempo, non ne riceva cento volte tanto...e nel secolo a venire, la vita eterna.” (Marco 10:29-30)

Sapete il tasso di interesse se uno ti da 100 volte tanto? È il 10.000%! Ti viene promesso un interesse del 10.000%! E non è la promessa di una banca, ma una promessa di Gesù; è vera, eterna e immutabile come colui che l'ha promessa.

Preghiamo.

Padre, molti di coloro che ascoltano in questo momento sono stressati da circostanze incontrollabili, da persone non collaborative o dal male inesplicabile. Cerchiamo soluzioni o spiegazioni, quando dovremmo invece cercare di te! Io prego affinché oggi coloro che stanno provando grandi situazioni di stress possano sperimentare la serenità dell'arrendersi. Aiutali a rilassarsi nel tuo amore.

Prega questo nel tuo cuore, se vuoi: “Dio, sono stanco di lottare e di resistere; alzo la mia bandiera bianca. Non cercherò ancora di controllare la mia vita. Smetto di farlo, depongo la mia ostentata sicurezza. Mi arrendo. Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà nella mia vita, e voglio sia questa la mia preghiera quotidiana da ora in avanti. Gesù, ti cedo il timone della mia nave, non sono più io a controllarla, non più, ma te. Voglio imparare ad essere contento da ora in avanti. Depongo la mia vita per i tuoi piani ed i tuoi scopi. Lascio il futuro a te. Muta le mie preoccupazioni in serenità. Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà in me” 

Amen

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02 novembre 2014

Sette passi per parlare con Dio - 1: ”Chiamalo Padre” | 2 Novembre 2014 |

Come posso vivere una vita lontano dagli stress e dalle preoccupazioni? Gesù ha una ricetta precisa: parlane a tuo Padre! Ed inizia a chiamarlo "papà"!

Attraverso il "Padre Nostro" Gesù traccia i sette passi che mi portano a parlare con Dio ed a ricevere il suo aiuto.
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Il tema principale che stiamo affrontando quest'anno nella nostra comunità è la preghiera: abbiamo iniziato a marzo con la campagna “40 Giorni nella preghiera” abbiamo proseguito per tutta l'estate con le passeggiate di preghiera.

Gesù stesso vuole che preghiamo, ha sempre esortato i suoi discepoli e coloro che lo seguivano a rivolgersi direttamente al Padre, ma non ha mai indicato le esatte parole che avrebbero dovuto dire...

Mai... tranne una volta, su richiesta esplicita di un suo discepolo.

“Gesú era stato in disparte a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». (Luca 11:1)

Gesù risponde con la “preghiera perfetta”:

“Voi dunque pregate cosi” (Matteo 6:9)

Il "Padre Nostro" contiene la soluzione ai maggiori problemi della vita di ciascuno. Sono sette passi per avvicinarsi al Padre e per allontanare lo stress e le paure della vita.

1. “Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome”:  
Chiamalo Padre, capisci chi è lui.
2. “Venga il tuo regno sia fatta la tua volontà anche in terra come fatta in cielo”: 
Arrenditi al Padre, capisci quale è lo scopo della tua vita.
3. “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”:
Dipendi dal Padre, capisci che è lui in controllo.
4. “Rimettici i nostri debiti”: 
Lasciati rendere puro dal Padre , abbandona i tuoi sensi di colpa.
5. “Come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori: 
Lascia al Padre il tuo passato , vivi nel presente.
6. “E non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno”:
Lascia che il Padre ti  renda libero, non cercare di controllare ciò che non puoi nella tua vita.
7. “Perché a te appartengono la gloria, il regno e la potenza in eterno”:
Vivi nel Regno del Padre, lui ha un progetto per te.

1. “Padre Nostro”

Nell'intero AT Dio è stato chiamato centinaia di volte con diciotto nomi differenti, solo 6 volte “padre”. Nel Nuovo Testamento viene chiamato 245 volte Padre di cui 150 volte da Gesù!!! Non sapremmo che Dio è “padre” se non fosse stato per Gesù.

Gesù afferma che Dio non è un giudice , non è un poliziotto , non è una forza (altrimenti ci saluteremmo dicendo “che la forza sia con te” invece che “Dio ti benedica”!) ma una persona!  Posso avere un rapporto con lui, posso parlargli, posso confidarmi, posso sedere sulle sue ginocchia, posso ridere con lui, posso piangere abbracciandolo quando sono triste.

Cosa pensi quando senti la parola “padre”?

Per molti la parola “padre” è un termine negativo. Porta alla memoria ricordi dolorosi: “Aspetta che torni a casa tuo padre e vedrai quante ne prendi”!

I padri terreni possono trasformare la casa in una sorta di Inferno terreno.

Se abbiamo avuto un padre irragionevole, pensiamo che ciò che Dio  sia irragionevole,  non proviamo neppure a fare ciò che ci chiede.

Se abbiamo avuto un padre di cui non ci potevamo fidare, allora penseremo che non ci possiamo fidare di Dio, non ci affideremo quasi mai a lui.

Se abbiamo avuto un padre indifferente, che “era lì ma non c'era”, penseremo la stessa cosa di Dio:
Si, esiste, ma non mi riguarda, non ha a che fare con la mia vita. Non voglio disturbarlo perché mi ricordo come diventava mio padre quando lo disturbavo.”

Se abbiamo avuto un padre esigente, penseremo che, qualsiasi cosa facciamo, Dio non sarà mai soddisfatto di noi, vivremo più per compiacerlo che per goderlo.

Se abbiamo avuto un padre difficile, pensando a Dio come padre saremo portati a dire: “No grazie, non mi interessa un padre così”.

La realtà della nostra società è quella di avere padri sempre meno presenti,  sempre più un problema, piuttosto che un aiuto.  Non stupiamoci che non capiamo più che Dio è nostro padre

Es. Libro “The faith of the Fatherless”: la cosa che accomunava tre grandi atei, Sigmund Freud, Bertand Russel e Karl Marx era l'odio per i loro padri: morti, distanti o esigenti.

Che tipo di padre è Dio?

La Bibbia ci indica 4 caratteristiche di Dio:

1) E' un padre che ha cura

Ti ama più di quanto tu possa immaginare; non puoi capire il suo amore:  è come se una formica volesse capire un uomo.

Amore è una parola che noi abusiamo:  amo la pasta,  amo mia moglie,  ma l'AMORE di Dio è tutt'altra cosa!

“Come un padre ha amore per i suoi figli, così il Signore ha amore per coloro che lo onorano” (Salmo 103:13)

Vi ricordate la storia della tempesta sul lago? Gesù era nella barca, pescatori professionisti sono spaventati a morte. Vanno da Gesù per chiedergli una delle domande più importanti nella vita (nota: se hai Gesù nella tua barca, non affonderà): “Maestro, non t'importa...  che noi moriamo?”

Quante volte abbiamo domandato la stessa cosa? “Non t'importa? Hai visto le mie analisi? Non t'importa? Hai visto il mio matrimonio? Non t'importa? Hai visto i soldi che abbiamo? Non t'importa?...”

La risposta è “SI, m'importa!” GLI importa più di quanto importi a te.  SA più di te cosa ti aiuterebbe meglio.  Lo sa, e gli importa di te!

“Gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.” (1 Pietro 5:7)


Gettando” nell'originale è un verbo che si usava per mettere i sacchi sopra un carro. L'unico “sforzo” è quello di buttare il “sacco” sul carro di Dio Non dobbiamo “lanciare” qualcosa lontano. Dobbiamo solo “lasciarlo cadere” all'interno del carro.: 0% di sforzo: fa tutto la gravità.

L'unica cosa che dobbiamo fare è rilassare i nostri muscoli e lasciarlo cadere all'interno del carro di Dio. Per imparare quanto Dio si curi di noi, dobbiamo imparare a rilassarci. Dobbiamo smettere di preoccuparci.

Pietro dice “ogni vostra preoccupazione”. Ha cura delle mie bollette? Si  Ha cura del mio reddito? Si.  Della mia salute? Si.  Delle mie indigestioni? Si.

Non c'è nulla di ciò che mi accade che non gli interessi. Ho un padre che è consapevole di chi sono e che ha cura di me e di ciò che mi accade. La Bibbia dice che Egli conosce persino il numero dei miei capelli.

“Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" ... ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.”  (Matteo 6:31-32)

Chi è padre sa che non vogliamo che i nostri figli si preoccupino di cosa mangiare o vestire. Se io che sono un padre  imperfetto, peccatore e a volte egoista, so provvedere a queste cose, quanto più un padre perfetto, santo, e che ha cura saprà provvedere ai miei bisogni?

Tutte le volte che incominciamo a dubitare dell'amore di Dio, si accende una spia rossa: si chiama “preoccupazione”.

La preoccupazione dimostra che ho dimenticato quanto Dio mi ami  e che ha cura di me.

2) E' un padre costante

“Tutte le cose buone e perfette che ci sono state regalate vengono dal Padre di luce che è senza ombra e coerente nelle sue azioni.” (Giacomo 1:17 PV)

Ogni cosa buona nella nostra vita ( la stessa vita!) è un dono del Padre non ci sono ombre in lui: è un padre costante e coerente.

I padri umani sono spesso imprevedibili: Dio no! Non si sveglia mai di malumore, dicendo ”Chi posso fulminare oggi?” Non è lunatico, non è incostante; posso fidarmi che si comporterà sempre nello stesso modo nei miei confronti

“Se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso (2  Timoteo 2:13)

Tutto nel mondo cambia rapidamente:  In un mondo che cambia così rapidamente, sentiamo il bisogno di qualcosa che duri a cui aggrapparci.

C'è un solo problema: niente e nessuna cosa dura. Il benessere, la salute, il lavoro, l'economia, le nazioni. Il conto in banca, le amicizie, i partiti.

C'è un'unica cosa che non cambierà:  Dio!  Il nostro Padre Celeste il quale è amorevole, costante e ha cura di noi;

“Dio infatti non ritira i doni che ha fatto, e non muta parere verso quelli che ha chiamato.(Romani 11:29 TILC)

Nelle “religioni” l'uomo deve “accontentare” un dio bizzoso. Il Cristianesimo NON è una religione, ma un rapporto con una persona, con Dio, il quale è COSTANTE.

"Poiché io, il SIGNORE, non cambio” (Malachia 3:6)

Tutto cambia, ma non Dio.  Se promette qualcosa, è fedele a se stesso e non torna indietro.

Una delle più grandi cause di rancore dei figli verso i padre, sono le promesse non mantenute: “Ma papà, l'avevi promesso!”. Dio no è così. Dio è un padre che è costante.

3) E' un padre vicino

“Dio ha fatto questo perché gli uomini lo cerchino e si sforzino di trovarlo...anche se in realtà egli non è lontano da ciascuno di noi.” ( Atti 17: 27 PV)

Non è aldilà della più remota galassia ma è qui, ora.

Molti sono cresciuti con un padre “in absentia”; magari un grande padre, ma che non era lì, o che anche quando era lì era troppo occupato da altro; e talvolta pensiamo che anche Dio sia un grande dio, ma sentiamo che non è presente.

La reazione più comune di un figlio con un padre assente, è cercare di “guadagnarci” l'amore di lui: “Guarda cosa ho fatto per te! Sei contento?”

Così come abbiamo fatto con i nostri padri assenti, proviamo a “guadagnarci” l'amore di Dio, sperando di portalo vicino a noi: andiamo in chiesa, memorizziamo versetti, preghiamo e leggiamo la Bibbia...ma tutto per il motivo sbagliato!

Dio non è mai troppo occupato per stare assieme a me

“Il SIGNORE è vicino a tutti quelli che lo invocano” (Salmo 145:18)

Non ti dirà mai “ancora tu? Trova qualcun altro da importunare!”

Dio ama provvedere ai miei bisogni

Non lo fa perché “deve”, ma perché ti ama.

“Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Matteo 7:11)

Dio comprende i miei dolori

“Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito” (Salmo 34:18)

Dio non è un padre distante, ma è un padre vicino.

La parola che Gesù usa per padre è : Abba = babbo, papà. Dio vuole che lo chiamiamo babbo, papà
la cosa più bella quando arrivo a casa è sentirmi chiamare papà dai miei figli; questo significa che c'è intimità tra noi

Quando mi devono chiedere qualcosa, non dicono: “Oh, potente e magnifico progenitore della stirpe dei Delle Monache, tu che regni sulla nostra casa e che provvedi in maniera perfetta alle nostre umane necessità, a te ricorriamo affinché tu abbia la grazia di concederci l'elargizione di pecunia acciocché noi possiamo impegnarla nell'acquisizione di prodotti elettronico cibernetici atti all'elaborazione di dati”.

Molte volte parliamo così al nostro Padre Celeste. Semplicemente, mi chiedono: “Papà, vorremo comperare un nuovo PC. Ci dai una mano?”.

Dio vuole che lo chiamiamo “babbo”, “papà”. Dio vuole che quello che ci unisca a lui non sia una religione, ma una relazione.

4) E' un padre competente

Sa gestire i problemi che gli sottoponi. Niente è troppo difficile per lui.

Molti pensano che bisogna “disturbare” Dio solo per i problemi “veramente grossi”, dal tumore in su, o dalla perdita del lavoro in su.

Niente è “troppo grande” per Dio: “Tutto qua? Non hai qualcosa di più difficile da chiedermi?”

“Poiché nulla è impossibile per Dio” (Luca 1:37)

Un tempo i padri erano competenti in molte cose; ora sono competenti solo su Super Mario Bros, o Fifa 2014.

I miei figli hanno passato la  fase “mio papà sa fare tutto”; oramai sanno che che il loro papà possiede abilità molto limitate.

Forse anche voi avete passato queste due fasi nella vita. Non associate questa idea con Dio; Dio è competente, per qualsiasi cosa .

“Sia gloria a Dio che, tramite la sua straordinaria potenza che agisce dentro di noi, può fare infinitamente di più di ciò che domandiamo o pensiamo.” ( Efesini 3:20 PV)

Sogna il tuo sogno più grande: per Dio è nulla realizzarlo! Dio è “specializzato”negli “impossibile”.

Domanda: Dio è “padre” di tutti? Risposta: no!

E' creatore di tutti, ama tutti, e vuole che tutti facciano parte della sua famiglia ma devi SCEGLIERE di farne parte.

Questo è il motivo per cui Dio ha mandato Gesù, per creare un ponte tra Dio e l'uomo.

Dio ha detto: “Qui ci sono io, santo, e lì c'è l'uomo, peccatore. Ma io li amo! Io lo voglio con me, voglio faccia parte della MIA famiglia? Come posso dunque creare un ponte tra me e lui?”

“Come c'è un solo Dio, così esiste un solo mediatore fra Dio e gli uomini: Gesù Cristo, uomo anche lui, che ha dato la vita come prezzo di riscatto per tutti noi.” ( 1 Timoteo 2:5-6 PV)

Questo è il motivo per cui possiamo parlare a Dio, tramite il Figlio mandato a morire in croce per me e per te.

Come posso far parte della famiglia di Dio?

“Perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù.” Galati 3:26

E' solo per la fede in Gesù che entriamo a far parte della famiglia di Dio: non c'è un solo versetto nella Bibbia che dica che possa connettermi a dio attraverso la religione, cercando di essere perfetto, promettendo di non peccare più. L'unico modo è attraverso Gesù

Come posso conoscere di più del mio Padre Celeste?

Attraverso la comunità locale, la chiesa, frequentando la domenica e gli altri incontri connettendomi a coloro che sono anche loro figli di un Padre così meraviglioso, i miei fratelli e le mie sorelle in Cristo.

Conclusione

Vorrei concludere dicendovi questo: una delle tue necessità più grandi nella tua vita è che tuo padre approvi ciò che fai; nella tua anima c'è uno spazio vuoto che non può essere riempito da null'altro che l'approvazione di tuo padre.

Forse non lo hai mai conosciuto, o forse tuo padre è stato uno dei tanti padri terreni, distante, esigente, violento, o debole. Forse tuo padre non c'è più. Ma quello spazio dentro di te c'è ancora, e aspetta di essere riempito, e non ti sentirai completo sino a che quello spazio rimarrà vuoto.

Ma c'è un Padre  che ti ama costantemente, amorevolmente, che ha cura di te, che è competente per i tuoi problemi: quel Padre, il tuo Padre Celeste, può darti l'accettazione, l'approvazione, i consigli e l'apprezzamento di cui tu sei affamato o affamata.
Quel vuoto all'interno dell'anima tua ha la forma, unica e sola, di quel padre, del tuo Abba, babbo, papà Dio!

Chiudi i tuoi occhi, e prega con me, se vuoi, queste parole nella tua mente, e guidale in quel vuoto perché lo riempia.

Preghiera:

Il tuo Padre Celeste, diversamente dal tuo padre naturale, non si è mai perso neppure un minuto della tua vita, neppure uno. Egli è stato testimone di ogni parola, di ogni male, di ogni paura, di ogni peccato, di ogni dolore. Diversamente dal tuo padre umano Egli ha compreso completamente ogni tuo pensiero, persino quando te stesso stentavi a capirti. Oggi puoi volgerti a lui, ed egli non ti abbandonerà mai più. Hai lasciato che le esperienze col tuo padre terreno  deformassero la visione del tuo Padre Celeste? Ora che sai la verità, sei perdonato! E' la verità che ti libera! Ti chiedo di pregare

questo assieme a me...

Caro Padre, Abba, babbo, papà, voglio che tu sia il mio Padre celeste, ed io voglio essere tuo figlio o tua figlia. Grazie per aver mandato Gesù a connettermi con te e a rendermi possibile il fare parte della tua famiglia. Io credo in Gesù e credo anche in colui che l'ha mandato, te, caro papà. Da questo momento in poi io voglio riporre la mia fiducia in te solo. Grazie per le tue cure e la tua costanza. Grazie perché mi eri vicino anche quando io non sapevo tu lo fossi. E grazie per essere competente ad affrontare i problemi che avrò nella mia vita futura. IO ripongo la mia fiducia in te solo.

Vieni a riempire quello spazio vuoto nella mia anima, Abba, babbo, papà. Vieni a riempirlo per sempre.

Tutto questo lo prego nel nome santo del tuo figlio Gesù. Amen
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