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24 dicembre 2010

Cosa donare a Natale? | 24 Dicembre 2010 |


In questo giorno del mondo ricorda un avvenimento che ha cambiato radicalmente la storia stessa del mondo, tanto che il calendario più comunemente usato al giorno d'oggi Indica il giorno zero proprio dalla data della nascita di Gesù. Ma chi è colui che ricordiamo ogni anno? E cosa può fare nella mia e nella tua vita? Voglio raccontarti una storia quella di Helen Roseveare, una dottoressa inglese missionaria in Zaire, ci ha raccontato quello che le successe una volta durante il suo ministero in Africa:

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"Una notte avevo lavorato a lungo per aiutare una donna in travaglio, ma malgrado tutto ciò che potessimo fare, ella morì, lasciandoci il suo minuscolo bimbo ed una figlia piangente di appena due anni. Avremmo incontrato molte difficoltà nel mantenere in vita il bambino, poiché non avevamo un’incubatrice (non avremmo avuto l’elettricità per farla funzionare); tra l’altro non avevamo neppure le attrezzature adatte per alimentare il bimbo in modo adeguato.

Sebbene vivessimo all’Equatore, le notti erano spesso rigide con spifferi traditori. Una studentessa ostetrica andò a cercare la scatola che usavamo per i prematuri ed il panno di cotone dove lo avremmo avvolto. Un’altra andò a ravvivare il fuoco ed a preparare una borsa d’acqua calda; dopo poco ritornò angosciata raccontandomi che, nel riempirla, la borsa per l’acqua calda era andata in mille pezzi (la gomma si danneggia facilmente nei climi tropicali). "Ed era la nostra ultima borsa!" esclamò.

Così come in Occidente è inutile piangere sul latte versato, in Africa centrale potrebbe essere considerato inutile piangere sulle borse d’acqua calda rotte; non crescono sugli alberi e non vi sono supermercati lungo i sentieri della foresta dove poterle comperare.
"Va bene – le dissi- metti il bimbo il più vicino possibile al fuoco e dormi tra lui e la porta per riparalo dagli spifferi. Il tuo compito è quello di mantenerlo caldo."

Il giorno seguente mi recai come di solito a pregare con i bimbi dell’orfanotrofio. Diedi ai più giovani vari temi su cui pregare, dicendogli anche del piccolo bimbo; gli spiegai il problema di mantenerlo sufficientemente caldo, raccontandogli anche della borsa d’acqua calda (i bambini possono facilmente morire per un raffreddore). Gli dissi tra l’altro della sorellina di due anni che piangeva per la perdita della madre.

Durante il tempo di preghiera Ruth, una bambina di dieci anni, pregò con l’usuale schietta brevità dei nostri bimbi africani:" Per favore, Dio – pregò – mandaci una borsa per l’acqua calda. Domani potrebbe essere troppo tardi, Dio, perché il bimbo potrebbe essere morto, per cui, ti prego, mandala questo pomeriggio."

Mentre ero ancora senza fiato per l’audacia della preghiera, Ruth aggiunse come una sorta di corollario: " E, visto che ci sei, vorresti per favore mandare una bambola per la sorellina, così che lei sappia che Tu la ami davvero?." Come spesso capita con le preghiere dei bambini, ero in difficoltà: onestamente, avrei potuto dire "Amen"?

Semplicemente, non credevo che Dio potesse farlo. Certo, so che Egli può qualsiasi cosa; la Bibbia lo dice. Ma ci sono dei limiti, non è vero?. L’unico modo in cui Dio avrebbe potuto rispondere a questa specifica preghiera era di mandarmi un pacco dall’Inghilterra; a quell’epoca ero in Africa da circa quattro anni, e non avevo mai ricevuto un pacco da casa. E comunque, anche se qualcuno avesse voluto mandarmi un pacco, chi avrebbe messo una borsa per l’acqua calda? Specialmente ad una che viveva all’Equatore?

A metà del pomeriggio, mentre stavo insegnando nella scuola per infermiere, mi fu detto che c’era una macchina davanti alla porta della mia casa. Quando fui giunta, la macchina se n’era già andata; ma lì, sulla veranda, vi era un grande pacco pesante dieci chili. Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi; non avrei potuto aprire il pacco da sola, così mandai a chiamare i bambini dell’orfanotrofio.

Insieme togliemmo le corde, sciogliendo con attenzione ciascun nodo; ripiegammo la carta, stando attenti a non strapparla inutilmente. L’eccitazione stava aumentando; trenta o quaranta paia di occhi erano focalizzati sulla grande scatola di cartone.

Dall’alto io estrassi delle maglie all’uncinetto dai colori accesi; gli occhi brillarono mentre le distribuivo. C’erano quindi delle bende per i lebbrosi, ed i bimbi sembrarono un po’ annoiati. Uscì quindi una scatola di canditi ed uva passa per i dolci del fine settimana.
Quindi, mentre mettevo ancora le mani dentro la scatola, sentii…poteva essere realmente quello?

L’afferrai e la tirai fuori: si, una borsa per l’acqua calda nuova fiammante. Io piansi. Non avevo chiesto a Dio di mandarla; non avevo realmente creduto che Lui avrebbe potuto farlo.
Ruth, che era nella prima fila dei bimbi, si avvicinò gridando: " Se Dio ha mandato la borsa per l’acqua calda, allora deve aver mandato anche la bambola!". Rovistando nel fondo della scatola tirò fuori la piccola bambola finemente vestita. I suoi occhi brillarono: lei non aveva mai dubitato. Mi chiese guardandomi:" Posso venire con te, Mammina, e dare questa bambola a quella bimba così che lei sappia che Gesù la ama per davvero?"

Quel pacco aveva viaggiato per cinque interi mesi. Era stato preparato dalla mia vecchia classe di Scuola Domenicale, la cui direttrice aveva sentito ed obbedito alla richiesta di Dio di mandarmi una borsa per l’acqua calda, anche all’Equatore; ed una delle ragazze aveva messo la bambola per una bimba africana cinque mesi prima, in risposta all’amorevole preghiera di una bambina di dieci anni per portarla lì, "quel" pomeriggio.

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Il Natale è anche la stagione dei doni; doni che si ricevono, doni che si danno. Se vuoi che la tua vita sia ricca durante non solo l'anno prossimo ma negli anni che seguiranno, il mio consiglio è di donare qualcosa a quel bimbo che viene.

Ma cosa puoi donare a colui che ha tutto, A colui che ha assistito e ad agito assieme al Padre durante la creazione? Cosa dai in dono a Gesù? Quello che puoi dagli è la tua fiducia! Perché Dio ti dà una scelta, e lui non ha la tua fiducia affinché tu deliberatamente non gliela dai. La fede è un atto della volontà; Dio non ti forzerà mai a credere in lui! Sta a te decidere. E sta a te decidere quanto crederai durante il 2011.

Lascia che sia molto franco con te, oggi: cosa ti aspetti che Dio faccia dell'anno che viene? Se tu ti aspetti che farà molto allora potrà fare molto. Se tutti aspetti che farà un poco allora potrà fare un poco. Se tutti aspetti che non potrà fare nulla allora lui non potrà fare nulla, perché Gesù ha detto: “vi sia fatto come avete creduto” (Matteo 9: 29).

Cosa farai? Ti fiderai di te stesso, dell'economia, di qualcun altro, forse di un politico o di un amico... oppure ti fiderai di Dio?

Saprai fidarti abbastanza di Gesù per dargli tutta la tua vita? Gesù ha fatto una promessa stupenda per coloro che lo fanno: egli dice:"Cercate prima il Regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno aggiunte” (Matteo 6: 33).

Ma dobbiamo cercare il regno di Dio per come prima cosa; dobbiamo cercare i propositi e di piani di Dio della nostra vita, cercare la sua giustizia, e questo richiede che noi gli diamo completamente la nostra fiducia.

Sei pronto a dare a lui la stessa fiducia della bimba? Perché è quello che fa la differenza. Perché è quello che ha fatto la differenza nel ricevere una borsa per l'acqua calda, perché è quella fede che ha reso possibile il miracolo!. Se poco credi, poco ricevi. Se molto credi, molto ricevi.

Che tipo di Dio è quello che nasce in una stalla, lontano dal clamore dei potenti e dalle folle? Posso fidarmi di lui? E se si, su quale base debbo porre la mia fiducia in lui? Voglio risponderti con tre versetti tratti dal libro di Isaia

“Io, io, sono colui che per amor di me stesso cancello le tue trasgressioni e non mi ricorderò più dei tuoi peccati. (Isaia 43:25) "Perciò il Signore stesso vi darà un segno:Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà “Dio con noi”(Isaia 7:14) Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce, e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, egli dividerà il bottino con i molti, perché ha dato sé stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori; perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli. (Isaia 53:11-12)

Il dio che nasce in una stalla, è colui che aveva previsto la nostra caduta, che aveva previsto il tuo e il mio peccato, e sin dalla fondazione del mondo aveva già deciso come sarebbe venuto a salvarci.

Puoi avere fiducia in lui; e se vuoi che egli faccia differenza nella tua vita, la tua fiducia in lui deve come quella di cui parla Madre Tersa:

”Ci sono molte regioni ed ognuna di esse ha una maniera differente di seguire Dio. Io seguo Gesù. Gesù è il mio Dio Gesù è il mio sposo Gesù nella mia vita Gesù è il mio solo amore Gesù è mio tutto in tutto Gesù è il mio tutto

Chiedigli di aiutarti a mettere completamente la fiducia in lui nell'anno che viene, e poi guarda ciò che lui può fare nella tua vita.

"Avverrà che, prima che m'invochino, io risponderò; parleranno ancora, che già li avrò esauditi." (Isaia 65:24)

Buon Natale!
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19 dicembre 2010

Quali i “segni” per un Natale cristiano? | 19 Dicembre 2010 |


Gran parte del mondo occidentale per un motivo per l'altro, festeggerà tra poco il Natale. C'è chi vede questa festa come il “compleanno del nostro Signore Gesù”, c'è chi vi trova una ennesima opportunità di fare baldoria e qualche giorno di ferie in più.

Sia gli uni sia gli altri, comunque, sono stati accomunati nelle ultime due settimane da due attività principali: comperare regali e comporre presepi, addobbi e alberi di Natale.

Anche noi credenti siamo tra di loro (... scagli la prima pietra chi non ha neppure un minuscolo addobbo natalizio casa...) ma... dovremmo? Quali segni stiamo scegliendo per il nostro Natale? E, maggiormente “dovremmo festeggiare anche noi?” Quali sono i legami tra la fede in Gesù e Natale? E come credenti, quale dev'essere il nostro rapporto con una festa che tutto il mondo occidentale vede come la “festa dell'anno”?

Partendo da questa domanda, ho navigato un po' su Internet ed ho scoperto interessanti notizie sul Natale e sui simboli ad esso legato; alcune le conoscevo, altre erano del tutto nuove per me. Spero di aver interessanti anche voi.

  • Cos'è il Natale?

Il Natale, per definizione, festeggia la nascita di Gesù il 25 dicembre. In realtà nessuno conosce l'esatta data, e per di più il racconto che ne fa Luca suggerisse che non fosse inverno, quando i pastori piuttosto che far dormire le greggi all'aperto le riparano negli ovili.

“In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore.” (Luca 2:8-9)

In realtà la data del 25 dicembre fu scelta nel 350 AD dal papa Giulio 1° nell'intento di “cristianizzare” la festività pagana dei “Saturnalia” (in onore del dio Saturno), nella quale era in uso addobbare i luoghi pubblici con fiori e di scambiarsi doni e candele.

Culti simili erano presenti anche nel Nord Europa: in scandinavia ad esempio veniva bruciato il “Yul”, un ceppo tagliato, Le popolazioni celtiche delle isole britanniche usavano addobbare le abitazioni e gli altari con piante sempreverdi come il vischio e agrifoglio, simboli di fertilità e nominare in ogni villaggio un “re” per 12 giorni prima del solstizio, il quale poteva avere rapporti con tutte le donne del villaggio.

È significativo che l'ingresso del Natale fra le feste “cristiane” coincida con l'editto con il quale Costantino “elevava” (per così dire!) Il cristianesimo a religione di Stato.

Nessuno nei secoli a venire sembrò, nell'ambito cristiano, sostanzialmente dissentire su tale trasformazione di una pagana, sino a quando un gruppo di credenti inglesi conosciuti come i Puritani, vi si oppose fermamente (era il 1562), e nel 1644 un atto del Parlamento britannico ne vietò ufficialmente la sua celebrazione. Tale decisione ebbe comunque breve durata in quanto l'Inghilterra ritorno ben presto festeggiare il Natale, mentre la Scozia rimase per qualche tempo fedele alle indicazioni dei Puritani.

Il nucleo di credenti che sbarcarono sulle coste americane con la Mayflower, essendo anch'essi Puritani, trasmisero il loro disgusto per il Natale anche nel nuovo continente. Difatti, quando pensiamo agli Stati uniti come uno dei luoghi dovesse maggiormente sentito il seguito, dobbiamo anche sapere che sino al 1870 il 25 dicembre era un normale giorno lavorativo, le banche di negozi le banche ed i negozi erano regolarmente aperti, e persino il congresso si riuniva regolarmente!

Ma il desiderio di “vacanze” sorto dopo la rivoluzione americana fece sì che la gente iniziò vedere il Natale come un'ottima scusa per aggiungere qualche giorno di ferie in più in un anno trascorso quasi interamente al lavoro.

  • Babbo Natale

In origine, quello che per noi è babbo Natale (per gli americani Santa Claus), era un vescovo turco di nome Nicola (da qui la deformazione da San Nikolaus a Santa Claus), sul cui conto si narravano storie di come facesse buona azione, soprattutto verso i bambini, e che veniva ritratto come un omone serio e barbuto.

In Olanda i bimbi attendevano che, durante le notti di dicembre, “Sinter Klaas” portassero dei dolci attraverso la cappa del camino, e per questo lasciavano fuori della porta del fieno per il suo cavallo. Tali storie furono “esportate” dai coloni olandesi in America.

Solo alla fine del 1800 lo scrittore Clement Clark Moore compose una poesia intitolata “” nella quale appariva un Santa Claus vestito di rosso che, accompagnato da renne volanti, portare i regali ai bambini. Ma babbo Natale, così come lo conosciamo noi adesso, non era ancora nato. Infatti, il Babbo Natale di Moore, era sì vestito di rosso, era sì colla barba, ma era “magro”!

Nel 1930 la Coca-Cola stava cercando un'immagine rassicurante per poter vendere la sua nota bevanda nel periodo natalizio;Fu proposto di adottare la figura di Babbo Natale/Santa Claus, ed e uomini vestiti così furono posti all'uscita dei grandi magazzini. Ma da qualche giorno fu notato che le vendite non erano affatto aumentate; fu allora che si decise di far diventare babbo Natale un allegro ciccione,,, e le vendite, come per incanto, decollarono! Era nato babbo Natale così come lo conosciamo adesso!

  • L'Albero di Natale

Era usanza nelle popolazioni del Nord Europa di festeggiare il solstizio d'inverno, ovvero il giorno più corto dell'anno e conseguentemente il ritorno della luce, addobbando gli alberi con fiocchi e nastri colorati e, talvolta, con lucerne. In origine qualsiasi albero poteva essere addobbato, ma è chiaro che, essendo la stragrande maggioranza dei boschi nordici composti da abeti, l'albero più facile da “reperire” fosse proprio uno di questi. Anche qui l'emigrazione verso l'America trasmise un'usanza pagana che fu “inglobata” nella festività cristiana più vicina ad essa.

  • Il presepe

Una delle poche tradizioni italiane “sopravvissute” all'americanizzazione del Natale è il presepe, così sentire da meritare persino di essere l'elemento chiave di una delle più belle commedie di Eduardo.

Quasi tutti sanno che fu Francesco d'Assisi ad “inaugurare” la tradizione del presepe vivente nel 1223 a Greccio; tuttavia ciò fu anche stavolta un tentativo di “cristianizzare” le rappresentazioni della nascita di Gesù che nell'immaginario popolare si erano andate via via discostando dal racconto dei Vangeli.

Tra l'altro, l'iconografia classica del presepe, quella con il bue e l'asinello, è frutto di una contaminazione del racconto originale fatto da Luca, nel quale l'unico riferimento luogo di nascita alla mangiatoia(“presepe” difatti significa mangiatoia); infatti alcuni Vangeli apocrifi parlano di una stalla, del bue e dell'asino che scaldavano qualificati il bambino.

“Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: "Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere". Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. (Luca 2:15-18)

Quale mamma, secondo voi, vorrebbe la propria creatura appena nata accanto delle bestie che di per sé non brillano per la loro igiene, circondati da nugoli di mosche?

  • La cometa e i tre Magi

A parte il fatto che la coda della cometa va in direzione opposta al suo movimento, il tempo che essa impiega attraverso i cieli è senz'altro inferiore a quello che avrebbe impiegato di “sapienti “per arrivare dalla Persia (l'attuale Iraq).

Cosa videro dunque? Una teoria vorrebbe che i “sapienti” fossero degli astronomi, ed avessero visto la “congiunzione” tra Saturno (pianeta con cui gli astrologi indicavano Israele) e Giove (l'astro delle divinità), avvenuta verso oriente rispetto al loro angolo di osservazione e vicino all'orizzonte.

Comunque sia, il racconto di Matteo 2:9-11, indica che arrivarono “a casa di Maria e Giuseppe, quando probabilmente Gesù inizia a dire le prime incerte parole:

“Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov'era il bambino, vi si fermò sopra. Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.” (Matteo 2:9-11)

Ed è anche improbabile che fossero solo tre; non sarebbe stato molto “saggio che tre soli uomini recassero doni di così alto valore con il disco di essere depredati lungo il tragitto. I primi padri della Chiesa (come Agostino, ad esempio) indicavano il loro numero in una dozzina.

  • Quale Natale per i credenti?

Come abbiamo visto il Natale è una sovrapposizione di realtà cristiane a miti pagani. Qual è dunque il giusto atteggiamento che dobbiamo avere come credenti? Dobbiamo “” tutti i simboli del Natale è la festa stessa, come fecero i puritani, oppure c'è qualcosa che vale la pena di salvare?

Personalmente, penso che non sia la festa rende santo l'uomo ma che l'uomo possa santificare la festa può, in altri termini, renderla “differente” da ciò per cui è stata creata.

Il Natale, come abbiamo visto, non è nato per onorare la la nascita di Gesù, e non dà segno delle scritture che incide credenti a celebrare una simile ricorrenza.

Tuttavia, se il Natale l'unico periodo in cui il mondo si ricorda dell'evento che ha mutato la storia dei popoli, ciò che possiamo (e dobbiamo, a mio avviso) fare, è rendere testimonianza colui che venendo a “santificato” coloro che credono in lui.,

“Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” (Matteo 5:14-16)

Facciamo delle nostre feste di Natale un motivo per “rendere visibile” ciò che è invisibile al mondo, il regno della gloria di Gesù Cristo; parliamo, testimoniavano, incoraggiamo, amiamo coloro con cui avremmo contatto.

Godiamo il nostro Natale, e ricordiamoci di Cristo; ricordiamoci che esponiamo chi non crede ancora a ricordarsi di lui non solo adesso, ma durante tutto l'anno, ad essere gioiosi tutto l'anno perché

“Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.” (Romani 8:1-2)

Pensiamo ad essere generosi tutto l'anno perché lui ha dato la vita perché noi fossimo salvati.

“perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce - poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità “(Efesini 5:8-9)

Allora, tra tanti “segni” errati, qual è quello che deve contraddistinguere il nostro Natale? Il vero simbolo, il solo simbolo che può dare gloria a colui che è avvenuto è la sua luce che risplende in noi.

Possa essere il vostro un “santo” Natale: un Natale diverso e separato, per l'amore che Cristo Gesù ha avuto in noi, e che vuole dare anche agli altri.
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12 dicembre 2010

Il nostro passato e il servizio per Dio | 12 Dicembre 2010 |


Introduzione

1. Chi qualifica per essere un leader?
- (ill) presidente degli USA deve aver avuto un passato impeccabile per non incorrere in scandali
- come deve essere il passato di un leader?
- (app) seguiresti un leader che nel passato era stato in una setta?
- (app) seguiresti un leader che nel passato è stato un tossicodipendente?
- (app) seguiresti un leader che è stao coinvolto in tangentopoli e ha scontato due anni di carcere per concussione?
- (app) se tu fossi un credente russo, seguiresti un leader che in passato era stato un agente del KGB che sai ha fatto incarcerare e torturare tuo padre?

2. Da questo sorgono due domande più ampie che ci coinvolgono tutti:

a. Chi può servire Dio?
- solo chi è nato in una famiglia credente, non ha mai preso droghe, ha imparato la Bibbia sin da fanciullo e ha avuto una vita morale impeccabile?
b. In che modo il nostro passato di inconvertiti influenza il nostro servizio presente?

- qui c'è un attacco “satanico” da ribattere: il tuo passato ti ha squalificato
- è vero che a volte il nostro peccato del passato ha un'incidenza sul nostro presente - vedi il bambino di Davide e Batsheba che muore, o Abramo che deve mandare via Ismaele
- ma il nostro peccato del passato può squalificarci dal servizio di Dio oggi?

- forse non hai mai sperimentato questo tipo di attacco, probabilmente è perché non stai servendo.
- chiunque serve Dio affronta spesso il pensiero, alimentato dallo zolfo dell'inferno, di non essere qualificato

3. Sono convinto che Dio sta chiamando un grande numero di uomini e di donne a servirlo e a essere leader, ma questi rispondono di no alla chiamata di Dio con le seguenti parole:

- "Non io Signore, non sono qualificato. Il mio passato oramai mi ha segnato e non sarò mai all'altezza. Non sono degno della tua fiducia, sono solo un misero verme che si accontenterà dell'ultimo posto nella tua casa. Ti adorerò con umiltà come il pubblicano ma non sono all'altezza di stare al tuo servizio."

Spiegazione

1. I Timoteo è un libro da un leader a un leader sui leader
- è anche un libro su come comportarsi nella casa di Dio sul servizio di Dio
- non è dunque sorprendente che nel capitolo 1 troviamo le risposte alle nostre due domande:
a. Chi può servire Dio?
b. In che modo il nostro passato di inconvertiti influenza il nostro servizio presente?
2. Nel primo paragrafo dopo i saluti, Paolo esorta Timoteo contro gli insegnanti di dottrine diverse

- precisa che lo scopo della dottrina è creare un clima d'amore, dal quale questi hanno deviato
- è ovvio che li conosce e sa cosa dicono
nei vs (6-10) descrive come essi fanno un uso sbagliato della legge

“Alcuni hanno deviato da queste cose e si sono abbandonati a discorsi senza senso. Vogliono essere dottori della legge ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza. Noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne fa un uso legittimo; sappiamo anche che la legge è fatta non per il giusto ma per gl'iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e gl'irreligiosi, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina" (1 Timoteo 1:6-10)

- afferma che in realtà non sanno quello che dicono
- e precisa qual'è l'uso corretto della legge e il modo in cui essa si trova in armonia con il vangelo che Dio gli ha affidato

3. A questo punto immagino che Paolo faccia una pausa, metta la penna nel calamaio, guardi fuori dalla finestra e si perda nei ricordi del suo passato

- pensa a questi dottori della legge a Efeso, ignoranti, rigidi e nemici dell'amore, e dice: "Ah come li capisco. Anch'io una volta ero così"

- il dolore del ricordo del suo passato lo punge: vede i volti di coloro che trascinava in prigione, le lacrime delle madri cristiane alle quali strappava figli e mariti, le serate passate con altri farisei zelanti nelle fredde stanze della sinagoga a ripassare leggi dettagliate, ad abbandonarsi a discorsi interminabili, a guardarsi a vicenda con invidia o con sospetto (“chi sa se quello lì veramente pratica tutto questo?”).

- si ricorda Stefano: lui era stato lì, aveva tenuto i mantelli e incoraggiato i suoi assassini a tirare pietre più grosse, a tirarle più forte; si ricorda l'ira folle che lo aveva invaso quando quel misero seguace del falegname li aveva accusati di non osservare la legge di Dio; si ricorda l'espressione di perfetta pace sul suo volto insanguinato quando, morendo, chiedeva a Dio di non imputare loro questo peccato.

- i ricordi lo schiacciano: era troppo! Come era stato duro, crudele, cieco ... un essere come lui non meritava di vivere, doveva essere scartato, ripudiato da Dio; il suo passato gli pesa come un macigno, e un senso di profonda inadeguatezza, colpa e smarrimento pervade il suo cuore
- la conclusione logica gli passa per la mente: Dio non si serve di uomini con questo tipo di passato

- eppure non era stato così: sulla via di Damasco Gesù gli era apparso e in seguito Anania gli aveva detto quelle parole profetiche: "Il Dio dei nostri padri ti ha destinato ... a essere un suo testimone davanti a tutti gli uomini ..."

4. Che tipo di Dio è mai questo?

- che prende il suo più acerrimo nemico, il peggiore degli ignoranti, bigotti, duri e violenti e non solo lo salva ma addirittura gli affida il Suo Vangelo
- "...tu Paolo sei destinato a essere mio testimone!"
- questo giro di pensieri riempie il cuore dell'ex persecutore, e una sensazione meravigliosa di calore scaturisce dal pensiero di un Dio così misericordioso

5. Con questi sentimenti e questi pensieri l'apostolo riprende la penna e scrive i versetti 12-17:

“Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù. Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna. Al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.” (1 Timoteo 1:12-17)

- nota i: "mi, me, io"

6. Com'è stato il tuo passato? A volte ti pesa? Senti che esso può essere un impedimento per il tuo servizio di Dio? Ti sei mai sentito smarrito e inadeguato alla prospettiva di essere un leader?

Proposizione Questi versetti ci vogliamo insegnare delle verità fondamentali sulla relazione tra il nostro peccato del passato e il nostro servizio presente per Gesù.

A. Gesù ci rende forti

1. C'è subito un primo mito da sfatare

- la nostra testa ci dice: "Ci sono i deboli e i forti; i capaci e gli incapaci. Io, debole grazie!"
- la verità è che siamo tutti deboli
- "Ora dica il debole sono forte ... per quel che ha fatto il Signore per noi"...sono le parole che cantiamo ancora...

- se mai c'era un forte secondo il mondo era Paolo
- (ill) immaginatelo sul cavallo verso Damasco: fiero, spavaldo,
- ottima nascita, buona famiglia, educazione impeccabile, moralmente più alto di tutti, grande carisma, spirito di iniziativa, rapporto con le autorità, fermezza nelle sue convinzioni
- la verità? Era un debole

2. Prima di renderci forti deve farci vedere che siamo deboli

- Paolo doveva cadere da cavallo, doveva trovarsi per terra, doveva perdere la vista ed essere condotto per mano, doveva sottomettersi all'imposizione delle mani di un "poveraccio" chiamato Anania
- la forza umana di Paolo è stata svuotata .. reputa le cose che gli erano vanto come tanta spazzatura

3. E' quando siamo vuoti che Cristo ci riempie della sua forza

“Io ringrazio colui che mi ha reso forte”

- in greco forte suona “dunamis... dinamite!
- è Gesù che di mette dentro la SUA dinamite, per cambiare, agire, servire!

4. (app) Su quali forze basi il tuo servizio?

a. Sulla forza della tua personalità? della tua cultura? della tua conoscenza? dei tuoi successi?

- se è così alcuni non serviranno mai: non hanno la personalità adatta, la cultura sufficiente, conoscenza limitata e successi inesistenti
- altri serviranno ... ma non il Vangelo: sono loro quegli orgogliosi che non sanno nulla.

b. Sulla forza soprannaturale e costante di Cristo?

- allora qualunque straccio vecchio va bene: Cristo lo renderà forte e lo userà per la sua gloria.

B. Gesù ci stima degni della sua fiducia

1. La fiducia è una cosa seria ...

- a chi affideresti la cosa più preziosa che hai?
- (ill) a chi affideresti tua moglie e i tuoi figli durante una guerra? a un ex-terrorista? a chi affideresti il bisturi per operarti alla colonna vertebrale? a uno che quando iniziava ha messo in carrozzella un suo paziente? a chi affideresti quei 10 mila euro per comprarti l'auto? A uno che è stato un ladro tossicodipendente?
- no: la logica umana decreta che a chi sbaglia nel passato non ha una seconda opportunità di fiducia.

2. Qual'era la cosa più preziosa che Dio ha?

- il Vangelo: gli è costato tutto
- a chi lo affida? a Paolo, il persecutore, il Suo nemico che voleva distruggere proprio il Vangelo!
- la logica di Dio è diversa
- Egli dà fiducia a chi non ne è degno per farlo diventare degno di fiducia
- (ill) è ridare li soldi per pagare l' affitto a quello che te li ha persi 4 volte per strada!

- essere degni di fiducia significa: persone che si dimostrano fedeli nella gestione degli affari, nell'esecuzione di ordini o nell'adempimento dei doveri, persone che tengono la fede data e sulle quali si può dipendere
- tu lo sei? No! / Paolo lo era? No! / Dio lo ha stimato tale? Si! / Paolo lo è diventato? Si!

3. (app) Secondo quale logica ragioni?

a. Ti reputi degno di fiducia?

- di avere tra le mani la cosa più preziosa dell'universo?
- se sei tu che ti devi stimare, probabilmente i tuoi errori del passato ti renderanno paranoico: "Ho già trasportato un vaso cinese una volta e mi è caduto, non li tocco più!"
- (ill) da 1 a 10 qual'è la tua stima di te stesso?

b. Credi che Dio ti stimi degno della sua fiducia?

- (ill) da 1a 10 Dio ti stima con un 10!!!
- non ti preoccupare, ti conosce meglio di te stesso, Lui conosce e vede il nuovo potenziale che c'è in te per mezzo dello Spirito, lasciati convincere.
- ricorda che è Lui che ti rende forte
- la prossima volta che sbagli, hai paura o vuoi smetterla di servire Dio, ricordati che prima di farlo, devi passare da Lui e dirgli che si era sbagliato

C. Gesù ci pone al suo servizio

1. La forza e la fiducia sono finalizzate al servizio

- è bello essere forti e degni di fiducia, ma Gesù non vuole solo persone beate, vuole dei servitori

- il Re eterno, immortale, invisibile, l'unico Dio, ha deciso di aver bisogno di servitori
- Paolo parla di “servire. servo, servizio,”: un servitore era, all'epoca di Paolo, era un semplice cameriere, un domestico
- il servizio di Paolo era di "... essere un suo testimone davanti a tutti gli uomini ..."

- (app) lo scopo della tua vita di credente è il servizio?
- indubbiamente l'applicazione primaria qui è per Paolo come leader e apostolo
- ma altrove leggiamo che dobbiamo tutti servire il Signore a secondo dei nostri doni

- (ill) non dimentichiamo mai la parabola dei talenti: Dio da in modo diverso ad ognuno ma a tutti richiede di servire e investire la forza e la fiducia che ci ha dato

2. E' Lui che ci pone al suo servizio

a. Da dove viene la chiamata a servire Dio

- chi è che decide se tu sarai un leader, un anziano, un diacono o una diaconessa, un'insegnante della Parola, un'insegnante della scuola domenicale, un'evangelista ...?
- sono gli altri? sei tu stesso? chi è che ti pone al servizio

b. La chiamata viene da Gesù

- non siamo noi che ci autovalutiamo, ci promuoviamo con 7+, e decidiamo di entrare al suo servizio
- l'enfasi qui è che noi siamo la parte passiva, Lui ci pone
- non chiede la nostra opinione, non ci consulta per sapere se ci reputiamo degni o meno, non ci fa riempire una scheda che verifica il nostro curriculum passato ... Lui ci pone al suo servizio


3. (app) Gesù ti ha posto al suo servizio

- forse di leader, forse non ancora, forse non mai di leader ... ma sei al suo servizio: questa è la tua identità, un servitore del Signore
- stai occupando bene il tuo posto? stai svolgendo il lavoro per cui ti ha reso forte e dato fiducia? se non lo fai ci sono guai per te.

D. Gesù grazia i disgraziati

1. Quanto bisogna essere disgraziati per essere disgraziati?

- quanta ignoranza, quanta incredulità, quante azioni malefiche per uscire dall'orbita della grazia e del servizio di Dio ...?

2. La condizione del peggior disgraziato


Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo”(.v.15)

a. Parte dall'incredulità e dall'ignoranza

1) Ignorante
- Paolo non conosceva che Gesù era Dio, non era a conoscenza della grazia, pensava che si dovesse piacere a Dio sforzandosi di seguire le opere della legge
2) Incredulo
- non credeva che era possibile avere il perdono presente, passato e futuro, non credeva che c'era la grazia per i disgraziati

b. Conduce ad agire in un certo modo

1) Il caso di Paolo: bestemmiatore, persecutore, violento
2) Il tuo caso ...?:

- c'è stata per te la stagione dell'ignoranza e dell'incredulità che ti ha portato ad agire in modi di cui adesso di vergogni
- (app) cosa può fare Gesù con te?

3. Cosa fa Gesù con Paolo?

- gli usa misericordia, fa sovrabbondare verso di lui la grazia, gli fa misericordia
- perché? perché per questo Gesù Cristo è venuto nel mondo, per salvare i peccatori e poi usarli al suo servizio

E. Gesù dimostra la sua pazienza

1. Quanto bisogna sbagliare per far perdere la pazienza a Dio?

- ti sei mai chiesto come fa a sopportare i tuoi innumerevoli fallimenti, i tuoi handicap emotivi, i tuoi errori grossolani dovuti all'ignoranza?
- molte volte gettiamo la spugna perché pensiamo che Dio non ci sopporti più

2. C'è un esempio

a. Gesù ne ha dato una dimostrazione: Paolo
b. Dimostra tutta la pazienza di Dio: ed è tanta!!!
c. Paolo è un esempio per te
- Dio sapeva che in seguito avremmo avuto di questi problemi e si è preoccupato di noi
- la misericordia e la pazienza di Gesù nella vita di Paolo è un esempio per te ... se sei di coloro che hanno creduto in Gesù per avere la vita eterna

Conclusione

(app) Anche i peggiori possono diventare i migliori.

- Gesù opera in te? Se si, cosa ti vuol far diventare?
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05 dicembre 2010

Raccoglierai quello che semini: Salmo 25 | 5 Dicembre 2010 |

C'è un detto popolare che dice "Chi semina raccoglie". La Bibbia è più specifica: "
Ora dico questo: chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente." (2 Corinzi 9:6). Il contadino deve imparare come e cosa seminare per avere un buon raccolto. Sandro Ferretti, tramite il Salmo 25, ci illustra le istruzioni per il "contadino della vita" che si trovano scritte a chiare lettere nella Parola di Dio.
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Salmo 25:1-22 Di Davide.

"A te, o SIGNORE, io elevo l'anima mia. (2) Dio mio, in te confido; fa' che io non sia deluso, che i miei nemici non trionfino su di me. (3) Nessuno di quelli che sperano in te sia deluso; siano confusi quelli che si comportano slealmente senza ragione. (4) O SIGNORE, fammi conoscere le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. (5) Guidami nella tua verità e ammaestrami; poiché tu sei il Dio della mia salvezza; io spero in te ogni giorno. (6) Ricòrdati, o SIGNORE, delle tue compassioni e della tua bontà, perché sono eterne. (7) Non ricordarti dei peccati della mia gioventù, né delle mie trasgressioni; ricòrdati di me nella tua clemenza, per amor della tua bontà, o SIGNORE. (8) Il SIGNORE è buono e giusto; perciò insegnerà la via ai peccatori. (9) Guiderà gli umili nella giustizia, insegnerà agli umili la sua via. (10) Tutti i sentieri del SIGNORE sono bontà e verità per quelli che osservano il suo patto e le sue testimonianze. (11) Per amor del tuo nome, o SIGNORE, perdona la mia iniquità, perché essa è grande. (12) Chi è l'uomo che teme il SIGNORE? Dio gl'insegnerà la via che deve scegliere. (13) Egli vivrà nel benessere, e la sua discendenza erediterà la terra. (14) Il segreto del SIGNORE è rivelato a quelli che lo temono, egli fa loro conoscere il suo patto. (15) I miei occhi sono sempre rivolti al SIGNORE, perché sarà lui a trarre i miei piedi dalla rete. (16) Volgiti a me, e abbi pietà di me, perché io son solo e afflitto. (17) Le angosce del mio cuore sono aumentate; liberami dalle mie angustie. (18) Vedi la mia afflizione e il mio affanno, perdona tutti i miei peccati. (19) Guarda i miei nemici, perché son molti; mi odiano d'un odio violento. (20) Proteggimi e salvami; fa' che io non sia confuso, perché in te confido. (21) L'integrità e la rettitudine mi siano d'aiuto, perché spero in te. (22) O Dio, libera Israele da tutte le sue tribolazioni."

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Tre domande per te che ascolti:
  1. sei in comunione con Dio?
  2. Accetti la sua guida?
  3. Quand'è l'ultima volta che hai chiesto perdono al Signore per i tuoi peccati?
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