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05 novembre 2005

Un solo capo, una sola strategia. Il libro di Efesini | 5 Novembre 2005 |

Efesini
· Introduzione
Come mio solito, per cominciare vi raccontero’ qualcosa che non c’entra alssolutamente nulla con la Bibbia, con Dio e con Gesù.
Oggi voglio narrarvi la storia di due eserciti e di una battaglia.
Il primo esercito era ritenuto imbattibile, e contava migliaia di soldati: era l`esercito macedone. Questa sua imbattibilita’ era dovuta soprattutto ad uno squadrone ben addestrato che andava sotto il nome di falange.
Il secondo esercito era invece l’esercito di Roma - una Roma che ancora non era divenuta la dominatrice del Mediterraneo, ma che cominciava ad affacciarsi al di la’ delle Alpi- ; il suo esercito non brillava ne’ per numeri ne’ per armamenti. Ma aveva una cosa unica per l’epoca: un addestramento perfetto ed un capo con un acume tattico straordinario.
Questi erano i due eserciti: ed ora vediamo la battaglia che li vide di fronte.
{aggiungi spiegazione}
· Falange [ uomini in quadrato riparati dagli scudi ]
· Romani [ uomini a piedi e a cavallo ]
· Terreno in pendenza; la Falange in alto, i Romani in basso
· La Falange attacca; i Romani vengono dispersi
· I Romani si riuniscono e attaccano la Falange che non riesce a risalire la collina.
· I Romani usano armi corte [pi\ maneggevoli delle lance]
· La Falange viene sterminata.
....{aggiungi colore}.
E cosi’, l’esercito di Roma, meno numeroso e meno armato, riusci’ nell’impresa di sconfiggere la imbattibile (fino ad allora) Falange Macedone.
Quali sono state le armi vincenti dei Romani? Principalmente, quattro:
1. un unico capo che aveva comandato l’azione
2. un unico piano, conosciuto nei minmi dettagli
3. essersi mossi come fossero stati un unico corpo [ognuno sapeva esattamente quello che doveva fare]
4. l’uso di armi appropriate alla battaglia.
· Introduzione al libro
Anche in una lettera di Paolo troviamo delle frasi che fanno riferimento al gergo militare [pertanto sono in buona compagnia], e che proiettano per certi versi la nostra vita di credenti in una differente dimensione, lontana da quella che ci farebbe piacere di immaginare; vorremmo immaginare la nostra vita di credenti come una corsa a piedi nudi su di un prato, senza ostacoli o preoccupazioni.
Ma Paolo afferma: “C’e’ una battaglia in corso: state saldi, mettetevi un armatura.”
Quali siano i motivi del nostro essere saldi, e quali siano le caratteristiche di questa armatura le vogliamo vedere assieme in Efesini al cap. 6 (pag. 1166) dal v. 10 al 18
10 Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. 11 Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; 12 il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. 13 Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. 14 State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; 15 mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; 16 prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. 17 Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; 18 pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza.
Paolo indirizza questa lettera ai credenti di Efeso; e’ probabile tra l’altro che essa fosse una sorta di “lettera circolare” da far girare in tutte le chiese di quella zona dell’attuale Turchia.
Normalmente, siamo abituati ad un Paolo che interviene in maniera autorevole laddove veda dottrine erronee, peccati o solo abitudini sbagliate e dannose: ma in questa lettera non troviamo riferimenti specifici a un peccato o a una dottrina errata.
Possiamo pensare che il vero problema della comunita’ di Efeso e delle altre di quella zona, fosse che, essendo composte per la maggioranza da gentili convertiti a Cristo, da un lato percepivano la distanza con la quale i credenti circoncisi (gli Ebrei) li trattavano e dall’altro non si sentivano di far parte della loro stessa chiesa. [quella degli Ebrei].
Gli Efesini da un lato e gli Ebrei dall’altro non si sentivano “parte di uno stesso esercito”: avevano lo stesso capo, ma avrebbero fatto volentieri a meno di dormire nella stessa caserma.
Ed e’ su questo tema che Paolo interviene.
Nel brano che abbiamo letto, Paolo ci dipinge un campo di battaglia, dove i credenti sono impegnati in una lotta non contro altri uomini, ma contro principati, contro potenze, contro forze spirituali ben al di sopra di qulasiasi energia o possibilita’ umana.
Come avrebbe potuto mai un uomo resistere a un attacco cosi’ massiccio? Il nostro destino era ed e’, quello di soccombere!
Ci troviamo di fronte a ben di piu’ della falange macedone...ma ricordate la storia!
Un piccolo esercito, con poche armi, riusci’ a sconfiggere l’invincibile falange! Vi ricordate i motivi della vittoria romana?
1. un unico capo che aveva comandato l’azione
2. un unico piano, conosciuto nei mini dettagli dell’azione
3. essersi mossi come fossero stati un unico corpo [ognuno sapeva esattamente quello che doveva fare]
4. l’uso di armi appropriate alla battaglia.
E, in fondo, possiamo seguire Paolo dare le stesse direttive agli Efesini.
· Un unico capo
Dice Paolo:
22 Ogni cosa egli ( Dio) ha posta sotto i suoi piedi (Gesù) e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, 23 che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti. (Ef. 1:22-23 / p. 1162)
C’e’ una battaglia, ma non siamo soli; c’e’ un unico capo supremo che ha un corpo... e quel corpo... siamo noi!
Secondo me per gli Efesini doveva essere una sorta di shock il sapere che loro, pagani di nascita, erano con ogni diritto entrati a far parte del corpo di Cristo assiema agli Ebrei.
Ma... anche per noi... anche noi siamo stati stranieri, siamo stati pagani... ed ora siamo una parte del Corpo risorto e vivente di Cristo!
Personalmente, solo dopo aver studiato questo libro ho riflettuto sull’enorme privilegio che Cristo mi ha dato di essere una sola molecola del suo Corpo... ma mi ha fatto riflettere anche sull-enorme responsabilita’ che questo mi impone. Di questo parleremo tra poco.
· Un unico piano.
Ora sappiamo di avere un capo supremo: ma siamo sicuri che egli abbia delle strategie valide per vincere la guerra?
4 In lui (Gesù) ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, 5 avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, (Ef. 1:4-5)
Paolo sta qui dicendo agli Efesini (e a noi)che non e’ accaduto tutto per caso, che non e’ una coincidenza che Gesù sia venuto a salvarci [sa, mi trovavo li’ a salvare gli ebrei, e allora mi sono detto, perché’ non salviamo anche i pagani].
No, c’e’ un piano, scritto sin dalla fondazione del mondo, un piano d’amore del Padre per renderci suoi figli per sempre, adottandoci per mezzo di Gesù. {Esempio Mariela}
· Un unico corpo.
Abbiamo quindi un capo supremo, e ora sappiamo che i suoi piani sono efficaci e buoni per noi... ed ora?
Ora tocca a noi, a noi che siamo il suo corpo:
4 Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione.5 V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo,6 un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti.
16 Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell'amore. (Ef. 4:4-5, 16 / p. 1165)
Vi avevo accennato poco fa della gioia che mi aveva provocato l’idea di essere anche una sola molecola del corpo di Cristo, ma anche della responsabilita’ che sento per questo.
Gia’, perché’ se sono una delle membra di un corpo, so che saro’ responsabile del funzionamento buono o cattivo di tutto il corpo.
Qualche tempo fa, mentre stavo lavorando con un pezzo di legno, una minuscola, infinitesima scheggia di legno si e’ conficcata nel mio polpastrello, e non ha voluto piu’ saperne di venire fuori.
Li’ per li’, non ci ho badato piu’ di tanto ed ho continuato a lavorare piuttosto che chiedere a mia moglie di aiutarmi ad estrarla.
Il giorno dopo il mio dito ha cominciato a gonfiarsi, dapprima un poco, poi sempre piu’, fino a diventare il doppio di tutte le altre dita.
Ora, la grandezza in percentuale di un dito rispetto al corpo quanto sara’? [1%, 2%]. Bene, il male provocato dalla scheggia in una parte cosi’ piccola ha fatto tanto da impedirmi di scrivere, quasi di
guidare, e non mi ha fatto chiudere occhio!
Basta che si ammali una piccola parte per far si che tutto il corpo ne soffra.
Io, come essere sedentario e ormai nullafacente dal punto di vista fisico, avrei delle attenuanti. Pensate invece alla nostra maratoneta Franca Fiacconi. Pochi giorni prima di partire per i Mondiali di atletica, si e’ fratturata un polso cadendo in allenamento in uno dei tanti cantieri aperti per il Giubileo.
Anche se tutto il resto era perfettamente a posto, anche se il polso non avrebbe subito nessun trauma nella corsa, non ha potuto partecipare ad una gara preparata per tutto un anno.
Basta una parte del corpo che non funzioni a dovere, e tutto quanto il corpo ne risente.
Quello che e’ valido per i nostri corpi mortali e’ valido anche per il corpo di Cristo, la chiesa.
Paolo afferma che lo sviluppo del corpo e’ direttamente proporzionale al vigore di ogni singola parte del corpo; Paolo afferma che io e te siamo responsabili assieme a tutti gli altri credenti dell’unita’ e dello sviluppo del corpo di Cristo, dell’unita’ e dello sviluppo della chiesa.
Se una parte del corpo si indebolisce, se una parte del corpo duole perche’ la scheggia di un peccato si e’ conficcata e noi l’abbiamo lasciata stare, credendo che, in fondo, e’ poca cosa, ricordiamoci che quella debolezza non nuoce solo a noi, ma nuoce ad ogni altra porzione del corpo di Cristo, quella chiesa di cui siamo entrati a far parte.
E Paolo stesso ci indica un buon elenco di schegge da rimuovere ai capitoli 4 e 5: la menzogna, il furto, la maldicenza, l’offesa la fornicazione, l’avarizia, ma anche gli errati rapporti all’interno delle famiglie o dei luoghi di lavoro, insomma come dice lui tutto cio’ che rattristi lo Spirito Santo con il quale siamo stati suggellati per il giorno della redenzione sono schegge da rimuovere prima che la parte del nostro corpo sia irrimediabilmente compromessa e non rimanga altro che amputarla per arrestare la cangrena.
Paolo ci rammenta che c’e’ una battaglia: i nostri nemici sono potenti, ma noi possiamo, anzi, dobbiamo esserlo di piu’.
L’esercito romano aveva vinto la falange macedone anche perche’ pur diviso e disperso sul campo, aveva continuato ad agire come un un unico corpo.
Allo stesso modo, noi abbiamo il dovere di fortificarci l
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