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31 marzo 2007

Condividerò le responsabilità nella mia chiesa | 30 Marzo 2007 |



Nel mio ultimo messaggio abbiamo visto che il primo impegno per un membro di chiesa è quello di proteggere la propria chiesa locale.

Tutto quanto abbiamo visto la volta scorsa riguardava in un certo senso il rapporto e il buon funzionamento “all'interno” della comunità.

Dopo la mia predicazione sono sicuro che ciascuno di noi è un perfetto membro di chiesa e perciò:

(cerca di far ricordare i punti salienti)

  1. agisce con amore verso gli altri membri
  2. rifiuta di ascoltare i pettegolezzi
  3. obbedisce ai suoi leader

E' così, vero? Bene! Allora siete pronti per il prossimo passo verso il vostro cammino verso la “perfezione”!

E se l'enfasi delle azioni per proteggere la vostra chiesa era rivolta soprattutto verso il “dentro la comunità”, stavolta le azioni da compiere sono rivolte verso il “fuori la comunità.”

E, al contrario, stavolta, piuttosto che tenere “fuori” i problemi, vogliamo portare “dentro” i problemi degli altri, o meglio gli altri che hanno problemi, perchè noi sappiamo che la soluzione dei loro problemi è in Gesù,

Perchè noi che abbiamo affidato i nostri pesi a Lui, sappiamo quanta differenza ha fatto e continua a fare nelle nostre vite il suo aiuto. Ed è per questo che vogliamo condividerlo con gli altri.
Da dove partire, dunque, per condividere le responsabilità della crescita della mia chiesa?
1) Pregherò per la crescita
Secondo molti studiosi tre sono i fattori principali che giovano alla rapida crescita di una chiesa, e sono precisamente, in ordine crescente di importanza:

  1. la preghiera
  2. la preghiera
  3. e, infine, la preghiera

Una chiesa che prega è una chiesa che cresce: la prima chiesa mai esistita al mondo, quella che troviamo in Atti, ne è la dimostrazione: in Atti 1: 14 leggiamo che

.(Atti 1:14) Tutti questi (gli apostoli) perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù e con i fratelli di lui

E più avanti, in Atti 2:24 leggiamo:

(At i2:42) Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.

Una chiesa che prega unita è una chiesa che cresce; ed è così che in Atti 4:4 leggiamo:


(Atti 4:4) Ma molti di coloro che avevano udito la Parola credettero; e il numero degli uomini salì a circa cinquemila

David Yonggi Cho era un giovane credente coreano di diciotto anni, appena laureatosi al college biblico, quando nel 1958 condusse il primo suo culto in casa di una sua amica. A quel primo culto erano presenti:

  • lui
  • la sua amica
  • i tre figli della sua amica.

Più di trenta anni dopo, nel 1990, David decise che era tempo di dividere la chiesa in più chiese locali, visto che aveva raggiunto la cifra di oltre 700.000 membri!

Penso che qualche consiglio possiamo accettarlo da David Yonggi Cho; sentite cosa dice a proposito della crescita della chiesa:

Voglio parlare di un fattore molto importante che porta alla crescita della chiesa. Per avere una crescita, dobbiamo imparare a “ricevere” dal Signore. La chiesa non cresce spontaneamente, ed è per questo che il primo requisito che bisogna avere è quello di disporre di quantità massicce di preghiera. Senza la preghiera non possiamo neppure sognarci di avere una crescita della chiesa. Molte persone tentano di far crescere la chiesa attraverso trucchi umani, ma fallisono. La crescita della chiesa nasce dal potere dello Spirito Santo ed è possibile solo attraverso molta preghiera.”

David Yonggi Cho non è l'unico a sottolineare che la costante di una chiesa che vuole crescere è la preghiera costante.; Paolo ben prima di lui ne ha parlato ampiamente nelle sue lettere alle chiese:
(Rom 12:12) siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera
(Col 4:2) Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie.

(Ef 6:18) pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi,

Tre sono i fattori principali che favoriscono la crescita della chiesa:

  1. la preghiera
  2. la preghiera
  3. la preghiera

Le mie preghiere sono le fondamenta della crescita ed è per questo che, come membro della mia chiesa io pregherò del continuo per la sua crescita!
2) Inviterò non credenti ad assistere

Ora abbiamo pregato per la crescita della chiesa. Bene! E' finito il nostro compito, vero?

Visto che abbiamo già faticato tanto, possiamo lasciare che siano GLI ALTRI a fare il resto; d'altra parte NOI siamo gli spirituali, ed è bene che anche GLI ALTRI facciano qualcosa...

Mi spiace, non è così che funziona!
Abbiamo pregato, ma abbiamo pregato CON LO SCOPO DI AVERE UNA CRESCITA.

Abbiamo revisionato la nostra mietitrebbia, cambiato i cuscinetti, rabbocato l'olio, verificato le trasmissioni..ora bisogna andare nei campi per la raccolta; è tempo di trebbiatura! Gesù dice in Matteo 9:
(Mat 9:37-38) Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse"

E indovina chi sono gli operai?
Bravi, avete indovinato! Siete voi, siamo NOI!

Solo che, spesso, molto spesso, evitiamo accuratamente di “esporci” e conseguentemente, di esporre Cristo a chi ci sta attorno.
Difendiamo strenuamente il nostro “territorio sicuro” e pur di non rischiare nulla “deviamo” proprio quando i discorsi porterebbero proprio ad “esporci” ed esporre Cristo

Abbiamo una mietitrebbia nuova fiammante, ma per paura di incappare in qualche sasso lungo il campo da trebbiare, decidiamo di “alzare la barra” e trebbiare a un metro dal terreno.

Certo, qualche cosa raccoglieremo pure, ma quanto grano stiamo lasciando sul campo per essere mangiato dagli uccelli e dai topi?

Non era così che si sono comportati Priscilla e Aquila in Atti 18:24:28
Leggiamo assieme:

(At) 18:24-28 Ora un ebreo di nome Apollo, oriundo di Alessandria, uomo eloquente e versato nelle Scritture, arrivò a Efeso. (25) Egli era stato istruito nella via del Signore; ed essendo fervente di spirito, annunziava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù, benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni. (26) Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga. Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la via di Dio. (27) Poi, siccome voleva andare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono, e scrissero ai discepoli di accoglierlo. Giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto mediante la grazia di Dio, (28) perché con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei, dimostrando con le Scritture che Gesù è il Cristo.

Priscilla e Aquila avrebbero potuto pensare: “Beh, questo Apollo in fondo ha capito “quasi tutto”. Parla di Gesù, anche se alcune cose che dice e crede sono proprio sbagliate... però non abbiamo voglia di rischiare confrontandolo, sfidandolo a conoscere di più di Gesù... Lasciamo che siano altri a farlo...”
Non così hanno ragionato Priscilla ed Aquila; sono usciti dal loro “territorio sicuro”.

Semplicemente, “lo presero con loro”: probabilmente lo avranno invitato una sera a cena , e durante quella cena, tra un boccone e l'altro gli esposero con più esattezza la via di Dio.” con serenità, senza dirgli, “ma che sei scemo a dire questo e quello?”, né mostrandosi come i “Grandi Maestri che tutto sanno.
Se Apollo divenne uno tra i servi di Cristo più famosi ed efficaci in quel tempo, lo si deve al coraggio di Priscilla e di Aquila di “rischiare” una conversazione che avrebbe potuto essere “imbarazzante” per loro ma che fu invece “illuminante” per Apollo.

Se le mie preghiere sono le fondamenta della crescita, parlare ed invitare gli altri agli eventi di chiesa sono le colonne che la innalzano; ed è per questo che io, come membro della mia chiesa, inviterò non credenti ad assistere.
3) Sarò caloroso verso i visitatori.

Avendo prima pregato per la crescita, poi invitato non credenti ad assistere, ora il mio compito è davvero finito!

Posso finalmente rilassarmi, mettermi seduto sulla mia sedia in sala, e aspettare che finalmente siano GLI ALTRI (pastori, anziani, responsabili...gli ALTRI, insomma!) a fare il resto!

Vorrei vedere assieme a voi questa breve scenetta per poi commentarla assieme.
--- ---
Molti credenti falliscono proprio sull'ultima delle responsabilità legate alla chiesa.

Abbiamo revisionato al meglio la nostra mietitrebbia, siamo andati nei campi ed abbiamo trebbiato il più basso possibile al terreno ottenendo anche un buon raccolto.

Ma ora, rientrando la sera, invece di proteggere il nostro prezioso raccolto, apriamo i cassoni della nostra trebbia, lo scarichiamo al centro del piazzale e ce ne andiamo a dormire; noi siamo stanchi, che pensino altri a mettere al riparo il raccolto nei magazzini o nei silos!

Non la pensa in questo modo Paolo della lettera agli Romani; dice anzi:

(Rom 12:11-13) Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore; (12) siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, (13) provvedendo alle necessità dei santi, esercitando con premura l'ospitalità.”

La frase in greco che usa Paolo qui per “esercitare con premura l'ospitalità è “diokò philonexia”, che letteralmente significa “ricercare con insistenza (diokò) l'amore (philo) verso i forestieri (nexia)”.

Non basta aver pregato per la crescita, non basta aver invitato dagli eventi di chiesa i nostri amici; bisogna dimostrare loro che li amiamo!

E se amiamo una persona,vogliamo che si senta rispettata, coccolata e protetta, soprattutto se deliberatamente ha deciso di abbandonare il suo “territorio sicuro” accettando il nostro invito ad un evento di chiesa.

Paolo dice in Romani 15:7:

Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio.

Se le mie preghiere sono le fondamenta della crescita della mia chiesa, se parlare ed invitare gli altri ai suoi eventi sono le colonne che la innalzano; essere calorosi ed amare gli ospiti (miei o di altri) sono il tetto che li farà sentitire al sicuro e protetti.

D'altronde, chi vorrebbe tornare in un posto dove è stato trattato come abbiamo visto nella scenetta?

Tuttavia, se un non credente ascoltasse queste mie parole, potrebbe senz'alto pormi una domanda: “Si, Marco, ma perchè stai facendo tutto questo per me?. E' il tuo fine quello di avere una chiesa più grande, un club più esclusivo, una maggiore colletta domenicale...o cosa?”

Se solo una di queste ipotesi fosse vera, se mi affaticassi per le cose di questo mondo e per questa vita soltanto io sarei il più misero pra tutti gli uomini. Non sono parole mie, ma dell'apostolo Paolo

(traccia una croce dentro la casa che hai disegnato)

Tutto ciò che faccio, ogni preghiera che innalzo, ogni parola che dico, ogni mano che stringo e ogni persona che abbraccio, lo faccio per Cristo; lo faccio per portarlo a Cristo.

Perchè SO quale differenza Egli ha fatto nella mia vita.
Perchè SO quale differenza continua a fare nella mia vita.
Perchè SO quale differenza farà per la mia vita vera, quella eterna, nel giorno del giudizio.

E infine, perchè non so, non voglio e non DEVO rassegnarmi a lasciare andare alcuno di coloro che incontro che ora sono morti, e che in Cristo troverebbero vita.

Ecco, perchè lo faccio.
Conclusione

Se il primo impegno per un membro di chiesa è quello di proteggere la propria chiesa locale; il secondo impegno è quello di condividere assieme a tutti gli altri membri le responsabilità.


Alcuni lo troveranno più facile, altri più difficile; nessuno di noi è perfetto ma tutti siamo perfettibili, ma questo non deve essere un comodo paravento, una scusa dietro cui nascondere la nostra voglia di “non fare”:

non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore;

ci esorta l'apostolo Paolo.

Io condividerò le responsabilità nella mia chiesa:

  1. pregando per la sua crescita
  2. invitando i non credenti
  3. essendo caloroso verso i visitatori

Se seguirò questi tre passi, coloro a cui avrò parlato di Gesù visiteranno la mia chiesa, si sentiranno amati e protetti e la mia chiesa crescerà.

Ed altri vedranno le loro vite trasformate da Cristo.

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04 marzo 2007

Proteggerò la mia chiesa | 4 Marzo 2007 |

Proteggerò la mia chiesa

1° PARTE


  • Gioco con i bimbi

C’erano una volta tre amici (scrivi i nomi di tre bimbi sui foglietti) che amavano Gesù e che desideravano ardentemente di far conoscere Gesù a tutti gli altri

(I bambini debbono, con tre strisce di carta, formare due torri e un ponte su cui posare un bicchiere)

  • Punti da far considerare

    • Per reggere il peso i due amici (le due torri e il ponte ) debbono essere vicini, essere collegati tra loro
    • Per reggere il peso i fogli debbono essere modellati
    • Anche se sono stati modellati in forme diverse tutti e tre i fogli sono indispensabili
    • Nessuno dei tre è più importante dell’altro – se manca uno solo il bicchiere non si regge

        • ALLO STESSO MODO
    • Per far conoscere Gesù al mondo noi che abbiamo creduto dobbiamo stare vicini ed essere collegati – è per questo che veniamo in chiesa
    • Per reggere l’impegno di far conoscere Gesù dobbiamo essere “modellati” , avendo come “modello” Gesù
    • Anche se Gesù ci modella con forme/impegni differenti (musicista, insegnate, addetto alla pulizia) tutti in chiesa sono indispensabili
    • Nessuno in chiesa è più importante dell’altro – se qualcuno manca la chiesa ne soffre

2° PARTE

Abbiamo visto la scorsa volta che la chiesa non è uno spazio fisico, non è un tavolo o uno scaffale dove si rimane poggiati assieme, ma uno spazio mentale e emozionale da condividere con altri che credono; è il luogo dove ognuno di noi porta la propria vita debole perché Gesù la modelli e la renda forte.

Di certo Egli può modellare la mia vita ANCHE al di fuori della chiesa, ma solo quando io sono ASSIEME ad altri le cui vite Gesù sta modellando, posso dare il massimo; l’essere vicini, il cooperare, l’appoggiarsi ed il sostenersi a vicenda sono il fulcro, il punto di forsa della chiesa di Cristo sparsa su tutta la terra.

Gesù, il Figlio di Dio, colui che ha creato assieme al Padre tutte le cose, avrebbe potuto di sicuro scendere sulla terra, predicare, convertire, guarire, salvare DA SOLO… ma non l’ha fatto.

Ha DECISO di non farlo; sapeva bene che, una volta che lui fosse tornato dal Padre, coloro che avevano creduto in lui sarebbero stati attaccati, che non ce l’avrebbero fatta a sopravvivere come credenti se fossero stati isolati, dispersi, lontani l’uno dall’altro.

E’ anche per questo (non solo, ma anche) che Gesù ha creato la CHIESA, non una “associazione” anonima tra le altre, ma un “CORPO” vivente, il SUO corpo.

Ed un corpo, per poter agire, per poter funzionare in modo corretto, deve lavorare assieme, deve essere unito, deve cooperare assieme (come abbiamo visto con i bambini).
Ed è per questo che non ci deve stupire che il Nuovo Testamento dia più importanza all’unità della chiesa che al Paradiso o all’Inferno. Dio desidera che noi sperimentiamo l’unità e l’armonia reciproca.

L’unità è il cuore della comunione fraterna; se la distruggiamo è come se strappassimo il cuore al Corpo di Cristo, la chiesa appunto.

Senza unità non c’è comunione fraterna, e senza comunione fraterna non c’è chiesa.

La Trinità è un uno, e Dio vuole che anche noi siamo un uno; il nostro Padre Celeste è felice come ogni altro padre terreno quando vede che i suoi figli vanno d’accordo tra loro. In Giovanni 17 Gesù dice:

Joh 17:20-21 INR Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.

Gesù era negli ultimi momenti prima di essere arrestato, e trova la forza di pregare così appassionatamente per la nostra unità. Sapeva che saremmo stati attaccati, e che la salvezza di miliardi di persone dipendeva dalla perfetta unità della sua chiesa tramite la quale avrebbero ascoltato e creduto.

E’ per questo che, agli occhi di Dio, niente ha più valore della Sua chiesa; ha così tanto valore da sacrificare il suo unico figlio, condannandolo a morte, e ad una morte di croce!

Se fai parte di una chiesa, se ne sei membro, se non ti limiti solamente ad occupare uno spazio fisico assieme agli altri, ma cooperi assieme agli altri per innalzare il nome di Gesù su tutti gli altri al mondo, ecco allora da dove deve iniziare il tuo patto solenne verso la tua chiesa locale.

IO PROTEGGERO’ LA MIA CHIESA

La parola “proteggere”, nella nostra mente spesso si associa con il difendersi da un attacco che viene dall’esterno; mi “proteggo con uno scudo dal mio nemico”.

Sapete invece quali sono gli attacchi più grandi e più distruttivi ad una chiesa? Sono che provengono dal suo interno.

E’ la stessa tattica usata dai kamikaze per provocare il massimo del danno possibile; recarsi in un mercato con decine e decine di persone pacifiche, e lì, proprio in mezzo a loro, farsi esplodere.

La storia della chiesa di Cristo è disseminata da una quantità innumerevole di kamikaze, e lo è stata sin dalla sua nascita, tanto è vero che Paolo ammoniva gli Efesini con queste parole che leggiamo assieme;

Eph 4:1-3 INR Io dunque, il prigioniero del Signore, vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, (2) con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, (3) sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace.

Questo è il primo passo fondamentale per proteggere la tua chiesa:

  1. AGIRE CON AMORE VERSO GLI ALTRI MEMBRI

L’unità, ci spiega Paolo, non nasce spontanea, non è parte naturale di noi: dobbiamo SFORZARCI di conservare l’unità, dobbiamo SOPPORTARCI (nell’originale della parola greca SUPPORTARCI).

Dobbiamo pensare a noi stessi come incaricati di Cristo per l’unità della chiesa, come promotori e guardiani della comunione fraterna tra credenti.

La chiesa è un posto dove si sta “vicini vivini”, dove talvolta ci si sgomita o ci pesta qualche piede; ed è così che talvolta ci si concentra sulle differenze che ci separano da quella certa persona, piuttosto che invece concentrarci sulle cose che abbiamo in comune.

Per agire con amore la prima cosa che devi fare è

  • CONCENTRATI SULLE COSE CHE HAI IN COMUNE CON GLI ALTRI E NON SULLE DIFFERENZE

Leggiamo Efesini 4:4-6

Eph 4:4-6 Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione. V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti.


Abbiamo in comune la stessa salvezza, la stessa vita e lo stesso futuro, lo stesso Padre; ti sembra poca cosa?

Chiaramente, Dio ci ha creati ognuno differente dagli altri (non con uno stampino…ricordate l’esempio fatto con i bimbi con la pastasale?), e noi dovremmo apprezzare queste differenze, non limitarci a tollerarle.

Tuttavia, anche se ci concentriamo sulle cose che ci accomunano, spesso rimaniamo delusi dal comportamento degli altri membri di chiesa.

Questo dipende spesso perché ci aspettiamo che le persone di chiesa siano tutte “sante” come noi… e se non lo sono, rimaniamo delusi!

Un secondo principio per agire con amore nella chiesa è

  • SII REALISTICO SULLE TUE ASPETTATIVE

C’è una bella differenza tra la chiesa che è nella mia testa e quella che ho sotto casa! Purtroppo la chiesa “ideale” che ho in mente è l’unica che non esiterà MAI su questa terra.

Ed è per questo che Paolo dice

sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace.

Piuttosto che essere scioccati o sorpresi, dobbiamo ricordare che la chiesa è composta da VERI peccatori, compresi noi stessi. E poiché siamo peccatori, ci facciamo del male a vicenda, talvolta senza volerlo e talvolta deliberatamente.

La chiesa è la TUA famiglia, anche se talvolta sembra non esserlo… o forse spesso sembra proprio come una vera famiglia dove si litiga e ci si tiene il muso persino per delle sciocchezze; ma se è la tua famiglia, la AMI, e dovresti fare qualsiasi cosa per riconciliarti con essa.
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C’è un canto che esprime bene questo concetto, di “essere una famiglia” dinanzi ad un Padre onnipotente e Santo, ed è il 77 “SIAMO QUI”

3° PARTE

Ma quando la frustrazione è tanta, piuttosto che di riconciliazione, abbiamo sete di VENDETTA!!! E sapete qual è l’arma più efficace per la vendetta in chiesa? La critica!!!

E’ sempre molto facile starsene in un angolo e lanciare sassi a coloro che stanno servendo piuttosto che essere coinvolti e dare il proprio contributo.

Invece, se vuoi agire con amore verso gli altri membri

  • SCEGLI DI INCORAGGIARE PITTOSTO CHE CRITICARE

Leggiamo Romani 14:13 (nel foglietto)

Rom 14:-13 Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un'occasione di caduta.

La discordia è un’arma sottile e strisciante, che non esplode come la bomba del kamikaze, ma avvelena pian piano l’aria della sala dove la chiesa si riunisce.; è questa l’arma preferita da Satana.

La Bibbia chiama Satana “l’accusatore dei fratelli”; è suo lavoro quello di lamentarsi e di criticare i membri della famiglia di Dio. Tutte le volte che siamo noi a farlo stiamo collaborando con il Maligno.

Ricordiamoci che gli altri credenti, aldilà di quanto possiamo essere d’accordo con loro, NON sono il nostro nemico, ma è l’altro!

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L’agire con amore verso i membri è la fase “attiva” – “IO FACCIO” -del nostro impegno di proteggere la nostra chiesa.

Ma per difenderla adeguatamente dobbiamo operare anche “passivamente – “IO NON FARO” -; infatti dobbiamo

  1. RIFIUTARE DI ASCOLTARE I PETTEGOLEZZI

Che cosa è un pettegolezzo? Una bella definizione dice:

Il pettegolezzo è dare delle informazioni riservate quando non siamo né parte del problema né parte della sua soluzione”

Sappiamo che fare pettegolezzi è sbagliato, ma non li dobbiamo neppure ascoltare se vogliamo difendere la nostra chiesa.

Ascoltare un pettegolezzo è come accettare merce rubata; è “ricettazione”, e come ricettatori siamo colpevoli e degni di essere puniti a norma di legge.

Quando qualcuno comincia a raccontarmi un pettegolezzo, devo avere il coraggio di dirgli: “Ti prego, Fermati! Non voglio sapere queste cose”.

Ricordiamoci che coloro che sono pettegoli lo saranno, prima o poi, anche a nostro discapito.

Paolo dice in Romani : (nel foglietto)

Rom 16:17 Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro.

Questo è il comportamento che Dio si aspetta da noi.
Se poi, nonostante tutto, dovessero sorgere conflitti con altri membri di chiesa, ricordiamoci che Dio stesso ci ha dato le linee guida (Mt. 18:15-17) su come risolverli, ricordandoci che comunque il primo passo è il confronto (non lo scontro) privato con l’altro.

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Abbiamo visto che per difendere la nostra chiesa dobbiamo essere sia attivi – IO FACCIO – sia passivi –IO NON FARO’-; l’ultimo aspetto può essere talvolta il più difficile, perché coinvolge il nostro orgoglio personale di uomini e donne.

  1. OBBEDIRE AI MIEI LEADER

Non esistono pastori, leader, responsabili o anziani perfetti. Dio li ha scelti tra i PECCATORI che popolano la Sua chiesa. Ma Dio dà loro la RESPONSABILITA’ e l’AUTORITA’ per mantenere unita la chiesa.

Essere un leader è una posizione di visibilità estrema, ed è anche un onore per chi è chiamato ad esserlo, ma è anche una posizione di massima responsabilità e dipendenza davanti a colui che ha dato l’autorità: leggiamo Ebrei 13:17 (nel foglietto)

Heb 13:17 Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità.

Anziani, responsabili, leader, saranno un giorno chiamati davanti a Dio a rendere conto di come hanno vegliato sulla Sua chiesa, ma soprattutto di quanto hanno amato quella chiesa per cui Gesù ha dato la propria vita.

Ma anche gli altri membri di chiesa saranno chiamati a rispondere di come hanno seguito e amato le guide a cui Dio li aveva affidati.
La Bibbia fornisce a Anziani e pastori istruzioni molto specifiche su come comportarsi con le dispute nella comunità; debbono evitare di essere litigiosi ammaestrando con mansuetudine gli oppositori e pregando che cambino cuore; ammonire coloro che sono focosi, ricercare l’armonia e l’unità, riprendere coloro che non hanno rispetto dell’autorità ed allontanare dalla chiesa coloro che sono fonte di divisione.

Noi proteggiamo la nostra chiesa quando onoriamo, rispettiamo ed obbediamo coloro che servono la chiesa locale guidandola .

Pastori, leader responsabile ed Anziani hanno bisogno dell’incoraggiamento, delle preghiere, dell’apprezzamento e, soprattutto, dell’amore di coloro che Dio gli ha affidato e per i quali saranno un giorno chiamati a rispondere dinanzi a Lui.

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CONCLUSIONE

Il primo impegno per un un membro di chiesa è quello di proteggere la propria chiesa locale; se lo accettate, allora Dio sarà ancor più felice di voi e la vostra chiesa sarà più forte.

Non sarà sempre così facile; qualche volta dovrete fare ciò che è meglio per il Corpo di Cristo, non per voi, mostrando di dare precedenza agli altri.

Questo è uno dei motivi perché Dio ci porta a far parte della famiglia della chiesa; lì possiamo imparare il vero altruismo. In chiesa impariamo a dire NOI invece di IO e NOSTRO invece di MIO.

Dice Paolo in Romani:

Rom 15:2 Ciascuno di noi compiaccia al prossimo, nel bene, a scopo di edificazione.

Io proteggerò la mia chiesa

  • Agendo con amore verso gli altri membri
  • Rifiutando di ascoltare i pettegolezzi
  • Obbedendi ai miei leader.

Se seguirai questi tre passi, avrai seguito anche quello che Dio vuole venga fatto al corpo di suo figlio Gesù, di cui la tua chiesa, questa chiesa, è una delle sue parti.
1) PROTEGGERÒ LA MIA CHIESA
  • agendo con amore verso gli altri membri
"Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge." (Romani 13:8)
"Avendo purificato le anime vostre con l'ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore." (1 Pietro 1:22)
"Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un'occasione di caduta." (Romani 14:13)
  • rifiutando di ascoltare i pettegolezzi
"Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta." (Efesini 4:29)
Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro." (Romani 16:17)
  • obbedendo ai miei leader
"Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per la vostra vita come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità." (Ebrei 13:17)
1) PROTEGGERÒ LA MIA CHIESA
  • agendo con amore verso gli altri membri
"Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge." (Romani 13:8)
"Avendo purificato le anime vostre con l'ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore." (1 Pietro 1:22)
"Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un'occasione di caduta." (Romani 14:13)
  • rifiutando di ascoltare i pettegolezzi
"Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta." (Efesini 4:29)
Ora vi esorto, fratelli, a tener d'occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l'insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro." (Romani 16:17)
  • obbedendo ai miei leader
"Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per la vostra vita come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità." (Ebrei 13:17)
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