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30 marzo 2014

Riempire lo spazio vuoto: l'intercessione. | 30 Marzo 2014 |

Una delle parti fondamentali della vita di preghiera: l'intercessione.
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Come “funziona” Dio quando vede il male nel mondo?
Come “funziona” Dio quando vede che le persone che ama fanno il male?
Accetta che lo facciano, e li lascia per la loro strada, “affari loro”, oppure interviene?
E se interviene come interviene?
E se interviene, interviene da solo o usa altri?

C'è un passo nell'Antico Testamento, che ci spiega tutto questo, e lo voglio leggere prima tutto assieme, poi lo andremo a vedere passo per passo.

“Il Signore mi disse ancora: 'Ezechiele, di' agli Israeliti che il loro territorio è simile a una terra sulla quale non piove: sotto l'effetto della mia collera esso diventa arido. Come i leoni ruggenti sbranano la preda, così i loro capi uccidono, s'impadroniscono di ricchezze e tesori, rendono vedove molte donne. I loro sacerdoti violano le mie leggi, profanano i luoghi consacrati a me, confondono il sacro con il profano. Non insegnano la differenza tra puro e impuro e si rifiutano di rispettare il giorno del sabato. In conclusione non hanno nessun rispetto per me. I loro capi sono sanguinari come lupi che dilaniano la preda: uccidono la gente per arricchirsi. I loro profeti coprono tutti questi delitti con una mano di calce, quando pretendono di avere visioni e predicono menzogne. Sostengono di parlare a nome di Dio, il Signore, ma io, il Signore, non ho parlato a loro. Gli abitanti commettono violenze, rubano, opprimono i poveri e i deboli, maltrattano i forestieri contro ogni diritto  Ho cercato in mezzo a loro qualcuno che potesse costruire un muro di difesa, che potesse stare sulle brecce delle mura, per difendere il paese e per impedirmi di distruggerlo, ma non l'ho trovato. Allora sfogherò la mia collera su di loro, Il distruggerò con il fuoco del mio furore: pagheranno le conseguenze del loro comportamento. Lo dichiaro io, Dio, il Signore'.” (Ezechiele 22:23-31 TILC)

E' un passo immenso: si potrebbe stare anni a commentarlo. Il mio augurio è che nella prossima mezz'ora Dio ti parli, ti incoraggi, ti ammonisca e ti stimoli attraverso di esso così come ha fatto a me.

Contesto: Ezechiele è in esilio. Il popolo amato ha girato le spalle a Dio, e Dio ha permesso che fosse deportato in  Babilonia.

Nei precedenti messaggi abbiamo visto che Dio cerca chi preghi, cerca chi gli chieda in preghiera,
 non perché gli manchi l'ispirazione di cosa fare, ma perché ha deciso che coloro che lo amano e lo cercano siano coinvolti in maniera diretta in ciò che Egli fa nel mondo.

Quando uno prega per se si chiama “richiesta”; quando uno prega per altri si chiama “intercessione”. L'intercessione è un qualcosa di necessario e di fondamentale perché Dio possa lavorare nella vita delle persone e nel mondo.

In questo passo il male che vede Dio nel suo popolo non riguarda un limitato numero di persone, ma è generalizzato a gran parte di esso

Tutti erano coinvolti:


  • i leader politici: erano diventati ladri che razziavano i beni del popolo;


“Come i leoni ruggenti sbranano la preda, così i loro capi uccidono, s'impadroniscono di ricchezze e tesori, rendono vedove molte donne.”( v. 25)


  • il clero: coloro che avrebbero dovuto intercedere tra Dio e il popolo, mischiano la loro chiamata con il mondo e non fanno quello che Dio gli chiede;

“I loro sacerdoti violano le mie leggi, profanano i luoghi consacrati a me, confondono il sacro con il profano. Non insegnano la differenza tra puro e impuro e si rifiutano di rispettare il giorno del sabato. In conclusione non hanno nessun rispetto per me.” (v. 26)


  • i profeti: avrebbero dovuto dare voce a Dio, me invece parlavano del loro, anche quando Dio era rimasto in silenzio, erano diventati ipocriti, amanti del mangiare e del bere;

“I loro profeti coprono tutti questi delitti con una mano di calce, quando pretendono di avere visioni e predicono menzogne. Sostengono di parlare a nome di Dio, il Signore, ma io, il Signore, non ho parlato a loro.” (V 28)

...e queste tre categorie lavoravano assieme!

Ma il popolo non era da meno:


  •  i ricchi rubavano ai più poveri per accumulare ancora altre ricchezze. Il profitto era l'obiettivo.

“Gli abitanti commettono violenze, rubano, opprimono i poveri e i deboli, maltrattano i forestieri contro ogni diritto” (v. 29)

Tutti erano corrotti,  politici, sacerdoti,  profeti,  e popolo...

Vi suona familiare?  Dovrebbe? Rispecchia la realtà della nazione dove stiamo vivendo? Certo, le analogie sono molte!

L'unica cosa che avrebbe dovuto fare Dio in una situazione del genere sarebbe stata quella di girarsi dall'altra parte, e dimenticarsi completamente di quella stirpe corrotta, attendere che tutti fossero morti nei loro peccati, e ricominciare da zero, in un altro posto, in un'altro pianeta, in un'altra galassia...

E invece no! Dio cercava ancora qualcuno che si arrampicasse sulle macerie di quella generazione, avesse il coraggio di guardare negli occhi il proprio Signore, essere un ponte tra Dio e quella generazione corrotta... ma non c'era nessuno!

“Ho cercato in mezzo a loro qualcuno che potesse costruire un muro di difesa, che potesse stare sulle brecce delle mura, per difendere il paese e per impedirmi di distruggerlo, ma non l'ho trovato.” (v. 30)

E se Dio non trova nessuno che faccia da ponte... la sorte del suo popolo sarà segnata.

“Allora sfogherò la mia collera su di loro, Il distruggerò con il fuoco del mio furore: pagheranno le conseguenze del loro comportamento. Lo dichiaro io, Dio, il Signore'. (V31)

Se ti è suonata familiare la situazione che Ezechiele descrive con l'Italia, dovrebbe farti riflettere la chiamata di Dio: chi starà sulla breccia?

Quello che qui troviamo scritto come “stare sulle brecce”, in realtà è una parola differente, e legata al gergo militare che gli israeliti conoscevano bene.

La parola originale è “perets”, che significa “buco”, “spazio vuoto”, “interruzione”.

Quando un nemico attaccava le mura, e creava un buco per entrare, c'era sempre qualcuno che stava là, sul buco, sullo spazio vuoto, sull'interruzione della protezione per impedire che il nemico entrasse e, una volta entrato, uccidesse.

Dio non è il nemico, il buco l'aveva fatto il popolo, da dentro, aveva distrutto l'alleanza con Dio; era lui il nemico di se stesso, non Dio.

Ma Dio cercava, prima di attaccare, e distruggere,  qualcuno, uno solo che stesse là, cercando di impedire la battaglia finale,  e che intercedesse per il popolo.

Dio è santo, e giusto, e deve punire il male,  ma allo stesso tempo è pieno di amore, e cerca qualcuno che interceda affinché, prima che sia troppo tardi, l'altro si ravveda, ed Egli non sia costretto a punire.

Stare sulla breccia, stare nello spazio vuoto, tutto questo si chiama “intercessione”.

Che cosa è l'intercessione? Definizione Garzanti:

”Intervento presso Dio, da parte di Cristo, della Madonna, dei Santi, a favore di una persona vivente o defunta.”

Una delle colpe più grandi di un certo tipo di “chiesa” in Italia, è stata quella di svuotare il significato di “intercessione” e riempirlo con tutt'altro da quello di cui parlava Dio in Ezechiele: Madonna, santi... loro intercedono...  noi possiamo fare a meno,  siamo “sgravati” dall'obbligo...

Dio non cerca madonne, né santi, se si intende quelli delle statue,  ma cerca donne e uomini “santi” per intercedere. Cerca persone che stiano in mezzo, stiano nel “buco” provocato dal peccato delle persone, o dalla vita,  che presentino a Dio le richieste di altri che non possono, o non sanno, o non vogliono.

E se non c'è chi fa questo, il destino di quel popolo, e di tutte le persone che contiene è segnato.

Colui che intercede è come se allungasse quanto può le proprie braccia e mettesse una mano sul Trono di Dio, e l'altra  sulla spalla delle persone, per colmare la distanza. Chi intercede sta in mezzo tra l'infinito amore di Dio e il peccato. (non è una posizione comoda!).

Quello spazio vuoto non ci dovrebbe essere,  e Dio cerca persone che possano riempirlo,  e avvicinare le persone a Dio, Dio alle persone, E' questo quello che fa l'intercessore.

Questa figura non c'è solo in Ezechiele, ma è nella natura propria di Dio:

“Egli parlò di sterminarli;tuttavia Mosè, suo eletto, stette sulla breccia davanti a lui per impedire all’ira sua di distruggerli. (Salmo 106:23)

Il suo popolo nel deserto ne aveva fatte di cotte e di crude, Dio ha l'esigenza di affrontare il male,  altrimenti se lo sopportasse diventerebbe un Dio ingiusto; ma Mosè si mette sull'interruzione, sul buco nel muro, per riconciliare Dio con un popolo pieno di peccati.


Personalmente, devo ammettere che per molto tempo ho pregato “per i cavoli miei”, per la mia famiglia,  il mio lavoro,  i miei amici più stretti,  ma in fondo non ero convinto che quelle preghiere potessero cambiare realmente il coro della storia.

Pensavo : ”Dio sa di cosa ho bisogno, anche se non glie lo chiedo; sa che lo amo, può agire senza il mio suggerimento”.

Poi ho VISTO il potere della preghiera in azione nella mia vita... in Zimbabwe. Le cose ACCADEVANO realmente dopo OGNI preghiera fatta con fede dalle persone della chiesa là, i nostri problemi miracolosamente venivano risolti...io pregavo... e non credevo ai miei occhi di vedere che le MIE preghiere stavano modificando via via la storia, gli eventi.

Se Dio avesse trovato l'intercessore che stava nello spazio vuoto in Ezechiele, la storia del popolo di Israele sarebbe cambiata? Dobbiamo rispondere di si.

Sii onesto, sii onesta:  ci credi per davvero che le TUE preghiere possano cambiare il corso degli avvenimenti per cui stai pregando? Anche qui, la risposta deve essere:SI!

La vittoria alla tua sfida,  la salvezza dei tuoi tre amici,  il risveglio della tua città  e la protezione per i credenti nel mondo,  dipendono dalla tua intercessione.

E non è dovuto alla tua potenza,  ma alla potenza di Colui che cerca intercessori, e quando li trova, essi sono lo strumento tramite cui la Sua potenza arriva nel mondo, non perché manchi di saggezza su cosa fare, ma perché ti ha SCELTO per essere lo strumento tramite cui la sua potenza e il cambiamento arriva nel mondo.

Perché? Onestamente? NON LO SO!

Forse perché così spinge la mia fede oltre ciò che è ragionevolmente possibile, così che io non possa fare altro che affidarmi a lui e non alle mie capacità umane.

Forse perché vuole costruire su uomini e donne amano così tanto il mondo e i peccatori come lui li ama tanto da mettere a rischio la propria vita pur di riconciliare Dio con gli altri  (ti ho detto che la vita di un intercessore non è mai facile, perché si carica dei problemi di altri, e li porta i preghiera a Dio).

Non lo so... ma così sta scritto, così funziona, così è.

Se preghi le cose accadranno, e se non preghi non accadranno, e non ti gongolare sul fatto che altri pregheranno per quello: se vuoi che le cose accadano PREGA.

Ciò non significa che vedrai sempre i risultati: alcune volte lo riceverai come premio (come è accaduto a noi in Zimbabwe), il vedere l'esatta risposta alla preghiere; altre volte pregherai per giorni, mesi, anni, senza che sembri accadere nulla... Ma non ti scoraggiare, Dio è al lavoro,  se tu hai fede e pazienza di intercedere senza aspettare di vedere il risultato.

Se non sei ancora pienamente convinto o convinta che TU devi intercedere se vuoi che le cose avvengano, che i tuoi amici accettino Gesù e che nella tua città ci sia un risveglio, guarda ciò che ha detto Gesù:

“Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola” (Giovanni 17:20 PV)

Ti ripeto le domande che ti ho fatto all'inizio:

Come “funziona” Dio quando vede il male nel mondo?
Come “funziona” Dio quando vede che le persone che ama fanno il male?
Accetta che lo facciano, e li lascia per la loro strada“affari loro”oppure interviene?
E se interviene come interviene?
E se interviene, interviene da solo o usa altri?

Ecco la risposta: Dio cerca chi sta sulla breccia, Dio cerca chi sta sul buco nel muro creato dal peccato...

Tu sei lo strumento che Dio ha deciso di usare per per colmare la distanza, per stare nello spazio, per mettere una mano sul trono di Dio e l'altra sulla spalla di uomini e donne che subiranno il giudizio di Dio... se non lo accettano!

Come presentare a Dio il caso dei nostri amici, della nostra città

1. Prega che Dio li avvicini a Gesù

Gesù ha detto questo:

"È per questo che ho detto che nessuno può venire da me, se non gli viene dato dal Padre". (Giovanni 6:65 PV)

2. Prega che possano comprendere il messaggio di Gesù

C'è differenza tra “ho capito” è “ora si che ho capito”!  Il maligno proverà in tutte le maniere  a stoppare,  annacquare,  corrompere la parola di Dio.

“Tieni lontana da me la via della menzogna e, nella tua grazia, fammi comprendere la tua legge.” (Salmo 119:29)

Prega che sia Dio sia mosso dalla tua fede nel pregare  e che sia Lui a proteggerla e a dare ai tuoi amici una capacità di capire speciale.

3. Prega che i loro occhi siano aperti per vedere Dio

Anche qui, la nostra battaglia è contro il Nemico: Paolo dice così:

[Satana,] il dio di questo mondo corrotto li ha resi ciechi, incapaci di vedere la gloriosa luce del vangelo che splende su di loro, incapaci di comprendere il meraviglioso messaggio della gloria di Cristo, immagine di Dio. (2 Corinzi 4:4 PV)

Prega per i tuoi tre amici, adesso!

Alzati, e stendi le mani, tocca le spalle del tuo vicino, per simboleggiare che stai riempiendo lo spazio vuoto tra il trono di Dio e i tuoi amici


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23 marzo 2014

A quale dei tre pregare: il Padre, il Figlio, o lo Spirito Santo? | 23 Marzo 2014 |


Quando preghi, ha chi ti rivolgi, tra il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo?
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Quando preghi, a chi preghi? A chi ti rivolgi? Essendo una chiesa evangelica prendo per scontato che
non preghi né a Maria né ai santi.

Ma a chi preghi? Dio non è "Dio": è Dio Padre, Dio Figlio, e Dio spirito Santo. Per cui, preghi a Gesù, o allo Spirito Santo, o al Padre?

Un pastore raccontava che da bambino pensava che i tre fossero presenti alle sue preghiere, seduti, e che lo Spirito Santo fosse quello che prendeva appunti, e poi si rivolgeva agli altri due chiedendo che voleva intervenire su quella determinata preghiera.

E' cosi?

Oppure i tre fanno turni di otto ore per coprire le 24? Oppure lo Spirito Santo copre le cose facili (il mal di gola), Gesù le cose difficili (la broncopolmonite) e Dio quelle difficilissime (il tumore)?

Esiste una maniera “giusta” su cosa pregare  e a chi pregare,  una sorta di protocollo divino per far si che le nostre preghiere vengano esaudite? E' una buona domanda da farsi.

Gesù è quello a cui dobbiamo andare per sapere come fare. In Matteo 6 si adopera a dire ai discepoli “non pregate così, ma pregate invece così” e inizia la “preghiera perfetta” in un modo completamente inaspettato per l'epoca.

1. Prega al Padre

“Voi dunque pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.” (Matteo 6:9)

Dice: “Padre Nostro”... Nessuno sino ad allora, si era mai rivolto a Dio chiamandolo “padre”. Dio veniva chiamato quasi sempre “Adonai”  (Signore), visto che era peccato nominare il nome personale di Dio invano “Jawe” (Io Sono).

Ogni volta che Gesù pregava pregava chiamando Dio “padre”, ma lui era il figli di Dio a titti gli effetti. Ora dice a noi di chiamare “suo padre” “padre”. Non ci dice di pregare “Dio”, ma di pregare un padre.

Questo cambia tutta la prospettiva del nostro pregare. Una cosa è pregare un “benefattore onnipotente”, ma lontano e distaccato, uno da cui state lontano quando combini qualcosa di grosso altra cosa è pregare qualcuno a cui ci possiamo affidare,  con cui ci possiamo confidare, anche quando l'abbiamo fatta grossa.

Ma quale parola usava Gesù? Padre? Genitore? Babbo? Lo possiamo sapere da Marco, che ci racconta come chiamava suo Padre in uno dei momenti più difficili della sua vita, appena prima di salire il Golgota:

“Diceva: «Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi».” (Marco 14:36)

Abbà. E' la stessa parola che usa Paolo

“E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!» ” (Romani 8:15)

Per spiegarvi il vero significato e peso di questa parola, voglio leggervi un passo da l libro di Joyce Hugget “La Preghiera”:



Gesù ci chiede di pregare un padre come lo pregherebbe un bambino, con la medesima purezza e con la medesima fiducia che ha un bambino di tre anni.

Io prego un padre pieno d'amore.

2. Prega attraverso il Figlio

Quale è il ruolo di Gesù nella preghiera? Vi ricordate di quello che abbiamo detto del “tempio” di Dio,  dove stava il luogo "Santissimo" che conservava l'Arca con le Tavole del Patto, dove solo il sommo sacerdote poteva entrare una volta all'anno?

Per poter entrare doveva fare tutta una serie di rituali, purificazioni,  preghiere,  perché Dio non può stare in presenza del peccato.

Se non faceva tutto questo in un modo giusto, Dio lo fulminava, tanto è vero che gli altri sacerdoti legavano una corda al piede del Sommo Sacerdote prima di entrare e gli mettevano una campanella legata alla vita per sentire se si stava muovendo all'interno e, eventualmente, se non sentivano più la campanella, per tirarlo fuori senza entrare

Ma, alla morte di Gesù, la "Cortina del Tempio", la spessissima tenda che simbolicamente divideva l'uomo da Dio, si spaccò da cima a fondo:  grazie a Gesù, la separazione tra Dio è l'uomo era stata rimossa.

“Così, fratelli, ora abbiamo piena libertà di entrare nella presenza di Dio per mezzo del sangue di Gesù, una via nuova e vivente che il Signore ha aperto per noi attraverso la cortina, cioè il suo corpo” (Ebrei 10:19.20 PV)

Quello che ha fatto Gesù è di rendere il Padre di nuovo accessibile a te,  attraverso di lui. Non devi più fare rituali, non devi avere più intermediari, non devi più attendere un giorno preciso dell'anno,
non rischi più di essere fulminato, ma basta che credi che Gesù ha pagato per il tuo peccato col suo sangue  per renderti di nuovo puro e darti l'accesso di nuovo al Padre.

“Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno può venire al Padre, se non per mezzo di me.” (Giovanni 14:6 PV)

Io prego al Padre attraverso il Figlio

3. Prega con l'aiuto dello Spirito Santo

La Bibbia ci dice più e più di pregare nello Spirito. E' un comandamento? E se è un comandamento, che significa?

Vi ricordate di quando dovevate chiedere qualcosa a vostro padre, o a vostra madre, qualcosa che vi stava tremendamente a cuore, ma temevate di ricevere un “due di picche”, un “no”?

Allora cercavate la “maniera giusta”,  le parole giuste,  perché quel potenziale no fosse un si definitivo, e magari prendevate consigli da amici, fratelli, l'altro genitore per come fare.

La cosa non è affatto differente da quando preghiamo, la nostra capacità di pregare,  e di pregare nel modo giusto,  è estremamente limitata.

Non ci viene naturale pregare; se non ne siete convinti, chiedete a qualcuno che non ha mai pregato in pubblico di pregare nel vostro piccolo gruppo.

Il nostro Padre lo sa,  ed è per questo che ha provveduto qualcuno che ci aiutasse in questo.

"Nello stesso modo, anche lo Spirito Santo ci aiuta giorno per giorno nei nostri problemi e nelle nostre preghiere. Perché, in realtà, noi non sappiamo neppure per che cosa pregare, né pregare nel modo giusto, ma lo Spirito Santo prega per noi con tale sentimento, che non si può esprimere a parole. " (Romani 8:26 PV)

“State sempre in preghiera, chiedete a Dio il suo aiuto in ogni occasione, lasciandovi guidare e assistere dallo Spirito Santo.” (Efesini 6:18 PV)

Dio è il Padre amorevole a cui possiamo raccontare tutto, che ha provveduto attraverso Gesù la via sicura per raggiungerlo e parlargli,  ma che ha anche messo a disposizione lo Spirito Santo per aiutarci a parlagli in preghiera.

Quando preghi per i quattro temi di questa campagna, non cercare di pregare con la tua intelligenza,
prega prima lo Spirito Santo, sii onesto, sii onesta, e confessa : “Spirito, io non so che cosa pregare, aiutami tu”, e vedrai che lo Spirito sarà lì, pronto ad aiutarti,  e a suggerirti cosa o come pregare.

Io prego al Padre attraverso il Figlio con l'aiuto dello Spirito Santo

Conclusione

Quando preghi, ricordati che stai pregando un Padre d'amore,  che non ha esitato a dare Suo figlio per lavarti dai tuoi peccati e che ti ha lasciato lo Spirito Santo per aiutarti a pregarlo. Paolo dice questo:

“E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!»  Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio.” (Romani 8:15-16)

Ma per ricevere lo Spirito di adozione, per essere stato adottati nella famiglia di Gesù,

  • devi averlo accettato come tuo Padre, 
  • attraverso il Figlio, 
  • per mezzo dello Spirito Santo.

L'hai fatto?

Preghiamo...


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16 marzo 2014

La gioia della preghiera | 16 Marzo 2014 |

La preghiera non è solo una conversazione con nostro padre, ma è una fonte di gioia.
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Abbiamo detto nei due messaggi introduttivi che la preghiera è una conversazione; è parlare con Dio
è ascoltare Dio.

Vedremo che la preghiera non è solo un dare, ma è soprattutto un ricevere da Dio. Nella Bibbia sta scritto che c'è gioia immensa di essere parte del piano di Dio attraverso la preghiera.

“Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli.” (Isaia 56 :6-7 TILC)

Isaia parla di una “casa di preghiera”; in origine era una tenda nel deserto, poi diverrà un tempio a Gerusalemme. Era il posto dove Dio aveva decido di incontrarsi con gli uomini. Per essere alla presenza di Dio, per sperimentare la sua gioia, era necessario andare nel tempio.

Ma grazie alla croce, al giorno d'oggi, noi possiamo venire alla presenza di Dio ovunque e in qualsiasi momento. Non dobbiamo più andare in un edificio per incontrarci con Dio. La cortina del tempio è stata strappata, e noi possiamo avere libero accesso al Padre tramite Gesù.

Non è più Dio che ci conduce nel suo tempio, ma siccome il tempio siamo no, è Egli che viene a dimorare dentro di noi. Gesù lo dice!

“Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi se non dimorate in me.”(Giovanni 15:4)

E durante questi 40 giorni noi vogliamo sperimentare la stessa gioia che avevano le persone in Israele quando entravano nel tempio alla presenza di Dio. Vogliamo fare di questo luogo una casa di preghiera, ma vogliamo noi stessi divenire il tempio di Dio, la casa della preghiera per tutti i popoli

Quale relazione hai con Dio Padre? E' Egli l'amore più grande della tua vita?

Abbiamo visto nella precedente predicazione che, se amiamo qualcuno, gli parliamo! Così come un'amicizia del mondo si sviluppa, si consolida e cresce parlando, allo stesso modo succede con la nostra amicizia con Dio nel momento che preghiamo. E scopriamo che la gioia è il “sottoprodotto” o meglio il “superprodotto della preghiera”

Gesù dice che lui verrà a “dimorare”, in noi: non sarà un ospite, ma abiterà assieme a noi: mangerà con noi, dormirà con noi, piangerà con noi,  ma soprattutto “ci colmerà di gioia”, come dice Isaia 57.

In che modo?

Domanda: come posso avere gioia quando le mie preghiere non ricevono risposta, oppure quando la risposta è no, o quando ho perso un caro, o sono ammalato, disperato o depresso? Da dove può sgorgare la gioia?

4 Fonti di Gioia

1. La lode
2. Il ringraziamento
3. La confessione
4. Il chiedere

1. La mia gioia nasce dal lodare Dio

“Mandate grida di gioia al Signore, abitanti di tutta la terra! Servite il Signore con letizia, presentatevi gioiosi a lui!  Riconoscete che il Signore è Dio; è lui che ci ha fatti, e noi siamo suoi; siamo suo popolo e gregge di cui egli ha cura.” (Salmo 100: 1-3)

Il sentiero che porta alla gioia comincia con lodare Dio.

Nelle nostre preghiere spesso lode e ringraziamento a Dio vanno di pari passo E' giusto, ma c'è  da capire la differenza tra le due cose:

La lode è una risposta a chi Dio è, è riconoscere la sua natura,  il ringraziamento è una risposta a quello che Dio fa, è riconoscere che lui è presente nella nostra vita ed interviene in essa. La lode inizia sempre con la frase, :Dio tu sei...” l'enfasi è su Dio.

Il ringraziamento inizia sempre con la frase “Grazie Dio per...” L'enfasi è su di noi, e su quello che Dio ha fatto per noi. La lode è sempre l'inizio di un rapporto d'amore.

Pensate a quando vi siete innamorati di vostra moglie o di vostro marito: le prime frasi d'amore non erano certo “grazie per il portafoglio di pelle che mi hai regalato per il compleanno”. Le prime parole d'amore erano “sei bella”, “mi piaci” “sei il mio sole”

Un rapporto d'amore sincero comincia sempre mettendo sotto il riflettore la persona amata, non noi stessi.

Nel nostro statuto di chiesa, proprio all'inizio, abbiamo scritto questo come proposito della nostra chiesa:

“Noi esistiamo per: amare Dio presentandoci come veri adoratori e godendo di un rapporto intimo e gradevole con lui.

Il motivo stesso perché questa chiesa esiste NON è la nostra soddisfazione,  ma la lode a Dio.

Se non stai sperimentando la gioia nella tua vita,  è probabile che stai pensando troppo a te stesso e poco a chi Dio è. La gioia inizia lodando Dio per ciò che egli è.

2. La mia gioia nasce dal ringraziare Dio

C'è uno studio scientifico che afferma che le persone sono tanto più felici quanto più hanno un atteggiamento di gratitudine verso coloro che li hanno aiutati. E vivono più a lungo!

Paolo incoraggia (senza aver studiato sociologia) a ringraziare Dio con gioia.

“Possiate vivere in modo degno del Signore, e piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e imparando a conoscere Dio sempre di più. Chiediamo anche che siate fortificati dalla sua gloriosa potenza per crescere nella pazienza e nella perseveranza,  ringraziando con gioia il Padre che vi ha resi degni di far parte, insieme agli altri santi, del regno della luce.” (Colossesi 1:10-12 PV)

Per cosa vuoi ringraziare Dio?  Fai ora un elenco mentale, e proseguilo a casa. All'inizio di questi 40 giorni, pensa in che modo Dio è intervenuto nella tua vita, e ringrazialo per questo.

3. La mia gioia nasce dal confessare a Dio i miei peccati

C'è un altro studio scientifico che dimostra come le persone che nascondono segreti a lungo siano più soggette a depressione. E vivono anche di meno!

C'è gioia anche nella confessione: Davide dice così:

“Abbi pietà di me, o Dio, per la tua bontà; nella tua grande misericordia cancella i miei misfatti. Lavami da tutte le mie iniquità e purificami dal mio peccato... Fammi di nuovo udire canti di gioia e di letizia, ed esulteranno quelle ossa che hai spezzate...Rendimi la gioia della tua salvezza, e uno spirito volenteroso mi sostenga”. (Salmo 51: 1-2, 8, 12)

Sembra quasi un contraddizione:  come posso avere gioia quando confesso a Dio che sono venuto meno ai suoi comandamenti? La confessione non è mai un atto gioioso, è un ammettere che abbiamo sbagliato,  che siamo stati disobbedienti,  che abbiamo fatto di testa nostra,  e che abbiamo fallito.

Davide ha scritto questo salmo per un'occasione specifica,  per IL peccato della sua vita. Nella prima linea del Salmo qualcuno (non Davide) ha messo questa spiegazione

“Salmo di Davide, quando il profeta Natan venne da lui, dopo che Davide era stato da Bat-Sceba.” (Salmo 51:1)

Davide lega il ritorno della gioia alla rimozione del suo peccato.

“Fammi di nuovo udire canti di gioia e di letizia, ed esulteranno quelle ossa che hai spezzate...  Rendimi la gioia della tua salvezza, e uno spirito volenteroso mi sostenga.” (Salmo 51: 8,12)

La confessione ci sposta dalle tenebre del nostro peccato alla luce della salvezza. La scrittrice cristiana Joyce Huggett la mette in questi termini:


C'è qualcosa che devi confessare a Dio? Un peccato? Un dubbio? Una paura? Prima ti libererai di esso, prima tornerai ad avere gioia nella tua vita

4. La mia gioia nasce dal chiedere a Dio

C'è gioia anche nel chiedere in preghiera a Dio di esaudire le nostre richieste; durante questi 40 giorni ne faremo molte. Chiederemo per la nostra città, chiederemo per i nostri amici, chiederemo per la chiesa perseguitata nel modo

Dov'è la gioia nel chiedere?  Ce lo spiega Gesù.

“ Quando verrà quel giorno, non occorrerà più che vi rivolgiate a me per chiedere qualcosa. Potrete domandarla nel nome mio direttamente al Padre, ed egli vi darà quello che chiederete.  Finora non avete mai chiesto nulla nel mio nome. Chiedete ed otterrete, così la vostra gioia sarà completa.” (Giovanni 16:23-24 PV)

Pensate alla gioia di chiedere qualcosa in nome di Gesù,  e di ricevere quanto avete richiesto! Gesù lega la gioia tanto al ricevere quanto al chiedere con fiducia.

Ma cosa succede quando preghiamo e non riceviamo, quando la risposta è “no”, o peggio, quando non riceviamo alcuna risposta ma un lungo silenzio?

Molti di noi hanno sperimentato questo, pregando per giorni, mesi, anni... e non ricevendo nulla!

Ma poi, in un modo inaspettato, il buio si è aperto, e la risposta è giunta. Magari non era la NOSTRA richiesta,  ma era la risposta di Dio alla nostra richiesta, non ciò che era buono per noi, ma ciò che era meglio per noi.

“Potrete domandarla nel nome mio direttamente” : ecco la vera sfida per noi! Pregare le cose che anche Gesù pregherebbe, chiedere le cose che anche Gesù chiederebbe al padre!

Conclusione

Per essere il tempio della preghiera debbo sperimentare la gioia della preghiera. E la preghiera è un atto di gioia che nasce

  • dal lodare Dio,
  • dal ringraziare Dio,
  • dal confessare a Dio,
  • e dal chiedere a Dio.

Se sperimenteremo questo nella nostra preghiera, Dio ci ha promesso che abiterà assieme a noi.

“Tu mi hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto abbondano. In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro.” (Salmo 4:7-8)



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Come usare il manuale dei 40 Giorni nella Preghiera | 16 Marzo 2014 |

Breve introduzione sull'uso del manuale dei 40 Giorni nella Preghiera.

CLICCA QUI PER SCARICARLO
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09 marzo 2014

Pregare è cambiare: introduzione ai "40 Giorni nella Preghiera" (2° parte) | 9 Marzo 2014 |

Pregare è cambiare: la strategia di Dio per cambiare te steso e il posto dove vivi.
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Siamo ad una settimana dall'inizio dei “40 giorni nella preghiera”! La volta scorsa avevamo visto cosa significhi pregare attraverso il “Padre nostro”,  ed avevamo detto che quando prego:

1. Capisco che Dio è un padre
2. Cedo a Dio il controllo
3. Vedo Dio come come mio sostegno
4. Mi sbarazzo dei miei peccati
5. Mi libero delle ferite del passato
6. Mi libero della tentazione
7. Decido di dare significato alla mia vita

Quando prego...

Parlo a mio PADRE che è in CONTROLLO ed è il mio SOSTEGNO, che cancella i miei PECCATI e il mio PASSATO, e mi aiuta con le TENTAZIONI future dando SIGNIFICATO alla mia vita.

Avevamo anche detto che pregare è cambiare: cambiare la mia logica,

  • dove IO sono in controllo,
  • dove IO devo dare sostegno (a me e ad altri)
  • dove IO devo gestire i miei peccati
  • dove IO devo gestire il mio passato
  • dove IO devo fronteggiare le mie tentazioni
  • dove IO devo dare significato alla mia vita ed a quella di chi ho a fianco.

Questa è la logica del mondo. Per sovvertire questa logica tu non sei sufficiente, ti serve

  • una strategia
  • un TEAM.

La “strategia”



La “strategia” non l'abbiamo scelta “a caso”, e, in realtà non l'abbiamo neppure scelta noi come conduzione della chiesa ma è esattamente la strategia che troviamo nel Nuovo Testamento.

1. TU preghi

La preghiera parte con un impegno personale e solitario; io DEVO voler pregare,  DEVO voler passare tempo con Dio. La volta scorsa avevamo detto che pregare è:

  • parlare a Dio,
  • ascoltare Dio,
  • amicizia con Dio,
  • confidare in Dio.

Per poter coltivare un'amicizia vera, un'amicizia che duri, la cosa fondamentale è parlare; se manca la comunicazione, l'amicizia si affievolisce, e piano piano muore. Non posso dirti “sono tuo amico” e poi rimanere in silenzio quando ci incontriamo.

Vi è mai capitato di “litigare” con vostra moglie, con vostro marito, con un'amico o un'amica cara?
Quale è la prima reazione? “Non ti parlo più”.

Molti credenti si comportano come se avessero litigato con Dio, dicono di vivere nella sua presenza, di amarlo, che lui è la cosa più importante delle loro vite... ma poi evitano di sedersi, e nutrire quell'amicizia di parole e di ascolto.

Il primo aspetto della preghiera è quello personale,  uno a uno: Gesù stesso, poco prima di regalarci il Padre nostro ha detto così:

“E quando pregate, non fate come gli ipocriti, che amano mettersi a pregare in pubblico, nelle sinagoghe e agli angoli delle strade, dove tutti li possono vedere. Vi assicuro che questa è la sola ricompensa che ne otterranno. Ma, quando pregate, andate in un posto privato, chiudete la porta dietro di voi e pregate il Padre vostro segretamente. E il Padre vostro, che conosce tutti i segreti, vi ricompenserà apertamente.” (Matteo 6:5-6 PV)

La volta scorsa avevamo visto che era Gesù stesso che si appartava con il Padre per parlare:

“Il mattino seguente, Gesù si alzò molto prima dell'alba e si reco in un posto deserto per pregare. (Marco 1:35 PV)

“Qualche giorno dopo, Gesù salì sulla montagna a pregare, e prego Dio per tutta la notte.” (Luca 6:12 PV)

Ci deve essere un momento della giornata, dove spegni tutti i cellulari, tutte le PS3, tutte le TV, metti in stand-by tutte le altre attività, e “parli con Dio”.  Ricorda: è una “conversazione”, non un monologo! Una conversazione con un Padre che ti ama  e che conosce già tutte le tue esigenze!

Gesù ci conosce.  Sa che tendiamo a fare di quella conversazione un monologo o peggio, una prova di eloquenza.

"Non recitate continuamente le stesse preghiere, come fanno i pagani, che pensano di essere esauditi se parlano molto. Ricordate che il Padre vostro sa esattamente ciò di cui avete bisogno ancor prima che glielo chiediate.” (Matteo 6:7-8 PV)

Semplicemente, parlo. Parlo come parlerei a un amico. Se mio figlio Matteo mi chiede che gli passi l'acqua a tavola, non è che mi dice: “Oh, autorevole guida della famiglia Delle Monache, ti prego di concedermi quella sostanza che Dio hai composto fondendo die atomi di idrogeno con un'atomo d'ossigeno atto a soddisfare l'equilibrio idrico del mio corpo

No. Semplicemente, mi dice :” Papà, mi passi l'acqua?

1° impegno : nei prossimi 40 Giorni PARLERO' a Dio ogni giorno.

2. La TUA famiglia prega

La famiglia è il “nucleo” della società creato da Dio. Nel Giardino dell'Eden Adamo ed Eva PARLAVANO con Dio in modo diretto.

Se parlare con Dio è la prima “mossa strategica”, la seconda riguarda la tua famiglia. Una famiglia che prega assieme (non importa quanto grande sia) è una famiglia che costruisce dei legami che la terranno salda ed unita attraverso le vicissitudini della vita.

Gesù oltre ad averci lasciato l'esempio della preghiera perfetta,  ci ha lasciato anche l'esempio di una famiglia che prega... la sua!

“Tutti d'accordo pregarono senza sosta, insieme con le donne, con Maria, madre di Gesù, e coi suoi fratelli.” (Atti 1:14 PV)

TUTTA la famiglia di Gesù pregava assieme sappiamo che Gesù aveva almeno quattro fratelli (Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda). Non sappiamo quante e se avesse sorelle, ma sta di fatto che la sua famiglia pregava UNITA!

Una considerazione importante: se è vero che Gesù ha detto:

“Perché dove due o tre si riuniscono nel mio nome, io sarò là fra loro" (Matteo 18:20 PV)

pensate quando prega il nucleo della società che suo Padre ha progettato, cosa può accadere! Pregate assieme,  e ricordatevi che pregare è parlare “con” qualcuno, con Dio, per cui parlate “con” la vostra famiglia, non “alla vostra famiglia” non sono ammessi “ramanzine” in preghiera: “Gesù, fa che mio marito mi ami i più” “Signore, fa che mio figlio sia più servizievole” “Padre fa che mia moglie impari a fare la carbonara come si deve”

2° impegno : nei prossimi 40 Giorni PREGHERO' CON la mia famiglia  ogni giorno.

3. Il TUO PICCOLO GRUPPO prega

Se la famiglia è il primo nucleo della società,  il piccolo gruppo è il primo nucleo della chiesa.

“Salutate pure tutti quelli che si riuniscono in casa loro per adorare il Signore... Saluti a Filologo, a Giulia a Nèreo e a sua sorella, a Olimpia e a tutti i santi che sono con loro.” (Romani 16:5a, 15 PV)

La forza della chiesa, sta nel piccolo gruppo; la domenica, questa sala, non sono il luogo adatto per parlare, il piccolo gruppo si! E' lì dove ci possiamo aprire, chiedere sostegno, dare sostegno, chiedere consiglio, dare consiglio... in una parola, DIMOSTRARE AMORE.

C'è un problema: è difficile parlare, consigliare, ricevere sostegno... se non ci siamo! Il piccolo gruppo, è importante TANTO se non PIU' della domenica! E' lì che condividiamo le nostre vite,
e facendo questo capiamo per chi o per cosa dobbiamo pregare.

3° impegno : nei prossimi 40 Giorni SARO' PRESENTE E PREGHERO' CON la mia famiglia di chiesa ogni settimana.

4. La TUA CHIESA prega

Sappiamo che la prima chiesa aveva dei capisaldi, delle cose irrinunciabili che faceva con diligenza e costanza:

“Essi seguivano assiduamente l'insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente e prendevano parte alla Cena del Signore e alle riunioni di preghiera.  Ogni giorno, tutti insieme, andavano al tempio, poi s'incontravano nelle case a piccoli gruppi per spezzare il pane e mangiare insieme con grande gioia e gratitudine, lodando Dio. (Atti 2:42, 46-47 PV)


  • Ricevevano l'insegnamento degli Apostoli  = leggevano il Nuovo Testamento! In diretta!
  • Spezzavano il pane = facevano la santa cena spessissimo!
  • Andavano al tempio = Gesù diceva questo del tempio (citando Isaia)

"Non sta scritto: "Il mio tempio deve essere un luogo di preghiera per tutti i popoli?" (Marco 11:17 PV)

Oltre a pregare individualmente, nelle famiglie, nei piccoli gruppi, la prima chiesa pregava nel tempio: E questo è quello che vogliamo fare anche noi durante i 40 giorni: al termine di ogni messaggio ci fermeremo a pregare; vogliamo che questo luogo diventi non un luogo di incontro tra di noi, ma la “casa della preghiera” dove la Chiesa della Vera vite, come Corpo di Cristo, si incontra con Dio.

Perché, sapete, quando il Corpo di Cristo, la chiesa, si riunisce in preghiera, assiduamente, tutti insieme, in preghiera, possono accadere delle cose meravigliose. Ne volete un esempio?

“I discepoli erano riuniti tutti insieme,  quando improvvisamente si udì un rumore dal cielo, come un vento impetuoso, un rumore tale che riempì tutta la casa dove si trovavano.  Allora apparvero come delle lingue di fuoco, che si separarono l'una dall'altra e si posarono sopra ciascuno di loro.  Tutti i presenti furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito Santo li guidava.” (Atti 2:1-4 PV)

Una chiesa UNITA, una chiesa riunita, una chiesa in preghiera... E' allora che il Signore vede, sorride, e dice: “OK. E' ora! Ricevete la MIA potenza, e la MIA benedizione”. E in un solo giorno, tremila persone accettano Gesù.

Io sento che Dio vuole vedere questo da noi, prima di mandare la sua potenza, prima di benedire con la crescita.

4° impegno : nei prossimi 40 Giorni SARO' PRESENTE NELLA MIA CHIESA ogni settimana.

Preghiamo assieme.


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02 marzo 2014

Pregare è cambiare: introduzione ai "40 Giorni nella Preghiera" (1° parte) | 2 Marzo 2014 |


Pregare, per cambiare noi stessi e il mondo dove viviamo.
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Tra appena 15 giorni cominceremo un'avventura che cambierà la storia di questa chiesa, e che potrà cambiare la storia di molti di noi.

Ogni anno dedichiamo 40 giorni ad un particolare argomento  Normalmente si chiamano “campagne.
Questo nome evoca o un lavoro agricolo, oppure una guerra.

Anche se suona “strano”, l'illustrazione è giusta, perché sottolinea due aspetti fondamentali:

  • uno di impegno costante (il campo da coltivare), potenzialmente premiato dal raccolto;
  • l'altro di lotta (la campagna di Russia, d'Africa), potenzialmente premiato dalla vittoria.

Negli anni passati abbiamo affrontato 40 giorni nella Parola (Ama la Parola, Apprendi la Parola, Applica la Parola), l'anno scorso "40 Giorni insieme (Perché sono sulla terra)

Quest'anno stiamo per cominciare40 giorni nella preghiera!

Perché proprio una campagna sulla preghiera?

La prima cosa che Adamo ha fatto... è stata parlare a Dio. E pregare E? parlare con Dio. La preghiera dovrebbe per questo essere un'attività “scontata” del credente.

Non lo è! Non ci viene naturale... e Gesù lo sa bene! Ricordate che Gesù è venuto per salvarci, ma anche per darci un esempio di quello che dobbiamo fare. Nessuno più di Gesù ha incoraggiato la preghiera.  I discepoli vedevano costantemente il suo l'esempio . Gesù considerava la preghiera più importante del sonno:

“Il mattino seguente, Gesù si alzò molto prima dell'alba e si reco in un posto deserto per pregare. (Marco 1:35 PV)

“Qualche giorno dopo, Gesù salì sulla montagna a pregare, e prego Dio per tutta la notte.” (Luca 6:12 PV)

Gesù considerava la preghiera più importante della predicazione e della guarigione:

"Moltissime persone venivano per sentirlo predicare e per essere guarite dalle malattie.  Tuttavia Gesù spesso si ritirava in luoghi deserti per pregare. " (Luca 5:15b-16 PV).

Perché preghiamo?

Quali sono gli effetti della preghiera? Se Dio è onnipotente e sa tutto, perché doveri pregare?

Gesù ci viene in aiuto su questo argomento; , su richiesta di un suo discepolo, ci ha lasciato una “mappa" di quello che significa la preghiera:

“Voi dunque pregate cosí: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;  venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo.  Dacci oggi il nostro pane quotidiano ;  rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori;  e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno . Perché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria in eterno, amen.” (Matteo 6:9-13)

Vogliamo stamattina analizzare questa preghiera perfetta e trarne insegnamento.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;  (Matteo 6:9)

1. Capisco che Dio è un padre

Che tipo di padre è? Egli è un padre

  • che ha cura di me 
  • costante 
  • vicino 
  • competente.

Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo.  (Matteo 6:10)

2.  Cedo a Dio il controllo

Con un padre simile, è possibile per me rilassarmi

  • imparando ad essere contento 
  • deponendo i miei piani 
  • lasciando il futuro a lui.


Dacci oggi il nostro pane quotidiano;  (Matteo 6:11)

3. Vedo Dio come come mio sostegno

Non sono da solo ad affrontare la vita, ma ho qualcuno che mi sostiene OGNI GIORNO. Posso affidarmi a lui

  • avendo fiducia in lui giorno per giorno 
  • condividendo con gli altri ciò che lui mi provvede.


Rimettici i nostri debiti  (Matteo 6:12a)

4. Mi sbarazzo dei miei peccati

Tutti i miei errori, le mie mancanze, il mio non essere adeguato, tutto questo lo posso gettare "fuori bordo". Posso abbandonare i miei peccati

  • pentendomi di essi 
  • riparando i danni provocati 
  • ricevendo il perdono 
  • ed avendo un partner spirituale.


Come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori  (Matteo 6:12b)

5. Mi libero delle ferite del passato

Il passato è una zavorra che appesantisce il nostro passo, mi rallenta e talvolta mi ferma. Posso scaricare tutte questo cose

  • lasciandole a Dio
  • curandole con la sua grazia
  • inchiodandole alla croce di Cristo.


E non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno. (Matteo 6:13a)

6. Mi libero della tentazione

Dio non tenta nessuno; è Satana che ci tenta, ma Gesù ci ha promesso che non saremo mai tentati oltre le nostre forze. Sta a noi decidere di ricevere il suo aiuto


  • identificando ciò che mi tenta
  • vigilando sul mio cuore
  • pregando che Dio mi liberi dalla tentazione
  • rivolgendo la mia attenzione altrove
  • trovando un partner spirituale


Perché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria in eterno, amen."  (Matteo 6:13b)

7. Decido di dare significato alla mia vita

Quando so di essere il figlio del Re deo re, che ha un regno, che ha potenza e gloria in eterno, la mia vita può avere significato

  • vivendo nel regno di Dio
  • vivendo attraverso la potenza di Dio
  • vivendo per la gloria di Dio

Ecco perché prego! Perché...

Parlo a mio PADRE che è in CONTROLLO ed è il mio SOSTEGNO, che cancella i miei PECCATI e il mio PASSATO, e mi aiuta con le TENTAZIONI future dando SIGNIFICATO alla mia vita.

Pregare è cambiare: cambiare la mia logica,

  • dove IO sono in controllo,
  • dove IO devo dare sostegno (a me e ad altri)
  • dove IO devo gestire i miei peccati
  • dove IO devo gestire il mio passato
  • dove IO devo fronteggiare le mie tentazioni
  • dove IO devo dare significato alla mia vita ed a quella di chi ho a fianco.


Questa è la logica del mondo. Per sovvertire questa logica tu non sei sufficiente, ti serve

  • una strategia
  • un TEAM

e quel team si chiama “la tua chiesa”.

Ecco quello che faremo durante la campagna... Che possa Dio benedire il nostro impegno per
lui.

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