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28 ottobre 2012

Il grande "scambio" nell'adorazione tra me e Dio | 28 Ottobre 2012 |

Ti è mai capitato di attraversare un periodo dove Dio sembra si stia nascondendo nella tua vita?Sappi che, proprio in quei momenti, la cosa che devi fare è adorarlo...tramite la tua vita, per scoprire che il suo mantello di grazia è sopra di te!
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Uno dei giochi che mi piaceva di più fare da piccolo assieme a mio fratello ed ai miei cugini era il “nascondino”. Essendo molto piccolo, riuscivo ad entrare in posti dove nessuno pensava si potesse neppure mettere metà di se stessi.
Col tempo avevo imparato che, per essere valido, un nascondiglio doveva avere due caratteristiche: doveva essere buio, e doveva essere angusto.

Il mio posto preferito era macchina da cucire di mia madre. Potevo restare ore là dentro senza che nessuno mi trovasse. A me non piace il buio e lo stare da solo, ma mentre stavo giocando lo trovavo molto eccitante.

L'altra cosa che avevo imparato giocando a nascondino era questa: quando hai trovato un nascondiglio buono, NON MUOVERTI!

Cosa c'entra tutto questo con l'adorazione?

Vi ricordate che la volta scorsa avevamo detto che il significato della parola "adorazione" è “parlare a qualcuno che vale”? Per il credente è affermare che Dio vale per me, e questo non lo facevamo semplicemente con la nostra voce, ma con il nostro modo di vivere, vivendo la nostra vita come un atto di adorazione. E sempre la volta scorsa ci eravamo chiesti a chi servisse l'adorazione, se a me o a Dio, chi fosse la preda, e chi il cacciatore.

Questa volta vogliamo fare un passo più in là, vogliamo vedere quello che ho chiamato “il grande scambio, perché l'adorazione sia importante per Dio, perché lo siaper noi, e cosa ci accade, come credenti, quando adoriamo Dio.

Il salmo 22 dice:

“Eppure tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi d'Israele.” (Salmo 22:3)

Noi sappiamo che, quando c'è un regno, c'è un re, ed il re siede su un trono; in un'altra versione il versetto recita :

“Eppure tu sei il Santo,tu siedi in trono fra le lodi d'Israele.” (CEI 2008)

La Bibbia ci dice che il trono di Dio è circondato dalle lodi del suo popolo. C'è un altro brano nella Bibbia che dice la stessa cosa, questa volta con un'immagine; è in Isaia al capitolo 6:

“Nell'anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio.” (Isaia 6:1)

Quello che sta dicendo e sperimentando qui Isaia è che il re d'Israele è morto, per cui la nazione è in crisi;
proprio in quel momento, nel bel mezzo di una crisi, lui vede Dio seduto su un trono, e la parte più bassa del suo mantello, la frangia, riempie il tempio.

Ora, immaginatevi la scena: se i lembi del mantello riempiono il tempio, questo significa che c'è una correlazione tra il tempio ed il trono di Dio: il trono è sopra il tempio, sullo stesso asse, allineato con il luogo dove il popolo adora Dio.

Isaia sta dicendo la medesima cosa che Davide diceva nel Salmo 22: dice che Dio sta sedendo sull'adorazione del suo popolo.

Questo significa che se non ci sono persone che adorano Dio, Dio non ha un trono? Assolutamente no! Questo Significa semplicemente che quando adori Dio, quando dichiari che lui vale per te, quando sottometti a lui la tua vita, quando affermi “Tu sei Dio, noi io”, “Tu sei il mio sostegno”, “Tu sei il mio rifugio”, Tu sei il mio re”, “ Tu sei il mio salvatore”, “Tu sei il mio amico”, stai portando la tua vita sotto il trono della sua autorità, stai allineando la tua vita alle sue regole e al suo volere, la stai portando sotto il trono di Dio... ed il trono di Dio, è un trono di grazia!

“Perciò, avviciniamoci con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare la grazia, quando ne abbiamo bisogno” (Ebrei 4:16 PV)

Ogni cosa di cui abbiamo bisogno nella nostra vita è disponibile attraverso la grazia di Dio.

Questo significa che devo dire a Dio parole carine per convincerlo a esaudire le mie richieste? Assolutamente no! Quello che significa è che, quando adoro Dio, io allineo me stesso con il trono della sua grazia. E' molto più probabile che possa mangiare e far festa con il Re se sto già sedendo ai suoi piedi. E' molto più probabile che mi bagni se sto in mezzo ad un fiume, piuttosto che in mezzo al deserto...ed adorare Dio mi pone nel bel mezzo del fiume che è la Grazia di Dio!

C'è un altro versetto che vorrei leggere assieme; si trova nel Salmo 89, ed è uno di quei versetti su cui possiamo facilmente sorvolare, visto che il Salmo 89 è un salmo che occupa una pagina e mezza; ma è un versetto chiave nel capire il ruolo che gioca l'adorazione nella vita del credente:

“Felice il popolo che ti sa acclamare:camminerà alla luce della tua presenza, Signore.” (Salmo 89:15 TILC)

Cosa significa “acclamare”? Non è una parola che usiamo spesso, vero? Viene dal latino “clamare” = gridare + “ad” = a, verso, e significa “gridare ad alta voce con gioia".

E' quello che succede allo stadio quando entra la squadra di casa; i tifosi acclamano i propri beniamini quando entrano in campo per iniziare a giocare.

Noi “acclamiamo” il nostro Signore dandogli il benvenuto nei nostri problemi, nelle situazioni che la vita ci propone, perché sappiamo che quando scende in campo nelle nostre vite, le cose si sistemano.

Ma il versetto dice “ Felice il popolo che ti sa acclamare” : non è qualche cosa con cui nasciamo, dobbiamo apprende come fare per saperlo acclamare, è un'esperienza appresa, un atteggiamento appreso, si sviluppa con la pratica, si sviluppa con il tempo.

Ma il versetto continua: "Felice il popolo che ti sa acclamare: camminerà alla luce della tua presenza": qui non si sta parlando di come mettiamo un piede davanti all'altro, ma di come viviamo la nostra vita, il nostro stile di vita, quello che facciamo e quello che diciamo. Il versetto dice che coloro che accolgono Dio nelle situazioni e nei problemi che la vita gli propone, si muoveranno,  cammineranno, vivranno nella luce della Sua presenza. 

Non è forse questo che desideriamo come credenti? Vivere nella presenza del Signore, avere la sua presenza non un momento qui e un momento lì, ma muoversi costantemente, rimanere costantemente, vivere costantemente assieme a lui!

Ciò che la Scrittura ci dice è che questo processo non avviene in una notte, ma con la pratica, esercitandosi giorno dopo giorno. E accogliere Dio nella propria vita giorno dopo giorno è uno dei modi con cui offriamo la nostra adorazione al Signore.

Voglio ritornare sul racconto del giocare “nascondino” con cui abbiamo cominciato.

Ognuno di noi passa momenti nella vita dove sembra che Dio si nasconda, dove ci troviamo nel buio, stretti dalle situazioni.

Quest'anno compio venti di servizio al Signore, e prima di diventare pastore di questa comunità, sono stato coinvolto a vario titolo con almeno altre quattro comunità. In ognuna ho cercato di mettere a disposizione i miei doni ed i miei talenti, ma questo spesso non è sufficiente a far si che le cose filino lisce al 100%.

Ad un certo punto della mia vita di credente mi sono trovato ad essere coinvolto, molto coinvolto nella conduzione di una di queste. Molto coinvolto... molto giovane... e molto inesperto! Ho cominciato a capire che, sebbene amassi le persone con cui collaboravo, e sebbene loro amassero me, la visione di come portare avanti la chiesa era completamente differente. Non volevo andare via, perché volevo “dare” ancora, perché non c'erano un gran che da scegliere in zona a quell'epoca... ma non potevo neppure restare!

Mi sentivo in trappola, stretto da due lati:  tra la voglia di andare e mettere dietro le spalle i conflitti,
e quella di restare per poter continuare a dare e ricevere.

Ricordo all'epoca che non avevo una gran voglia di “adorare” il Signore; cantavo poco in chiesa la domenica, e lo lodavo forse ancora meno durante le mie giornate. Ma, una cosa l'avevo decisa: avrei continuato a servire il Signore lì, senza mormorare né parlare dietro le spalle, fino a quando il Signore non mi avesse mostrato che era ora di andare, perché quello sarebbe stata disobbedienza al Signore, che dice:

“Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro”, ( Ebrei 13:17)

Ricordo che non fu facile, né breve... ma ora, guardando indietro, so che se non avessi preso quella decisione, con tutta probabilità, a distanza di anni, non sarei stato chiamato a piantare una chiesa nella mia città natale. La mia “carriera” si sarebbe interrotta lì.

Avevo pensato che non stessi adorando Dio, in quel periodo... ed invece gli stavo dando un tipo di adorazione differente:  non con la mia voce, non con le mie lodi,  ma “allineando” la mia vita con il Suo volere. Ero stato nel buio, ero stato “stretto”, ma da buon giocatore di “nascondino” avevo deciso di “non muovermi”, di fidarmi della promessa che il Signore mi aveva fatto tramite una telefonata di una credente dal Canada, proprio nell'attimo esatto che avevo detto, sedendo sul divano assieme a mia moglie, “basta, io non ci vado più in chiesa! E' finita.”. Una telefonata che diceva :”Dio mi ha detto di dirti che lui ha in serbo per te e per l'opera a Montefiascone delle benedizioni che non  puoi minimamente immaginare”.

Ero stato nel buio, ero stato sotto pressione, ma ora vedo che in tutto quel periodo, Dio non stava giocando a nascondino con me: lui era lì, era sopra il tempio che io avevo deciso di costruire attraverso la mia obbedienza alle sue leggi. 

L'oscurità che avevo provato non era che una piega del suo mantello.  La pressione che avevo sentito non erano che le sue mani che mi mi tenevano stretto al suo fianco. Era lui che mi aveva nascosto, per non farmi trovare dallo scoraggiamento, e per impedirmi di finire il mio servizio a Lui.

Avevo sperimentato, senza esserne consapevole, quello che sta scritto nel salmo 91:

“Chi abita al riparo dell'Altissimo riposa all'ombra dell'Onnipotente. Io dico al SIGNORE: «Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!” (Salmo 91:1-2)

Tutto questo, perché avevo allineato la mia vita alla sua Parola,  il mio comportamento al suo volere.  Perché lo avevo adorato, senza canti e senza lodi, ma con la mia vita.  Ed oggi posso vedere il frutto di quell'adorazione.

Conclusione

Ti stai trovando in una situazione dove sembra che Dio stia giocando “a nascondino” con te? Sei nel buio, e sei sotto pressione? Sei in un periodo di crisi?

Adora Dio!  Adora Dio con la tua vita!  Adoralo con l'obbedienza alla sua Parola e alle sue leggi!

Vieni ad immergerti nel fiume della sua grazia! Allinea la tua vita sotto il suo trono! Dagli il benvenuto, e fallo partecipe dei tuoi problemi!

Gesù ha detto in Giovanni 4:23:

“il Padre cerca tali adoratori” (Giovanni 4:23b)

Se stai cercando Dio, e ti sembra che si stia nascondendo, quello che ti propongo è un grande scambio; e non è uno scambio “alla pari”, quello che tu guadagni è enormemente di più di quello che perdi!

Fermati e fatti trovare da lui. Adoralo con la tua vita!

Lui sta cercando di te...per poterti inondare di benedizioni!
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14 ottobre 2012

Rammenta la verità sulla morte! | 14 Ottobre 2012 |

Moltissimi vivono una vita "sospesa". Vivono, ma lo fanno con la costante paura della morte. Michael Lenton, attraverso l' esperienza della perdita di un familiare, ci rammenta la verità circa la morte... se credi in Gesù!
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"Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio". I Giudei gli risposero: "Non diciamo noi con ragione che sei un Samaritano e che hai un demonio?" Gesù replicò: "Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate. Io non cerco la mia gloria; v'è uno che la cerca e che giudica. In verità, in verità vi dico che se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte". I Giudei gli dissero: "Ora sappiamo che tu hai un demonio. Abraamo e i profeti sono morti, e tu dici: "Se uno osserva la mia parola, non gusterà mai la morte". Sei tu forse maggiore del padre nostro Abraamo il quale è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?" Gesù rispose: "Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, che voi dite essere vostro Dio, e non l'avete conosciuto; ma io lo conosco, e se dicessi di non conoscerlo, sarei un bugiardo come voi; ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abraamo, vostro padre, ha gioito nell'attesa di vedere il mio giorno; e l'ha visto, e se n'è rallegrato". I Giudei gli dissero: "Tu non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abraamo?" Gesù disse loro: "In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono". Allora essi presero delle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio." (Giovanni 8:46-59)

"In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita." (Giovanni 5:24)

"Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito." (Giovanni 3:6)


"Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita." (Ebrei 2:14-15)

"Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: "Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello". Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore." (Romani 8:35-39)
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07 ottobre 2012

Cosa significa adorare? | 7 Ottobre 2012 |


 Come definiresti la parola "adorare"? A cosa la associ mentalmente? Al canto? Alla preghiera? Ma l'adorazione che vuole Dio è molto, molto di più... ed è un percorso che durerà per  tutta la vita!
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Due domande circa l'adorazione


1) Cosa è “adorare”?

Come definiresti con una frase, o una parola, l'adorazione? Canto? Preghiera? Inginocchiarsi?
Ringraziamento a Dio?

2) A chi serve l'adorazione?

A Dio? Quali benefici Dio trae dalla mia adorazione? Quali benefici traggo io dall'adorazione?

In altre parole: chi è il cacciatore...e chi la preda? E' Dio che sta cercando di me, o sono io che sto cercando lui?

Dove trovo le risposte?

Gesù ha detto questo:

“L'ora viene, anzi, è già venuta, in cui coloro che adorano sinceramente il Padre, lo faranno in spirito e verità. È questa l'adorazione che Dio cerca, perché Dio è spirito, e chi lo adora deve adorarlo in spirito e verità" (Giovanni 4:23-24 PV)

Dio CERCA chi lo adori. Ma non è un'attività che si risolve con un canto, una preghiera, un pensiero un paio di volte a settimana. Il cammino di un adoratore è un modo di vita. Riguarda lo scoprire il segreto dell'amicizia con Dio. Non riguarda tanto il fare qualcosa ma riguarda piuttosto essere qualcuno: non “fare” l'adorazione”, ma “essere” un adoratore.

Paolo dice questo:

“Vi esorto dunque fratelli, a ragione della misericordia di Dio ad offrire i vostri corpi a Lui in sacrificio vivente, santo, tale che Dio possa accettare con piacere. È questo il vero atto di adorazione. Non adattatevi alla mentalità e alle usanze di questo mondo, ma lasciatevi trasformare mediante il rinnovamento della vostra mente. Allora sarete in grado di determinare qual è la volontà di Dio, vale a dire ciò che a lui è buono, gradito e perfetto.” (Romani 12:1-2 PV)

Ognuno adora qualcosa

Ognuno adora qualcosa.  Perché l'adorazione è un'idea che Dio ha messo in noi, nel nostro DNA. Solo che non tutti adorano la medesima cosa.  Si può capire cosa adori ciascuno, semplicemente vedendo la maniera in cui vive: alcuni adorano idoli: il lavoro, lo sport, le auto, il fisico, la famiglia, una rock star.

Il problema è che le macchine si rompono, il fisico invecchia, il lavoro può non esserci, e le rock star passano di moda.

Ma noi vogliamo parlare dell'adorazione di qualcosa che non può né morire, né rompersi, né passare di moda; vogliamo parlare di adorare un Dio eterno, vivente, “colui che era che è che che sta per venire” dice Apocalisse.1:8

Cosa è “adorazione”?

L'adorazione è più del semplice cantare, o di qualsiasi altra attività religiosa

Adorare: composto dal latino “orare” = parlare + suffisso “ad” = a,  ovvero "parlare a qualcuno". Se parliamo a qualcuno, è perché egli “vale”. Se adoro Dio, dunque, sto affermando che Dio “vale” per me
adorare è perciò “parlare a qualcuno che vale”.

Quanto vale  Dio per me?

Vi è mai capitato di scoprire un'amicizia importante solo quando l'amico (o l'amica) vi ha confessato quanto valevate per loro? Solo allora avete capito il valore dell'altro per voi, quando avete saputo che l'atro vi pensava, vi amava, vi cercava!

Allo stesso modo, per poter capire quanto valga Dio per me, la prima cosa che bisogna fare è capire quanto io valgo per Dio. La Bibbia afferma che:

“Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo.” (1 Giovanni 4:19 PV)

Dio è colui che crea, fa sempre le cose per primo: è lui che inizia le cose, anche quando si tratta di relazioni: Adamo non ha desiderato di avere rapporto con Dio, ma Dio ha desiderato di creare Adamo per avere rapporto con lui. Adamo non ha cercato Dio dopo il suo peccato, ma Dio ha cercato Adamo nel posto dove si stava nascondendo.

Se non fosse stato Dio a cercare  di Adamo, e se non fosse stato Dio a cercare  di  me, e di te, nonostante tutti i miei peccati, l'adorazione mia e tua sarebbe assolutamente senza speranza, inutile; staremmo rivolgendoci a qualcuno che non ne vuole sapere di noi.

Per poter quindi scoprire quanto Dio valga per me, devo prima scoprire quanto io valga per lui: devo poter vedere me stesso con gli stessi occhi con cui mi sta guardando Dio. E Romani 12:1 afferma che Dio mi sta guardando “ a ragione della misericordia di Dio”. Lo sguardo di Dio su di me non è malevolo, ma misericordioso.

Perché Dio vuole la mia adorazione?

A questo punto però, mi viene da domandarmi: com'è che il creatore del mondo brama che io lo adori?
Non ha altro di meglio da fare che attendere che questo figlio irrequieto e disobbedente gli rivolga la parola? Il salmo 8 dice:

“Quand'io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita,la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos'è l'uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell'uomo perché te ne prenda cura?” (Salmo 8:3-4)
Pensa per un momento: perché Dio ci ama? Non ha senso! Dobbiamo però ricordarci che l'amore non è quello che Dio fa, ma , l'amore è quello che Dio E'. E' il suo carattere, è la sua natura. La Bibbia afferma che dio E' amore. Non importa quante volte lo abbiamo deluso, lui continua ad amarti, più di quanto tu possa immaginare!

Il figliol prodigo

In Luca 15 Gesù racconta la storia di un figlio che chiede al padre la sua parte di eredità in anticipo: è come se gli stesse dicendo :” mi piacerebbe tu fossi già morto”. E, incredibilmente il padre lo accontenta!Dopo aver dilapidato tutto, Gesù dice che il figlio “rientrato in se” capì che persino i servi più umili di suo padre stavano meglio di lui. Allora ritorna, elaborando lungo il cammino il discorso con cui farsi riprendere in casa come servo. Ma Gesù dice che, mentre si avvicinava a casa, “suo padre lo vide, e ne ebbe compassione, corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò”, dicendo: “questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato “  Gli mise scarpe nuove, lo vestì col vestito più bello, e gli diede l'anello che simboleggiava l'appartenenza alla famiglia. Gli rende dignità, identità, autorità

Il significato sbagliato di “prodigo”

Gesù non ha mai chiamato il figlio “prodigo” lungo tutta la storia. E in realtà “prodigo” in italiano non significava nemmeno “essere spendaccione”, sino a quando nel 1551 un tipografo francese,  durante un lungo viaggio in carrozza da Lione a Parigi, per ammazzare il tempo non decise di mettere i numeri e titoli.

“Prodigo”, in realtà, (dal latino “pro-agere”= spingere avanti”) significava “donare con molta larghezza, dare tutto se stesso per aiutare gli altri”. Se rileggiamo il brano alla luce di questa definizione, chi è il “prodigo”?  Il figlio o il padre? Non è certo il figlio, che è vero, ha fatto un bel po' di casino. Lo è il padre, perché “dona con molta larghezza” e “da tutto se stesso per aiutare il figlio” che non se lo sarebbe proprio meritato.

Dio è così! Non importa quello che hai fatto, lui ti aspetta a braccia aperte se torni da lui. Lui ti conosce, ed è per questo che la Bibbia dice:

“Vedete, dunque, quanto ci ama Dio Padre: ci permette di essere chiamati suoi figli e lo siamo davvero!” (1 Giovanni 3:1)

Un mio amico pastore mi ha raccontato di aver assistito ad un padre che sollevava il suo figlio paralizzato e cieco durante un culto e gli cantava perché il figlio potesse sentire le sue braccia e sentire la sua voce. E il figlio, con uno sforzi immane, riuscì a sollevare un braccio solo per metterlo attorno al collo del priprio padre.

Penso che l'immagine di questo padre che canta affinché suo figlio disabile, incapace di vederlo, incapace di muoversi, ma solo capace di essere sostenuto e sfiorato, in qualche modo abbracciato, sia già stata descritta in un passo dell'Antico Testamento:

“ Il SIGNORE, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua; si acqueterà nel suo amore, esulterà, per causa tua, con canti di gioia” (Sofonia 3:17)
Pensi che quel padre non amasse il proprio figlio, solo perché era cieco e incapace di muoversi? Pensi che a quel padre non nutrisse interesse per il futuro di suo figlio? Non c'era nulla che il ragazzo potesse fare per poter guadagnare l'amore o il rispetto del padre. Ma agli occhi del padre quel figlio era una creatura perfetta, stupenda!

E con quegli stessi occhi che Dio ti guarda, e vede in te una persona stupenda! Dio ti ama senza curarsi dei tuoi problemi la tua e nonostante i tuoi limiti, le tue disobbedienze, i tuoi peccati. Non c'è nulla che puoi fare per guadagnarti il suo amore. Ma lui ti ama lo stesso, perché ha iniziato ad amarti dal principio, e Dio è un dio che non cambia. E' un dio che  “esulterà, per causa tua, con canti di gioia

Cosa farai?

Cosa farai, dunque, con un amore così? Come risponderai a questo amore stravagante, alla grazia e alla misericordia? Ci sono due modi:
  • con incredulità
  • o con gratitudine
Puoi rifiutarlo e andartene. Oppure puoi scegliere di restare, o di riconnettere la tua vita a Lui, mettere un braccio attorno al suo collo, e lasciare che lui esulti “per causa tua, con canti di gioia” e aggiungere la tua voce alla sua,  e vivere la tua vita stessa come un atto di adorazione,  non come un obbligo,  o temendo qualche sua ritorsione,  o provando a ripagarlo in qualche modo,  ma come una risposta di amore e gratitudine verso un Padre che ti ama così tanto.

Sappiamo che noi valiamo per Dio; valiamo così tanto che non ha esitato a far morire suo Figlio in Croce per noi. Non è morto per altri (per la terra, gli animali, gli angeli caduti), ma per noi. E noi siamo gli unici che possono adorarlo con un cuore redento, un cuore salvato.

Sappiamo che valiamo, e che abbiamo un padre “prodigo”, che dona con molta larghezza, che è pronto a dare tutto se stesso per aiutare i suoi figli”.

Quanto vale per te?

Eravamo partiti da due domande:
  • Cosa è adorare
  • A chi serve l'adorazione
Alla seconda ora sappiamo rispondere: non serve a Dio, ma serve a me  per agganciare la mia vita alla sua
per rammentarmi che  non solo sono suo figlio,  non solo ho ottenuto misericordia,  ma che Dio  “(esulta), per causa (mia), con canti di gioia"

Ma alla prima, devi rispondere tu.

Cosa farai, oltre cantare una canzone a Dio? Cosa farai, otre pregare una preghiera a Dio? Come farai a mettere il tuo braccio attorno al suo collo, per fargli sentire che, anche se sei disabile, paralizzato, e cieco, lo ami?

Chiedigli in preghiera di mostratelo, e lui te lo farà vedere. TI ha lasciato lo Spirito Santo per guidarti: lascia che sia lo Spirito a guidarti.  Forse già sai cosa ti sta chiamando a fare o a non fare, come atto di adorazione.

Sappi che lui è lì, davanti a te, e ti sorregge per poter esultare “per causa tua con canti di gioia!
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