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25 settembre 2011

Perché Dio vede il male... e non fa nulla? Il libro di Abdia | 25 Settembre 2011 |


Quando subiamo un torto, un' ingiustizia, un sopruso, quando soffriamo a causa di altri, spesso sentiamo in noi la voglia di girarci verso l'alto e di gridare "Dio, ma non vedi tutto ciò? Perché non intervieni". Giuseppe Longo , ci mostra , attraverso il libro di Abdia che Dio vede, e che tutto ciò che di male ci viene fatto avrà la sua conseguenza eterna... ma anche che tutto ciò che noi facciamo, ha anch'esso un peso nella nostra vita futura.

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(Questo messaggio è stato portato da Giuseppe Longo nel 1999. Ora Giuseppe e la sua famiglia sono missionari in Zimbabwe, e noi ci onoriamo di sostenerli in preghiera e con un piccolo contributo. Questa predicazione non è che modesto un omaggio a quanto hanno fatto nella nostra comunità ed a tutto quello che stanno facendo per il Signore in Africa)

"Visione di Abdia. Così parla il Signore, l'Eterno, riguardo a Edom: Noi abbiam ricevuto un messaggio dall'Eterno, e un ambasciatore è stato mandato alle nazioni: 'Levatevi! Leviamoci contro Edom a combattere!' Ecco, io ti rendo piccolo fra le nazioni, tu sei profondamente sprezzato. L'orgoglio del tuo cuore t'ha ingannato, o tu che abiti fra le spaccature delle rocce, che son l'alta tua dimora, tu che dici in cuor tuo: 'Chi mi trarrà giù a terra?' Quand'anche tu facessi il tuo nido in alto come l'aquila, quand'anche tu lo ponessi fra le stelle, io ti trarrò giù di là, dice l'Eterno. Se dei ladri o de' briganti venissero a te di notte, come saresti ruinato! Non ruberebbero essi quanto bastasse loro? Se venissero da te de' vendemmiatori, non lascerebbero qualcosa da racimolare? Oh com'è stato frugato Esaù! Come sono stati cercati i suoi tesori nascosti! Tutti i tuoi alleati t'han menato alla frontiera; quelli che erano in pace con te t'hanno ingannato, hanno prevalso contro di te; quelli che mangiano il tuo pane tendono un'insidia sotto i tuoi piedi, e tu non hai discernimento! In quel giorno, dice l'Eterno, io farò sparire da Edom i savi e dal monte d'Esaù il discernimento. E i tuoi prodi, o Teman, saranno costernati, affinché l'ultimo uomo sia sterminato dal monte di Esaù, nel massacro. A cagione della violenza fatta al tuo fratello Giacobbe, tu sarai coperto d'onta e sarai sterminato per sempre. Il giorno che tu gli stavi a fronte, il giorno che degli stranieri menavano in cattività il suo esercito, e degli estranei entravano per le sue porte e gettavan le sorti su Gerusalemme, anche tu eri come uno di loro. Ah! non ti pascer lo sguardo del giorno del tuo fratello, del giorno della sua sventura. Non gioire de' figliuoli di Giuda il giorno della loro ruina; e non parlare con tanta arroganza nel giorno della distretta. Non entrare per la porta del mio popolo il giorno della sua calamità; non pascerti lo sguardo, anche tu, della sua afflizione il giorno della sua calamità; e non metter le mani sulle sue sostanze il giorno della sua calamità. Non ti fermare sui bivi per sterminare i suoi fuggiaschi; e non dare in man del nemico i suoi superstiti, nel giorno della distretta! Poiché il giorno dell'Eterno è vicino per tutte le nazioni; come hai fatto, così ti sarà fatto; le tue azioni ti ricadranno sul capo. Poiché come voi avete bevuto sul mio monte santo, così berranno tutte le nazioni, del continuo; berranno, inghiottiranno, e saranno come se non fossero mai state. Ma sul monte di Sion vi saranno degli scampati, ed esso sarà santo; e la casa di Giacobbe riavrà le sue possessioni. La casa di Giacobbe sarà un fuoco, e la casa di Giuseppe una fiamma; e la casa d'Esaù come stoppia, ch'essi incendieranno e divoreranno: e nulla più rimarrà della casa d'Esaù, perché l'Eterno ha parlato. Quelli del mezzogiorno possederanno il monte d'Esaù; quelli della pianura il paese de' Filistei; possederanno i campi d'Efraim e i campi di Samaria; e Beniamino possederà Galaad. I deportati di questo esercito dei figliuoli d'Israele che sono fra i Cananei fino a Sarepta, e i deportati di Gerusalemme che sono a Sefarad, possederanno le città del mezzogiorno. E dei liberatori saliranno sul monte Sion per giudicare il monte d'Esaù; e il regno sarà dell'Eterno." (Abdia 1:1-21)

"Non v'ingannate; non si può beffarsi di Dio; poiché quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà. Perché chi semina per la propria carne, mieterà dalla carne corruzione; ma chi semina per lo Spirito, mieterà dallo Spirito vita eterna. E non ci scoraggiamo nel far il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo. Così dunque, secondo che ne abbiamo l'opportunità, facciam del bene a tutti; ma specialmente a quei della famiglia dei credenti." (Galati 6:7-10)

"Non rendete ad alcuno male per male. Applicatevi alle cose che sono oneste, nel cospetto di tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, cari miei, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore. Anzi, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo. Non esser vinto dal male, ma vinci il male col bene." (Romani 12:17-21)

"Anima mia, acquétati in Dio solo, poiché da lui viene la mia speranza. Egli solo è la mia ròcca e la mia salvezza; egli è il mio alto ricetto; io non sarò smosso." (Salmi 62:5-6)

"Ma Egli dà maggior grazia; perciò la Scrittura dice: Iddio resiste ai superbi e dà grazia agli umili. Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.... Umiliatevi nel cospetto del Signore, ed Egli vi innalzerà. Non parlate gli uni contro gli altri, fratelli. Chi parla contro un fratello, o giudica il suo fratello, parla contro la legge e giudica la legge. Ora, se tu giudichi la legge, non sei un osservatore della legge, ma un giudice. Uno soltanto è il legislatore e il giudice, Colui che può salvare e perdere; ma tu chi sei, che giudichi il tuo prossimo?" (Giacomo 4:6:7, 10-12)
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18 settembre 2011

Siamo sentinelle di un Dio stupendo | 18 Settembre 2011 |


Come ci si sente quando tutto va male? Quando gli eventi delle nostre vite ci portano lontano, ci opprimono, e noi ci sentiamo abbandonati e soli? Dov'è Dio in tutto questo?

Michele Carlson ci mostra attraverso il libro di Ezechiele che possiamo, anche nel dolore e nella sofferenza, andare sicuri dell'aiuto e dell'amore di Dio, poiché noi siamo le sentinelle di un Dio stupendo.

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Or avvenne l'anno trentesimo, il quinto giorno del quarto mese, che, essendo presso al fiume Kebar, fra quelli ch'erano stati menati in cattività, i cieli s'aprirono, e io ebbi delle visioni divine. Il quinto giorno del mese (era il quinto anno della cattività del re Joiakin), la parola dell'Eterno fu espressamente rivolta al sacerdote Ezechiele, figliuolo di Buzi, nel paese dei Caldei, presso al fiume Kebar; e la mano dell'Eterno fu quivi sopra lui. Io guardai, ed ecco venire dal settentrione un vento di tempesta, una grossa nuvola con un globo di fuoco che spandeva tutto all'intorno d'essa uno splendore; e nel centro di quel fuoco si vedeva come del rame sfavillante in mezzo al fuoco. Nel centro del fuoco appariva la forma di quattro esseri viventi; e questo era l'aspetto loro: avevano sembianza umana. Ognuno d'essi aveva quattro facce, e ognuno quattro ali. I loro piedi eran diritti, e la pianta de' loro piedi era come la pianta del piede d'un vitello; e sfavillavano come il rame terso. Avevano delle mani d'uomo sotto le ali ai loro quattro lati; e tutti e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si univano l'una all'altra; camminando, non si voltavano; ognuno camminava dritto dinanzi a sé. Quanto all'aspetto delle loro facce, essi avevan tutti una faccia d'uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra, e tutti e quattro una faccia d'aquila. Le loro facce e le loro ali erano separate nella parte superiore; ognuno aveva due ali che s'univano a quelle dell'altro, e due che coprivan loro il corpo. Camminavano ognuno dritto davanti a sé, andavano dove lo spirito li faceva andare, e, camminando, non si voltavano. Quanto all'aspetto degli esseri viventi, esso era come di carboni ardenti, come di fiaccole; quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi, era un fuoco sfavillante, e dal fuoco uscivan de' lampi. E gli esseri viventi correvano in tutti i sensi, simili al fulmine. Or com'io stavo guardando gli esseri viventi, ecco una ruota in terra, presso a ciascun d'essi, verso le loro quattro facce. L'aspetto delle ruote e la loro forma eran come l'aspetto del crisolito; tutte e quattro si somigliavano; il loro aspetto e la loro forma eran quelli d'una ruota che fosse attraversata da un'altra ruota. Quando si movevano, andavano tutte e quattro dal proprio lato, e, andando, non si voltavano. Quanto ai loro cerchi, essi erano alti e formidabili; e i cerchi di tutte e quattro eran pieni d'occhi d'ogn'intorno. Quando gli esseri viventi camminavano, le ruote si movevano allato a loro; e quando gli esseri viventi s'alzavan su da terra, s'alzavano anche le ruote. Dovunque lo spirito voleva andare, andavano anch'essi; e le ruote s'alzavano allato a quelli, perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote. Quando quelli camminavano, anche le ruote si movevano; quando quelli si fermavano, anche queste si fermavano; e quando quelli s'alzavano su dalla terra, anche queste s'alzavano allato ad essi perché lo spirito degli esseri viventi era nelle ruote. Sopra le teste degli esseri viventi c'era come una distesa di cielo, di colore simile a cristallo d'ammirabile splendore, e s'espandeva su in alto, sopra alle loro teste. E sotto la distesa si drizzavano le loro ali, l'una verso l'altra; e ne avevano ciascuno due che coprivano loro il corpo. E quand'essi camminavano, io sentivo il rumore delle loro ali, come il rumore delle grandi acque, come la voce dell'Onnipotente: un rumore di gran tumulto, come il rumore d'un accampamento; quando si fermavano, abbassavano le loro ali; e s'udiva un rumore che veniva dall'alto della distesa ch'era sopra le loro teste. E al disopra della distesa che stava sopra le loro teste, c'era come una pietra di zaffiro, che pareva un trono; e su questa specie di trono appariva come la figura d'un uomo, che vi stava assiso sopra, su in alto. Vidi pure come del rame terso, come del fuoco, che lo circondava d'ogn'intorno dalla sembianza dei suoi fianchi in su; e dalla sembianza dei suoi fianchi in giù vidi come del fuoco, come uno splendore tutto attorno a lui. Qual è l'aspetto dell'arco ch'è nella nuvola in un giorno di pioggia, tal era l'aspetto di quello splendore che lo circondava. Era una apparizione dell'immagine della gloria dell'Eterno. A questa vista caddi sulla mia faccia, e udii la voce d'uno che parlava. (Ezechiele 1:1-28)
E mi disse: 'Figliuol d'uomo, rizzati in piedi, e io ti parlerò'. E com'egli mi parlava, lo spirito entrò in me, e mi fece rizzare in piedi; e io udii colui che mi parlava. Egli mi disse: 'Figliuol d'uomo, io ti mando ai figliuoli d'Israele, a nazioni ribelli, che si son ribellate a me; essi e i loro padri si son rivoltati contro di me fino a questo giorno. A questi figliuoli dalla faccia dura e dal cuore ostinato io ti mando, e tu dirai loro: Così parla il Signore, l'Eterno. E sia che t'ascoltino o non t'ascoltino - giacché è una casa ribelle - essi sapranno che v'è un profeta in mezzo a loro. E tu, figliuol d'uomo, non aver paura di loro, né delle loro parole, giacché tu stai colle ortiche e colle spine, e abiti fra gli scorpioni; non aver paura delle loro parole, non ti sgomentare davanti a loro, poiché sono una casa ribelle. Ma tu riferirai loro le mie parole, sia che t'ascoltino o non t'ascoltino, poiché sono ribelli. E tu, figliuol d'uomo, ascolta ciò che ti dico; non esser ribelle com'è ribelle questa casa; apri la bocca, e mangia ciò che ti do'. Io guardai, ed ecco una mano stava stesa verso di me, la quale teneva il rotolo d'un libro; ed egli lo spiegò davanti a me; era scritto di dentro e di fuori, e conteneva delle lamentazioni, de' gemiti e de' guai. Ed egli mi disse: 'Figliuol d'uomo, mangia ciò che tu trovi; mangia questo rotolo, e va' e parla alla casa d'Israele'. Io aprii la bocca, ed egli mi fece mangiare quel rotolo. E mi disse: 'Figliuol d'uomo, nutriti il ventre e riempiti le viscere di questo rotolo che ti dò'. E io lo mangiai, e mi fu dolce in bocca, come del miele. Ed egli mi disse: 'Figliuol d'uomo, va', recati alla casa d'Israele, e riferisci loro le mie parole; poiché tu sei mandato, non a un popolo dal parlare oscuro e dalla lingua non intelligibile, ma alla casa d'Israele: non a molti popoli dal parlare oscuro e dalla lingua non intelligibile, di cui tu non intenda le parole. Certo, s'io ti mandassi a loro, essi ti darebbero ascolto; ma la casa d'Israele non ti vorrà ascoltare, perché non vogliono ascoltar me; giacché tutta la casa d'Israele ha la fronte dura e il cuore ostinato. Ecco, io t'induro la faccia, perché tu l'opponga alla faccia loro; induro la tua fronte, perché tu l'opponga alla fronte loro; io rendo la tua fronte come un diamante più dura della selce; non li temere, non ti sgomentare davanti a loro, perché sono una casa ribelle'. Poi mi disse: 'Figliuol d'uomo, ricevi nel cuor tuo tutte le parole che io ti dirò, e ascoltale con le tue orecchie. E va' dai figliuoli del tuo popolo che sono in cattività, parla loro, e di' loro: - Così parla il Signore, l'Eterno; sia che t'ascoltino o non ti ascoltino'. E lo spirito mi levò in alto, e io udii dietro a me il suono d'un gran fragore che diceva: 'Benedetta sia la gloria dell'Eterno dalla sua dimora!' e udii pure il rumore delle ali degli esseri viventi che battevano l'una contro l'altra, il rumore delle ruote allato ad esse e il suono d'un gran fragore. E lo spirito mi levò in alto, e mi portò via; e io andai, pieno d'amarezza nello sdegno del mio spirito; e la mano dell'Eterno era forte su di me. E giunsi da quelli ch'erano in cattività a Tel-abib presso al fiume Kebar, e mi fermai dov'essi dimoravano; e dimorai quivi sette giorni, mesto e silenzioso, in mezzo a loro. E in capo a sette giorni, la parola dell'Eterno mi fu rivolta in questi termini: 'Figliuol d'uomo, io t'ho stabilito come sentinella per la casa d'Israele; e quando tu udrai dalla mia bocca una parola, tu li avvertirai da parte mia. Quando io dirò all'empio: - Certo morrai, - se tu non l'avverti, e non parli per avvertire quell'empio di abbandonar la sua via malvagia, e salvargli così la vita, quell'empio morrà per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l'empio, ed egli non si ritrae dalla sua empietà e dalla sua via malvagia, egli morrà per la sua iniquità, ma tu avrai salvata l'anima tua. E quando un giusto si ritrae dalla sua giustizia e commette l'iniquità, se io gli pongo davanti una qualche occasione di caduta, egli morrà, perché tu non l'avrai avvertito; morrà per il suo peccato, e le cose giuste che avrà fatte non saranno più ricordate; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Però se tu avverti quel giusto perché non pecchi, e non pecca, egli certamente vivrà, perch'è stato avvertito, e tu avrai salvata l'anima tua'. E la mano dell'Eterno fu quivi sopra me, ed egli mi disse: 'Lèvati, va' nella pianura, e quivi io parlerò teco'. Io dunque mi levai, uscii nella pianura, ed ecco che quivi stava la gloria dell'Eterno, gloria simile a quella che avevo veduta presso il fiume Kebar; e caddi sulla mia faccia. Ma lo spirito entrò in me; mi fece rizzare in piedi, e l'Eterno mi parlò e mi disse: 'Va', chiuditi in casa tua! E a te, figliuol d'uomo, ecco, ti si metteranno addosso delle corde, con esse ti si legherà, e tu non andrai in mezzo a loro. E io farò che la lingua ti s'attacchi al palato, perché tu rimanga muto e tu non possa esser per essi un censore; perché sono una casa ribelle. Ma quando io ti parlerò, t'aprirò la bocca, e tu dirai loro: - Così parla il Signore, l'Eterno; chi ascolta, ascolti; chi non vuole ascoltare non ascolti; poiché sono una casa ribelle. (Ezechiele 2:1-3:27)
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11 settembre 2011

Come posso avere fede quando nulla accade? | 11 Settembre 2011 |


Molte volte, nella nostra vita di credenti, ci troviamo in situazioni dove chiediamo l'intervento di Dio.. e ci aspettiamo e speriamo avvenga SUBITO!

Ma Dio è un dio sovrano; ci benedice, ma è in controllo LUI di tutto, del nostro bene, ma anche dei nostri dolori. Ed è in controllo anche della soluzione ad essi, dei modi e dei tempi con cui verranno risolti.

L'importante è "non temere". Gabriele Bekele ci illustra tramite l'esempio di Abramo in Genesi 15:1-5 come possiamo rimanere fiduciosi quando nulla sembra accadere.

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Le promesse per Abramo tardavano ad arrivare. Ma la parola di Dio per lui fu "non temere".
Abramo temeva che non avrebbe mai avuto discendenza: aveva ragione di temere, perché nella sua condizione e in quella di Sara sua moglie non è possibile avere figli.

Dio lo sapeva. E' per questo che corse in suo aiuto:

"Dopo questi fatti, la parola del SIGNORE fu rivolta in visione ad Abramo, dicendo: "Non temere, Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima". Abramo disse: "Dio, SIGNORE, che mi darai? Poiché io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco". E Abramo soggiunse: "Tu non mi hai dato discendenza; ecco, uno schiavo nato in casa mia sarà mio erede". Allora la parola del SIGNORE gli fu rivolta, dicendo: "Questi non sarà tuo erede; ma colui che nascerà da te sarà tuo erede". Poi lo condusse fuori e gli disse: "Guarda il cielo e conta le stelle se le puoi contare". E soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza". (Genesi 15:1-5).

Non temere è ripetuto 365 volte nella Bibbia... una volta per ogni giorno! Ma come possiamo non temere? La FEDE è lo strumento con il quale possiamo scacciare le paure. E la fede è legata indissolubilmente al conoscere la parola di Dio.

"Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio". (Efesini 6:10-17)

Lo scudo della fede è per coloro che ascoltano la parola di Dio. Ecco le arnmi che ha dato ad Abramo:

  1. non temere
  2. prendi lo scudo della fede
  3. ricordati che il tuo prezzo è altro agli occhi miei.
Dio ci dice che il nostro prezzo è incalcolabile, ed essendo incalcolabile non si può acquistare... ma è gratis, tramite il dono di Gesù Cristo.

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03 settembre 2011

Cosa ti rimane quando non rimane più nulla? | 3 Settembre 2011 |



Ci sono momenti nella vita dove ti sembra di aver perso tutto. La perdita di una persona amata, o l'incertezza di un futuro che prima pareva solido, ma che ora non lo è più, la prospettiva di dove cambiare tutto nella tua vita... Cosa rimane quando non rimane nulla? Cosa posso portare con me che mi aiuti a sopravvivere, anzi, che mi faccia vivere una nuova vita?---

Introduzione

Ci sono dei momenti nella nostra vita nei quali sembra che stiamo perdendo tutto.

Pensate a don Luca De Pero. Luca è parroco di un paese di 690 abitanti nelle Marche:
  • da se anni lì
  • un gruppo di oltre 20 giovani che lo segue e lo ama
  • poi scopre la “lettura quotidiana della Bibbia” e tramite essa un rapporto personale con Gesù come non lo aveva avuto prima. Scopre che «Il figlio che vede la madre sbagliare non può tacere in eterno»., e decide di lasciare
  • per questo viene scomunicato, cacciato di casa, tolto lo stipendio.
Cosa rimane a Luca?

Pensate a Brynne Vezey. La conosciamo perché ha insegnato all'English Camp qualche anno addietro:
  • porta in grembo per nove mesi il suo piccolo Eljia
  • arriva il momento più bello, il momento in cui lo terrà fra le braccia
  • ma il bimbo muore durante il parto
  • Brynne lo pulisce, lo veste, lo tiene fra le braccia qualche tempo, e poi lo consegna perché sia seppellito
Cosa rimane a Brynne?

Pensate a Giuseppe e Annarita Longo. Partono da Manfredonia per servire il Signore in questa regione:
  • si stabiliscono a Civita Castellana
  • fondano una chiesa, la dirigono
  • ma il Signore ha altri piani per loro:il piano si chiama Zimbabwe, Africa
  • vendono tutto, auto, casa, mobili, perdono i loro amici, strappano i figli dalle scuole e dai loro compagni, perché il Signore li chiama là
Cosa rimane ai Longo?

(ill) Vi hanno mai fatto lo scherzo di togliervi la sedia di sotto? Sedevate fiduciosi da sempre, e poi all’improvviso vi siete trovati doloranti a terra. A volte la vita è così

Vengono quei momenti in cui sentiamo che non rimane molto nella nostra vita.

Contesto

Nella Bibbia troviamo esempi di uomini e donne che hanno perso molto; troviamo storie di chi ha perso battaglie e beni, amici e libertà, salute e famiglia. E' un fatto della vita;è un fatto che accompagna la nostra esperienza cristiana da questa parte del regno.

Ma come dobbiamo reagire quando la terra intorno a noi sembra bruciata? Quando la sedia non c’è più e siamo doloranti e un po’ confusi a terra, qual è il modo di vivere la vita cristiana?

Vogliamo vedere oggi l'esempio della prima chiesa e dei primi credenti: Gerusalemme. Questa chiesa nel giro di poco tempo passò dall’avere tanto a perdere quasi tutto. Come reagirono? Qual è l’esempio per noi in questa stagione?

La nostra chiesa è una chiesa in crescita, ma è bene riflettere su come affrontare le tempesta proprio quando il mare è piatto come l'olio… ma la nostra vita è sotto attacco quotidiano; oggi abbiamo la sedia, e potrebbe essere così per molto. E' una benedizione, non un merito
ma domani qualcuno o qualcosa potrebbe togliercela di sotto. E' la fine della nostra benedizione, o forse Dio ha un progetto diverso per questa stagione nella nostra vita?

E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito". Poi, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: "Signore, non imputar loro questo peccato". E detto questo si addormentò. E Saulo approvava la sua uccisione. Vi fu in quel tempo una grande persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme. Tutti furono dispersi per le regioni della Giudea e della Samaria, salvo gli apostoli. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero gran cordoglio per lui. Saulo intanto devastava la chiesa, entrando di casa in casa; e, trascinando via uomini e donne, li metteva in prigione. Allora quelli che erano dispersi se ne andarono di luogo in luogo, portando il lieto messaggio della Parola.“(Atti 7:59-60, 8:1-4)

I credenti di Gerusalemme avevano tanto
  • Avevano una città
Una bella città; c’era movimento, c'era il tempio. Vivendo in città avevano lavoro, scuole, un gruppo di amici, una casa.

  • Avevano una comunità religiosa

Il Tempio prima e Gesù dopo; Gerusalemme era la culla del cristianesimo, lì era avvenuta da poco la Pentecoste e migliaia di conversioni. Centinaia di case accoglievano piccoli gruppi che spezzavano il pane e lodavano Dio. C’erano leader eccezionali, insegnamenti superbi, miracoli e conversioni

  • Avevano la libertà

Erano liberi di andare e venire, di predicare e propagare la loro fede; godevano il favore tra il popolo.

I credenti di Gerusalemme persero tutto. Tutto ciò cambiò in modo piuttosto veloce

Cambiamenti nella nostra vita possono essere repentini. C’erano delle avvisaglie sull’orizzonte, segnali di cambiamento, ma poi venne “quel tempo” (vs.8:1: Vi fu in quel tempo una grande persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme) scatenato nel suo furore dal sangue del primo martire (Stefano). I fastidi e le persecuzioni sporadiche divennero “una grande persecuzione”

Persero tutto. Alcuni persero i familiari: persero persone che amavano, figli che avevano desiderato. Brynne potrebbe raccontarci cosa si provi ad avere tra le braccia il proprio figlio morto.

Molti persero la possibilità di vivere in città e le proprie case; dovettero fuggire nel cuore della notte la loro bella Gerusalemme, gli odori e le stradine familiari, le bancarelle e l’ombra del tempio. Bambini passarono in silenzio davanti alle loro scuole, padri chiusero le loro botteghe piene di merci forse per l’ultima volta, madri raccolsero in fagotti le cose più preziose.
Giuseppe e Anna Rita potrebbero raccontarci cosa significa non avere più “la tua casa”.

Molti persero la libertà; dovettero nascondersi , altri furono trascinati via in prigione.

Persero la comunità; la chiesa veniva devastata. Non certo nel senso spirituale,
neanche le porte del soggiorno dei morti possono scalfire la chiesa di Gesù (Matteo 16:18: E io altresì ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere) ma nel senso della comunità e della comunione faccia a faccia, parola a parola, rompiamo il pane e preghiamo insieme, quella si! La persecuzione per mano di Saulo, allentò gli stretti legami di comunione al suo interno, separandoli fisicamente. Il termine è che furono “dispersi” significa “tirati fuori”, “diluiti”. Don Luca De pero potrebbe raccontarci cosa si provi a non avere più contatto con i suoi fedeli, e con i suoi giovani.

In tutto questo, cosa fecero i credenti? Cosa fai tu quando passi dall’avere tutto a perdere tutto?
Quali sentimenti provi?: autocommiserazione, rabbia verso Dio, confusione, debolezza?

I. I credenti di Gerusalemme portarono con se ciò che conta di più

8:4b:“portando il lieto messaggio della Parola.

Qual è?
  • che Dio ti ama e nulla accadrà a te e ai tuoi cari?
  • che Dio ti ama e quindi avremo una comunità meravigliosa che soddisferà tutti i nostri bisogni?
  • che Dio ti ama e quindi tutto andrà sempre a meraviglia nella tua vita?

Brynne, Luca, Giuseppe e Anna Rita possono testimoniare ognuno con intensità e situazioni radicalmente differenti che spesso i piani che uno immagina per la propria vita prendono un verso differente. Anche i credenti di Gerusalemme possono testimoniarlo (8:1 Tutti furono dispersi)

Il VERO messaggio è il regno di Dio:
  • Dio un giorno regnerà su questo pianeta in mezzo agli uomini che ora ci perseguitano e ignorano Dio;
  • Dio regnerà sul male, sulle afflizioni, e sul distacco
  • è un messaggio di speranza per il futuro, più che di garanzie per il presente
Questo è un “lieto” messaggio. E' qualcosa che porta gioia, a dispetto di qualsiasi circostanza avversa. -Gesù ha detto “Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande ne' cieli” (Matteo 5:12)

II. Il “lieto messaggio” va portato

Notate che Atti non dice “avendo con se il lieto messaggio” ma “portando con se il lieto messaggio” (è sottinteso “portarono ad altri”)

“Portando con se” --; greco = “ euaggelizo”; l’essenza della vita cristiana non è solo godere il vangelo ma diffonderlo. Non puoi avere una vita cristiana sana se, in qualche modo, non hai un cuore per la diffusione del vangelo.

Perdendo tutto, i nostri antenati cristiani, riscoprirono la loro missione.

(ill) E' notevole che i paesi del mondo dove oggi la chiesa vive con maggiore efficacia la sua missione sono i paesi dove stanno perdendo tutto.

Brynne perdendo il bambino ha perso tutto, ma se leggete le sue parole su FB, in questo momento sta parlando al cuore di altre madri che hanno sofferto lo stesso dolore... e non hanno Cristo, mentre lei si!
Luca perdendo la sua posizione di parroco ha perso la comunione con il suo gregge, una casa, il sostegno finanziario, ma sta testimoniando davanti a migliaia di persone in Italia, probabilmente perplesse se continuare ad andare in una chiesa che sentono distante, e davanti ai suoi giovani, che obbedire a Gesù si può, anzi si deve.
Giuseppe e Annarita; andando in Africa “hanno perso tutto”, ma hanno trovato lo scopo della sua vita di missionario. Basta leggere le lettere che ci inviano, e le foto dei sorrisi dei bimbi che stanno servendo là

Non c’è nulla che allieta il cuore del figlio di Dio come portare il lieto messaggio che renderà lieti i peccatori perduti: guardate il risultato:

“Quelli che erano stati dispersi per la persecuzione avvenuta a causa di Stefano, andarono sino in Fenicia, a Cipro e ad Antiochia, annunziando la Parola solo ai Giudei, e a nessun altro. Ma alcuni di loro, che erano Ciprioti e Cirenei, giunti ad Antiochia, si misero a parlare anche ai Greci, portando il lieto messaggio del Signore Gesù. La mano del Signore era con loro; e grande fu il numero di coloro che credettero e si convertirono al Signore.” (Atti 11:19-21)

III Dio ci semina per poter raccogliere

Dispersi” = greco diaspeiro

La radice della parola “speirò” significa “seminati”.
(ill)Immaginate un sacchetto di semi, nel sacchetto non portano frutto… devono essere dispersi. C’è un terreno ampio e desertico intorno che ha bisogno di essere coperto di ricca vegetazione, ma i semi devono essere dispersi. Noi siamo il seme nel sacchetto di Dio, e il seme va sparso
non è un caso che veniamo da sette differenti comuni nell'Alto Lazio, per molti giorni viviamo le nostre vite lontani l’uno dall’altro. Ciò fa male, è bello stare nel sacchetto, è brutto stare da soli nel buio terreno...ma c'è un progetto dietro tutto questo.

Spesso le cause della dispersione non sono lodevoli; la persecuzione a Gerusalemme non è lodevole, la discussione aspra tra Barnaba e Paolo non è lodevole. La missione di Giuseppe e Annarita è lodevole, ma non la morte del bimbo di Brynne, o la scomunica di Luca. Non dobbiamo mai dire e neppure pensare che la persecuzione e il dolore siano un bene.
Ma quello che possiamo dire è che Dio si può servire di queste circostanze per portare il bene
le circostanze di varia natura possono sembrare come una devastazione, ma in realtà si possono trasformare in una semina. Dipende da noi e da come viviamo queste circostanze:

  • (app) le subiremo come martiri e ci piangeremo addosso, o le vedremo come porte aperte per nuove opportunità?
(ill) Un fratello era in carcere d’isolamento in un paese ex comunista: vide l’opportunità di raggiungere gli altri in isolamento bussando in codice con un barattolo sulle mura e proclamando il Vangelo.

IV Il seme non porta frutto se prima non muore

(ill) “Le più grandi gioie nella vita cristiana vengono quasi sempre attraverso la sofferenza. Nessun fiore può germogliare in paradiso se non viene trapiantato dal Getsemani”. (Ian MacLaren- pseudonimo del Rev.Watson). Gesù ha portato il frutto della salvezza quando è morto, la chiesa primitiva ha portato il frutto dell’adempimento del grande mandato spinta dalla persecuzione.

Per portare frutto, sei pronto a lasciare che qualcosa in te muoia?
  • La tua pretesa di dividere te stesso a metà tra la chiesa e la tua vita, e stando attento che questi due mondi non s'incontrino mai
  • la tua pretesa di sederti, ascoltare ogni domenica Dio che ti parla, e poi uscire senza far niente
  • la tua pretesa di fare di testa tua, senza prendere consigli da alcuno, tanto meno da chi ti ama nel Signore
Uccidi queste pretese: non siamo qui principalmente per ammobiliarci le case della nostra esperienza spirituale così che piacciano a noi stessi. Lui ti salva, tu lo servi. Ci deve essere un cambiamento di ottica: non “io che sto bene” - egoismo, ma “gli altri che vanno all’inferno e hanno bisogno del vangelo” - altruismo.

Conclusione

Quale stagione stai vivendo nella tua vita? Stai vivendo nella gioia? Ricordati che “stai portando con te” la lieta novella. Ringrazia Dio per la benedizione che stai vivendo...ma devi portare Gesù agli altri.

Stai vivendo nella persecuzione, degli uomini o della vita? (ill) L’ostrica ferita cura il suo guscio con una perla. Giuseppe disse ai suoi fratelli:

“Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso. (Genesi 50:20)

La devastazione del tempo presente si può trasformare in una semina per Gesù, ma gli devi affidare i tuo pesi.

Fidati di Lui; egli è specializzato nel trasformare una morte di croce in una tomba aperta!
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