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16 settembre 2012

Imparare a nutrirsi gli uni gli altri | 16 Settembre 2012 |

Una vita pienamente benedetta da Dio passa attraverso una sola frase: "Gli uni gli altri", per poter adempiere i comandamenti di amore che il nostro padre ci incoraggia da mettere in pratica.
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Prima di iniziare il messaggio, vorrei che mi aiutaste a fare un esperimento: mi servono due persone a cui piaccia la Nutella.... Dovranno mangiarne il più possibile in un minuto.

(Dai dei cucchiaini legati sulla punta di due aste lunghe un metro e mezzo, che dovranno utilizzare tenendole dal fondo. Se nessuno dei due riesce, fai vedere assieme ad un altro come si fa... semplicemente imboccandosi a vicenda!)

Non so se è arrivata anche a voi tramite e.mail l'ennesima catena di S.Antonio elettronica con al seguente storiella:

Un sant'uomo ebbe un giorno a conversare con Dio e gli chiese: "Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno." Dio condusse il sant'uomo verso due porte.  Aprì una delle due e gli permise di guardare all'interno.

Al centro della stanza, c'era una grandissima tavola rotonda.  Al centro della tavola, si trovava un enorme  recipiente con del cibo dal profumo delizioso, e il sant'uomo sentì subito l'acquolina in bocca.

Ma le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato, ed avevano tutti l'aria affamata. Avevano si, dei cucchiai ma dai manici lunghissimi, ed erano attaccati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto del cibo e raccoglierne un po', ma poichÈ il manico del cucchiaio era pi˘ lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca.

Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".

Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l'aprì; la scena che l'uomo vide era identica alla precedente.

C'era la grande tavola rotonda, il recipiente colmo di cibo delizioso che gli fece ancora venire l'acquolina. Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici. Questa volta, però, le persone erano ben nutrite e felici e conversavano tra di loro sorridendo.

Il sant'uomo disse a Dio: "Non capisco!"  "E' semplice-  rispose Dio- questi sono i miei figli, ed hanno ascoltato le mia parole e messo in pratica i miei comandamenti, imparando a nutrirsi gli uni gli altri mentre i primi le hanno ascoltate e basta e continuano a pensare solo a loro stessi."

Essere credenti non significa semplicemente "ascoltare" (anche satana ascolta Gesù!). Essere credenti significa mettere in pratica ciò che si è ascoltato. Amare non è un sentimento, ma un'azione.

Nella storia i figli di Dio erano quelli che avevano imparato a imboccarsi a vicenda, a nutrirsi a vicenda. E Dio dice di loro che erano così perché  aveano imparato ad ascoltare e mettere in pratica i comandamenti...
"Ma a quale comandamento in particolare?" mi sono chiesto.

Quando la Bibbia insiste su una parola specifica, sta a significare che quella, e le azioni che ad essa si collegano, sono di massima importanza per noi. Sapete quale sia la classifica nel Nuovo Testamento delle parole (o frasi) più usate?
  • Al primo posto, con 145 versetti, si trova, AMORE
  • al secondo posto, con 106 PECCATO
  • al quarto posto con 44 SALVEZZA...
Avete fatto caso che ho saltato il gradino più basso del podio? Suggerimenti?
Al terzo posto, con 58, ben prima della salvezza si trova "L'UN L'ALTRO".

Per 58 volte Dio ci rammenta come dobbiamo comportarci "l'un altro"... questo lascia tutto a pensare che , NORMALMENTE, NON ci comportiamo l'un l'altro come nostro Padre vuole.

E quello che voglio fare oggi con voi è appunto di esaminare i 24 versetti contenuti in 9 lettere del Nuovo Testamento che contengono la frase "l'un l'altro".

Pensate siano un po' troppi, vero? Ho diviso i ventiquattro  versetti in otto gruppi che rappresentano otto ambiti della nostra vita di credenti in rapporto con altri credenti e, come in una famiglia terrena, affrontano otto aspetti della convivenza con gli altri membri. Ho così creato un mio vangelo personale... e non potendolo chiamare il "vangelo secondo Marco" che già esiste, lo chiameremo il "vangelo secondo Padre Brown" (che è il mio soprannome  nella squadra di rugby).

Una premessa: nella nostra vita di credenti, alcuni di questi comandamenti ci vengono facili, senza neppure pensarci, ma sappiamo che Dio vuole da noi obbedienza verso TUTTI i suoi comandamenti, non solo su quelli che ci vengono facili!
L'elenco che vi propongo oggi è proprio per valutare dove siamo forti, per proseguire e fortificarci” e quelli dove invece siamo deboli, dove c'è più bisogno di lavorare e di applicarsi quotidianamente.

1) Dobbiamo accoglierci gli uni gli altri

Il primo di questi è quello che riguarda L'accogliere, il servire e il sopportare.

Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare. (1 Pietro 4:9) Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio (Romani 15:7). Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio, (Romani 16:16) perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri; (Galati 5:13) con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, (Efesini 4:2)

Quanto sono larghe le braccia nell'accogliere tuo fratello, o tua sorella?  Ti viene facile essere ospitale, oppure preferisci amare “a distanza”? Gesù ti chiede di aprire la tua casa, e con essa il tuo cuore all'altro? Pensa a quanto sono larghe le braccia di Gesù sulla croce con cui ti dice “Io ti amo così tanto che muoio al tuo posto”.

App: quali passi devo prendere per avvicinarmi sufficientemente agli atri per arrivare ad abbracciarli?
  • Più tempo?
  • Meno hobby? 
  • Più pianificazione? 
  • Meno lavoro?
Io non posso saperlo... tu si!

2) Dobbiamo essere sinceri gli uni gli altri


Sinceri: dal latino “sine cera”. Cosa signifcava? Prima di acquistare un vaso dal vasaio, le massaie romane mettevano il vaso verso il sole e controllavano che non fosse rotto e stuccato con la cera. Come credenti non dobbiamo cercare di nascondere le crepe, dobbiamo semplicemente non averle.

Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere (Colossesi 3:9)  Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, (Giacomo 5:16a) perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo. (Efesini 4:32b) Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo. (Galati 6:2)

Paolo ci dice in in Colossesi 3:9 “Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere”: 'uomo vecchio, il bel vaso decorato da vendere al miglio prezzo,  ma che non lasciava cadere alcuna offesa a terra,   segnava, e aspettava la vendetta. ...colui che riempiva le crepe di cera.

Cristo, invece, ci chiama al perdono, e non solo.. Ci chiama a fare il cammino assieme all'altro,  ci chiama a portare nelle salite anche i pesi dell'altro oltre ai propri.

App: sono capace di essere onesto fino in fondo, oppure ho ancora angoli bui dove la menzogna la fa da padrone?  Riesco a confessare di essere un peccatore, e mi impegno a crescere, oppure continuo a riempire le mie crepe di cera?  Sai che se hai creduto in Gesù sei salvato (o salvata); se sei propri bravo saprai nascondere le crepe con la cera; ma Paolo in 1 Corinzi 3:15 ti dice che nel giorno del giudizio sarai valutato,: e sarà “come passare attraverso un fuoco” la tua cera si scioglierà, e le crepe si vedranno.

Una nota: non serve il fuoco del giudizio per far saltare fuori moltissime crepe; basta il sole di una bella giornata, dove tutti, credenti e non, le vedranno!

3) Dobbiamo  incoraggiarci gli uni gli altri

La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza (Colossesi 3:16a); edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate. (1 Tessalonicesi 5:11b) Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione. (Romani 14:19). Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all'amore e alle buone opere (Ebrei 10:24)

Una delle “punizioni” per una squadra di calcio i cui tifosi hanno fatto un disastro in trasferta è far giocare la squadra “a porte chiuse”; senza qualcuno che li inciti, è più difficile vincere. Si dice spesso che il pubblico è il dodicesimo giocatore (per la Juve il 13° è l'arbitro!).

App: Quali parole escono dalla mia bocca? Sono capace di esortare, o preferisco buttare giù l'altro?
Le mie parole edificano o distruggono? Sappi che ci può essere un credente in questa stessa chiesa che sta giocando “a porte chiuse” e non riesce a vincere: cosa aspetti ad incoraggiarlo? Cosa aspetti a fare il tifo per lui, o per lei?

4) Dobbiamo pregare gli uni gli altri

Pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia. (Giacomo 5:16b)

Negli stadi il tifo si esprime non solo con le urla e gli striscioni,  ma anche con gli inni, le canzoni.
Per i credenti gli inni sono le preghiere che eleviamo al Padre in favore di chi sta affrontando una partita difficile.

App: M'impegno ad essere “giusto” agli occhi di Dio,  ma soprattutto,  m'impegno ad essere giusto, “sine cera”, affinché le mie preghiere siano efficaci? Per chi stai pregando oggi? Se vuoi potenza nelle tue preghiere, impegnati a diventare giusto.

5) Dobbiamo consolarci gli uni gli altri

Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.  (1 Tessalonicesi 4:18) Perciò, consolatevi a vicenda  (1 Tessalonicesi 5:11a)

Talvolta uno stadio pieno di supporters non basta . Talvolta gli inni più belli non bastano, ci sono alcune partite che nonostante tutto non riusciamo a vincere. Abbiamo allora bisogno anche della spalla su cui piangere,  di sentirsi compresi,  del silenzio di un credente che ti tiene fra le braccia e ti stringe ed è lì, che condivide con te il tuo dolore o la tua paura.

App: So essere la spalla del mio amico?  So ascoltare il suo male e consolare, anche con la mia sola presenza? Anche se non sono vicino nel corpo fratello in Cristo, posso sempre esserlo in preghiera

6) Dobbiamo sottometterci gli uni gli altri


Quanto all'onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente (Romani 12:10b),  sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo. (Efesini 5:21)

Chi è più degno di onore, chi è più importante?  Io o l'altro?  Se non cerco di rendere l'altro primo sto perdendo comunque la gara. E se l'altro non cerca di rendermi primo, sta perdendo la sua. Se giochiamo bene è una partita che non possiamo né vincere né perdere.

App: quale gara sto giocando? Quella dove io arrivo primo... o quella dove aiuto l'altro a vincere?

---> C'è un fine a tutto questo, ed è un fine più alto del nostro stare bene individuale

7) Dobbiamo essere uniti gli uni gli altri

Così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro. (Romani 12:5) Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù,  (Romani 15:5) perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. (1 Corinzi 12:25)
,
Il fine, lo scopo ultimo, è l'unità del corpo di Cristo, la sua Chiesa.

App: Sto adoperandomi per l'unità del piccolo pezzo di corpo di cui faccio parte?  Solo l'unione del corpo renderà più rapido il ritorno di Gesù.

---> Abbiamo iniziato con una storiella,, dove persone facevano un gesto che descriveva quella parola ripetuta 145 volte nel Nuovo Testamento ... perché amare non è un sentimento, ma un'azione

8) Dobbiamo amarci gli uni gli altri

Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, (Efesini 4:32a) Quanto all'amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. (Romani 12:10a) Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge.  (Romani 13:8)

Amare è un debito, non un cerdito! E' qualcosa che io DEVO all'altro, non che l'altro mi deve; e se non lo do sono degno di essere condannato.  Ma se amo, ho già adempiuto a …. TUTTA la legge!

Questa comunità esiste da molti anni, è cresciuta nell'amore, che sa accogliere e servire... ma si può fare sempre di meglio.

Come ho detto all'inizio, di queste otto tappe, a seconda di come siamo fatti, alcune ci vengono naturali, per altre ci dobbiamo sforzare un po', per altre ancora invece le sentiamo così distanti da noi che ci sembra impossibile di raggiungerle.

App: Io vi sfido a dare un voto alla vostra vita di credenti alla luce dei ventiquattro “l'un l'altro” scritti in questi otto punti.
  • Lo faccio:
    • 1 mai
    • 2 raramente
    • 3 qualche volta
    • 4 spesso
    • 5 sempre
Se ottieni 35 o 32, allora fermati a leggere la seconda tappa, “dobbiamo essere sinceri”! Se invece riconosci che sei carente in alcuni, ti consiglio due cose;
  • ringrazia Dio e benedicilo per quegli aspetti dove già stai riuscendo,prega Gesù di aiutarti a mantenerli vivi e a migliorali
  • segna quelli dove invece ti senti incerto o forse molto lontano. Tieni questo foglio nella tua Bibbia, prega Gesù perché ti aiuti a raggiungere anche gli altri passi e, torna sul foglio spesso per controllare se ti stai impegnando, perché Gesù di sicuro lo fa..
  • (Per le coppie, fatelo di vostro marito/moglie, e condivideteli... ma prima ricordatevi l'ottavo di questi comandamenti... devo amare l'altro!)

Conclusione

Il sant'uomo disse a Dio: “Non capisco!” “E' semplice-  rispose Dio- questi sono i miei figli, ed hanno ascoltato le mia parole e  messo in pratica i miei comandamenti, imparando a nutrirsi gli uni gli altri, mentre i primi le hanno ascoltate e basta e continuano a pensare solo a loro stessi.”


L'unica maniera per essere benedetti. è agire, non ascoltare.

“ Se sapete queste cose, siete benedetti, se le fate.”  (Giovanni 13:17)


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09 settembre 2012

Amare per moltiplicare | 9 Settembre 2012 |

La storia delle prime chiese è la storia di una "strategia" che mirava alla moltiplicazione. Le armi vincenti?  La testimonianza di una vita cambiata, e l'amore per l'altro. Sandro Ferretti ci illustra tramite 1 Tessalonicesi come l'apostolo Paolo scriva una lettera importantissima per spronare i credenti a testimoniare con il proprio comportamento e ad amare gli altri per attrarli a Cristo.
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"Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo, tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia. Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne."(1 Tessalonicesi 1:6-8)

"Perché la nostra predicazione non proviene da finzione, né da motivi impuri, né è fatta con inganno; ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori. Difatti, non abbiamo mai usato un parlare lusinghevole, come ben sapete, né pretesti ispirati da cupidigia; Dio ne è testimone. E non abbiamo cercato gloria dagli uomini, né da voi, né da altri, sebbene, come apostoli di Cristo, avessimo potuto far valere la nostra autorità." (1 Tessalonicesi 2:3-6)

"Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate. Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più. Infatti sapete quali istruzioni vi abbiamo date nel nome del Signore Gesù. Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio; che nessuno opprima il fratello né lo sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e dichiarato prima. Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione. Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito. Quanto all'amore fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, giacché voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e veramente lo fate verso tutti i fratelli che sono nell'intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più, e a cercare di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare."(1 Tessalonicesi 4:1-11)

"Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole." (1 Tessalonicesi 4:13-18)

"Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono, e di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera. Vivete in pace tra di voi. Vi esortiamo, fratelli, ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli, a essere pazienti con tutti. Guardate che nessuno renda ad alcuno male per male; anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti. Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male. Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Fedele è colui che vi chiama, ed egli farà anche questo. Fratelli, pregate per noi. Salutate tutti i fratelli con un santo bacio. Io vi scongiuro per il Signore che si legga questa lettera a tutti i fratelli." (1 Tessalonicesi 5:12-27)
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02 settembre 2012

Correre per arrivare a Cristo | 2 Settembre 2012 |

L'obiettivo di ogni credente, in fondo, è di giungere a Cristo. E anche quando parliamo agli altri, l'obiettivo è sempre il medesimo: arrivare a Cristo. Michele Carlson ci illustra tramite 1 Cornzi quale sia il traguardo per ciascuno di noi.

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"Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n'è imposta; e guai a me, se non evangelizzo! Se lo faccio volenterosamente, ne ho ricompensa; ma se non lo faccio volenterosamente è sempre un'amministrazione che mi è affidata. Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che annunziando il vangelo, io offra il vangelo gratuitamente, senza valermi del diritto che il vangelo mi dà. Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero; con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge. Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni. E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri. Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. " (1 Corinzi 9:16-24)
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