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25 dicembre 2008

Un albero molto speciale | 25 Dicembre 2008 |



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Queste sono le poesie scritte da alunni di 3° elementare
... all’arrivo del Natale c’è una cosa molto speciale e non banale: arriva la nascita di Gesù, il Salvatore, che per noi un pastore da tanto atteso ed è una bella sorpresa.
... Babbo Natale, addormentato, sul suo letto si è posato; domani è il giorno che andrà dai bambini piccolini ma anche da quelli un po’ più grandini.
... Natale non significa inventare: babbo Natale per magia compare e scompare… a Natale la gioia compare, la povertà un giorno scomparirà.
. a Natale c’è allegria perché la gente sta in compagnia; anche il Presepe fatto con amore, quando lo guardi, ti mette di buon umore
... il Natale mi fa pensare alla voglia di regalare sensazioni e emozioni che assomigliano allo sboccio dei fiori, e i suoi petali sono di vari colori come la bontà e la lealtà che sono nei nostri cuori.
. se pensi al Natale ti viene voglia di volare, l’amicizia e l’affetto rendono tutto più perfetto.
…… il Natale ti fa sentire emozionato e rilassato e, dietro, puoi vedere il tuo passato; fai uno sforzo e regala un biglietto e scrivi quello che non hai mai detto.
l’albero di Natale è acceso: l’atmosfera è tranquilla.
... il Natale è una festa di allegria e anche di fantasia; c’è sempre l’amore che arriva forte forte nel cuore.
... a Natale le persone non sono stressate, sono riposate.
. quando c’è il Natale il cuore mi batte forte ed anche molte volte, quando sto vicino agli amici ed ho un’emozione forte, li rendo felice
a casa ho un alberello davvero molto bello, decorato con palline ghirlande e fiocchi… che a guardarlo mi meraviglio con gli occhi.
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E' Natale, la festa dove “tutti siamo più buoni”; dove “sentiamo più di di ogni altro periodo dell'anno la necessità, quasi il “dovere” di essere felici e festeggiare.
Addobbiamo i nostri alberi con cose lucenti e luci brillanti. Nei nostri alberi tutto è perfetto, tutto è armonia.
Ma rispecchiano realmente quei colori e quelle luci la realtà della nostra vita?
Se il mondo si sente in “dovere” di essere felice a Natale, quanto più i credenti dovrebbero sentirsi felici che la profezia di Isaia si sia avverata?
"Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace" (Isaia 9:6)
Settecento anni separano questa profezia dalla nascita che stiamo festeggiando oggi; cosa è successo “nel frattempo”?
Oggi vogliamo fare anche noi un albero di Natale; sarà un albero un po' speciale, che ci aiuterà a ripercorrere il cammino che Dio ha scelto per la nostra salvezza.
Non vogliamo però ripercorrere “tutta la Bibbia in un giorno! Ci faremo aiutare da quello che si chiama “albero genealogico” di Gesù.
Bambini, sapete che cos'è l'albero genealogico?
(fai dire ad un bambino i nomi dei suoi genitori, nonni, bisnonni, ecc.)
Nei Vangeli Dio ha voluto farci conoscere quali fossero i nonni, i bisnonni, i trisavi eccetera di Gesù.
Gesù, quando cominciò a insegnare, aveva circa trent'anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, di Eli, di Mattàt, di Levi, di Melchi, di Iannài, di Giuseppe, di Mattatìa, di Amos, di Naum, di Esli, di Naggai, di Maat, di Mattatìa, di Semèin, di Iosec, di Ioda, di Ioanan, di Resa, di Zorobabèle, di Salatiel, di Neri, di Melchi, di Addi, di Cosam, di Elmadàm, di Er, di Gesù, di Eliezer, di Iorim, di Mattàt, di Levi, di Simeone, di Giuda, di Giuseppe, di Ionam, di Eliachim, di Melea, di Menna, di Mattata, di Natan, (di Salomone) di Davide, di Iesse, di Iobed, di Boos, di Sala, di Naàsson, di Aminadàb, di Admin, di Arni, di Esrom, di Fares, di Giuda, di Giacobbe, d'Isacco, d'Abraamo, di Tara, di Nacor, di Seruc, di Ragau, di Falec, di Eber, di Sala, di Cainam, di Arfàcsad, di Sem, di Noè, di Lamec, di Matusala, di Enoc, di Iaret, di Maleleel, di Cainam, di Enos, di Set, di Adamo, di Dio. (Luca 3:23-38)
Vediamo assieme se ce li ricordiamo tutti:
1 Adamo ed Eva (il paradiso terrestre)
2 Noè (il diluvio)
3 Abraamo (il padre del popolo di Dio)
4 Isacco (Dio chiese ad Abraamo di sacrificarlo)
5 Giacobbe (sognò la scala che portava al Cielo)
6 Giuda (aveva un fratello – Giuseppe – che chiamò la sua famiglia in Egitto)
7 Boaz (sposò la schiava di Naomi)
8 Davide (uccise Golia)
9 Salomone (era ricco e saggio)
10 Amoe e Naum (profeti)
11 Giuseppe (era un falegname)
12 GESU'
Manca una “palla” nell'albero. Quale è? Leggiamo assieme Marco 3:31-35
Giunsero sua madre e i suoi fratelli; e, fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare. Una folla gli stava seduta intorno, quando gli fu detto: "Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano". Egli rispose loro: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?" Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre". (Marco 3:31-35)
(Tira fuori la palla con lo specchietto e dalla da far girare in sala)
Tu fai parte della genealogia di Gesù; tu fai parte della famiglia di Dio.
Non credi sia possibile? Ascolta quello che dice Paolo:
Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui. (Romani 8:17)
(metti la stella sulla punta dell'albero)
Gesù è venuto perché tu faccia parte del suo albero genealogico; perché vuole che tu sia suo co-erede assieme a lui.
Pensi di non essere all'altezza? Guarda a tutte le persone che sono sull'albero... erano tutte persone “normali” , anzi alcune piene di difetti, come me e te.
Perché Dio ha scelto loro? Non li ha scelti perché erano super uomini, o perché erano perfetti... ma perché lo amavano. E lo amavano abbastanza da obbedirgli.
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:16)
Dio ti ha amato, mandando Gesù; se lo ami, trova un ramo dell'albero di Gesù a cui agganciare la tua vita.
(metti la palla con lo specchio sull'albero)

La Luce guardò in basso
e vide le Tenebre:
"Là voglio andare"
disse la Luce.

La Pace guardò in basso
e vide la Guerra:
"Là voglio andare"
disse la Pace.

L'Amore guardò in basso
e vide l'Odio:
"Là voglio andare"
disse l'Amore.

Così apparve la Luce
e risplendette.
Così apparve la Pace
e offrì riposo.
Così apparve l'Amore
e portò vita;
questo è il mistero del Natale
questo è il dono d'un bimbo
chiamato Gesù.

Buon Natale.

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La promessa che ti è stata data

"Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace"
(Isaia 9:6)

La famiglia a cui appartieni

Giunsero sua madre e i suoi fratelli; e, fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare. Una folla gli stava seduta intorno, quando gli fu detto: "Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano". Egli rispose loro: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?" Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre".
(Marco 3:31-35)

L'eredità che ti spetta

Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.
(Romani 8:17)

Il mezzo per ottenere tutto ciò

Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
(Giovanni 3:16)


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21 dicembre 2008

Dio è Amore (SOLO AUDIO) | 21 Dicembre 2008 |

Dio è AMORE; Toni ci rammenta che il Natale è l'espressione massima dell'amore di Dio per le sue creature.

File Audio 10 MB
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14 dicembre 2008

Come ascoltare la voce di Dio (Sessione 2) | 14 Dicembre 2008 |

Registrazione del culto tenuto a Civita Castellana tra le chiese riunite di Civita Castellana, Monterosi e Montefiascone. Seconda parte.
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Come ascoltare la voce di Dio (Sessione 1) | 14 Dicembre 2008 |

Registrazione del culto tenuto a Civita Castellana tra le chiese riunite di Civita Castellana, Monterosi e Montefiascone. Prima parte.
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07 dicembre 2008

Insegna ai tuoi figli la Via di Dio | 7 Dicembre 2008 |


Questi pochi giorni che mancano al Natale sono per molti genitori un'estenuante corsa da un negozio ad un' altro per trovare il regalo che i nostri figli hanno richiesto da tempo (a noi o a ... Babbo Natale, a secondo dell'età!), o che pensiamo sia utile o divertente per loro.

Nel mondo, in questo periodo, c'è un grande affanno e un grande dispendio di tempo e di denaro nei confronti dei figli; c'è la gioia di donare qualcosa che gli piaccia per il piacere incommensurabile di vedere i loro occhi sgranati e le loro bocche aperte per la gioia quella mattina, di ricevere gli abbracci e i baci e di condividere un poco della gioia pura che solo i bambini sanno esprimere.

Purtroppo la vita di genitori non è sempre così; ci sono anche le preoccupazioni, le frustrazioni che comporta l'essere genitori.

Non so se capita anche a voi, ma ci sono alcuni giorni in cui vorrei essere capace di riavvolgere il nastro della mia giornata con i miei figli e ricominciarla da capo, così da poter essere più amorevole, o più compassionevole, o più paziente.

Altre volte, poggiando la testa sul cuscino, parlo col mio Signore dicendogli: Padre, non ce la faccio ad essere un buon genitore, forse sarebbe stato meglio per Matteo e Benjamin che tu li avessi dati a qualcun altro invece che a me...”

Vedete, non vengo qui come un super esperto: lo sono dei miei molti errori, ma ho bisogno di apprendere tutto su come educare e comportarmi con i miei figli.

Essere genitori è difficile; il mondo è pieno di insidie, ma soprattutto è pieno di persone che vogliono dare consigli su come educare i tuoi figli. Dalle trasmissioni della mattina, agli inserti nelle riviste, per finire agli psicologi della scuola.

Sono confuso, come posso decidere quale consiglio è quello degno di fiducia? C'è un modo in questa selva di consigli contrastanti per trovare un sentiero sicuro che conduca mio figlio dall'altra parte, al sicuro?

Ricordo un episodio della mia infanzia; un pomeriggio d'agosto, la mia famiglia era assieme a quella dei miei cugini, e dopo aver pranzato i miei decisero di andare al lago a piedi...passando per i boschi.

Sapevano che un tempo esisteva un sentiero che scendeva da casa dei miei fino alla valle, e così ci incamminammo; sfortunatamente, man mano che procedevamo, il sentiero diventava sempre più intricato e nascosto dai rovi, fino a quando si interruppe.

A quel punto nessuno sapeva più dove andare e cosa fare, sino a quando, per caso, incontrammo un vecchio contadino che stava rientrando a casa.

Spiegammo che avevamo perduto il sentiero e che non sapevamo più dove andare. Anche se non si vedeva più, lui conosceva il sentiero, e con l'accetta si mise davanti a noi, ritrovando il passaggio e portandoci in breve al punto dove eravamo diretti.

Il sentiero non era scomparso; esisteva ancora, serviva solo qualcuno che sapesse trovarlo e renderlo di nuovo visibile.
Allo stesso modo, come credenti dobbiamo sapere che esiste un sentiero che Dio ha predisposto per guidare noi ad educare i nostri figli.

La Bibbia parla appunto di una via giusta da seguire, e di una via sbagliata

La via giusta

Ammaestra il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure quando sarà vecchio. (Proverbi 22:6 ND)

La strada maestra dell'uomo retto è evitare il male; chi bada alla sua via preserva sé stesso. (Proverbi 16:17)

Nel sentiero della giustizia sta la vita, e nella via che essa traccia non c'è morte. (Proverbi 12:28)

La via sbagliata

Chi cammina nella rettitudine teme il SIGNORE, ma chi è traviato nelle sue vie lo disprezza. (Proverbi 14:2)

Tutte le vie dell'uomo a lui sembrano pure, ma il SIGNORE pesa gli spiriti. (Proverbi 16:2)

C'è una via giusta per te e per tuo figlio, che è quella scelta dal Signore, e c'è una via sbagliata. E questo è in conflitto con quello che dice il mondo.

Il mondo, con i suoi consigli, ti dice che c'è una molteplicità di vie da seguire per ammaestrare i tuoi figli, che puoi trovare da te la TUA via che faccia felice te e lui! La scelta è ampia, le strade sono ampie, non devi fare nulla, devi solo salirci sopra e loro ti porteranno al sicuro.

Tutto questo non è vero; la Bibbia dice: c'è UNA via giusta, le altre lo SEMBRANO, ma è Dio che pesa e stabilisce.

Il vecchio agricoltore non decise di aprire un nuovo sentiero per portarci a valle; conosceva che QUELLO era IL sentiero. Era là da centinaia di anni, era il più sicuro, il più diretto, e il migliore.

Quale sentiero vogliamo per i nostri figli? Come vogliamo che crescano? Vogliamo di certo che crescano sani fisicamente, spiritualmente, emozionalmente. Vogliamo il meglio del meglio per loro, vogliamo che VIVANO realmente!!!

Nel sentiero della giustizia sta la vita, e nella via che essa traccia non c'è morte. (Proverbi 12:28)

Come posso allora aiutare mio figlio a scegliere una via che è più difficile delle altre, che è più stretta delle altre, e che non è “alla moda”? Come posso aiutarlo a divenire non “seguace di Gesù” ma “simile a Gesù”, allora?

Ci sono quattro passi con cui posso aiutarlo. Oggi vedremo i primi due.

  • 1) Assicuragli fondamenta spirituali

In ogni famiglia che si rispetti, una di queste quattro frasi è stata pronunciata almeno una volta:

“Cara, ti sei assicurata che il bambino non abbia freddo?”
“Caro, assicurati di comperargli lo zainetto nuovo per scuola!”
“Assicurati di prendere i soldi per pagare la piscina per nostro figlio.
“Assicurati che il bambino mangi tutto, mi raccomando”

Cerchiamo di dare il meglio ai nostri figli assicurando loro una vita confortevole e dignitosa rispetto ai loro coetanei, dove crescano e crescano sani...

Ma ci assicuriamo della cosa fondamentale come credenti?
Ci assicuriamo che abbiano delle fondamenta spirituali solide?

Giosuè disse una volta al suo popolo che era necessario scegliere OGGI per il futuro:

scegliete oggi chi volete servire... quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE". (Giosuè 24:15)

Dobbiamo scegliere OGGI quello che saranno le fondamenta di nostro figlio nel futuro; e per fare questo, è necessario che NOI per primi scegliamo di servire il Signore, e non altri.

Sapete quanto tempo ci vuole per costruire un intero grattacielo? Ci vogliono circa 21 mesi; di questi, 18 servono per costruire le fondamenta, e soli tre per tirare su tutto il resto.

Costruire le fondamenta è un lavoro “sporco”, devi scavare, devi andare in profondità, devi rinforzare in continuazione lo scavo perché non crolli, non è gratificante, perché non vedi nulla. Ma se le fondamenta sono solide, allora il grattacelo sarà sicuro. Se le fondamenta sono solide, anche se un terremoto danneggia l'edificio, si può sempre costruirne un altro sopra.

Ma in quale modo posso contribuire ad assicurare delle fondamenta spirituali solide ai miei figli?

  • a) Costruendo la vita della tua famiglia attorno a Dio.

E' questo il primo passo.

Dobbiamo costruire e alimentare il nostro matrimonio attorno a Dio, gestire le nostre finanze secondo i principi di Dio, cercare Dio in ogni singolo problema (dal più piccolo al più grande), non cercare di fare da soli nelle prove, ma di trarre la forza da Dio...

La vita della tua famiglia diventa così un esempio vivente agli occhi di tuo figlio di cosa vuol dire “vivere per Dio”.

Quanti di voi scrivono “liste”? Liste di cosa comperare, di cosa fare, chi contattare, eccetera.

Se io vi chiedessi di farne una lista in questo momento delle cose importanti nella vostra vita, probabilmente uscirebbe fuori più o meno così:

1) Dio (è ovvio, perché siamo TANTO spirituali!)
2) la famiglia
3) le amicizie
4) il lavoro

Posso darvi un consiglio? Togliete Dio dalla cima della vostra lista; non è più al numero uno... toglietelo...

...mettetelo A FIANCO della lista! E' quello il posto che gli compete.

Dio non è il numero uno della tua lista, ma è colui che deve controllare e influenzare ogni aspetto della tua lista. Egli non deve essere la parte più importante della tua vita ma deve essere il perno attorno al quale ruota la tua vita.

Se fai questo, guarda cosa dice la Bibbia accadrà

Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli raddrizzerà i tuoi sentieri. (Proverbi 3:6)

Per assicurare solide fondamenta spirituali a tuo figlio il primo passo è costruire la vita della tua famiglia attorno a Dio.

Ma una volta costruita la nostra famiglia, dobbiamo anche fare in modo di svilupparla attorno a qualcosa di solido ed importante

b) Sviluppando la famiglia attorno a valori che contano.

Questo è il secondo passo.

Pur non avendo fatto una “riunione di famiglia”per decidere, da quando ci sono i figli io e mia moglie abbiamo puntato su tre valori principali.

  • Il lavoro importante di papà e di mamma è quello che fanno la domenica in chiesa.

I figli sanno che ognuno di noi due ha un lavoro secolare, più o meno remunerativo; ma il lavoro vero è quello che facciamo la domenica per Dio nella chiesa; se c'è qualcosa da cancellare come famiglia la domenica perché c'è una necessità per la chiesa, si fa; non lo si fa mai per il lavoro secolare.

Così facendo i nostri figli sanno che ai loro genitori piace il lavoro perché permette alla famiglia di vivere più che decorosamente, ma che il nostro cuore non è là, dove si guadagnano i soldi, ma qua, dove non ci sono soldi, anzi...ci sono bollette da pagare.
Le nostre vite non ruotano attorno all'avere, ma attorno al dare.

  • Il divorzio non è una opzione possibile.

Molti degli amici di Matteo e Benjamin hanno genitori separati o divorziati; abbiamo detto più volte a loro che, qualsiasi cosa accada, mamma e papà rimarranno uniti e che il divorzio non è una opzione possibile (l'omicidio potrebbe esserlo...).

Così facendo abbiamo tolto una pressione tremenda dalle loro spalle, perché sanno che, qualsiasi cosa accada, la nostra famiglia rimarrà unita e che non dovranno vedere a turno i propri genitori e dividere il loro amore in due.

  • Non esiste problema che non possa essere discusso con mamma e papà.

All'età dei nostri figli i “problemi” normalmente sono “qualche danno che ho fatto per cui temo di essere punito”.

Magari capita (soprattutto a me) di arrabbiarmi per le cose più stupide, ma quando succede qualcosa di più importante, tendiamo a discuterne con più calma, a trovare motivi e soluzioni assieme.

In questo modo imparano che l'onestà è la legge della nostra famiglia; sono sicuri che, se succede qualcosa di grave, possono rivolgersi a noi e troveranno una porta aperta e un genitore pronto ad ascoltare.

Non posso stabilire quali possano essere valori importanti per le vostre famiglie; possono essere, la stabilità, la gioia, la sicurezza, e molti altri.

Decidete quale è la priorità su cui vorreste lavorate, ed impegnatevi per i prossimi 4-6 mesi nello svilupparla all'interno della famiglia, enfatizzandola e parlandone.

E quando l'avete raggiunta, allora aggiungete un nuovo valore.

C'è una raccomandazione da fare, tuttavia; non c'è niente di peggio e di più infruttuoso che inserire valori importanti nella famiglia come fosse una sentenza di un tribunale!

Non ti aspettare che, una volta messo sul frigo l'elenco dei valori fondamentali, ognuno si adegui e “obbedisca”; devi impegnarti e lavorare tu per primo.

Guarda cosa dice a proposito la Bibbia in Deuteronomio:

Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città. (Deuteronomio 6:6-9)

C'è lavoro qua dentro, ma sii creativo! Non cercare di imporli come un obbligo, ma rendili parte della tua vita di famiglia. Parlane, enfatizzali, sii onesto valutando con i figli quello che di buono si è fatto e quello che c'è ancora da fare.

Se vuoi che tuo figlio assomigli a Gesù, il primo passo è assicurargli solide fondamenta spirituali costruendo la vita della tua famiglia attorno a Dio e sviluppando la famiglia attorno a valori che contano.

  • 2) Accettali incondizionatamente

Sino ad ora ho continuato a ripetere “i miei figli”, “i nostri figli”; in realtà questo modo di chiamarli non è propriamente corretto.

I miei figli non sono “miei”, ma sono i figli che Dio mi ha donato, con cui Dio mi ha premiato e che (soprattutto) Dio mi ha AFFIDATO.

Il Salmo 127:3 dice:

Ecco, i figli sono un dono che viene dal SIGNORE; il frutto del grembo materno è un premio. (Salmi 127:3)

I figli sono un dono, un premio (anche se qualche volta, quando siamo esasperati, possiamo pensare che siano una punizione!), ma anche un impegno.

Soprattutto un impegno, perché ci sono stati affidati da Dio. Egli li ha creati così come sono e tra tutti gli altri possibili genitori li ha affidati a noi.

Dobbiamo accettare ed amare i nostri figli così come Dio li ha creati, senza pensare a come vorremmo fossero.

Vi faccio un piccolo paragone: Dio è nostro padre, vero? Siamo perfetti? Assolutamente no! Ma lui ci accetta lo stesso così come siamo: questa si chiama GRAZIA!
Dio ci chiama ad estendere la grazia che è stata concessa a noi anche ai nostri figli.

E il miracolo stupendo è che Dio ha scelto proprio te per estendere quella grazia su tuo figlio; nulla è per caso, ricordalo! Hai accettato il dono di Dio?

Lessi un po' di tempo fa la storia di una famiglia di credenti a cui nacque un bimbo con gravi deficit fisici e intellettivi.

Anche se erano credenti maturi, il dolore per quel figlio tanto atteso ed ora così gravemente menomato, li portò a prendersela con Dio.

La coppia contattò una loro amica suora per occuparsi del bambino quando i genitori erano al lavoro; la madre confidò a lei tutta la sua rabbia.

La suora ascoltò in silenzio lo sfogo della madre, tenendole la mano.

Quando la donna ebbe finito, la suora sorrise e disse: “Chi poteva scegliere Dio, se non voi, per aver cura di questo piccolo? Egli conosce il vostro amore e la vostra fedeltà al Signore; nella vostra famiglia il bambino sarà accudito, rispettato ed AMATO! Dio vi ha benedetti perché così potrete dimostrare al vostro bimbo la Grazia che Egli ha avuto per voi.”

Hai accettato incondizionatamente il dono di Dio? Accettarli così come sono, non come vorremmo fossero, è il modo più potente per comunicare loro il nostro amore ai figli che ci sono stati affidati.

Se non sai come fare per dimostrarglielo, ti suggerisco i tre principali modi:


  • a) Dagli la tua Attenzione

I momenti più belli che ricordo di mio padre non sono quelli dei grandi regali (il motorino a 5 anni! – la TV portatile tutta per me a 10 - la Fiat 500 a 18), ma le sere in cui ci mettevamo attorno al fuoco assieme a mia madre, a mia nonna e a mio fratello, e lui mi raccontava della sua vita sotto i bombardamenti a Viterbo, di come riusciva a sopravvivere lui e la sua famiglia nei rifugi antiaerei... Più io gli chiedevo, più lui raccontava...

In quei momenti lui dava a me TUTTA la sua attenzione, per ore; questo mi faceva sentire amato, desiderato, prezioso, accettato nonostante io fossi io, con il caratteraccio che avevo (e che HO).

Da un paio di mesi abbiamo deciso di anticipare di mezz'ora la chiusura del negozio dove lavoro, così da poter cenare tutti quanti assieme; la TV rimane RIGOROSAMENTE spenta (salvo eventi “straordinari” – calcio o F1!).

Ed è da allora che ho riscoperto quanto sia bello sedere a tavola e ascoltare e rispondere alle domande che Matteo e Benjamin mi fanno.

E' in questo modo che gli faccio capire che li accetto per come sono; dandogli la mia attenzione.

  • b) Dagli parole di Affermazione

Noi modelliamo i nostri figli a seconda del modo in cui gli parliamo e li trattiamo.

Quale tipo di parole usiamo? Sono parole che li sostengono che li affermano, o sono parole che buttano giù? Edificano o distruggono?
Gli parliamo col rispetto dovuto ad un essere umano (anche se piccolo), o gli parliamo come a un qualcosa di nostra esclusiva proprietà?

Le parole che ci vengono più spesso alle labbra, sono “stupido” o “deficiente”, oppure “bravo” , “ben fatto” o “non ti preoccupare”?

Le parole che usiamo possono essere macigni, o possono essere medicine: Paolo dice:

Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio. (Romani 15:7)

Siamo parte della medesima squadra, noi, i nostri figli, e Cristo. Hai detto a tuo figlio che lo ami? Forse si, forse non lo hai fatto da anni. Fallo ora.

  • c) Dagli gesti di Affetto

Uno dei miei linguaggi d'amore preferiti è il “contatto fisico”, per cui mi risulta molto semplice dare abbracci e baci ai miei figli.

Devo avere “attaccato” questa malattia anche a loro che, difatti, la mattina mi rincorrono fin nel giardino se non gli ho dato il bacetto prima di andare al lavoro.

Quando è morto mio padre, la prima cosa che mi è venuta in mente è che non avevo avuto il tempo di abbracciarlo un'ultima volta, e che non avrei avuto più la possibilità di farlo.

Paolo incoraggia i credenti a gesti “fisici” per dimostrare amore:

Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio. (Romani 16:16a)

Anche se non è il tuo linguaggio d'amore, dovresti dimostrare a tuo figlio l'affetto anche attraverso il contatto fisico; lui lo aspetta da te.

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Siamo alla conclusione di questo primo messaggio sui figli.

Se pensi che la via giusta per la tua famiglia sia difficile da seguire perché il sentiero è nascosto dai rovi, sappi che c'è qualcuno che la conosce ed è capace di mostratela.

Ammaestra il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure quando sarà vecchio. (Proverbi 22:6 ND)

C'è un sentiero che Dio ti esorta a mostrare ai tuoi figli; come genitore hai l'impegno di aiutarli ad incamminarsi su di esso.

1) assicurandogli fondamenta spirituali:

  • a) costruendo la vita della tua famiglia attorno a Dio
  • b) sviluppando la famiglia attorno a valori che contano.

2) accettandoli incondizionatamente

  • a) dandogli la tua attenzione
  • b) dandogli parole di affermazione
  • c) dandogli gesti di affetto
Scrivi nel cuore di tuo figlio la mappa del sentiero che possa condurlo alla fonte della Grazia dove tu e lui, un giorno potrete vivere assieme in armonia.
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30 novembre 2008

Amos: la disciplina e l'amore di Dio (SOLO AUDIO) | 30 Novembre 2008 |

Michelle era una bella ragazza, nata e cresciuta in una buona famiglia di credenti; ma, a poco a poco, la sua vita aveva preso una deriva che l'avrebbe portata lontano da essa e da Dio.

Come si sarebbero comportati i genitori? Avrebbero continuato ad amarla, e se si, avrebbero accettato supinamente le sue decisioni, oppure nell'amore ci sarebbe stato posto per la disciplina?

Partendo da questo racconto, Michele ci illustra i capitoli 3 e 4 di Amos, dove la disciplina di Dio trova un senso nel suo amore smisurato per i suoi figli, tanto da affermare: "Cercatemi e vivrete!".
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09 novembre 2008

Allenati all'unità | 9 Novembre 2008 |



Sapete cosa sono i cannibali? Si?. Penso che tutti conosciamo questo termine che in realtà ci fa proprio disgusto, anche se ormai è una cosa lontanissima dalla cultura in cui viviamo. Per cui non dobbiamo proprio preoccuparcene, vero?

E invece no, come credenti dovremmo PROPRIO occuparci di un tipo di cannibalismo che ancora è vivo e vegeto e si annida proprio dove meno ce lo aspettiamo.

Quello di cui vi parlo va sotto il nome di “cannibalismo spirituale”, ed avviene nelle comunità dei credenti, all'interno delle chiese.

Comunità una volta unite si dividono, credenti si organizzano in “fazioni” pro o contro questa o quella cosa, divorandosi a vicenda e ponendo fine a testimonianze potenti per Cristo.

E' triste, ma è così; ogni anno accade che le liste delle chiese debbono essere riviste perché qualche chiesa si è “duplicata” non perché ha piantato un'altra chiesa in una città vicina, ma per via di una scissione all'interno di essa.

Ma sapete quale è la cosa ancora più triste? E' che almeno l'ottanta per cento
delle divisioni avviene non già per motivi “basilari”, di dottrina ma per motivi futili, insignificanti, legati piuttosto al “a me piacerebbe di più se...” piuttosto che altro.

Mi ha fatto riflettere la definizione delle categorie di cannibalismo che dà Wikipedia :

Il cannibalismo può avvenire per le seguenti ragioni:
  • In funzione di una usanza culturale (cannibalismo rituale).
  • Per necessità in casi di carestia estrema.
  • A causa di follia


A quale tipo di cannibalismo appartiene il cannibalismo spirituale?

  • non può derivare da un'usanza culturale , anzi la Bibbia (come vedremo) spinge nella direzione opposta;
  • non dipende da una necessità di ricevere nutrimento ( la chiesa E' il luogo dove il credente riceve cibo spirituale);
  • tranne qualche rarissimo caso, non dipende dall'improvvisa insanità di mente di uno o più membri.

SE mai Wikipedia dovesse inserire la voce “cannibalismo spirituale”, dovrebbe proporre una sola ragione per esso:

  • L'egoismo

Uno dei più grossi errori che possano fare i membri di una chiesa (a partire dal neo credente appena entrato su su fino al pastore e all'anziano di chiesa) è confondere l'unità con l'uniformità.

La chiesa DEVE essere unita, non uniforme; questo significa che non dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo, anzi che normalmente ci saranno una molteplicità di opinioni all'interno della chiesa.

Questa è una BENEDIZIONE, non un limite; ma lo è solo SE mettiamo da parte l'egoismo che abbiamo ereditato dalla nostra natura di peccatori, quell'egoismo che ci spinge a volere che tutto si UNIFORMI a quel nostro “io vorrei che...”, alle nostre esigenze e alle nostre visioni.

L'unità è un bene che va preservato e protetto. Quando l'unità viene meno succedono due cose:

  • la prima è che Gesù vede la divisione e ne è addolorato
  • la seconda è che il mondo vede la divisione, e giudica Gesù e la sua opera secondo quella divisione.

Gesù ha detto:

Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri".(Giovanni 13:35)

Gesù afferma che, se non saremo uniti, se non preserveremo l'unità, il cui vincolo è l'amore, il mondo non conoscerà che noi siamo suoi discepoli; e se non conoscerà noi, non potrà conoscere nemmeno Lui.

C'è un Salmo, molto breve, che illustra i sentimenti che ha il Signore verso l'unità dei suoi figli; leggiamolo assieme:

Salmo 133 Canto dei pellegrinaggi. Di Davide. 1 Ecco quant'è buono e quant'è piacevole che i fratelli vivano insieme! 2 E' come olio profumato che, sparso sul capo, scende sulla barba, sulla barba d' Aaronne, che scende fino all'orlo dei suoi vestiti; 3 è come la rugiada dell' Ermon, che scende sui monti di Sion; là infatti il SIGNORE ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno.

Immaginatevi una colonna di persone, che scende dalla città di Gerusalemme e s'incammina verso la valle del Giordano; non è una semplice processione, non si tratta di persone riunite lì per caso, ma si tratta di un gruppo che è unito da un unico scopo; esaltare il nome di Dio.

E' questa l'immagine che il salmista coglie; il titolo “Canto dei pellegrinaggi” lo spiega.

Quella gente non è “uniforme”, non la pensano tutti alla stessa maniera, né c'è un “capo”, un despota, un dittatore che gli impone le regole; quella gente è UNITA, al di la di come individualmente la pensano. Sono uniti perché hanno compreso il valore che Dio dà al loro essere uniti.

Dio li vede, sa che stanno lì per lui, ed esclama:

"Ecco quant'è buono e quant'è piacevole che i fratelli vivano insieme!"

Dio è deliziato dall'unità, Dio dice che vedere i sui figli uniti è bellissimo.

La parola tradotta con “piacevole” in ebraico è “nahim”, ed era una parola usata nel gergo musicale per indicare quando un'armonia era molto bella.

L'unità per Dio è questo; un'armonia bellissima che ha origine dal vivere assieme delle sue creature, è musica per le sue orecchie.

Lo è, soprattutto, perché quello è un gruppo “speciale”; per Dio non tutti i gruppi di persone producono “armonia” per le sue orecchie.

Quello si, quello è un gruppo di “fratelli”; sono i SUOI figli, coloro che lo hanno conosciuto, coloro per cui manderà Suo figlio a morire in croce...

Gesù dice in Matteo 10: 35 “sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera”; è venuto a separarci da coloro che non credono, al fine di “ riunire in uno i figli di Dio dispersi”. (Giovanni 11:52)

Dio sa che il nostro stare uniti rafforza l'unità della Sua chiesa; l'adorare assieme rafforza la nostra unità. E' per questo che veniamo qui la domenica, per adorare assieme Gesù. E' per questo che è bene pregare assieme nelle nostre famiglie; la preghiera assieme al vostro sposo o sposa, o ai vostri figli, rafforzano l'unità vostra con il Signore. E il Signore benedice quell'unità, perché Dio ama così tanto il nostro stare assieme.

Lo ama così tanto perché la nostra unità rafforza la testimonianza di Cristo verso il mondo.

Il mondo è pieno di conflitti e di divisioni; imporre la propria volontà sugli altri è cosa universalmente ritenuta valida. Solo se ci imponiamo sugli altri valiamo e saremo visti dal mondo come persone con “gli attributi”.

Ma quando il mondo vede un gruppo di persone che NON sono uniformi, che hanno differenti gradi di istruzione, differenti opinioni, differenti abilità, ma che sono UNITE nonostante tutto, e che quell'unione non è una mera sottomissione, ma un atto di amore reciproco, allora si domandano “come è possibile tutto questo”?

“Questo è quello che può fare Cristo” è la nostra risposta; la chiesa non è un "social-club", né un passatempo per persone annoiate o frustrate, ma un'istituzione soprannaturale, sostenuta in un modo soprannaturale che ha un destino soprannaturale.

Dal nostro essere uniti sgorga una testimonianza verso il mondo che è come un profumo prezioso sparso sul capo di Aaronne, il sommo Sacerdote che prefigura colui che è il nostro Sommo Sacerdote, Gesù.

E' come l'acqua fresca formata dalle nevi del Monte Ermon che alimentano il fiume Giordano, il fiume della vita, l'acqua che simboleggia il battesimo dei credenti...

Di fronte all'unione dei fratelli, Dio non vuole rimanere senza far nulla, tanta è la Sua gioia nel vedere ciò; ORDINA che vi sia benedizione su di essi, ORDINA che vi sia vita in eterno per essi.

SE non siamo uniti, (non uniformi, ma uniti), Dio non può benedirci. L'unità è uno degli attributi principali che distingue coloro i quali sono rinati a vita eterna in Cristo Gesù.

Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri". (Giovanni 13:35)

Il mondo è la palestra dove siamo chiamati ad esercitare in maniera parziale ciò che in Paradiso faremo in modo perfetto; è qui che impariamo ad amare, in attesa di amare in modo perfetto quando Gesù ci porterà con Lui. E' qui che impariamo ad essere uniti in attesa di essere perfettamente uniti dopo il Giudizio.

Se l'unità ha un così grande valore agli occhi di Dio, cosa devo fare per preservarla?

La risposta è semplice: allenati all'unità.

Il nostro Dio è un dio “pratico”, e non ci lascia mai senza istruzioni sulle cose importanti; magari non ci dirà cosa dobbiamo fare a pranzo, ma sugli argomenti che gli stanno a cuore c'è sempre l'imbarazzo della scelta circa gli “esercizi” su cui allenarci.

  • Esercizio 1: usa la “libertà in Cristo” per dimostrare amore, non per azzannare gli altri.
E' palese come Dio vi abbia chiamati a vivere una vita di libertà. Siate sicuri di non usare questa libertà come una scusa per fare quel che vi pare, distruggendola . Usatela piuttosto per servirvi reciprocamente in amore; è in questo modo che la libertà si accresce. Badate Bene che, se vi mordete e danneggiate a vicenda, rapidissimamente vi annienterete a vicenda; e dove sarà la vostra preziosa libertà , allora?" Galati 5:13-15 (The Message)

Cristo è venuto per liberarti dalla schiavitù della carne, comprese le passioni “forti”. Azzannare l'altro non danneggia solo l'altro, ma

  • a) danneggia la testimonianza di Cristo
  • b) danneggia l'altro
  • c) danneggia te

  • Esercizio 2: bada a come agisci
"Io dunque, il prigioniero del Signore, vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace." (Efesini 4:1-3)

Dio ti ha rivolto una “vocazione”, tu hai risposto di si; che il tuo agire sia degno di quella risposta

  • Esercizio 3: bada a come reagisci

"non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione." (1 Pietro 3:9)
La vita eterna l'hai già in pugno se credi in Gesù, la benedizione di Dio sta a te ottenerla. Conta fino a 100 o a 1000 se serve, e poi benedici l'altro, piuttosto che maledire.

  • Esercizio 4: bada a come interagisci

“... siate ricolmi di Spirito, parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore" (Efesini 5:18-19)

Nel parlare al tuo fratello o alla tua sorella, non parlare come ad uno qualsiasi, ma pensa che condividi con lui o lei la medesima speranza, la medesima salvezza e la medesima risurrezione.

Conclusione

Il cannibalismo spirituale non deve farci paura, ma deve renderci vigili per mantenere l'unità del corpo di Cristo.

L'unità, non l'uniformità, si preserva solo se ci si ama l'uno l'altro: e l'amore, come dice Giovanni, non è un sentimento, ma un'azione:

"Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità." (1 Giovanni 3:18)
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02 novembre 2008

Cosa pensa Dio della morte (solo audio) | 2 Novembre 2008 |

Woody Allen ha affermato di non voler essere lì quando accadrà, Luis Borghes avrebbe voluto che anche l'anima morisse, Rudyard Kipling, una volta letto sul giornale a cui era abbonato la notizia del suo decesso, scrisse una lettera al direttore annullando l'abbonamento perché non ne avrebbe avuto più bisogno...

Molte sono le opinioni umane circa la morte... ma cosa ne pensa Dio? Come vede Dio la morte dei non credenti e quella dei credenti?

Giuseppe ci illustra i passi biblici che mostrano cosa ne pensa della morte il Creatore della vita.

(file audio 18,5 MB)
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19 ottobre 2008

AMOS: bulli e vittime. Da che parte sta Dio? (SOLO AUDIO) | 18 Ottobre 2008 |

Michele illustra i primi due capitoli di Amos. Cosa ne pensa Dio del "bullismo" nella vita degli altri? Sia che siamo bulli o vittime Dio ha idee ben precise in merito.

(File Audio 15 MB)
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05 ottobre 2008

Come ricevere la guida di Dio | 5 Ottobre 2008 |


Nei precedenti messaggi abbiamo visto che Dio vuole parlarci, ed abbiamo illustrato vari modi in cui egli ci parla; abbiamo anche detto di come distinguere la Sua voce dalle altre.

Ma, sapete, nella Bibbia ci sono meravigliose storie (come quella di Samuele, ad esempio) in cui Dio parla direttamente alle persone, e quando le leggo non posso fare a meno di pensare :”Ah, sarebbe bello che Dio parlasse ancora in questo modo ai suoi figli.”

Perché, dunque, Dio non parla più in modo diretto? Ha forse la laringite, o cosa? O forse sono io che, per qualche motivo, sono andato “fuori sintonia” dal mio Creatore così da non ricevere più il suo segnale forte e chiaro?

Qualche messaggio fa abbiamo detto che Dio parla attraverso la Bibbia, attraverso insegnanti, attraverso il dolore ed attraverso le idee, le ispirazioni e i sogni; ed è su quest'ultimo canale che vogliamo ancora una volta soffermarci, perché è proprio questo che vediamo nella Bibbia in moltissimi episodi.

Ma prima di vedere cinque modi con cui risintonizzare la nostra radio sulla frequenza di Dio ed ascoltare i suoi consigli, dobbiamo prima soffermarci su tre pre-requisiti

  • 1. Devi comprendere che a Dio interessano i dettagli della tua vita.

Matteo 6:31-32 dice:

Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. (Matteo 6:31-32)

Gesù sta dicendo che Dio si occupa persino del tuo abbigliamento, come pure di quello che mangi e bevi; ogni piccolo dettaglio della tua vita. Lui ti ha creato, ed anche se pensi “Oh, non posso disturbare Dio per questa sciocchezza” credimi che a lui interessa ANCHE quella piccola sciocchezza!

  • 2. Devi chiedere domande specifiche.

Se desideri che il Signore ti guidi, devi chiedere domande specifiche.
Invece di dire “Hai niente da dirmi Dio?”, chiedi piuttosto “Cosa devo fare? Cosa ne pensi? Qual'è il prossimo passo?”.

Per più di venti volte nel solo Nuovo Testamento Dio ci dice :”Chiedimi!”
Cerca! Bussa!”

Giacomo 1:5 dice:

“E se qualcuno di voi non è saggio, chieda a Dio la saggezza, e Dio gliela darà;(Giacomo 1:5a TILC)

Giacomo afferma che non hai perché non chiedi, mentre Dio brama di darti i suoi consigli.

  • 3. Credi che Lui voglia risponderti.

Giacomo dice:

“perché Dio dà a tutti volentieri e generosamente. Ma bisogna chiedere con fiducia, senza dubitare” (Giacomo 1:5b-6 TILC)

Hai fiducia che ti risponda, o dubiti? Butti là una richiesta, ma poi subito pensi “seh, tanto non mi risponde mica!”

Ricordati la storia di Samuele; Dio lo chiamò quattro volte, e solo alla quarta Samuele aprì le sue orecchie al Signore.

E' quanto tu aspetti risposte alle tue preghiere che stai veramente pregando; e quando stai veramente pregando le risposte arriveranno.

Comprendi che Dio è interessato alla tua vita, chiedi domande specifiche, e quindi credei che Dio ti risponderà; questo è quello che ha fatto il profeta Abacuc nel libro a lui intitolato.

Al primo capitolo Abacuc fa sei domande specifiche a Dio; nel secondo capitolo attende ed ascolta le risposte di Dio, scrivendo ciò che ascolta.

“Io starò al mio posto di guardia, mi metterò sopra una torre, e starò attento a quello che il SIGNORE mi dirà, e a quello che dovrò rispondere circa la rimostranza che ho fatta. Il SIGNORE mi rispose e disse: "Scrivi la visione, incidila su tavole, perché si possa leggere con facilità” (Abacuc 2:1-2)


Attraverso l'esperienza di Abacuc vedremo cinque principi generali che ci potranno aiutare per ricevere idee, visioni e sogni da Dio per mezzo dello Spirito Santo:

  • 1.appartati
  • 2.attendi
  • 3.(sii) attento
  • 4.annota
  • 5.adora

  • 1. Appartati

La prima cosa che devi fare per udire la voce del tuo Dio è quella di trovare un luogo tranquillo dove appartarti. Abacuc dice: mi metterò sopra una torre; questa è un'espressione ebraica che all'epoca significava “me ne andrò in disparte”. La prima cosa è essere da solo, te e tuo Padre.

Certo, non è facile nel nostro mondo iper-rumoroso; la radio è sempre accesa, così come la TV o il computer. Camminiamo con in testa le cuffie dell'I-Pod... Sembra proprio che abbiamo paura del silenzio.

Tutto questo “copre” la voce di Dio, la rende incomprensibile; pensate che sia un problema moderno?. No, non lo è affatto. Già all'epoca di Gesù il “rumore” era il disturbo maggiore per ascoltare la voce di Dio, persino per suo figlio, tanto è vero che Luca dice questo:

“Ma egli (Gesù) si ritirava nei luoghi deserti e pregava.”(Luca 5:16)

Se a Gesù serviva di trovare un “posto tranquillo” dove poter parlare con suo Padre, a maggior ragione serve a noi di fare la stessa cosa.

  • 2. Attendi

Una volta che hai trovato il posto appartato, la seconda cosa che devi fare è questa: rallenta i giri del cervello, metti in folle le tue emozioni.
Alcune versioni traducono in versetto di Abacuc 2:1 con “aspetterò per il Signore”; è proprio quello che devi fare.

Rifletti; quando devi parlare con tuo figlio, con il tuo coniuge, con un amico di qualcosa importante, cosa fai? Entri nella stanza, resti in piedi, cominci a parlare velocissimamente, e cinque minuti dopo esci?

No, non penso che tu agisca così. Penso invece che dici a tuo figlio (o coniuge, o amico): “Senti, vorrei parlarti di una cosa importante. Andiamo in un posto tranquillo.” Ti siedi, magari prendi un the o un caffè assieme a lui o a lei .Rallenti la tua vita e quella dell'altro perché le parole arrivino meglio, abbiano più peso, rimangano nella mente.

SE vuoi ascoltare la voce di tuo Padre, devi rallentare i giri del tuo cervello, mettere a folle le tue emozioni, e attendere.

Ora ai trovato in posto appartato, hai rallentato i giri del cervello, sei calmo a sufficienza per ascoltare...Sapete cosa succede a me in questo caso?

Succede che comincio a pensare a cose che mi ero dimenticato di fare; comperare la carta vetrata per scartavetrare le persiane, oppure preparare quell'ordine urgentissimo al mio lavoro, o anche scrivere a quella persona che attende una mia risposta.

E se provo di scacciare un pensiero che mi sovviene, ecco che altri due arrivano.

Il mio errore sta nel fatto che voglia scacciarli; il novanta per cento delle volte sono pensieri giusti, su cose che devo realmente compiere; ma devo imparare a dare priorità alle cose importanti, anche quando si tratta di pensieri. La mia priorità è: ascoltare Dio. Tutto il resto è da fare...dopo!

Allora prendo un pezzo di carta, e via via che mi sovvengono le cose che dovrei fare, le annoto; una volta che sono sicuro che non me ne dimenticherò, allora posso tornare alla reale priorità di quel momento; ascoltare Dio.

Molte persone si fermano a questo primo stadio, e non ne vengono fuori; se siete invece tra coloro che riescono a superarlo, complimenti, vi aspetta il secondo problema/ostacolo!

SE prima era il nostro subconscio ad assillarci con le cose da fare, a questo punto è il nostro conscio a disturbare la comunicazione, sotto forma di emozioni negative; cose che avrei dovuto fare e che ho tralasciato da troppo tempo, oppure i peccati che ho commesso, o gli errori che ho fatto, o le mie debolezze...

Tutto emerge, portando con se una frase sola: “Colpevole!”. Ed io, che mi sento colpevole, come posso ascoltare la voce del Re dei Re! Mi sento inadeguato, inutile, indegno!

Se vi dico la frase “accusatore dei fratelli”, cosa vi viene in mente? Satana, ovviamente. Satana ama giocare con il nostro coscio facendoci sentire colpevoli, inutili e indegni.

E' la sua voce, non quella di Dio, poiché, come dice Paolo, “Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, (Romani 8:1)

Per passare questa fase devi decidere: voglio concentrarmi su quello che non va in me, o piuttosto sull'amore di Dio per me? Lui vuole incoraggiarti, vuole sollevarti, non buttarti giù.
Come faccio a fare questo? Come posso calmare i miei pensieri e le mie emozioni?

Conoscete la storia di un certo “Davide”? Una gran parte dei Salmi che ha scritto non li ha scritti in momenti di relax totale, in giornate di cielo azzurro, anzi il contrario; tuttavia anche in quelle condizioni “sfavorevoli” lui riusciva, nonostante tutto, a sentire la voce di Dio. Come faceva? E' lui stesso a spiegarcelo. Davide dice nel Salmo 46:10a

"Fermatevi", dice, "e riconoscete che io sono Dio.". (Salmo 46:10a)

  • I. Fermati. Rilassa il tuo corpo; la posizione del tuo corpo influisce sulle tue emozioni e sul tuo umore. Trova una posizione confortevole sia per il tuo corpo che per la tua mente. Può essere disteso, seduto, in ginocchio, in piedi....come vuoi. Dipende dal tuo stato d'animo.

Sta' in silenzio davanti al SIGNORE (Salmo 37:7a)
Sto in silenzio, non aprirò bocca, perché sei tu che hai agito. (Salmo 39:9)

  • II. Attendi in silenzio. Così come non puoi sforzarti di dormire, non ti serve a nulla sforzarti di essere calmo. Per rallentare i giri del tuo cervello devi attendere in silenzio, Per fare questo può esserti utile anche avere una musica in sottofondo. Eliseo in II Re 3:15 chiese specificatamente che un suonatore d'arpa suonasse per lui in attesa che Dio gli parlasse. Per te può essere un brano di musica tranquilla che ti piace, o un canto di chiesa.

Avete fatto caso come questi due suggerimenti siano in tutto simili a quello che alcune filosofie consigliano per la “Meditazione Trascendentale”?

In effetti è così, perché Dio ci ha progettati per questo tipo di risposta.

Il nostro corpo e il nostro cervello reagiscono agli stimoli perché siamo stati disegnati da Dio in maniera di reagire così per aprire un punto di comunicazione con lui.

Quello che fa la differenza non è il mezzo, ma l'obiettivo.

Nella Meditazione Trascendentale l'obiettivo è quello di arrivare al “vuoto pneumatico” nella tua mente; la parola chiave è “svuotare”.

L'obiettivo della preghiera è l'esatto opposto; noi vogliamo arrivare ad essere “pieni” di Spirito Santo, a traboccare di Spirito di Dio così da udire la sua voce.

  • 3. Sii Attento

Sii attento e sensibile a quello che il Signore ti ispirerà. Abacuc aveva detto: e starò attento a quello che il SIGNORE mi dirà.

Probabilmente sarà un'idea o una visione nella tua mente; la Bibbia è ricca di esempi di persone di Dio che hanno avuto esperienze del genere, che hanno “visto” nella loro mente le cose che Dio chiedeva loro di fare. Qualche nome? Nell'Antico Testamento: Abramo, Giacobbe, Jobbe, Davide, Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, Osea, Amos, Gioele, Abdia, Giona, Michea; nel Nuovo Testamento: Pietro, Giovanni, Paolo.

Dio ha da sempre parlato tramite immagini nella mente degli uomini; Dio conosce la differenza che fa per l'uomo tra pensare a una cosa e “visualizzarla” nella mente.

Dio sa che c'è differenza in me tra pensare a questa sala con tutte le sedie occupate e chiudere gli occhi e “vedere” con gli occhi della mente le sedie occupate.

Siamo stati fatti da Lui così; è Lui che ci ha disegnato in questo modo così da poter comunicare con noi.

Ma, sapete una cosa? Anche “l'altro”, il Diavolo lo conosce; non è una sua invenzione, ma la sfrutta per farci del male. E' così che il fatto di “visualizzare” qualcosa nella mente è diventato il cavallo di battaglia di molti movimenti “new age”.

Satana non è “creativo” è solamente “manipolativo”; lui prende cose buone
e le manipola per farle diventare cattive. Nel libro di Salmi Dio dice di “sintonizzare” le nostre menti affinché Lui possa inviarci visioni, e Satana prova a utilizzare quel canale per infilarci dentro i messaggi new age o quant'altro che ci tenga occupati o lontani da Dio.

E' Dio che ci ha dato la capacità di immaginare; non fare che quel dono di Dio venga mai manipolato da Satana.

Allora, ti sei appartato, hai atteso, sei attento... tutto questo serve affinché tu possa esercitare il tuo “sesto” e il tuo “settimo senso”; sono sensi che puoi avere solo se sei nato di nuovo in Cristo.

Paolo dice:

egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, (Efesini 1:18)

Come sarebbe a dire, “occhi del cuore”? Io pensavo che i miei occhi fossero sulla testa!

Se sei qui, in questo mondo, significa che sei nato “biologicamente” da una donna, e hai ereditato come ogni essere umano i tuoi cinque sensi; gusto udito olfatto, tatto, vista.

Ma se sei qui, in questa stanza, probabilmente significa che sei anche nato una seconda volta “spiritualmente”; e da quella nascita hai ricevuto occhi e orecchie spirituali per vedere e sentire la voce di Dio.

Ti è mai capitato di leggere una dozzina di volte un passo delle Scritture e di non capire cosa intendesse dire Dio in quel brano, e poi, l' ennesima volta che l'hai letta...ZOT! il significato è diventato chiaro? Bene, significa che hai aperto i tuoi occhi spirituali.

C'è una parte invisibile di realtà che non possiamo vedere se non con i nostri occhi spirituali. Nessuno di noi può vedere Dio, ma vi posso assicurare che lui è qui ed è più vero di questo palazzo; forse fra duecento anni il palazzo non ci sarà più, ma Dio ci sarà ancora.

Tramite gli occhi del cuore Dio vuole che tu veda la realtà non per come la vedi con gli occhi fisici, ma per come Egli la vede, dalla Sua prospettiva e dal Suo punto di vista.

Se sei per natura una persona che “vede” nella mente, allora sarà più facile per te. Molti di noi, ad esempio, quando leggono una storia nella Bibbia assegnano mentalmente un volto ai personaggi, li fanno muovere in vere case e in vere strade...che esistono solo nella nostra mente. Se siete come me allora capite quello di cui parlo.

Gli altri non devono comunque disperare. In Ebrei 5:14 sta scritto che ci sono persone che “per la loro pratica” hanno sviluppato una capacita spirituale; per cui dobbiamo esercitare la capacità di vedere e sentire con i nostri sensi spirituali.

  • 4. Annota

Se leggete il capitolo 1 di Abacuc, vedrete che il profeta ha scritto sei domande da fare al Signore; nel capitolo 2 è lo stesso Signore che gli dice: Scrivi la visione, incidila su tavole, perché si possa leggere con facilità”.

A molti non piace pregare; pensano che pregare sia noioso, perché, in fondo, si trovano a ripetere sempre le stesse cose. Se anche una sola volta hai provato questo sentimento, prova a fare quello che ha fatto Abacuc; scrivi le tue preghiere, e scrivi anche le risposte che ottieni. E scrivi anche se non sono le risposte che avresti preferito ottenere da tuo Padre!

Ma, è bene scrivere quando si prega? Scrivere a Dio non è “fare un'altra cosa invece di” pregare?

Come pensi sia stata scritta la Bibbia? Come pensi Davide e gli altri salmisti abbiano composto il libro di Salmi?

Al contrario, scrivere le preghiere porta molti benefici.

Per prima cosa ti aiuta a focalizzarti su un argomento; se scrivi sei concentrato su quello che scrivi e la tua mente ha meno tempo di vagare in altri pensieri.

Un altro aspetto positivo sta nel fatto di ricordarsi cosa hai chiesto e come ha risposto Dio, così da poter avere già pronta la risposta se si riproponesse una situazione simile.

Un terzo beneficio è che ti permette di valutare con calma i sette passi di cui abbiamo parlato la settimana scorsa per sapere se l'idea, la visione o il sogno che hai ricevuto è o non è da Dio.

  • 5. Adora

Così come faresti con un buon amico dopo una bella chiacchierata assieme, ringrazia tuo Padre al termine del periodo che hai trascorso assieme a lui

Abacuc, dopo aver ascoltato le risposte di Dio, afferma questo:

“SIGNORE, io ho udito il tuo messaggio e sono preso da timore.” (Abacuc 3:2a)

Quello che qui è tradotto con timore, nell'originale ebraico è “rispetto”.

Quando hai pregato, quando hai ricevuto, quando hai scritto la risposta, quello che devi fare è dimostrare riconoscenza per quell'amore che Dio ti dimostra; questo trasforma la tua preghiera da un tuo monologo a un dialogo che ti porta a voler stare di nuovo in intimità con Dio.

Questo fa la differenza nella tua vita di preghiera! Dalla noia di essere solo in una stanza a pregare, con le tue parole o i tuoi pensieri che rimbalzano sul soffitto e ricadono giù, al rapporto con un amico, con un confidente, con un Padre saggio pronto a darti consigli, a gioire assieme a te per le tue vittorie, a coccolarti tenendoti tra le sue braccia nei momenti di dolore.

Perché la tua preghiera sia un'esperienza che cambia la tua vita, segui queste cinque “a”:

  • 1. appartati trovando un posto tranquillo
  • 2. attendi rallentando i giri del tuo cervello e mettendo in folle le tue emozioni
  • 3. (sii) attento a quanto il Signore ti manderà per vedere e ascoltare con i tuoi sensi spirituali
  • 4. annota le tue domande e e risposte che Dio ti darà (tutte, anche quelle che non ti piacciono)
  • 5.adora il tuo Dio per il rapporto di amore che ha verso di te

Ma, prima di concludere, voglio inserire una ultima “a” nell'elenco dei principi per trasformare la tua vita di preghiera.

  • 6. Accetta

Qualche volta potrà accadere che Dio non darà alcuna risposta alle tue domande; devi accettare il fatto che Egli può anche dirti “Non voglio risponderti adesso”.

Se questo succede, se non “vedi” e non “senti” con i tuo sensi spirituali una risposta, accetta che Lui sa cosa è meglio per te; è possibile anche che realmente non abbia nulla da dirti, così come quando chiedo a mia moglie “Janet, mi devi dire qualcosa?”, e lei risponde “No, nulla, va tutto bene”.

Non dobbiamo “ricevere” ogni volta da Dio istruzioni, ma dobbiamo esercitare ogni giorno i nostri sensi spirituali affinché essi possano essere pronti nel momento (e ci saranno, eccome se ci saranno!) che Dio avrà da dirci qualcosa.

Ci saranno, perchè Lui è interessato a quello che fai e a quello che provi; Lui non vuole che tu sappia di Lui, o che tu sia informato su di Lui.

Lui vuole avere un rapporto intimo con te, parlare, discutere, consigliarti. Dio vuole essere IL tuo amico.

Se inizierai a praticare questi 6 passi la tua vita in Cristo si aprirà ad una dimensione completamente nuova; un'avventura ed una gioia immensa vissuta ogni giorno al suo fianco.

Vorrei pregare per voi:

Se vorresti stabilire un contatto con il tuo Padre Celeste, se senti che la tua radio ha perso la sintonia della Sua emittente, allora prega nella tua mente queste mie parole

Signore, io ti chiedo di aiutarmi a sintonizzare la mia mente sulla Tua frequenza. Ti chiedo di aiutarmi a trovare un posto e un tempo tranquillo nella mia giornata, per parlare con Te, così, come al mio migliore amico.

Si che tu brami di starmi vicino e di darmi i tuoi saggi consigli. Parlami, soffia nel mio cuore visioni e parole che possa ascoltare con i miei sensi spirituali.

E voglio che tu sappia che anch'io bramo di ascoltarti, e che accetterò quello che saranno i tuo consigli per me, perché so che Tu mi ami, e che sceglierai sempre il meglio per me.

Amen
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