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10 giugno 2012

Condividere le responsabilità nella tua chiesa | 10 Giugno 2012 |

Far parte del Corpo di Cristo, la chiesa, non significa occupare lo spazio fisico all'interno di un edificio, ma condividere le responsabilità al suo interno affinché altri conoscano e accettino l'amore con cui Dio ci ama.
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Le caratteristiche di un buon membro di chiesa

1. agisce con amore verso gli altri membri
2. rifiuta di ascoltare i pettegolezzi
3. obbedisce ai suoi leader

E' così, vero? Bene! Allora siete pronti per il prossimo passo verso il vostro cammino verso la “perfezione”!

E se l'enfasi delle azioni per proteggere la vostra chiesa era rivolta soprattutto verso il “dentro la comunità”, stavolta le azioni da compiere sono rivolte verso il “fuori la comunità.”

E, al contrario, stavolta, piuttosto che tenere “fuori” i problemi, vogliamo portare “dentro” i problemi degli altri, o meglio gli altri che hanno problemi, perchè noi sappiamo che la soluzione dei loro problemi è in Gesù,

Perchè noi che abbiamo affidato i nostri pesi a Lui, sappiamo quanta differenza ha fatto e continua a fare nelle nostre vite il suo aiuto. Ed è per questo che vogliamo condividerlo con gli altri.
Da dove partire, dunque, per condividere le responsabilità della crescita della mia chiesa?

1) Pregherò per la crescita

Secondo molti studiosi tre sono i fattori principali che giovano alla rapida crescita di una chiesa, e sono precisamente, in ordine crescente di importanza:

1. la preghiera
2. la preghiera
3. e, infine, la preghiera

Una chiesa che prega è una chiesa che cresce: la prima chiesa mai esistita al mondo, quella che troviamo in Atti, ne è la dimostrazione: in Atti 1: 14 leggiamo che

 "Tutti questi (gli apostoli) perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù e con i fratelli di lui." (Atti 1:14)

E più avanti, in Atti 2:24 leggiamo:

 "Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere."(Atti 2:42)

Una chiesa che prega unita è una chiesa che cresce; ed è così che in Atti 4:4 leggiamo:

 "Ma molti di coloro che avevano udito la Parola credettero; e il numero degli uomini salì a circa cinquemila" (Atti 4:4)

David Yonggi Cho era un giovane credente coreano di diciotto anni, appena laureatosi al college biblico, quando nel 1958 condusse il primo suo culto in casa di una sua amica. A quel primo culto erano presenti: lui, la sua amica, i tre figli della sua amica.

Più di trenta anni dopo, nel 1990, David decise che era tempo di dividere la chiesa in più chiese locali, visto che aveva raggiunto la cifra di oltre 700.000 membri!

Penso che qualche consiglio possiamo accettarlo da David Yonggi Cho; sentite cosa dice a proposito della crescita della chiesa:

“Voglio parlare di un fattore molto importante che porta alla crescita della chiesa. Per avere una crescita, dobbiamo imparare a “ricevere” dal Signore. La chiesa non cresce spontaneamente, ed è per questo che il primo requisito che bisogna avere è quello di disporre di quantità massicce di preghiera. Senza la preghiera non possiamo neppure sognarci di avere una crescita della chiesa. Molte persone tentano di far crescere la chiesa attraverso trucchi umani, ma fallisono. La crescita della chiesa nasce dal potere dello Spirito Santo ed è possibile solo attraverso molta preghiera.”

David Yonggi Cho non è l'unico a sottolineare che la costante di una chiesa che vuole crescere è la preghiera costante.; Paolo ben prima di lui ne ha parlato ampiamente nelle sue lettere alle chiese:
(Rom 12:12) siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera
(Col 4:2) Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie.

(Ef 6:18) pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi,

Tre sono i fattori principali che favoriscono la crescita della chiesa:

1. la preghiera
2. la preghiera
3. la preghiera

Le mie preghiere sono le fondamenta della crescita ed è per questo che, come membro della mia chiesa io pregherò del continuo per la sua crescita!

2) Inviterò non credenti ad assistere


Ora abbiamo pregato per la crescita della chiesa. Bene! E' finito il nostro compito, vero?

Visto che abbiamo già faticato tanto, possiamo lasciare che siano GLI ALTRI a fare il resto; d'altra parte NOI siamo gli spirituali, ed è bene che anche GLI ALTRI facciano qualcosa...

Mi spiace, non è così che funziona!
Abbiamo pregato, ma abbiamo pregato CON LO SCOPO DI AVERE UNA CRESCITA.

Abbiamo revisionato la nostra mietitrebbia, cambiato i cuscinetti, rabbocato l'olio, verificato le trasmissioni..ora bisogna andare nei campi per la raccolta; è tempo di trebbiatura! Gesù dice in Matteo 9:
"Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse"(Mat 9:37-38)

E indovina chi sono gli operai? Bravi, avete indovinato! Siete voi, siamo NOI!

Solo che, spesso, molto spesso, evitiamo accuratamente di “esporci” e conseguentemente, di esporre Cristo a chi ci sta attorno.Difendiamo strenuamente il nostro “territorio sicuro” e pur di non rischiare nulla “deviamo” proprio quando i discorsi porterebbero proprio ad “esporci” ed esporre Cristo

Abbiamo una mietitrebbia nuova fiammante, ma per paura di incappare in qualche sasso lungo il campo da trebbiare, decidiamo di “alzare la barra” e trebbiare a un metro dal terreno.

Certo, qualche cosa raccoglieremo pure, ma quanto grano stiamo lasciando sul campo per essere mangiato dagli uccelli e dai topi?

Non era così che si sono comportati Priscilla e Aquila in Atti 18:24:28 Leggiamo assieme:

"Ora un ebreo di nome Apollo, oriundo di Alessandria, uomo eloquente e versato nelle Scritture, arrivò a Efeso. Egli era stato istruito nella via del Signore; ed essendo fervente di spirito, annunziava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù, benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni. Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga. Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la via di Dio.  Poi, siccome voleva andare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono, e scrissero ai discepoli di accoglierlo. Giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto mediante la grazia di Dio,  perché con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei, dimostrando con le Scritture che Gesù è il Cristo.(Atti 18:24-28)

Priscilla e Aquila avrebbero potuto pensare: “Beh, questo Apollo in fondo ha capito “quasi tutto”. Parla di Gesù, anche se alcune cose che dice e crede sono proprio sbagliate... però non abbiamo voglia di rischiare confrontandolo, sfidandolo a conoscere di più di Gesù... Lasciamo che siano altri a farlo...”
Non così hanno ragionato Priscilla ed Aquila; sono usciti dal loro “territorio sicuro”.

Semplicemente, “lo presero con loro”: probabilmente lo avranno invitato una sera a cena , e durante quella cena, tra un boccone e l'altro gli esposero con più esattezza la via di Dio.” con serenità, senza dirgli, “ma che sei scemo a dire questo e quello?”, né mostrandosi come i “Grandi Maestri che tutto sanno.

Se Apollo divenne uno tra i servi di Cristo più famosi ed efficaci in quel tempo, lo si deve al coraggio di Priscilla e di Aquila di “rischiare” una conversazione che avrebbe potuto essere “imbarazzante” per loro ma che fu invece “illuminante” per Apollo.

Se le mie preghiere sono le fondamenta della crescita, parlare ed invitare gli altri agli eventi di chiesa sono le colonne che la innalzano; ed è per questo che io, come membro della mia chiesa, inviterò non credenti ad assistere.

3) Sarò caloroso verso i visitatori.

Avendo prima pregato per la crescita, poi invitato non credenti ad assistere, ora il mio compito è davvero finito!

Posso finalmente rilassarmi, mettermi seduto sulla mia sedia in sala, e aspettare che finalmente siano GLI ALTRI (pastori, anziani, responsabili...gli ALTRI, insomma!) a fare il resto!

Vorrei vedere assieme a voi questa breve scenetta per poi commentarla assieme.
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Molti credenti falliscono proprio sull'ultima delle responsabilità legate alla chiesa.

Abbiamo revisionato al meglio la nostra mietitrebbia, siamo andati nei campi ed abbiamo trebbiato il più basso possibile al terreno ottenendo anche un buon raccolto.

Ma ora, rientrando la sera, invece di proteggere il nostro prezioso raccolto, apriamo i cassoni della nostra trebbia, lo scarichiamo al centro del piazzale e ce ne andiamo a dormire; noi siamo stanchi, che pensino altri a mettere al riparo il raccolto nei magazzini o nei silos!

Non la pensa in questo modo Paolo della lettera agli Romani; dice anzi:

 "Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore;  siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera,  provvedendo alle necessità dei santi, esercitando con premura l'ospitalità.”(Romani 12:11-13)

La frase in greco che usa Paolo qui per “esercitare con premura l'ospitalità è “diokò philonexia”, che letteralmente significa “ricercare con insistenza (diokò) l'amore (philo) verso i forestieri (nexia)”.

Non basta aver pregato per la crescita, non basta aver invitato dagli eventi di chiesa i nostri amici; bisogna dimostrare loro che li amiamo!

E se amiamo una persona,vogliamo che si senta rispettata, coccolata e protetta, soprattutto se deliberatamente ha deciso di abbandonare il suo “territorio sicuro” accettando il nostro invito ad un evento di chiesa.

Paolo dice in Romani 15:7:

"Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio." (Romani 15:7)

Se le mie preghiere sono le fondamenta della crescita della mia chiesa, se parlare ed invitare gli altri ai suoi eventi sono le colonne che la innalzano; essere calorosi ed amare gli ospiti (miei o di altri) sono il tetto che li farà sentitire al sicuro e protetti.

D'altronde, chi vorrebbe tornare in un posto dove è stato trattato come abbiamo visto nella scenetta?

Tuttavia, se un non credente ascoltasse queste mie parole, potrebbe senz'alto pormi una domanda: “Si, Marco, ma perchè stai facendo tutto questo per me?. E' il tuo fine quello di avere una chiesa più grande, un club più esclusivo, una maggiore colletta domenicale...o cosa?”

Se solo una di queste ipotesi fosse vera, se mi affaticassi per le cose di questo mondo e per questa vita soltanto io sarei il più misero pra tutti gli uomini. Non sono parole mie, ma dell'apostolo Paolo

(traccia una croce dentro la casa che hai disegnato)

Tutto ciò che faccio, ogni preghiera che innalzo, ogni parola che dico, ogni mano che stringo e ogni persona che abbraccio, lo faccio per Cristo; lo faccio per portarlo a Cristo.

Perchè SO quale differenza Egli ha fatto nella mia vita.
Perchè SO quale differenza continua a fare nella mia vita.
Perchè SO quale differenza farà per la mia vita vera, quella eterna, nel giorno del giudizio.

E infine, perchè non so, non voglio e non DEVO rassegnarmi a lasciare andare alcuno di coloro che incontro che ora sono morti, e che in Cristo troverebbero vita.

Ecco, perchè lo faccio.

Conclusione

Se il primo impegno per un membro di chiesa è quello di proteggere la propria chiesa locale; il secondo impegno è quello di condividere assieme a tutti gli altri membri le responsabilità.

Alcuni lo troveranno più facile, altri più difficile; nessuno di noi è perfetto ma tutti siamo perfettibili, ma questo non deve essere un comodo paravento, una scusa dietro cui nascondere la nostra voglia di “non fare”:  "non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore", ci esorta l'apostolo Paolo.

Io condividerò le responsabilità nella mia chiesa:

1. pregando per la sua crescita
2. invitando i non credenti
3. essendo caloroso verso i visitatori

Se seguirò questi tre passi, coloro a cui avrò parlato di Gesù visiteranno la mia chiesa, si sentiranno amati e protetti e la mia chiesa crescerà.

Ed altri vedranno le loro vite trasformate da Cristo.
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