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09 dicembre 2007

Seguire o inseguire? (SOLO AUDIO) | 9 Dicembre 2007 |

Cos'è che segui nella vita
Chi segui nella vita?
Il tuo comportamento ti rende "degno" del compito a cui sei chiamato?
Sandro ci guida nella lettura e nell'interpretazione di 2° Samuele 6:12-23

File audio 36 MB
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02 dicembre 2007

Se solo potessi toccare la sua veste... | 2 Dicembre 2007 |

Se solo potessi toccare la sua veste...
Oggi vorrei raccontarvi una storia; la storia di una donna di nome "Smadar" (che significa "colei che sboccia", nella sua lingua), vissuta tanti anni fa in un paese che noi definiremmo attualmente del "terzo mondo."
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"Smadar viveva in un piccolo villaggio di un di un piccolo paese del terzo mondo. Aveva circa 30 anni, il che ne faceva una donna matura per il suo paese, visto che la vita media delle donne era di circa 40.
Si era sposata quando ne aveva 14 anni, ed aveva dato alla luce tre figli... prima di ammalarsi.
Una notte si era svegliata di soprassalto; le girava la testa, aveva voglia di vomitare, e si sentiva tanto debole. Alon, suo marito, sentendola lamentarsi si era alzato, andando ad accendere la lampada ad olio per illuminare la stanza. Una volta accesa, Smadar vide che il letto dove era distesa era intriso di sangue... del suo sangue.
Fu quello l'inizio del suo lungo calvario.
Nel paese dove viveva, la sua non era una semplice, seppur grave malattia, ma era soprattutto un marchio d'infamia. Impresso a fuoco sulla sua fronte.
Significava, da quel momento in poi essere additata come "l'impura", la segnata da Dio, quella da tenere lontano.
Nel giro di qualche mese, la vita di Smadar cambiò in maniera totale: Alon la ripudiò come moglie, costringendola ad abbandonare la casa dove aveva vissuto fino ad allora, e tenendo con se i figli. Solo la pietà dei suoi familiari, che la rivollero in casa, le permise di non finire lungo le strade.
La gente prese ad evitarla quando usciva nel villaggio, fin quando ella decise di non uscire più.
Persino le amiche di un tempo, quelle con cui si erano confidati segreti e sogni, scomparvero.
Ora Smadar era veramente sola. Sola, ma non rassegnata. Anche se non avrebbe mai potuto riavere indietro la sua vita passata, SE fosse guarita, avrebbe comunque potuto avere una NUOVA vita, differente dalla prima e, chissà, essere riaccettata da Alon, poter tornare ad abbracciare i propri figli...
Aveva qualche risparmio, accumulato con fatica, e con quei soldi andò dal miglior medico che quella piccola somma poteva consentire.
A quel tempo e in quel paese, la medicina era più o meno stregoneria condita da assurdi e dolorosissimi rimedi che invece di migliorare la situazione sovente la peggioravano.
Smadar; ora aveva trenta anni. La sua giovinezza era sfiorita, persa nei dodici anni in cui aveva lottato passando di medico in medico, subendo le cure più strane, privandosi di ogni suo bene, pur di guarire. Il male non l'aveva abbandonata, ed il suo corpo, sfinito, ne mostrava i segni evidenti.
Più di una volta si era chiesta: "Sinceramente, che senso ha ormai lottare? Che senso ha quando, la mia vita potrà durare ancora qualche anno?"
Quanti avrebbero disperato, in una situazione del genere? Quanti si sarebbero finalmente seduti in un cantuccio ad aspettare la fine, augurandosi che giungesse il prima possibile?
Ma Smadar era diversa da tutti gli altri; mentre gli altri andavano al tempio ad offrire sacrifici a un Dio che non conoscevano, per una questione di tradizione familiare, lei ci credeva davvero! Lei parlava col suo Dio vero, lo implorava di aiutarla... e attendeva.
E aveva pianto tutte le sue lacrime quando un giorno un sacerdote l'aveva attesa ai piedi della scalinata del tempio per scacciarla poiché era una donna impura.
Ma Smadar credeva in Dio... e confidava in Lui.
Le giunse notizia che, in un villaggio vicino, era giunto un uomo il quale aveva già guarito migliaia di persone da qualsiasi malattia avessero. E quello che c'era di ancor più sorprendente, è che non chiedeva nulla in cambio; né soldi, né cose... anzi, chi lo aveva incontrato anche solo una volta era stato così tanto arricchito da quell'incontro, che la sua vita era cambiata per sempre. E raccontavano anche che non era a motivo della guarigione che le vite erano cambiate, ma per come egli parlasse di Dio e dei Cieli.
Smadar ascoltò ogni singola voce che parlava dell'uomo dei miracoli.
C'era un tale che era stato guarito ed a cui l'uomo aveva detto di raccontare quello che aveva ricevuto, e da quel momento aveva preso a girare per tutti i villaggi raccontando come e in nome di chi era stato guarito.
Smadar volle parlare anche con lui; ascoltò le parole dell'uomo che era stato guarito... gratis... nel nome del Signore, e decise di andare alla ricerca colui che guariva con la potenza del suo Dio....
Con le ultime forse rimaste, uscì nel sole e s'incamminò verso il villaggio, con la certezza nel cuore che, se fosse riuscita solo a sfiorare l'ombra di quell'uomo, la sua vita sarebbe cambiata per sempre...
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Il racconto potrebbe finire qui, lasciando a ciascuno di noi immaginare il finale che meglio si addice alla propria sensibilità.
Ma se non posso essere sicuro che la storia che vi ho narrato sia vera, posso affermare con assoluta certezza che Smadar incontrò quell'uomo... e che la sua vita, così come ella aveva sognato, fu cambiata per sempre da quell'incontro, la cui cronaca è stata scritta per noi, duemila anni fa, anno più anno meno.
Marco 5:25-34 (25) Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni - (26) molto aveva sofferto da molti medici, e aveva speso tutto ciò che possedeva senza nessun giovamento, anzi era piuttosto peggiorata - (27) avendo udito parlare di Gesù, venne dietro tra la folla e gli toccò la veste, perché diceva: (28) "Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva". (29) In quell'istante la sua emorragia ristagnò; ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quella malattia. (30) Subito Gesù, conscio della potenza che era emanata da lui, voltatosi indietro verso quella folla, disse: "Chi mi ha toccato le vesti?" (31) I suoi discepoli gli dissero: "Tu vedi come la folla ti si stringe attorno e dici: "Chi mi ha toccato?"" (32) Ed egli guardava attorno per vedere colei che aveva fatto questo. (33) Ma la donna paurosa e tremante, ben sapendo quello che era avvenuto in lei, venne, gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità. (34) Ma Gesù le disse: "Figliola, la tua fede ti ha salvata; va' in pace e sii guarita dal tuo male".
Gran parte delle storie che incontriamo nella Bibbia, e soprattutto nei Vangeli, contengono informazioni per ciascuno di noi su due livelli:
  1. Io = come si applica questo passo alla mia vita?
  2. Dio = cosa mi insegna questo passo del carattere di Dio?
Ed anche questo racconto non sfugge a questa logica.
  1. Io
La prima frase che mi colpisce in questo brano è "avendo udito parlare di Gesù" (v. 27)
Ognuno di noi è oggi qui perché un giorno "avendo udito parlare di Gesù"... è uscito , al pari di Smadar, sotto il sole, nonostante i mali, nonostante le umiliazioni e la povertà del passato, per andare ad incontrarlo.
L'altra frase che mi colpisce è "se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò salva".(v. 28)
C'è la natura umana che parla in questo versetto; ora so la potenza di Gesù, ora so, che basta il tocco della sua veste per essere salvo... ma ho paura di non riuscire ad arrivare abbastanza vicino... ho paura che lui mi rimanga troppo distante... ho paura di non essere degno di comparire al suo cospetto. Mi basta toccare la sua tunica.
Dove sei tu oggi? Dove va la tua vita? Sei nella gioa, come Smadar per i primi diciotto anni della sua vita, oppure sei nella disperazione e nella malattia, come lei era per dodici anni?
Sei in un angolo a piangerti addosso, e attendi che tutto sia finito, o come Smadar sei li che lotti ogni giorno, parlando a un Dio che sembra apparentemente distante, ma in cui credi?
Sei seduto per terra, in un angolo buio della tua stanza, o sei in piedi nel sole, come Smadar, per andare a sfiorare la tunica di che ti può salvare?
C'è una buona notizia per Smadar, in questo brano, come pure per te e per me!
  1. Dio
A Gesù non basta che una sua figlia gli tocchi solo la tunica. Vuole che quella figlia veda il suo volto, che oda la sua voce, che possa ricevere il suo abbraccio per tenerla stretta a se.
"Chi mi ha toccato le vesti?" (V. 30) il buon Pietro (vedi Luca 8:45) risponde in maniera logica: "Gesù, co' tutta ' sta folla che spigne, me chiedi chi te tocca?"
Ma, ancora una volta, Gesù non cerca risposte "logiche" ma risposte di fede: la domanda era incompleta: "Chi è colei che mi ha toccato che crede che io possa guarirla?"
Non basta credere nella potenza di Gesù (anche Satana crede alla Sua potenza), ma bisogna credere che quella potenza PUO' trasformare la mia vita.
Gesù è potente, ma non può trasformare la tua vita se tu non lo vuoi, se tu non lo accetti e non sottometti TUTTO di te a Lui; dal più insignificante attimo della tua giornata alle preoccupazioni e ai dolori più grandi.
V 32"Ed egli guardava attorno per vedere colei che l'aveva toccata".
Gesù è alla tua ricerca, e non si stancherà mai di cercarti.
V 33"" Ma la donna paurosa e tremante, ben sapendo quello che era avvenuto in lei, venne, gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità.
Quand'è l''ultima volta che hai detto "tutta la verità" a Gesù? Che gli hai confessato le tue paure, le tue ansie, le tue gioie?
Quand'è l'ultima volta che lo hai fatto partecipe VERAMENTE della tua vita, che non lo hai escluso dalle stanze buie dove non vuoi che lui entri, che ancora forse conservi e a cui sei tanto affezionato?
Fai come la donna; gettati ai suoi piedi, e digli tutta la verità.
Guarda la risposta di Gesù; V. 34 "Figliola, la tua fede ti ha salvata; và in pace e sii guarita dal tuo male."
Gesù non ti sgriderà mai per le tue paure, ma brama quell'attimo dove tu sei veramente tu; dove tu riesci FINALMENTE a capire che senza di lui non ce la puoi fare, che lui è in controllo, e non tu, della tua vita.
"La tua fede ti ha salvata": l'esigenza primaria della tua vita NON è in sperare questa vita, ma salvare la prossima, ottenere quel lasciapassare che ti permetterà di sedere assieme a Gesù per l'eternità.
Gesù è interessato a dartelo, MUORE per darti quel lasciapassare; è per quello che è venuto.
La sua potenza può guarirti anche qua, può curare i tuo mali, fisici di relazione, di sicurezza per il futuro, così come ha fatto con la donna: "sii guarita dal tuo male".
Pregalo, se hai bisogno di un suo intervento, ma consideralo come un "bonus", un extra che solo a lui spetta di elargire., così come a Paolo fu risposto: 2 Cor 12:9 ed egli mi ha detto: "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza". Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.
Il dono più grande, quello che nessuno potrà mai toglierti, se hai fede in LUI, già ti appartiene!
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04 novembre 2007

Sarò di aiuto alla testimonianza della mia chiesa | 4 Novembre 2007 |

Sarò di aiuto alla testimonianza della mia chiesa

  • 4° passo del patto: riguarda soprattutto il “come ci vedono gli altri”
  • NON è il “vestito buono” del rappresentante, ma il “catalogo” che ci mostra la “solidità” della ditta rappresentata.
Frequenterò gli appuntamenti di chiesa fedelmente.
  • Per quali motivi dovrei frequentare assiduamente?
  • (Spiega: terrore da neo-credente di “dover diventare bigotto”)
    I) L'uomo è un “animale” sociale. Dio ci ha creati per essere in relazione l'uno con l'altro, e non per essere divisi; sin dal principio
Poi Dio il SIGNORE disse: "Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui". (Gen 2:18)

    II) La chiesa è la palestra dove possiamo esercitare l'amore di Cristo
Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all'amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno. (Heb 10:24-25)

  1. Tuo Padre ha gioia nel vederti assieme ai tuoi fratelli

Ecco quant'è buono e quant'è piacevole che i fratelli vivano insieme! È come olio profumato che, sparso sul capo, scende sulla barba, sulla barba d'Aaronne, che scende fino all'orlo dei suoi vestiti; è come la rugiada dell'Ermon, che scende sui monti di Sion; là infatti il SIGNORE ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno. (Sal 133:1-3)


La parola tradotta con “vivano” è l'ebriaico “yashav”; è la parola usata per indicare il rapporto tra un uomo e una donna dopo il matrimonio; (trad. Diodati: “...dimorino assieme nell'unità...”)
Gesù stesso ha pregato per la nostra unità

Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. (Gio 17:20-21)

Es: ti invitano a cena assieme ai tuoi figli. Cosa penseranno della tua famiglia se:

a) i tuoi figli litigano tutto il tempo

oppure

b) i tuoi figli giocano assieme, ridono assieme, si aiutano a tavola assieme.

  • Frequentare assiduamente aiuta:
  • te stesso: non sei fatto per stare solo
  • i tuoi fratelli; sei fatto per stare tra di loro, aiutandoli e incoraggiandoli
  • la testimonianza della tua chiesa; se vedono l'amore di Gesù crederanno all'amore. di Gesù.
2 Condurrò una vita retta
  • Cosa significa condurre una vita “retta”? Significa essere “senza peccato”?
  • La strada maestra dell'uomo retto è evitare il male; chi bada alla sua via preserva sé stesso. (Pro 16:17)

  • Paolo lo mette in questi termini:
Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.
(Rom 12:2)

    I) Il male c'è; fa parte della nostra vita quotidiana. Sta a noi NON conformarci, ma trasformarci
    II) Il mondo tende a conformare, piuttosto che a trasformare: se vogliamo testimoniare come Gesù ci ha trasformati, la prima cosa che la gente farà è di analizzare a fondo SE siamo realmente differenti da come eravamo... oppure se “predichiamo bene e razzoliamo male”
    III) Con noi saranno più esigenti che con loro stessi; metteranno la lente d'ingrandimento per poter “gioire” di OGNI nostro sbaglio... e dimostrare a loro stessi che non siamo cambiati.
  • Il cambiamento “fa paura”
  • MA, il cambiamento “attrae”
  • Condurre una vita retta aiuta:
  • te stesso: ti preserva dal conformarti al mondo
  • i tuoi fratelli: li incoraggia con l'esempio
  • la testimonianza della tua chiesa: la coerenza tra parole ed azioni.
3 Contribuirò economicamente in maniera regolare
  • Perché dovrei dare i miei soldi alla chiesa?
  1. I miei soldi NON sono “MIEI”


Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi, a casa, metta da parte quello che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare.
(1Co 16:2)

    La prosperità ed il grado di prosperità (ovvero quanti soldi abbiamo) NON è un nostro merito, ma è CONCESSA da Dio.
    E secondo Paolo, più è alta la prosperità, più è alto è il dare che Dio si aspetta da te (secondo la prosperità concessa), MA, non è la quantità che Dio guarda, ma la QUALITA' di chi dona
Vide anche una vedova poveretta che vi metteva due spiccioli; e disse: "In verità vi dico che questa povera vedova ha messo più di tutti; perché tutti costoro hanno messo nelle offerte del loro superfluo; ma lei vi ha messo del suo necessario, tutto quello che aveva per vivere". (Lu 21:2-4)

    II) Dare i miei soldi mi obbliga a lottare il mio materialismo (la voglia di avere) e rafforza il mio altruismo (la capacità di donare).
    III)Dare i miei soldi aiuta la testimonianza sia nel mio paese che fuori.
    (illustra “torre”)
  • DIFFERENTI MODIO DI DARE
  1. Emotivamente
    - grandi eventi evangelistici – catastrofi-richieste x malattie, ecc.
    OK... ma basta?
  1. Biblicamente
Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi, a casa, metta da parte (tithemy parà = metta in un posto) quello che potrà
chi dà, dia con semplicità; (Rom 12:8)

    Semplicità; cattiva traduzione di “haplotes” = in maniera fedele/costante.
CONCLUSIONE
    Se sono membro della chiesa della Vera vite, allora sarò di aiuto alla sua testimoninaza:
  1. frequentando gli appuntamenti di chiesa fedelmente
    - perché Dio mi ha creato per la comunione con altri credenti ed è tra di loro che posso esercitarmi nell'amore di Cristo;
  1. conducendo una vita retta
    - perché Gesù mi ha trasformato da come ero, e voglio che anche gli altri lo vedano:
  1. contribuendo economicamente in maniera regolare
    - perché i soldi che Dio mi concede servano per la testimonianza di Cristo nel mio paese e nel mondo,
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14 ottobre 2007

Comprendere la croce (SOLO AUDIO) | 14 Ottobre 2007 |

La croce è il centro della fede in Cristo.

Se non riusciamo a comprendere il perché del sacrificio di Gesù, non riusciremo a comprender a pieno il suo dono... ed a trovare libertà in lui.

Ascoltiamo il messaggio di Giuseppe per comprendere meglio la croce di Gesù.

File audio (35 MB)
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29 settembre 2007

Equilibrio | 29 Settembre 2007 |

Equilibrio

  • non riesco ad andare in bici senza mani. Perché?
  • voglio essere "in controllo" della situazione
  • se ho le mani sul manubrio e guido, non posso cadere
    Sono le mie mani a non farmi cadere, dunque!
    Eppure, c'è chi lo fa
  • stessa domanda su "Yahoo Answers"

D: Perché quando uno sa andare in bicicletta , la bicicletta non... cade e cade invece quando non sa andare?

    R: perché quando non sai andare in bicicletta sei teso e ti muovi tutto a scatti, è tutto una questione di paura. Se sei rilassato e sciolto la bicicletta la puoi guidare anche senza le mani sul manubrio; puoi anche curvare, basta spostare il peso del corpo da una parte
    E' molto importante invece il contatto sui pedali Chiunque vada in bicicletta sa che: 1) deve pedalare, 2) che più velocemente pedala più stabile si sente sulla bici. Il secondo punto è direttamente legato all'effetto giroscopico noto come "tenacia dell'asse giroscopico"....
    Allora non sono le MIE mani a farmi stare in equilibrio! E' la forza chiamata "tenacia dell'asse giroscopico" a farlo!
    Posso rilassarmi ,allora, e lasciare che quella forza mi mantenga in equilibrio... posso finalmente "staccare le mani dal manubrio...
    Secondo voi, lo faccio? No! Anche se so nella testa che lo potrei fare, ho troppa paura nel cuore per farlo!
    Anche come credente tendo a voler "guidare" la mia vita. Non voglio staccare le mani dal "manubrio"; voglio IO essere in controllo, perché sono IO che mantengo l'equilibrio della mia vita...
    ...Davide non la pensa così:
SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero. Tu mi scruti quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie. Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, SIGNORE, già la conosci appieno. Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di me. (Sal. 139:1-5)

Allora, non sono le MIE mani a farmi vivere una vita da credente equilibrato, ma quella forza che mi sta di fronte, alle spalle e sopra chiamata "Signore"

    Posso rilassarmi ,allora, e lasciare sia lui a guidare i miei passi

    Secondo voi, lo faccio? No! Non sempre, almeno. Spesso, proprio nei momenti in cui avrei più bisogno di "staccare" le mani dal manubrio e di "lasciarmi guidare" dal Signore, mi aggrappo con tutta la mia forza ad esso... per paura.... e cado!
    Anche se so nella testa che lo potrei fare, ho troppa paura nel cuore per farlo!
    Visto che penso di essere l'unico credente al mondo a fare ciò, ho cercato nella Bibbia se non una "giustificazione" almeno dei "colleghi illustri" di cui vantarmi. Ed è per questo che oggi mi vanterò di essere "collega" di Simon Pietro detto "Cefa". Leggiamo assieme Matteo 14:24-31 (P. 968).
"Frattanto la barca, già di molti stadi (qualche chilometro) lontana da terra, era sbattuta dalle onde, perché il vento era contrario. Ma alla quarta vigilia della notte (alle tre di notte), Gesù andò verso di loro, camminando sul mare. E i discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: "È un fantasma!" E dalla paura gridarono. Ma subito Gesù parlò loro e disse: "Coraggio, sono io; non abbiate paura!" Pietro gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire da te sull'acqua". Egli disse: "Vieni!" E Pietro, sceso dalla barca, camminò sull'acqua e andò verso Gesù. Ma, vedendo il vento, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!" Subito Gesù, stesa la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?"
(Mat 14:24-31)

  • 3 di notte: a tre chilometri dalla costa vedono un uomo che sfreccia e fa per superarli (in Mr "e voleva oltrepassarli"); se la fanno addosso dalla paura
  • "Sono io, Gesù!" Pietro: "Gajardo! Me fai venì da te?" "Vieni!" Entra in azione "Super Pietro!
  • Il vento aumenta. Pietro ha paura (da SuperPietro a SuperPippo)
    Osservate le parole di Gesù:! Pietro ha paura: sarebbe stato logico aspettarsi parole del tipo : Uomo fifone, perché hai avuto paura?"
    Le parole sono, invece: "uomo di poca fede perché hai dubitato?"
    Gesù non sta criticando Pietro per avere avuto "paura", ma per la mancanza di fede, per i suoi dubbi sulla Sua potenza; a questo punto del vangelo di Matteo, Pietro era stato già testimone oculare di un centinaio se non più di guarigioni, di una resurrezione e di 4000 persone sfamate con 5 pani e due pesci!
    Pietro aveva VISTO la Sua potenza. Se Gesù dice "vieni a farti una passeggiata assieme a me sulle acque del lago", significa che LUI, non tu, Pietro, ti darà la potenza per farlo.
    Aver paura è lecito; la paura è un sentimento umano che spesso ci evita grossi rischi (la paura di cadere dalla bici mi fa evitare di guidare girato all'indietro). Ma avere dubbi sulla potenza di Gesù, sulla sua capacità di fare quello che ha detto, quello no, non è lecito a chi crede in lui.
    Pietro grida "salvami, Gesù". Salvami? SE Gesù non fosse stato "di buona famiglia" e ben educato da cotanto Padre, gli avrebbe dovuto rispondere :"A Piè, ma che stai a parlà cor bagnino?...."
    Pietro è di fronte al Re dei Re, al Signore dei signori, al Creatore, all'Alfa e all'Omega.... e gli chiede una ciambella per non affogare!
    ..."uomo di poca fede perché hai dubitato?": c'è una tristezza infinita nella frase di Gesù.
    Ed io, come Pietro, spesso voglio continuare a tenere le mie mani ben salde sul manubrio della mia vita, convinto che siano esse, non il mio Signore, a tenere su la bici della mia esistenza.
    Gesù invece vorrebbe da me un altro tipo di comportamento, un comportamento come quello del centurione romano di Matteo 8:5-10, ad esempio: Leggiamolo assieme (p.958):
Quando Gesù fu entrato in Capernaum, un centurione venne da lui, pregandolo e dicendo: "Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo". Gesù gli disse: "Io verrò e lo guarirò". Ma il centurione rispose: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anche io sono uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Va'", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa". Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: "Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande! (Mat 8:5-10)

    Il centurione ha capito che è in Gesù la forza capace di tenere su la bicicletta della propria vita; colui che è in controllo dell'universo è capace di fare senza "dover fare"; basta che Lui "pensi", e il suo volere è già fatto.
    Guardate, ancora una volta, le parole di Gesù! Gesù non dà per "scontata" la fede del centurione, ma la mette in luce, ne fa un esempio da seguire per me, e per te, se vuoi.
    Laddove c'era una tristezza infinita in quel
    "uomo di poca fede perché hai dubitato?" ,
    qui c'è un Gesù che addirittura prova "meraviglia", tanto da lodare in modo unico il centurione
    "in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande!"
    Ognuno di noi attraversa momenti in cui forze da fuori, o da dentro di noi, vogliono farci cadere a terra; è in questi momenti che spesso sentiamo maggiormente il desiderio di stringere ancora di più il nostro manubrio per non sbandare, guidando la nostra bici fuori da quella tempesta.
    Ma lo sforzo più grande che possiamo fare in queste situazioni per compiacere Gesù nella gara della mia vita di fede, non è vincere un giro, un tour, un campionato mondiale, o un'olimpiade, ma quello di staccare le mani dal manubrio, lasciare che non siamo noi a essere in controllo, ma fidarci di Lui e della sua potenza.
    Con la testa sappiamo che è possibile, ma qui la testa non c'entra; è una questione di fede.
    L'esperto di Yahoo Answers diceva che "Chiunque vada in bicicletta sa che: 1) deve pedalare, 2) che più velocemente pedala più stabile si sente sulla bici."
    Come credente lo sforzo più grande deve essere quello di impegnarmi nel crescere e nel divenire ogni giorno di più a sua immagine; e dalla fisica so che più m'impegno, più sarò forte e stabile in Lui contro gli attacchi del mondo che vorrebbero tirarmi giù a terra..
    Per il resto...per il resto posso rilassarmi, e lasciare che sia il mio Signore a guidare la mia vita.
    So che posso farlo, perché la forza che è in Gesù, è la stessa che ha creato Cieli e terra, sole e stelle, te e me... e che per noi è venuto a morire sulla croce.
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16 settembre 2007

I nomi di Dio(SOLO AUDIO) | 16 Settembre 2007 |

Come dobbiamo chiamare il nostro Padre Celeste?

Esiste un "nome" di Dio? E se si, quale è?

Ascoltiamo Michele cosa ci dice a proposito

(File audio 23 MB)
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12 agosto 2007

L'acqua della parola | 12 Agosto 2007 |

L'acqua della parola
    D: perchè usiamo l'acqua in bottiglia?
    a) perchè non c'è un rubinetto
    b) perchè c'è poca acqua nel rubinetto
    c) perchè l'acqua nel rubinetto non è buona

Problemi con la bottiglia

    a) la bottiglia costa
    b) la bottiglia finisce
    Soluzioni
    a) portare un rubinetto
    b) assicurare acqua corrente
    c) assicurare acqua buona
Parliamo dei nostri missionari
    D: perchè sono venuti in Italia
    a) perchè non ci sono credenti/chiese
    b) perchè ci sono pochi credenti/chiese
    c) perchè ci sono credenti/chiese in difficoltà
    D: quale è il loro obbiettivo?
    a) aiutare la nascita di nuovi credenti/chiese
    b) aiutare la crescita dei credenti/chiese
    c) aiutare credenti/chiese in difficoltà
    I missionari sono un po' come le bottiglie di acqua : in Efesini 5:26 si dice che Gesù ha purificato la chiesa “lavandola con l'acqua della parola”
    a) sono venuti a portare l'acqua della parola dove non c'era
    b) sono venuti a dare più acqua della parola dove ce n'era poca
    c) sono venuti a portare acqua della parola pulita

Problemi con i missionari

    a) i missionari costano (non a noi ma ai credenti che li sostengono)
    b) i missionari, prima o poi, terminano il loro mandato.
    I Missionari non sono tra noi per sempre:
  • vanno altrove
  • tornano a casa
    Vanno altrove
    D: quando si può dire che il lavoro di un missionario ha avuto successo?
    R: quando non c'è più bisogno di lui
    D: e quando non c'è più bisogno di lui
    R: quando ci sono sufficienti rubinetti di acqua buona per alimentare
    l'acquedotto.
    STORIA: Ruth Anne.
  • 30 anni in Italia
  • Prima aiutano a fondare chiesa Trieste : lasciata quando era autosufficiente (15 anni)
  • Poi aiutano a fondare chiesa a Firenze: fondano chiesa, fondano opera x l'aiuto delle persone con disabilità mentali.
  • Doveva essere 5:6 anni: sono diventati altri 15
  • Ora sono in Texas a badare ai propri nipoti
  • Parole di Ruth: “MI spiace lasciarli, ma ora possono e devono fare da soli; spetta a LORO essere i missionari nella propria città e nella propria nazione. Noi abbiamo dato tutto quello che potevamo, ed è tempo che la chiesa diventi la LORO chiesa”.
    Il piano di Dio per l'Italia è quello di dare a ciascuno un'acqua speciale:
  • Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna"
    (Gv.4;14)
    NON è di portare l'acqua buona della Parola che disseta tramite più missionari, MA di costruire un acquedotto che porti in ogni punto acqua abbondante e buona.
    I missionari sono parte di questo piano, non il piano per salvare la nostra nazione.
    Il futuro di questa nazione non si chamano Kevin, Shellie, Amy, Amanda, Michael e Sherri, ma si chiamano Katia, Antonio, Bernardino, Claudio, Lucia, Enzo, Speranza, Alina, Marco, Janet, Adriana, Luca, Alba...
    Siete Voi, siamo noi, la chiesa locale, l'impegno che ciascuno di noi mette nell'aggiungere la sua acqua al fiume di vita che scorre nel corpo di Cristo
    In Giovanni 7:38 Gesù ci diche: Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno
    Gesù è chiaro e perentorio: CHI crede in lui è una fonte di vita; non ci sono né se né ma in questa affermazione; e la chiesa è l'acquedotto che deve distribuire sul territorio la sua acqua.
    La vita di ciascuno di noi è interconnessa come in un acquedotto alla vita di centinaia di altre vite nel paese dove viviamo, vite dove l'acqua viva di Gesù ancora non è arrivata o stenta ad arrivare
    Tu sei una parte fondamentale dell'acquedotto del Signore MA... c'è un ma...
    anzi due:
    1° MA
  • Stai riempendo costantemente la tua vita con la Sua acqua... o con cosa? Ricordati che altri attendono quell'acqua. Se manca in te, o non è buona, altri ne soffriranno.
    2° MA
    Leggiamo assieme Giovanni 17:20-21(p.1072)
Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.
    Un acquedotto, per poter funzionare ha bisogno di essere connesso tramite dei giunti;
    la forza e la sicurezza dell'acquedotto stesso dipende dal fatto che ciascuno dei due tubi sia solidamente inserito ed avvitato sul giunto.
    SE uno dei due non lo è, la giunzione si apre, e parte dell'acqua non arriverà mai a destinazione, oppure entreranno cose sporche all'interno dell'acquedotto.
    Noi abbiamo un "giunto" perfetto in Gesù.
  • Hai inserito la tua vita solidamente IN Gesù? Se non l'hai fatto, il giunto con il tuo fratello è debole e rischia di allentarsi.
  • Gesù ha pregato per te, affinché tu fossi unito ai tuoi fratelli; ti adoperi per mantenere questa unità? Essere MEMBRI della tua chiesa non significa venire la mattina o il mercoledì, ma lavorare per modificare le mie esigenze o aspirazioni a favore di quelle della comunità.
    CONCLUSIONE
    I missionari sono strumenti preziosi che il Signore mette a disposizione dei credenti affinchè si possa sviluppare l'acquedotto che porti la sana parola di Cristo nel paese dove vivi. E' un lavoro duro, spesso ingrato, e prima o poi finirà.
    Rispettali, aiutali, prega per loro, falli sentire amati!
    Ma ricordati che TU sei il piano di salvezza per il tuo paese e per la tua nazione.
    Impegnati ogni giorno per essere degno di questo compito.
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